III, 33

Terza parte > Cristo > Modo e ordine del suo concepimento


Tertia pars
Quaestio 33
Prooemium

[48261] IIIª q. 33 pr.
Deinde considerandum est de modo et ordine conceptionis Christi. Et circa hoc quaeruntur quatuor.
Primo, utrum corpus Christi in primo instanti conceptionis fuerit formatum.
Secundo, utrum in primo instanti conceptionis fuerit animatum.
Tertio, utrum in primo instanti conceptionis fuerit a verbo assumptum.
Quarto, utrum conceptio illa fuerit naturalis vel miraculosa.

 
Terza parte
Questione 33
Proemio

[48261] IIIª q. 33 pr.
Passiamo ora a considerare il modo e l'ordine del concepimento di Cristo.
Sull'argomento si pongono quattro quesiti:

1. Se il corpo di Cristo sia stato formato nel primo istante del suo concepimento;
2. Se in quell'istante abbia ricevuto l'anima;
3. Se sia stato assunto dal Verbo in quell'istante;
4. Se tale concepimento sia stato naturale o miracoloso.




Terza Parte > Cristo > Modo e ordine del suo concepimento > Se il corpo di Cristo sia stato formato nel primo istante del suo concepimento


Tertia pars
Quaestio 33
Articulus 1

[48262] IIIª q. 33 a. 1 arg. 1
Ad primum sic proceditur. Videtur quod corpus Christi non fuerit formatum in primo instanti conceptionis. Dicitur enim Ioan. II, quadraginta et sex annis aedificatum est templum hoc, quod exponens Augustinus, in IV de Trin., dicit, hic numerus perfectioni dominici corporis aperte congruit. Et in libro octoginta trium quaest. dicit, non absurde quadraginta sex annis dicitur fabricatum esse templum, quod corpus eius figurabat, ut, quot anni fuerunt in fabricatione templi, tot dies fuerint in corporis dominici perfectione. Non ergo in primo instanti conceptionis corpus Christi fuit perfecte formatum.

 
Terza parte
Questione 33
Articolo 1

[48262] IIIª q. 33 a. 1 arg. 1
SEMBRA che il corpo di Cristo non sia stato formato nel primo istante del suo concepimento. Infatti:
1. Si legge in S. Giovanni: "Quarantasei anni ci son voluti per fabbricare questo tempio"; e S. Agostino spiega: "Tale numero è chiaramente conforme alla perfezione del corpo del Signore". Egli stesso altrove scrive: "Non senza motivo è scritto che ci vollero quarantasei anni per costruire il Tempio, che era simbolo del corpo del Signore; affinchè, quanti furono gli anni impiegati nella costruzione del Tempio, tanti fossero i giorni necessari alla perfetta formazione di quel corpo". Dunque nel primo istante del suo concepimento il corpo di Cristo non fu perfettamente formato.

[48263] IIIª q. 33 a. 1 arg. 2
Praeterea, ad formationem corporis Christi requirebatur motus localis, quo purissimi sanguines de corpore virginis ad locum congruum generationi pervenirent. Nullum autem corpus potest moveri localiter in instanti, eo quod tempus motus dividitur secundum divisionem mobilis, ut probatur in VI Physic. Ergo corpus Christi non fuit in instanti formatum.

 

[48263] IIIª q. 33 a. 1 arg. 2
2. Per la formazione del corpo di Cristo era richiesto un moto locale, con cui il sangue purissimo della Vergine affluisse nel luogo proprio della generazione. Ora, nessun corpo si muove localmente in un istante; perché, come insegna Aristotele, il tempo del moto si divide secondo la divisione del soggetto mobile. Perciò il corpo di Cristo non fu formato in un istante.

[48264] IIIª q. 33 a. 1 arg. 3
Praeterea, corpus Christi formatum est ex purissimis sanguinibus virginis, ut supra habitum est. Non autem potuit esse materia illa in eodem instanti sanguis et caro, quia sic materia simul fuisset sub duabus formis. Ergo aliud fuit instans in quo ultimo fuit sanguis, et aliud in quo primo fuit caro formata. Sed inter quaelibet duo instantia est tempus medium. Ergo corpus Christi non fuit in instanti formatum, sed per aliquod tempus.

