III, 34

Terza parte > Cristo > Perfezione della prole concepita


Tertia pars
Quaestio 34
Prooemium

[48296] IIIª q. 34 pr.
Deinde considerandum est de perfectione prolis conceptae. Et circa hoc quaeruntur quatuor.
Primo, utrum in primo instanti conceptionis Christus fuerit sanctificatus per gratiam.
Secundo, utrum in eodem instanti habuerit usum liberi arbitrii.
Tertio, utrum in eodem instanti potuerit mereri.
Quarto, utrum in eodem instanti fuerit plene comprehensor.

 
Terza parte
Questione 34
Proemio

[48296] IIIª q. 34 pr.
Passiamo ora a trattare della perfezione della prole concepita.
Sull'argomento si pongono quattro quesiti:

1. Se Cristo sia stato santificato dalla grazia nel primo istante del suo concepimento;
2. Se nello stesso istante abbia avuto l'uso del libero arbitrio;
3. Se nel medesimo istante abbia potuto meritare;
4. Se nello stesso istante sia stato pienamente comprensore.




Terza Parte > Cristo > Perfezione della prole concepita > Se Cristo sia stato santificato nel primo istante del suo concepimento


Tertia pars
Quaestio 34
Articulus 1

[48297] IIIª q. 34 a. 1 arg. 1
Ad primum sic proceditur. Videtur quod Christus non fuerit sanctificatus in primo instanti suae conceptionis. Dicitur enim I Cor. XV, non prius quod spirituale est, sed quod animale, deinde quod spirituale. Sed sanctificatio gratiae pertinet ad spiritualitatem. Non ergo statim a principio suae conceptionis Christus percepit gratiam sanctificationis, sed post aliquod spatium temporis.

 
Terza parte
Questione 34
Articolo 1

[48297] IIIª q. 34 a. 1 arg. 1
SEMBRA che Cristo non sia stato santificato nel primo istante del suo concepimento. Infatti:
1. S. Paolo dice: "Non è prima l'elemento spirituale, bensì l'animale: lo spirituale vien dopo". Ora, la santificazione della grazia appartiene allo spirituale. Dunque Cristo non ha ricevuto la grazia della santificazione al principio del suo concepimento, ma dopo un certo tempo.

[48298] IIIª q. 34 a. 1 arg. 2
Praeterea, sanctificatio videtur esse a peccato, secundum illud I Cor. VI, et hoc quidem fuistis aliquando, scilicet peccatores, sed abluti estis, sed sanctificati estis. Sed in Christo nunquam fuit peccatum. Ergo non convenit sibi sanctificari per gratiam.

 

[48298] IIIª q. 34 a. 1 arg. 2
2. La santificazione suppone il peccato precedente, secondo l'affermazione di S. Paolo: "E un tempo voi foste tali", cioè peccatori, "ma siete stati lavati, siete stati santificati". In Cristo però mai vi fu peccato. Dunque non aveva bisogno di essere santificato dalla grazia.

[48299] IIIª q. 34 a. 1 arg. 3
Praeterea, sicut per verbum Dei omnia facta sunt, ita per verbum incarnatum sunt omnes homines sanctificati qui sanctificantur, Heb. II, qui sanctificat et qui sanctificantur ex uno omnes. Sed verbum Dei, per quod facta sunt omnia, non est factum, ut Augustinus dicit, in I de Trin. Ergo Christus, per quem sanctificantur omnes, non est sanctificatus.

 

[48299] IIIª q. 34 a. 1 arg. 3
3. Come "tutte le cose sono state fatte" per mezzo del Verbo di Dio, così per mezzo del Verbo incarnato tutti gli uomini vengono santificati, secondo le parole di S. Paolo: "Chi santifica e i santificati provengono tutti da uno". Ma "il Verbo di Dio, per mezzo del quale furono create tutte le cose, non è stato fatto", dice S. Agostino. Quindi Cristo, per mezzo del quale tutti vengono santificati, non è stato santificato.

[48300] IIIª q. 34 a. 1 s. c.
Sed contra est quod dicitur Luc. I, quod ex te nascetur sanctum, vocabitur filius Dei. Et Ioan. X, quem pater sanctificavit et misit in mundum.

 

[48300] IIIª q. 34 a. 1 s. c.
IN CONTRARIO: Si legge in S. Luca: "Il santo che nascerà da te sarà chiamato Figlio di Dio". E in S. Giovanni: "Quello che il Padre santificò e inviò nel mondo".

