II-II, 121

Seconda parte > Le azioni umane > La giustizia > Il dono della pietà


Secunda pars secundae partis
Quaestio 121
Prooemium

[43967] IIª-IIae q. 121 pr.
Deinde considerandum est de dono correspondente iustitiae, scilicet de pietate. Et circa hoc quaeruntur duo.
Primo, utrum sit donum spiritus sancti.
Secundo, quid in beatitudinibus et fructibus ei respondeat.

 
Seconda parte della seconda parte
Questione 121
Proemio

[43967] IIª-IIae q. 121 pr.
Rimane ora da parlare del dono che corrisponde alla giustizia, cioè della pietà.
In proposito si pongono due quesiti:

1. Se la pietà sia un dono dello Spirito Santo;
2. Quali siano la beatitudine e i frutti corrispondenti.




Seconda parte > Le azioni umane > La giustizia > Il dono della pietà > Se la pietà sia un dono dello Spirito Santo


Secunda pars secundae partis
Quaestio 121
Articulus 1

[43968] IIª-IIae q. 121 a. 1 arg. 1
Ad primum sic proceditur. Videtur quod pietas non sit donum. Dona enim a virtutibus differunt, ut supra habitum est. Sed pietas est quaedam virtus, ut supra habitum est. Ergo pietas non est donum.

 
Seconda parte della seconda parte
Questione 121
Articolo 1

[43968] IIª-IIae q. 121 a. 1 arg. 1
SEMBRA che la pietà non sia un dono. Infatti:
1. I doni, e l'abbiamo già visto, differiscono dalle virtù. Ora, la pietà è una virtù, come sopra abbiamo dimostrato. Dunque la pietà non è un dono.

[43969] IIª-IIae q. 121 a. 1 arg. 2
Praeterea, dona sunt excellentiora virtutibus, maxime moralibus, ut supra habitum est. Sed inter partes iustitiae religio est potior pietate. Si ergo aliqua pars iustitiae debeat poni donum, videtur quod magis religio deberet esse donum quam pietas.

 

[43969] IIª-IIae q. 121 a. 1 arg. 2
2. I doni, come abbiamo dimostrato in precedenza, sono superiori alle virtù, e specialmente alle virtù morali. Ora, tra le parti potenziali della giustizia la religione è superiore alla pietà. Perciò, se una di codeste parti merita di esser posta tra i doni, sembra che tocchi alla religione e non alla pietà.

[43970] IIª-IIae q. 121 a. 1 arg. 3
Praeterea, dona manent in patria, et actus donorum, ut supra habitum est. Sed actus pietatis non potest manere in patria, dicit enim Gregorius, in I Moral., quod pietas cordis viscera misericordiae operibus replet; et sic non erit in patria, ubi nulla erit miseria. Ergo pietas non est donum.

 

[43970] IIª-IIae q. 121 a. 1 arg. 3
3. Nella patria celeste rimangono, come abbiamo visto, i doni e i loro atti. Ma in cielo non possono rimanere gli atti della pietà: infatti S. Gregorio ha scritto, che "la pietà riempie il cuore con le opere di misericordia"; quindi non potrà rimanere in paradiso, dove non ci sarà nessuna miseria. Dunque la pietà non è un dono.

[43971] IIª-IIae q. 121 a. 1 s. c.
Sed contra est quod Isaiae XI ponitur inter dona.

 

[43971] IIª-IIae q. 121 a. 1 s. c.
IN CONTRARIO: Isaia la enumera tra i doni.

[43972] IIª-IIae q. 121 a. 1 co.
Respondeo dicendum quod, sicut supra dictum est, dona spiritus sancti sunt quaedam habituales animae dispositiones quibus est prompte mobilis a spiritu sancto. Inter cetera autem, movet nos spiritus sanctus ad hoc quod affectum quendam filialem habeamus ad Deum, secundum illud Rom. VIII, accepistis spiritum adoptionis filiorum, in quo clamamus, abba, pater. Et quia ad pietatem proprie pertinet officium et cultum patri exhibere, consequens est quod pietas secundum quam cultum et officium exhibemus Deo ut patri per instinctum spiritus sancti sit spiritus sancti donum.

 

[43972] IIª-IIae q. 121 a. 1 co.
RISPONDO: Come abbiamo spiegato in precedenza, i doni dello Spirito Santo sono abituali disposizioni che rendono l'anima pronta alla mozione dello Spirito. Ora, tra l'altro lo Spirito Santo ci muove ad avere un affetto filiale verso Dio, secondo le parole di S. Paolo: "Voi avete ricevuto lo Spirito di adozione a figli, in cui gridiamo: Abbà, Padre". E poiché spetta alla pietà propriamente "offrire al padre prestazioni e culto", ne segue che la pietà che ci spinge, sotto la mozione dello Spirito, a prestare un culto a Dio come Padre, sia un dono dello Spirito Santo.