 

[48264] IIIª q. 33 a. 1 arg. 3
3. Il corpo di Cristo è stato formato dal purissimo sangue della Vergine, come abbiamo visto. Ora, quella materia non poté essere nello stesso istante sangue e carne; perché in tale ipotesi la materia sarebbe esistita sotto due forme. Perciò l'ultimo istante in cui essa era sangue fu diverso dal primo istante in cui era carne. Ma tra due istanti c'è sempre un tempo intermedio. Dunque il corpo di Cristo non fu formato in un istante, ma durante il decorso di un dato tempo.

[48265] IIIª q. 33 a. 1 arg. 4
Praeterea, sicut potentia augmentativa requirit determinatum tempus in suo actu, ita etiam virtus generativa, utraque enim est potentia naturalis ad vegetabilem animam pertinens. Sed corpus Christi fuit determinato tempore augmentatum, sicut et aliorum hominum corpora, dicitur enim Luc. II, quod proficiebat aetate et sapientia. Ergo videtur quod, pari ratione, formatio corporis eius, quae pertinet ad vim generativam, non fuerit in instanti, sed determinato tempore quo aliorum hominum corpora formantur.

 

[48265] IIIª q. 33 a. 1 arg. 4
4. Come richiede un determinato tempo nel suo atto la facoltà di aumentare, così lo richiede la facoltà di generare: ambedue infatti sono facoltà naturali dell'anima vegetativa. Ora, il corpo di Cristo si sviluppò in un determinato tempo, come il corpo degli altri uomini. Il Vangelo dice infatti di lui che "cresceva in età e in sapienza". Dunque, per lo stesso motivo, SEMBRA che la formazione del suo corpo, la quale appartiene alla facoltà generativa, non sia avvenuta in un istante, ma nel tempo richiesto per tutti gli altri uomini.

[48266] IIIª q. 33 a. 1 s. c.
Sed contra est quod Gregorius dicit, XVIII Moral., Angelo nuntiante, et spiritu adveniente, mox verbum in utero, mox intra uterum verbum caro.

 

[48266] IIIª q. 33 a. 1 s. c.
IN CONTRARIO: S. Gregorio afferma: "All'annuncio dell'angelo e con la venuta dello Spirito Santo, subito il Verbo si trovò nel seno, e fatto carne".

[48267] IIIª q. 33 a. 1 co.
Respondeo dicendum quod in conceptione corporis Christi tria est considerare, primo quidem, motum localem sanguinis ad locum generationis; secundo, formationem corporis ex tali materia; tertio, augmentum quo perducitur ad quantitatem perfectam. In quorum medio ratio conceptionis consistit, nam primum est conceptioni praeambulum; tertium autem conceptionem consequitur. Primum autem non potuit esse in instanti, quia hoc est contra ipsam rationem motus localis corporis cuiuscumque, cuius partes successive subintrant locum. Similiter et tertium oportet esse successivum. Tum quia augmentum non est sine motu locali. Tum etiam quia procedit ex virtute animae iam in corpore formato operantis, quae non operatur nisi in tempore. Sed ipsa formatio corporis, in qua principaliter ratio conceptionis consistit, fuit in instanti, duplici ratione. Primo quidem, propter virtutem agentis infinitam, scilicet spiritus sancti, per quem corpus Christi est formatum, ut supra dictum est. Tanto enim aliquod agens citius potest materiam disponere, quanto fuerit maioris virtutis. Unde agens infinitae virtutis potest in instanti materiam disponere ad debitam formam. Secundo, ex parte personae filii, cuius corpus formabatur. Non enim erat congruum ut corpus humanum assumeret nisi formatum. Si autem ante formationem perfectam aliquod tempus conceptionis praecessisset, non posset tota conceptio attribui filio Dei, quae non attribuitur ei nisi ratione assumptionis. Et ideo in primo instanti quo materia adunata pervenit ad locum generationis, fuit perfecte formatum corpus Christi et assumptum. Et per hoc dicitur ipse filius Dei conceptus, quod aliter dici non posset.