[48301] IIIª q. 34 a. 1 co.
Respondeo dicendum quod, sicut supra dictum est, abundantia gratiae sanctificantis animam Christi derivatur ex ipsa verbi unione, secundum illud Ioan. I, vidimus gloriam eius quasi unigeniti a patre, plenum gratiae et veritatis. Ostensum est autem supra quod in primo instanti conceptionis corpus Christi animatum fuit et a verbo Dei assumptum. Unde consequens est quod in primo instanti conceptionis Christus habuit plenitudinem gratiae sanctificantis animam et corpus eius.

 

[48301] IIIª q. 34 a. 1 co.
RISPONDO: L'abbondanza della grazia, che santifica l'anima di Cristo, deriva, come abbiamo detto, dalla sua unione col Verbo, secondo le parole di S. Giovanni: "Noi ne abbiamo visto la gloria, gloria eguale a quella dell'Unigenito del Padre, pieno di grazia e di verità". Ora, abbiamo dimostrato sopra che il corpo di Cristo ricevette l'infusione dell'anima e fu assunto dal Verbo di Dio nel primo istante del suo concepimento. Ne segue quindi che da quel primo istante Cristo ebbe la pienezza della grazia che ne santifica l'anima e il corpo.

[48302] IIIª q. 34 a. 1 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod ille ordo quem ponit ibi apostolus, pertinet ad eos qui per profectum ad spiritualem statum perveniunt. In mysterio autem incarnationis magis consideratur descensus divinae plenitudinis in naturam humanam, quam profectus humanae naturae, quasi praeexistentis, in Deum. Et ideo in homine Christo a principio fuit perfecta spiritualitas.

 

[48302] IIIª q. 34 a. 1 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. L'ordine indicato dall'Apostolo, riguarda coloro che allo stato spirituale arrivano progressivamente. Nel mistero dell'incarnazione invece va considerata la discesa della pienezza divina nella natura umana, piuttosto che il progresso della natura umana, come preesistente, verso Dio. Quindi fin dal principio nell'uomo-Cristo vi fu lo stato spirituale perfetto.

[48303] IIIª q. 34 a. 1 ad 2
Ad secundum dicendum quod sanctificari est aliquid fieri sanctum. Fit autem aliquid non solum ex contrario, sed etiam ex negative vel privative opposito, sicut album fit ex nigro, et etiam ex non albo. Nos autem ex peccatoribus sancti efficimur, et ita sanctificatio nostra est ex peccato. Sed Christus quidem, secundum hominem, factus est sanctus, quia hanc gratiae sanctitatem non semper habuit, non tamen factus est sanctus ex peccatore, quia peccatum nunquam habuit; sed factus est sanctus ex non sancto secundum hominem, non quidem privative, ut scilicet aliquando fuerit homo et non fuerit sanctus, sed negative, quia scilicet, quando non fuit homo, non habuit sanctitatem humanam. Et ideo simul factus fuit homo et sanctus homo. Propter quod Angelus dixit, Luc. I, quod nascetur ex te sanctum. Quod exponens Gregorius, XVIII Moral., dicit, ad distinctionem nostrae sanctitatis, Iesus sanctus nasciturus asseritur. Nos quippe, si sancti efficimur, non tamen nascimur, quia ipsa naturae corruptibilis conditione constringimur. Ille autem solus veraciter sanctus natus est, qui ex coniunctione carnalis copulae conceptus non est.

 

[48303] IIIª q. 34 a. 1 ad 2
2. Essere santificato significa diventare santo. Ora, una cosa può realizzarsi, non soltanto a partire dal suo contrario, ma anche a partire dalla sua negazione o privazione: p. es., una cosa può diventare bianca da nera, o semplicemente da non bianca. Noi però da peccatori diventiamo santi: e quindi la nostra santificazione ha come punto di partenza il peccato. Cristo invece diventò santo come uomo, perché non ebbe sempre questa grazia della santità. Tuttavia non diventò santo da peccatore, non avendo mai peccato. Come uomo, diventò santo, da non santo che era, non però in maniera privativa, quasi che in un determinato momento sia stato uomo e non santo; ma in maniera negativa, nel senso che quando ancora non era uomo non aveva la santità umana. E così diventò uomo e insieme uomo santo. Ecco perché l'Angelo disse: "Il santo che nascerà da te". E S. Gregorio spiega: "È detto che Gesù nascerà santo, per distinguere la sua dalla nostra santità. Noi infatti possiamo diventar santi, ma non nasciamo santi; perché siamo vincolati dalla condizione stessa della nostra natura corruttibile. Invece nacque veramente santo solo colui che non fu concepito mediante l'unione carnale".