[43973] IIª-IIae q. 121 a. 1 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod pietas quae exhibet patri carnali officium et cultum, est virtus, sed pietas quae est donum, hoc exhibet Deo ut patri.

 

[43973] IIª-IIae q. 121 a. 1 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La pietà che rende onore e culto ai genitori è una virtù; mentre la pietà-dono assolve tali doveri verso Dio in quanto Padre.

[43974] IIª-IIae q. 121 a. 1 ad 2
Ad secundum dicendum quod exhibere cultum Deo ut creatori, quod facit religio, est excellentius quam exhibere cultum patri carnali, quod facit pietas quae est virtus. Sed exhibere cultum Deo ut patri est adhuc excellentius quam exhibere cultum Deo ut creatori et domino. Unde religio est potior pietate virtute, sed pietas secundum quod est donum, est potior religione.

 

[43974] IIª-IIae q. 121 a. 1 ad 2
2. Prestare un culto a Dio in quanto Creatore, come fa la religione, è cosa più eccellente che prestare un culto al padre terreno, come fa la virtù della pietà. Ma prestare un culto a Dio come Padre è assai di più che offrire un culto a Dio come Creatore e Signore. Perciò la religione è superiore alla virtù della pietà: ma il dono della pietà è superiore alla religione.

[43975] IIª-IIae q. 121 a. 1 ad 3
Ad tertium dicendum quod sicut per pietatem quae est virtus exhibet homo officium et cultum non solum patri carnali, sed etiam omnibus sanguine iunctis, secundum quod pertinent ad patrem; ita etiam pietas secundum quod est donum, non solum exhibet cultum et officium Deo, sed omnibus hominibus inquantum pertinent ad Deum. Et propter hoc ad ipsam pertinet honorare sanctos, non contradicere Scripturae, sive intellectae sive non intellectae, sicut Augustinus dicit, in II de Doct. Christ. Ipsa etiam ex consequenti subvenit in miseria constitutis. Et quamvis iste actus non habeat locum in patria, praecipue post diem iudicii, habebit tamen locum praecipuus actus eius, qui est revereri Deum affectu filiali, quod praecipue tunc erit, secundum illud Sap. V, ecce quomodo computati sunt inter filios Dei. Erit etiam mutua honoratio sanctorum ad invicem. Nunc autem, ante diem iudicii, miserentur sancti etiam eorum qui in statu huius miseriae vivunt.

 

[43975] IIª-IIae q. 121 a. 1 ad 3
3. Come con la virtù della pietà l'uomo presta onore e culto non solo al genitore, ma anche ai consanguinei in quanto essi appartengono al genitore; così anche il dono della pietà presta culto e onore non solo a Dio, ma a tutti gli uomini in quanto appartengono a Dio. Ecco perché spetta al dono della pietà onorare i santi; "e prestar fede alla Scrittura, sia che s'intenda, o che non s'intenda", come dice S. Agostino. Inoltre indirettamente esso ha il compito di sollevare chi è nella miseria. E sebbene in questo non si eserciti più nella patria beata, specialmente dopo il giorno del giudizio, tuttavia allora più che mai il dono rimarrà nel suo atto principale, che è quello di onorare Dio con affetto filiale, secondo le parole della Sapienza: "Ecco che essi sono annoverati tra i figli di Dio". Inoltre ci sarà un reciproco omaggio tra i santi. Adesso però, prima del giorno del giudizio, i santi esercitano anche la misericordia verso coloro che vivono nello stato attuale di miseria.




Seconda parte > Le azioni umane > La giustizia > Il dono della pietà > Se al dono della pietà corrisponda la seconda beatitudine: "Beati i miti"


Secunda pars secundae partis
Quaestio 121
Articulus 2

[43976] IIª-IIae q. 121 a. 2 arg. 1
Ad secundum sic proceditur. Videtur quod dono pietatis non respondeat secunda beatitudo, scilicet, beati mites. Pietas enim est donum respondens iustitiae. Ad quam magis pertinet quarta beatitudo, scilicet, beati qui esuriunt et sitiunt iustitiam, vel etiam quinta, beati misericordes, quia, ut dictum est, opera misericordiae pertinent ad pietatem. Non ergo secunda beatitudo pertinet ad donum pietatis.

 
Seconda parte della seconda parte
Questione 121
Articolo 2

[43976] IIª-IIae q. 121 a. 2 arg. 1
SEMBRA che al dono della pietà non corrisponda la seconda beatitudine: "Beati i miti". Infatti:
1. La pietà è il dono che corrisponde alla giustizia. Ma a quest'ultima corrisponde di più la quarta beatitudine, "Beati coloro che hanno fame e sete della giustizia", o la quinta, cioè "Beati i misericordiosi", perché le opere di misericordia, come abbiamo detto, appartengono alla pietà. Dunque al dono della pietà non corrisponde la seconda beatitudine.