 

[48267] IIIª q. 33 a. 1 co.
RISPONDO: Nel concepimento del corpo di Cristo vanno considerate tre cose: primo, il flusso locale del sangue verso il luogo della generazione; secondo, la formazione del corpo da tale materia; terzo, l'aumento fino alla quantità perfetta. Il concepimento consiste nel secondo momento: infatti il primo prepara il concepimento, e il terzo lo segue.
La prima fase non poté verificarsi in un istante: perché ciò sarebbe contro la nozione stessa del moto locale, in cui le parti subentrano in un determinato luogo successivamente. — Così pure la terza fase deve attuarsi in maniera successiva: sia perché non ci può essere aumento senza moto locale; sia perché essa è effetto dell'anima che opera nel corpo già formato, e l'anima opera solo nel tempo.
Ma la formazione del corpo, nella quale principalmente consiste il concepimento, avvenne in un istante, e ciò per due ragioni. Primo, per il potere infinito della causa agente, cioè dello Spirito Santo, per opera del quale, come è stato detto sopra, il corpo di Cristo fu formato. Infatti quanto più una causa è efficace, tanto più rapidamente dispone la materia. Per cui la causa che ha potere infinito può in un istante disporre la materia a ricevere la forma.
Secondo, tenuto conto della persona del Figlio, di cui veniva formato il corpo. Infatti non era giusto che assumesse un corpo non formato perfettamente. Ora, se il concepimento avesse preceduto di un certo tempo la perfetta formazione del corpo, non si potrebbe attribuire al Figlio di Dio tutto il concepimento, il quale invece gli viene attribuito in forza dell'assunzione [di un corpo formato]. Perciò nel primo istante in cui la materia si unì nel luogo della generazione, il corpo di Cristo fu perfettamente formato e unito al Verbo. Solo in questo senso, infatti, e non altrimenti, si può dire che il Figlio di Dio fu concepito.

[48268] IIIª q. 33 a. 1 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod verbum Augustini utrobique non refertur ad solam formationem corporis Christi, sed ad formationem simul cum determinato augmento usque ad tempus partus. Unde secundum rationem illius numeri dicitur perfici tempus novem mensium, quo Christus fuit in utero virginis.

 

[48268] IIIª q. 33 a. 1 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Le due spiegazioni di S. Agostino non riguardano soltanto la formazione del corpo di Cristo; ma la formazione e insieme il congrue sviluppo fino al momento del parto. Per cui, secondo il simbolismo di quel numero si dice che viene a completarsi il tempo di nove mesi, durante i quali il Cristo rimase nel seno della Vergine.

[48269] IIIª q. 33 a. 1 ad 2
Ad secundum dicendum quod motus ille localis non comprehenditur infra ipsam conceptionem, sed est conceptioni praeambulus.

 

[48269] IIIª q. 33 a. 1 ad 2
2. Quel movimento locale non è incluso nel concepimento, ma lo precede.

[48270] IIIª q. 33 a. 1 ad 3
Ad tertium dicendum quod non est assignare ultimum instans in quo materia illa fuit sanguis, sed est assignare ultimum tempus, quod continuatur, nullo interveniente medio, ad primum instans in quo fuit caro Christi formata. Et hoc instans fuit terminus temporis motus localis materiae ad locum generationis.

 

[48270] IIIª q. 33 a. 1 ad 3
3. Non si può stabilire l'ultimo istante in cui la materia era sangue; ma si può stabilire il momento ultimo in cui, senza nessun intermediario, essa diventò carne di Cristo formata. E questo istante segnò il termine del movimento della materia verso il luogo della generazione.

[48271] IIIª q. 33 a. 1 ad 4
Ad quartum dicendum quod augmentum fit per potentiam augmentativam ipsius quod augetur, sed formatio corporis fit per potentiam generativam, non eius qui generatur, sed patris generantis ex semine, in quo operatur vis formativa ab anima patris derivata. Corpus autem Christi non fuit formatum ex semine viri, sicut supra dictum est, sed ex operatione spiritus sancti. Et ideo talis debuit esse formatio ut spiritum sanctum deceret. Sed augmentum corporis Christi fuit factum secundum potentiam augmentativam animae Christi, quae cum sit specie conformis animae nostrae, eodem modo debuit corpus illud augmentari sicut et alia corpora hominum augmentantur, ut ex hoc ostenderetur veritas humanae naturae.