[48304] IIIª q. 34 a. 1 ad 3
Ad tertium dicendum quod aliter operatur pater creationem rerum per filium, aliter tota Trinitas sanctificationem hominum per hominem Christum. Nam verbum Dei est eiusdem virtutis et operationis cum Deo patre, unde pater non operatur per filium sicut per instrumentum, quod movet motum. Humanitas autem Christi est sicut instrumentum divinitatis, sicut supra dictum est. Et ideo humanitas Christi est sanctificans et sanctificata.

 

[48304] IIIª q. 34 a. 1 ad 3
3. Il Padre non opera per mezzo del Figlio nella creazione delle cose allo stesso modo che tutta la Trinità opera la santificazione degli uomini per mezzo del Cristo-uomo. Infatti il Verbo di Dio ha lo stesso potere e lo stesso operare di Dio Padre: ecco perché il Padre non si serve del Figlio come di uno strumento, il quale muove perché è mosso. L'umanità di Cristo invece, e l'abbiamo già notato, è come "uno strumento della divinità". Perciò l'umanità di Cristo santifica ed è santificata.




Terza Parte > Cristo > Perfezione della prole concepita > Se Cristo come uomo abbia avuto l'uso del libero arbitrio nel primo istante del suo concepimento


Tertia pars
Quaestio 34
Articulus 2

[48305] IIIª q. 34 a. 2 arg. 1
Ad secundum sic proceditur. Videtur quod Christus, secundum hominem, non habuerit usum liberi arbitrii in primo instanti suae conceptionis. Prius est enim esse rei quam agere vel operari. Usus autem liberi arbitrii est quaedam operatio. Cum ergo anima Christi esse incoeperit in primo instanti conceptionis, ut ex praedictis patet, videtur esse impossibile quod in primo instanti conceptionis habuit usum liberi arbitrii.

 
Terza parte
Questione 34
Articolo 2

[48305] IIIª q. 34 a. 2 arg. 1
SEMBRA che Cristo, come uomo, non abbia avuto l'uso del libero arbitrio nel primo istante del suo concepimento. Infatti:
1. L'essere precede l'agire o l'operare. E l'uso del libero arbitrio rientra nell'operare. Ora, abbiamo detto sopra che l'anima di Cristo cominciò ad esistere nel primo istante del suo concepimento; perciò sembra impossibile che in quello stesso istante abbia avuto l'uso del libero arbitrio.

[48306] IIIª q. 34 a. 2 arg. 2
Praeterea, usus liberi arbitrii est electio. Electio autem praesupponit deliberationem consilii, dicit enim philosophus, in III Ethic., quod electio est appetitus praeconsiliati. Ergo videtur impossibile quod in primo instanti suae conceptionis Christus habuerit usum liberi arbitrii.

 

[48306] IIIª q. 34 a. 2 arg. 2
2. L'uso del libero arbitrio implica una scelta. E ogni scelta presuppone una deliberazione del consiglio, secondo la definizione della scelta data da Aristotele: "Desiderio di cose predeliberate". Perciò sembra impossibile che nel primo istante del suo concepimento Cristo abbia avuto l'uso del libero arbitrio.

[48307] IIIª q. 34 a. 2 arg. 3
Praeterea, liberum arbitrium est facultas voluntatis et rationis, ut in prima parte habitum est, et ita usus liberi arbitrii est actus voluntatis et rationis, sive intellectus. Sed actus intellectus praesupponit actum sensus, qui esse non potest sine convenientia organorum, quae non videtur fuisse in primo instanti conceptionis Christi. Ergo videtur quod Christus non potuerit habere usum liberi arbitrii in primo instanti suae conceptionis.