[43977] IIª-IIae q. 121 a. 2 arg. 2
Praeterea, donum pietatis dirigitur dono scientiae, quod adiungitur in connumeratione donorum Isaiae XI. Ad idem autem se extendunt dirigens et exequens. Cum igitur ad scientiam pertineat tertia beatitudo, scilicet, beati qui lugent, videtur quod non pertineat ad pietatem secunda beatitudo.

 

[43977] IIª-IIae q. 121 a. 2 arg. 2
2. Il dono della pietà è diretto dal dono della scienza, che lo segue immediatamente nell'enumerazione dei doni. Ma chi dirige e chi è diretto hanno di mira il medesimo compito. Ora, siccome alla scienza corrisponde la terza beatitudine, "Beati coloro che piangono", non sembra che alla pietà possa corrispondere la seconda.

[43978] IIª-IIae q. 121 a. 2 arg. 3
Praeterea, fructus respondent beatitudinibus et donis, ut supra habitum est. Sed inter fructus, bonitas et benignitas magis videntur convenire cum pietate quam mansuetudo, quae pertinet ad mititatem. Ergo secunda beatitudo non respondet dono pietatis.

 

[43978] IIª-IIae q. 121 a. 2 arg. 3
3. Come sopra abbiamo spiegato, alle beatitudini e ai doni corrispondono i frutti. Ma alla pietà sono più affini tra i frutti bontà e benignità che non la mansuetudine, la quale corrisponde alla mitezza. Perciò alla pietà non corrisponde la seconda beatitudine.

[43979] IIª-IIae q. 121 a. 2 s. c.
Sed contra est quod Augustinus dicit, in libro de Serm. Dom. in monte, pietas congruit mitibus.

 

[43979] IIª-IIae q. 121 a. 2 s. c.
IN CONTRARIO: S. Agostino insegna: "La pietà si addice ai mansueti".

[43980] IIª-IIae q. 121 a. 2 co.
Respondeo dicendum quod in adaptatione beatitudinum ad dona duplex convenientia potest attendi. Una quidem secundum rationem ordinis, quam videtur Augustinus fuisse secutus. Unde primam beatitudinem attribuit infimo dono, scilicet timori; secundam autem scilicet, beati mites, attribuit pietati; et sic de aliis. Alia convenientia potest attendi secundum propriam rationem doni et beatitudinis. Et secundum hoc, oporteret adaptare beatitudines donis secundum obiecta et actus. Et ita pietati magis responderet quarta et quinta beatitudo quam secunda. Secunda tamen beatitudo habet aliquam convenientiam cum pietate, inquantum scilicet per mansuetudinem tolluntur impedimenta actuum pietatis.

 

[43980] IIª-IIae q. 121 a. 2 co.
RISPONDO: Nel ricollegare le beatitudini ai doni si possono tener presenti due tipi di affinità. La prima imbastita sull'ordine di enumerazione, sulla quale sembra essersi basato S. Agostino; facendo corrispondere alla prima beatitudine l'ultimo dei doni; la seconda, ossia "Beati i miti", alla pietà; e così via.
Il secondo tipo di affinità si rileva dalla natura dei doni e delle beatitudini rispettive. Per questo è necessario trovare la corrispondenza tra beatitudine e dono in base ai loro oggetti e alle loro operazioni. Ebbene, in tal senso alla pietà corrispondono meglio la quarta e la quinta beatitudine che la seconda. Tuttavia anche la seconda beatitudine ha una certa somiglianza con la pietà: poiché la mansuetudine serve a togliere gli ostacoli agli atti della pietà.

[43981] IIª-IIae q. 121 a. 2 ad 1
Et per hoc patet responsio ad primum.

 

[43981] IIª-IIae q. 121 a. 2 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Così anche la prima difficoltà è risolta.

[43982] IIª-IIae q. 121 a. 2 ad 2
Ad secundum dicendum quod secundum proprietatem beatitudinum et donorum, oportet quod eadem beatitudo respondeat scientiae et pietati. Sed secundum rationem ordinis, diversae beatitudines eis adaptantur, observata tamen aliquali convenientia, ut supra dictum est.

 

[43982] IIª-IIae q. 121 a. 2 ad 2
2. Stando alle caratteristiche delle beatitudini e dei doni, dovrebbe corrispondere ai doni di scienza e di pietà un'identica beatitudine. Ma in base all'ordine di enumerazione ad essi corrispondono due beatitudini distinte, pur tenendo conto di una certa somiglianza, come abbiamo detto sopra.

[43983] IIª-IIae q. 121 a. 2 ad 3
Ad tertium dicendum quod bonitas et benignitas in fructibus directe attribui possunt pietati, mansuetudo autem indirecte, inquantum tollit impedimenta actuum pietatis, ut dictum est.

 

[43983] IIª-IIae q. 121 a. 2 ad 3
3. I frutti indicati, cioè la bontà e la benignità, si possono attribuire al dono della pietà direttamente: mentre la mansuetudine possiamo attribuirgliela indirettamente, in quanto elimina, come abbiamo detto, gli ostacoli che impediscono l'atto della pietà.

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