 

[48271] IIIª q. 33 a. 1 ad 4
4. L'aumento avviene in forza delle facoltà aumentative di colui che cresce; ma la formazione del corpo è frutto della facoltà generativa, non di chi è generato, bensì del padre che genera mediante il seme, in cui opera la virtù generativa derivante dall'anima del padre. Però il corpo di Cristo non fu formato con seme virile, come abbiamo detto sopra, ma per opera dello Spirito Santo. Lo sviluppo invece del corpo di Cristo avvenne per la facoltà aumentativa dell'anima. Essendo questa specificamente uguale alla nostra anima, quel corpo doveva crescere alla stessa maniera che il corpo degli altri uomini, perché fosse manifesta la realtà della natura assunta.




Terza Parte > Cristo > Modo e ordine del suo concepimento > Se il corpo di Cristo abbia ricevuto l'anima nel primo istante del suo concepimento


Tertia pars
Quaestio 33
Articulus 2

[48272] IIIª q. 33 a. 2 arg. 1
Ad secundum sic proceditur. Videtur quod corpus Christi non fuit animatum in primo instanti conceptionis. Dicit enim Leo Papa, in epistola ad Iulianum, non alterius naturae erat caro Christi quam nostrae, nec alio illi quam ceteris hominibus anima est inspirata principio. Sed aliis hominibus non infunditur anima in primo instanti suae conceptionis. Ergo neque corpori Christi anima debuit infundi in primo instanti suae conceptionis.

 
Terza parte
Questione 33
Articolo 2

[48272] IIIª q. 33 a. 2 arg. 1
SEMBRA che il corpo di Cristo non abbia ricevuto l'anima nel primo istante del suo concepimento. Infatti:
1. Il Papa S. Leone Magno dice: "La natura della carne di Cristo non era diversa dalla nostra; ne in lui fu infusa l'anima in un momento diverso dagli altri uomini". Ma negli altri l'anima non viene infusa nel primo istante del concepimento. Quindi neppure nel corpo di Cristo dovette essere infusa allora.

[48273] IIIª q. 33 a. 2 arg. 2
Praeterea, anima, sicut quaelibet forma naturalis, requirit determinatam quantitatem in sua materia. Sed in primo instanti conceptionis corpus Christi non habuit tantam quantitatem quantam habent corpora aliorum hominum quando animantur, alioquin, si continue fuisset postmodum augmentatum, vel citius fuisset natum; vel in sua nativitate fuisset maioris quantitatis quam alii infantes. Quorum primum est contra Augustinum, IV de Trin., ubi probat eum spatio novem mensium in utero virginis fuisse, secundum autem est contra Leonem Papam, qui, in sermone Epiphaniae, dicit, invenerunt puerum Iesum in nullo ab humanae infantiae generalitate discretum. Non ergo corpus Christi fuit animatum in primo instanti suae conceptionis.

 

[48273] IIIª q. 33 a. 2 arg. 2
2. L'anima, come ogni forma naturale, esige nella sua materia una determinata quantità. Ora, nel primo istante del concepimento il corpo di Cristo non aveva quella quantità che hanno i corpi degli altri uomini quando ricevono l'anima: altrimenti, continuando poi a crescere, sarebbe nato più presto; oppure sarebbe nato più grande degli altri bambini. La prima ipotesi va contro l'opinione di S. Agostino, il quale ritiene che il corpo di Cristo sii. rimasto nove mesi nel seno della Vergine. La seconda invece va contro il Papa S. Leone, il quale afferma: "[I Magi] trovarono che il bambino Gesù non si distingueva per niente dagli altri bambini". Dunque il corpo di Cristo non ricevette l'anima nel primo istante del suo concepimento.

[48274] IIIª q. 33 a. 2 arg. 3
Praeterea, ubicumque est prius et posterius, oportet esse plura instantia. Sed secundum philosophum, in libro de Generat. Animal., in generatione hominis requiritur prius et posterius, prius enim est vivum, et postea animal, et postea homo. Ergo non potuit animatio Christi perfici in primo instanti conceptionis.

 

[48274] IIIª q. 33 a. 2 arg. 3
3. Dove c'è un prima e un dopo ci devono essere diversi istanti. Ora, a detta di Aristotele, nella generazione dell'uomo è necessario un prima e un dopo: infatti uno prima è vivente, poi animale e infine uomo. Quindi Cristo non poté ricevere l'anima nel primo istante del suo concepimento.

[48275] IIIª q. 33 a. 2 s. c.
Sed contra est quod Damascenus dicit, in III libro, simul caro, simul Dei verbi caro, simul caro animata anima rationali et intellectuali.