 

[48307] IIIª q. 34 a. 2 arg. 3
3. Abbiamo detto nella Prima Parte che il libero arbitrio è "una facoltà della volontà e della ragione": di modo che l'uso del libero arbitrio è un atto della volontà e della ragione o intelletto. Ma l'atto dell'intelletto presuppone l'atto dei sensi; e questo ultimo non si può esercitare senza una conveniente disposizione degli organi, la quale non poteva esserci nel primo istante del concepimento di Cristo. Sembra quindi che Cristo non abbia potuto avere l'uso del libero arbitrio nel primo istante del suo concepimento.

[48308] IIIª q. 34 a. 2 s. c.
Sed contra est quod Augustinus dicit, in libro de Trin., mox ut verbum venit in uterum, servata veritate propriae naturae, factum est caro et perfectus homo. Sed perfectus homo habet usum liberi arbitrii. Ergo Christus habuit in primo instanti suae conceptionis usum liberi arbitrii.

 

[48308] IIIª q. 34 a. 2 s. c.
IN CONTRARIO: S. Agostino afferma: "Appena il Verbo entrò nel seno, senza detrimento della propria natura, diventò carne e uomo perfetto". Ma l'uomo perfetto possiede l'uso del libero arbitrio. Dunque Cristo ebbe l'uso del libero arbitrio nel primo istante del suo concepimento.

[48309] IIIª q. 34 a. 2 co.
Respondeo dicendum quod, sicut supra dictum est, naturae humanae quam Christus assumpsit, convenit spiritualis perfectio, in quam non profecit, sed eam statim a principio habuit. Perfectio autem ultima non consistit in potentia vel in habitu, sed in operatione, unde in II de anima dicitur quod operatio est actus secundus. Et ideo dicendum est quod Christus in primo instanti suae conceptionis habuit illam operationem animae quae potest in instanti haberi. Talis autem est operatio voluntatis et intellectus, in qua consistit usus liberi arbitrii. Subito enim et in instanti perficitur operatio intellectus et voluntatis, multo magis quam visio corporalis, eo quod intelligere, velle et sentire non est motus qui sit actus imperfecti, quod successive perficitur; sed est actus iam perfecti, ut dicitur in III de anima. Et ideo dicendum est quod Christus in primo instanti suae conceptionis habuit usum liberi arbitrii.

 

[48309] IIIª q. 34 a. 2 co.
RISPONDO: Come è stato già detto, alla natura umana assunta da Cristo conveniva la perfezione spirituale, che non acquistò per gradi, ma possedette fin da principio. Ora, la perfezione ultima non consiste nella potenza o nell'abito, ma nell'operazione: ecco perché Aristotele chiama quest'ultima "atto secondo". Perciò dobbiamo ammettere che Cristo nel primo istante del suo concepimento ebbe quell'operazione dell'anima che è possibile avere in modo istantaneo. Ed è tale l'operazione della volontà e dell'intelletto, nella quale consiste l'uso del libero arbitrio. L'operazione infatti dell'intelletto e della volontà avviene in un istante e più velocemente della visione corporea; perché l'atto d'intendere, volere e sentire non implica movimento che sia "atto di un essere imperfetto", il quale si compie progressivamente; ma è "atto di una realtà perfetta", come insegna Aristotele. Dunque dobbiamo ammettere che Cristo nel primo istante del suo concepimento ebbe l'uso del libero arbitrio.

[48310] IIIª q. 34 a. 2 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod esse est prius natura quam agere, non tamen est prius tempore, sed, simul cum agens habet esse perfectum, incipit agere, nisi sit aliquid impediens. Sicut ignis, simul cum generatur, incipit calefacere et illuminare. Sed calefactio non terminatur in instanti, sed per temporis successionem, illuminatio autem perficitur in instanti. Et talis operatio est usus liberi arbitrii, ut dictum est.

 

[48310] IIIª q. 34 a. 2 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. L'essere precede l'operare con anteriorità di natura, non di tempo; ma appena l'essere raggiunge la sua perfezione, comincia ad agire, purché non incontri qualche ostacolo. Il fuoco, p. es., appena è prodotto, comincia a scaldare e ad illuminare. Ma, mentre il calore non produce l'effetto tutto in una volta, bensì progressivamente, la luce invece rischiara in un istante. Così è l'uso del libero arbitrio.

[48311] IIIª q. 34 a. 2 ad 2
Ad secundum dicendum quod, simul cum terminatur consilium vel deliberatio, potest esse electio. Illi autem qui deliberatione consilii indigent, in ipsa terminatione consilii primo habent certitudinem de eligendis, et ideo statim eligunt. Ex quo patet quod deliberatio consilii non praeexigitur ad electionem nisi propter inquisitionem incerti. Christus autem in primo instanti suae conceptionis, sicut habuit plenitudinem gratiae iustificantis ita habuit plenitudinem veritatis cognitae, secundum illud, plenum gratiae et veritatis. Unde, quasi habens omnium certitudinem, potuit statim in instanti eligere.

 

[48311] IIIª q. 34 a. 2 ad 2
2. La scelta si può fare appena è finito il consiglio e la deliberazione. Chi però ha bisogno della deliberazione del consiglio, sceglie subito dopo aver avuto, col consiglio, la certezza di ciò che deve scegliere. Da ciò risulta chiaro che la deliberazione del consiglio prima della scelta è richiesta soltanto a causa dell'incertezza. Ma Cristo nel primo istante del suo concepimento, come possedette la pienezza della grazia santificante ebbe anche la piena conoscenza della verità, secondo le parole di S. Giovanni: "pieno di grazia e di verità". Per cui, avendo la certezza di tutte le cose, poté scegliere subito all'istante.

[48312] IIIª q. 34 a. 2 ad 3
Ad tertium dicendum quod intellectus Christi, secundum scientiam infusam, poterat intelligere etiam non convertendo se ad phantasmata, ut supra habitum est. Unde poterat in eo esse operatio voluntatis et intellectus absque operatione sensus. Sed tamen potuit in eo esse etiam operatio sensus in primo instanti suae conceptionis, maxime quantum ad sensum tactus, quo sensu proles concepta sentit in matre etiam antequam animam rationalem obtineat, ut dicitur in libro de Generat. Animal. Unde, cum Christus in primo instanti suae conceptionis habuit animam rationalem, formato iam et organizato corpore eius, multo magis in eodem instanti poterat habere operationem sensus tactus.

 

[48312] IIIª q. 34 a. 2 ad 3
3. L'intelletto di Cristo, in forza della scienza infusa, poteva operare senza volgersi alle immagini sensibili. E quindi Cristo poteva operare con l'intelletto e la volontà, senza il concorso dei sensi.
Tuttavia nel primo istante del concepimento in lui ci poté essere anche l'attività sensitiva, specialmente del tatto che, secondo Aristotele, la prole può esercitare nel seno materno, anche prima di ricevere l'anima razionale. Poiché, dunque, Cristo nel primo istante del suo concepimento ha avuto un'anima razionale e un corpo formato e organico, poteva a maggior ragione esercitare fin da allora il senso del tatto.




Terza Parte > Cristo > Perfezione della prole concepita > Se nel primo istante del suo concepimento Cristo abbia potuto meritare


Tertia pars
Quaestio 34
Articulus 3

[48313] IIIª q. 34 a. 3 arg. 1
Ad tertium sic proceditur. Videtur quod Christus in primo instanti suae conceptionis mereri non potuerit. Sicut enim se habet liberum arbitrium ad merendum, ita ad demerendum. Sed Diabolus in primo instanti suae creationis non potuit peccare, ut in prima parte habitum est. Ergo neque anima Christi in primo instanti suae creationis, quod fuit primum instans conceptionis Christi, potuit mereri.

 
Terza parte
Questione 34
Articolo 3

[48313] IIIª q. 34 a. 3 arg. 1
SEMBRA che nel primo istante del suo concepimento Cristo non abbia potuto meritare. Infatti:
1. Il libero arbitrio si trova nella stessa condizione, sia per il merito, che per il demerito. Ma il demonio nel primo istante della sua creazione non poté peccare, come abbiamo visto sopra. Quindi neppure l'anima di Cristo poté meritare nel primo istante della sua creazione, che era quello del suo concepimento.

[48314] IIIª q. 34 a. 3 arg. 2
Praeterea, illud quod homo habet in primo instanti suae conceptionis, videtur ei esse naturale, quia hoc est ad quod terminatur sua generatio naturalis. Sed naturalibus non meremur, ut patet ex his quae dicta sunt in secunda parte. Ergo videtur quod usus liberi arbitrii quem Christus habuit secundum hominem in primo instanti suae conceptionis, non fuerit meritorius.