 

[48275] IIIª q. 33 a. 2 s. c.
IN CONTRARIO: Il Damasceno afferma: "Nel medesimo istante fu carne, carne del Verbo di Dio, carne informata con un'anima razionale e intellettuale".

[48276] IIIª q. 33 a. 2 co.
Respondeo dicendum quod, ad hoc quod conceptio ipsi filio Dei attribuatur, ut in symbolo confitemur, dicentes, qui conceptus est de spiritu sancto; necesse est dicere quod ipsum corpus, dum conciperetur, esset a verbo Dei assumptum. Ostensum est autem supra quod verbum Dei assumpsit corpus mediante anima, et animam mediante spiritu, idest intellectu. Unde oportuit quod in primo instanti conceptionis corpus Christi esset animatum anima rationali.

 

[48276] IIIª q. 33 a. 2 co.
RISPONDO: Perché si possa attribuire il concepimento allo stesso Figlio di Dio, come professiamo nel Simbolo con le parole: "Il quale fu concepito di Spirito Santo", è necessario affermare che lo stesso corpo fu assunto dal Verbo di Dio nel medesimo istante in cui veniva concepito. Ma sopra abbiamo dimostrato che il Verbo di Dio assunse il corpo mediante l'anima, e l'anima mediante lo spirito, cioè l'intelligenza. Quindi era necessario che il corpo di Cristo fosse informato dall'anima razionale nel primo istante del suo concepimento.

[48277] IIIª q. 33 a. 2 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod principium inspirationis animae potest considerari dupliciter. Uno modo, secundum dispositionem corporis. Et sic non ab alio principio inspirata est anima corpori Christi, et corporibus aliorum hominum. Sicut enim statim, formato corpore alterius hominis, infunditur anima, ita fuit in Christo. Alio modo potest considerari dictum principium solum secundum tempus. Et sic, quia prius tempore formatum fuit perfecte corpus Christi, prius tempore fuit etiam animatum.

 

[48277] IIIª q. 33 a. 2 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il momento dell'infusione dell'anima si può considerare sotto due aspetti. Primo, in rapporto alle disposizioni del corpo. In questo senso l'anima di Cristo, come l'anima degli altri uomini, fu infusa quando il corpo fu formato. — Secondo, in rapporto al tempo soltanto. E così, come il corpo di Cristo fu formato in modo perfetto in un tempo più breve di quello degli altri uomini, cosi ricevette anche l'anima prima di essi.

[48278] IIIª q. 33 a. 2 ad 2
Ad secundum dicendum quod anima requirit debitam quantitatem in materia cui infunditur, sed ista quantitas quandam latitudinem habet, quia et in maiori et minori quantitate salvatur. Quantitas autem corporis quam habet cum primo sibi infunditur anima, proportionatur quantitati perfectae ad quam per augmentum perveniet, ita scilicet quod maiorum hominum maiorem quantitatem corpora habent in prima animatione. Christus autem in perfecta aetate habuit decentem et mediocrem quantitatem, cui proportionabatur quantitas quam corpus eius habuit in tempore quo aliorum hominum corpora animantur; minorem tamen habuit in principio suae conceptionis. Sed tamen illa parva quantitas non erat tam parva ut in ea non posset ratio animati corporis conservari, cum in tali quantitate quorundam parvorum hominum corpora animentur.

 

[48278] IIIª q. 33 a. 2 ad 2
2. L'anima esige la dovuta quantità nella materia in cui viene infusa: ma questa quantità ha una certa elasticità, in quanto ammette un più e un meno. Ora, la quantità del corpo al momento dell'infusione dell'anima è proporzionata a quella perfetta che raggiungerà con la crescita: di modo che gli uomini più corpulenti hanno un corpo più voluminoso al momento dell'infusione dell'anima. Ma Cristo all'età perfetta ebbe una giusta media corporatura, proporzionata a quella del suo corpo al tempo in cui il corpo degli altri uomini suole ricevere l'infusione dell'anima; ma era minore al momento del concepimento. Non così piccola però da non poterci essere un vero corpo animato: infatti per certi uomini piccolissimi l'anima viene infusa in una piccola quantità di materia.