 

[48314] IIIª q. 34 a. 3 arg. 2
2. Ciò che l'uomo ha nel primo istante, sembra a lui naturale; perché è il termine della generazione naturale. Ma, com'è stato già dimostrato, non si può meritare con le forze naturali. Quindi l'uso del libero arbitrio, che Cristo come uomo possedeva nel primo istante del suo concepimento, non poteva essere meritorio.

[48315] IIIª q. 34 a. 3 arg. 3
Praeterea, illud quod semel aliquis meruit, iam facit quodammodo suum, et ita non videtur quod iterum possit illud idem mereri, quia nullus meretur quod suum est. Si ergo Christus in primo instanti suae conceptionis meruit, sequitur quod postea nihil meruerit. Quod patet esse falsum. Non ergo Christus in primo instanti suae conceptionis meruit.

 

[48315] IIIª q. 34 a. 3 arg. 3
3. Ciò che uno ha meritato in certo modo lo ha fatto suo, e non si vede come possa meritarlo di nuovo; perché nessuno merita ciò che è suo. Ammesso quindi che Cristo ha meritato nel primo istante del suo concepimento, ne segue che dopo non ha meritato più niente. Il che è evidentemente falso. Quindi Cristo non ha acquistato nessun merito nel primo istante del suo concepimento.

[48316] IIIª q. 34 a. 3 s. c.
Sed contra est quod Augustinus dicit, super Exod., non habuit omnino Christus, iuxta animae meritum, quo potuisset proficere. Potuisset autem proficere in merito si in primo instanti suae conceptionis non meruisset. Ergo in primo instanti suae conceptionis meruit Christus.

 

[48316] IIIª q. 34 a. 3 s. c.
IN CONTRARIO: Dice S. Agostino: "Cristo per quanto riguarda il merito della sua anima non ha avuto nessuna possibilità di progresso". Ma, se non avesse meritato nel primo istante del suo concepimento, avrebbe potuto progredire. Dunque Cristo nel primo istante del suo concepimento poté meritare.

[48317] IIIª q. 34 a. 3 co.
Respondeo dicendum quod, sicut supra dictum est, Christus in primo instanti conceptionis suae sanctificatus fuit per gratiam. Est autem duplex sanctificatio, una quidem adultorum, qui secundum proprium actum sanctificantur; alia autem puerorum, qui non sanctificantur secundum proprium actum fidei, sed secundum fidem parentum vel Ecclesiae. Prima autem sanctificatio est perfectior quam secunda, sicut actus est perfectior quam habitus; et quod est per se, eo quod est per aliud. Cum ergo sanctificatio Christi fuerit perfectissima, quia sic sanctificatus est ut esset aliorum sanctificator; consequens est quod ipse secundum proprium motum liberi arbitrii in Deum fuerit sanctificatus. Qui quidem motus liberi arbitrii est meritorius. Unde consequens est quod in primo instanti suae conceptionis Christus meruerit.

 

[48317] IIIª q. 34 a. 3 co.
RISPONDO: Cristo, come abbiamo già detto, nel primo istante del suo concepimento è stato santificato dalla grazia. Ora, ci sono due tipi di santificazione : la prima è quella degli adulti, i quali si fanno santi con le opere proprie; la seconda è quella dei fanciulli, i quali vengono santificati, non con il loro proprio atto di fede, ma per la fede dei genitori, o della Chiesa. La prima però è più perfetta della seconda: come l'atto è più perfetto dell'abito, e "ciò che è da sé è più perfetto di ciò che è da altri". Ora, la santificazione di Cristo, essendo perfettissima, perché egli fu santificato per santificare gli altri; ne segue che avvenne per un moto del suo libero arbitrio verso Dio. Ma questo moto è meritorio. Dunque Cristo nel primo istante del suo concepimento ha meritato.

[48318] IIIª q. 34 a. 3 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod liberum arbitrium non eodem modo se habet ad bonum et ad malum, nam ad bonum se habet per se et naturaliter; ad malum autem se habet per modum defectus, et praeter naturam. Sicut autem philosophus dicit, in II de caelo, posterius est quod est praeter naturam, eo quod est secundum naturam, quia id quod est praeter naturam, est quaedam excisio ab eo quod est secundum naturam. Et ideo liberum arbitrium creaturae in primo instanti creationis potest moveri ad bonum merendo, non autem ad malum peccando, si tamen natura sit integra.