[48279] IIIª q. 33 a. 2 ad 3
Ad tertium dicendum quod in generatione aliorum hominum locum habet quod dicit philosophus, propter hoc quod successive corpus formatur et disponitur ad animam, unde primo, tanquam imperfecte dispositum, recipit animam imperfectam; et postmodum, quando perfecte est dispositum, recipit animam perfectam. Sed corpus Christi, propter infinitam virtutem agentis, fuit perfecte dispositum in instanti. Unde statim in primo instanti recepit formam perfectam, idest animam rationalem.

 

[48279] IIIª q. 33 a. 2 ad 3
3. Ciò che dice Aristotele ha luogo nella generazione degli altri uomini, perché il loro corpo si forma e si dispone a ricevere l'anima per gradi: in un primo momento, finché la sua disposizione è imperfetta; poi, raggiunta la perfetta disposizione, riceve l'anima perfetta. Ma il corpo di Cristo, grazie all'infinita potenza della causa agente, si trovò perfettamente predisposto all'istante. Dunque nel primo istante ricevette la forma perfetta, cioè l'anima razionale.




Terza Parte > Cristo > Modo e ordine del suo concepimento > Se il corpo di Cristo sia stato prima concepito e poi assunto


Tertia pars
Quaestio 33
Articulus 3

[48280] IIIª q. 33 a. 3 arg. 1
Ad tertium sic proceditur. Videtur quod caro Christi prius fuit concepta, et postmodum assumpta. Quod enim non est, non potest assumi. Sed caro Christi per conceptionem esse incoepit. Ergo videtur quod fuerit assumpta a verbo Dei postquam fuit concepta.

 
Terza parte
Questione 33
Articolo 3

[48280] IIIª q. 33 a. 3 arg. 1
SEMBRA che il corpo di Cristo sia stato prima concepito e poi assunto. Infatti:
1. Ciò che non esiste non può essere assunto. Ma il corpo di Cristo cominciò ad esistere col concepimento. Quindi SEMBRA che sia stato assunto dal Verbo di Dio dopo essere stato concepito.

[48281] IIIª q. 33 a. 3 arg. 2
Praeterea, caro Christi fuit assumpta a verbo Dei mediante anima rationali. Sed in termino conceptionis accepit animam rationalem. Ergo in termino conceptionis fuit assumpta. Sed in termino conceptionis dicitur iam concepta. Ergo prius fuit concepta, et postmodum assumpta.

 

[48281] IIIª q. 33 a. 3 arg. 2
2. Il corpo di Cristo fu assunto dal Verbo di Dio mediante l'anima razionale. Ma è al termine del concepimento che esso ricevette l'anima razionale. Quindi il corpo fu assunto in quel momento. Ma al termine del concepimento il corpo è già concepito. Dunque prima fu concepito, e poi assunto.

[48282] IIIª q. 33 a. 3 arg. 3
Praeterea, in omni generato prius tempore est id quod est imperfectum, eo quod est perfectum, ut patet per philosophum, in IX Metaphys. Sed corpus Christi est quiddam generatum. Ergo ad ultimam perfectionem, quae consistit in unione ad verbum Dei, non statim in primo instanti conceptionis pervenit, sed primo fuit caro concepta, et postmodum assumpta.

 

[48282] IIIª q. 33 a. 3 arg. 3
3. Il Filosofo insegna che in ogni generazione l'imperfetto è anteriore al perfetto. Ora, il corpo di Cristo è un essere generato. Perciò all'ultima perfezione, che consiste nell'unione col Verbo di Dio, non è arrivato subito nel primo istante del suo concepimento; ma prima il corpo fu concepito, e poi unito al Verbo.

[48283] IIIª q. 33 a. 3 s. c.
Sed contra est quod Augustinus dicit, in libro de fide ad Petrum, firmissime tene, et nullatenus dubites carnem Christi non fuisse conceptam in utero virginis priusquam susciperetur a verbo.

 

[48283] IIIª q. 33 a. 3 s. c.
IN CONTRARIO: S. Agostino dice: "Tieni per certo, e senza alcun dubbio che il corpo di Cristo non fu concepito nel seno della Vergine prima di essere unito al Verbo".