 

[48318] IIIª q. 34 a. 3 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Non è vero che il libero arbitrio è portato al bene e al male alla stessa maniera: perché la tendenza al bene è assoluta e naturale; quella invece al male è un difetto, e contro l'ordine della natura. Ora, come il Filosofo afferma, "Ciò che è estraneo alla natura è posteriore a ciò che è ad essa conforme; perché ciò che è estraneo è come una decurtazione di ciò che alla natura è conforme". Quindi, supposta l'integrità naturale, il libero arbitrio della creatura nel primo istante del suo concepimento può muoversi al bene meritando, non già al male peccando.

[48319] IIIª q. 34 a. 3 ad 2
Ad secundum dicendum quod id quod homo habet in principio suae creationis secundum communem naturae cursum, est homini naturale, nihil tamen prohibet quin aliqua creatura in principio suae creationis aliquod beneficium gratiae a Deo consequatur. Et hoc modo anima Christi in principio suae creationis consecuta est gratiam, qua posset mereri. Et ea ratione gratia illa, secundum quandam similitudinem, dicitur fuisse illi homini naturalis, ut patet per Augustinum, in Enchirid.

 

[48319] IIIª q. 34 a. 3 ad 2
2. Ciò che l'uomo possiede fin dal principio della sua creazione, secondo il corso ordinario della natura, gli è naturale: nulla però impedisce che qualche creatura al principio della sua creazione ottenga da Dio il beneficio della grazia. Allo stesso modo l'anima di Cristo nel principio della sua creazione ottenne la grazia di poter meritare. Ecco perché diciamo che tale grazia, in un certo senso metaforico, poteva dirsi naturale per l'uomo-Cristo, come spiega S. Agostino.

[48320] IIIª q. 34 a. 3 ad 3
Ad tertium dicendum quod nihil prohibet idem esse alicuius ex diversis causis. Et secundum hoc, Christus gloriam immortalitatis, quam meruit in primo instanti suae conceptionis, potuit etiam posterioribus actibus et passionibus mereri, non quidem ut esset sibi magis debita; sed ut sibi ex pluribus causis deberetur.

 

[48320] IIIª q. 34 a. 3 ad 3
3. Niente impedisce che una cosa appartenga a un individuo per diversi motivi. Ecco perché Cristo, che aveva meritato la gloria dell'immortalità nel primo istante del suo concepimento, poté meritarla anche con i successivi atti e patimenti: non perché gli fosse dovuta maggiormente; ma perché gli fosse dovuta per più ragioni.




Terza Parte > Cristo > Perfezione della prole concepita > Se Cristo nel primo istante del suo concepimento sia stato perfetto comprensore


Tertia pars
Quaestio 34
Articulus 4

[48321] IIIª q. 34 a. 4 arg. 1
Ad quartum sic proceditur. Videtur quod Christus non fuerit perfectus comprehensor in primo instanti suae conceptionis. Meritum enim praecedit praemium, sicut et culpa poenam. Sed Christus in primo instanti suae conceptionis meruit, sicut dictum est. Cum ergo status comprehensoris sit principale praemium, videtur quod Christus in primo instanti suae conceptionis non fuerit comprehensor.

 
Terza parte
Questione 34
Articolo 4

[48321] IIIª q. 34 a. 4 arg. 1
SEMBRA che Cristo non sia stato perfetto comprensore fin dal primo istante del suo concepimento. Infatti:
1. Il merito precede il premio, come la colpa precede il castigo. Ora, Cristo, e l'abbiamo già dimostrato, nel primo istante del suo concepimento ha meritato. Perciò, essendo lo stato di comprensore il premio per eccellenza, è chiaro che Cristo non è stato tale nel primo istante del suo concepimento.

[48322] IIIª q. 34 a. 4 arg. 2
Praeterea, dominus dicit, Luc. ult., haec oportuit Christum pati, et ita intrare in gloriam suam. Sed gloria pertinet ad statum comprehensionis. Ergo Christus non fuit in statu comprehensoris in primo instanti suae conceptionis, quando adhuc nullam sustinuit passionem.

 

[48322] IIIª q. 34 a. 4 arg. 2
2. Il Signore afferma: "Il Cristo doveva patire tali cose e così entrare nella sua gloria". Ma la gloria appartiene allo stato dei comprensori. Quindi Cristo nel primo istante del suo concepimento, quando ancora non aveva sofferto niente, non era comprensore.

[48323] IIIª q. 34 a. 4 arg. 3
Praeterea, illud quod non convenit nec homini nec Angelo, videtur esse proprium Deo, et ita non convenit Christo secundum quod homo. Sed semper esse beatum non convenit nec homini nec Angelo, si enim fuissent conditi beati, postmodum non peccassent. Ergo Christus, secundum quod homo, non fuit beatus in primo instanti suae conceptionis.

 

[48323] IIIª q. 34 a. 4 arg. 3
3. È proprio di Dio ciò che non appartiene né all'uomo né all'angelo: quindi non può appartenere al Cristo come uomo. Ora, non è dell'uomo né dell'angelo essere beati da sempre: perché se fossero stati creati beati, non avrebbero poi peccato. Perciò Cristo come uomo non è stato beato nel primo istante del suo concepimento.

[48324] IIIª q. 34 a. 4 s. c.
Sed contra est quod dicitur in Psalmo, beatus quem elegisti et assumpsisti, quod, secundum Glossam, refertur ad humanam naturam Christi, quae assumpta est a verbo Dei in unitatem personae. Sed in primo instanti conceptionis fuit assumpta humana natura a verbo Dei. Ergo in primo instanti suae conceptionis Christus, secundum quod homo, fuit beatus. Quod est esse comprehensorem.

 

[48324] IIIª q. 34 a. 4 s. c.
IN CONTRARIO: nei Salmi si legge: "Beato colui che hai scelto e preso con te"; parole che secondo la Glossa, si riferiscono alla natura umana di Cristo, la quale "è stata assunta dal Verbo di Dio nell'unità della persona". Ma la natura umana fu assunta dal Verbo di Dio nel primo istante del suo concepimento. Quindi il Cristo, come uomo, era beato fin da allora. Era cioè comprensore.

[48325] IIIª q. 34 a. 4 co.
Respondeo dicendum quod, sicut ex dictis patet, non fuit conveniens ut Christus in sua conceptione acciperet gratiam habitualem tantum absque actu. Accepit autem gratiam non ad mensuram, ut supra habitum est. Gratia autem viatoris, cum sit deficiens a gratia comprehensoris, habet mensuram minorem respectu comprehensoris. Unde manifestum est quod Christus in primo instanti suae conceptionis accepit non solum tantam gratiam quantam comprehensores habent, sed etiam omnibus comprehensoribus maiorem. Et quia gratia illa non fuit sine actu, consequens est quod actu fuit comprehensor, videndo Deum per essentiam clarius ceteris creaturis.

 

[48325] IIIª q. 34 a. 4 co.
RISPONDO: Come risulta da quanto è stato detto, non era conveniente che il Cristo nel suo concepimento avesse la grazia soltanto in maniera abituale. È stato anche detto che egli ha ricevuto la grazia "senza misura". Ora, la grazia dei viatori, essendo più imperfetta di quella dei comprensori, ha anche una misura minore. Quindi è evidente che il Cristo nel primo istante del suo concepimento ricevette tanta abbondanza di grazia quanta ne hanno i comprensori, anzi in misura superiore. E poiché tale grazia non era priva dell'atto suo proprio, ne segue che egli fu comprensore in atto, vedendo Dio nella sua essenza in modo più chiaro di tutte le altre creature.

[48326] IIIª q. 34 a. 4 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod, sicut supra dictum est, Christus non meruit gloriam animae, secundum quam dicitur comprehensor, sed gloriam corporis, ad quam per suam passionem pervenit.

 

[48326] IIIª q. 34 a. 4 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Come sopra abbiamo spiegato, il Cristo non aveva da meritare la gloria dell'anima, per cui egli è detto comprensore; ma la gloria del corpo, alla quale arrivò attraverso la sua passione.

[48327] IIIª q. 34 a. 4 ad 2
Unde patet responsio ad secundum.

 

[48327] IIIª q. 34 a. 4 ad 2
2. È così risolta anche la seconda difficoltà.

[48328] IIIª q. 34 a. 4 ad 3
Ad tertium dicendum quod Christus, ex hoc quod fuit Deus et homo, etiam in sua humanitate habuit aliquid prae ceteris creaturis, ut scilicet statim a principio esset beatus.

 

[48328] IIIª q. 34 a. 4 ad 3
3. Il Cristo, essendo Dio e uomo, anche nella sua umanità ebbe qualcosa di più delle altre creature: cioè l'esser beato fin dal principio della sua esistenza.

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