[48284] IIIª q. 33 a. 3 co.
Respondeo dicendum quod, sicut supra dictum est, proprie dicimus Deum factum esse hominem, non autem proprie dicimus quod homo factus sit Deus, quia scilicet Deus assumpsit sibi id quod est hominis; non autem praeexstitit id quod est hominis, quasi per se subsistens, antequam susciperetur a verbo. Si autem caro Christi fuisset concepta antequam susciperetur a verbo, habuisset aliquando aliquam hypostasim praeter hypostasim verbi Dei. Quod est contra rationem incarnationis, secundum quam ponimus verbum Dei esse unitum humanae naturae, et omnibus partibus eius, in unitate hypostasis, nec fuit conveniens quod hypostasim praeexistentem humanae naturae, vel alicuius partis eius, verbum Dei sua assumptione destrueret. Et ideo contra fidem est dicere quod caro Christi prius fuerit concepta, et postmodum assumpta a verbo Dei.

 

[48284] IIIª q. 33 a. 3 co.
RISPONDO: Come si è già dimostrato, più propriamente diciamo che "Dio si è fatto uomo", non già che "l'uomo si è fatto Dio": poiché Dio prese ciò che è essenziale dell'uomo; benché questo qualcosa di umano non avesse una esistenza propria prima che fosse preso dal Verbo, che se il corpo di Cristo fosse stato concepito prima di essere assunto dal Verbo, avrebbe avuto per un certo tempo un'altra ipostasi diversa da quella del Verbo di Dio.
Ciò è contro il concetto dell'incarnazione, secondo il quale affermiamo che il Verbo di Dio si è unito alla natura umana e a tutte le sue parti nell'unità dell'ipostasi. E sarebbe stato disdicevole che il Verbo di Dio avesse distrutto, con la sua unione, l'ipostasi preesistente della natura umana, o di qualcuna delle sue parti. È quindi contro la fede affermare che il corpo di Cristo fu prima concepito, e poi assunto dal Verbo di Dio.

[48285] IIIª q. 33 a. 3 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod, si caro Christi non fuisset in instanti formata seu concepta, sed per temporis successionem, oporteret alterum duorum sequi, vel quod assumptum nondum esset caro; vel quod prius esset conceptio carnis quam eius assumptio. Sed quia ponimus conceptionem in instanti esse perfectam, consequens est quod in illa carne simul fuit concipi et conceptum esse. Et sic, ut dicit Augustinus, in libro de fide ad Petrum, dicimus ipsum Dei verbum suae carnis acceptione conceptum, ipsamque carnem verbi incarnatione conceptam.

 

[48285] IIIª q. 33 a. 3 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Se il corpo di Cristo fosse stato formato o concepito, non in un istante, ma durante un periodo di tempo, ne seguirebbe, o che l'elemento assunto [del Verbo] non era ancora carne; oppure che il concepimento della carne era anteriore all'unione [col Verbo]. Ma siccome noi affermiamo che il concepimento avvenne in un istante, ne segue che per quel corpo furono simultanei il venir concepito e l'essere già concepito. Perciò, con S. Agostino, "diciamo che il Verbo di Dio fu concepito unendosi alla carne, e la stessa fu concepita nella incarnazione del Verbo".

[48286] IIIª q. 33 a. 3 ad 2
Et per hoc patet responsio ad secundum. Nam simul dum caro illa concipitur, concepta est et animatur.

 

[48286] IIIª q. 33 a. 3 ad 2
2. In questo modo è risolta anche la seconda difficoltà. Infatti nell'atto del concepimento quel corpo fu insieme concepito e animato.

[48287] IIIª q. 33 a. 3 ad 3
Ad tertium dicendum quod in mysterio incarnationis non consideratur ascensus, quasi alicuius praeexistentis proficientis usque ad unionis dignitatem, sicut posuit Photinus haereticus. Sed potius ibi consideratur descensus, secundum quod perfectum Dei verbum imperfectionem naturae nostrae sibi assumpsit; secundum illud Ioan. VI, descendi de caelo.

 

[48287] IIIª q. 33 a. 3 ad 3
3. Nel mistero dell'incarnazione non ci fu un'ascesa, come se la creatura preesistente potesse elevarsi fino alla dignità dell'unione [col Verbo], opinione questa dell'eretico Potino. Ma piuttosto va considerata come una discesa, in quanto il Verbo di Dio perfetto prese l'imperfezione della nostra natura, secondo le parole evangeliche: "Discese dal cielo".




Terza Parte > Cristo > Modo e ordine del suo concepimento > Se il concepimento di Cristo sia stato naturale


Tertia pars
Quaestio 33
Articulus 4

[48288] IIIª q. 33 a. 4 arg. 1
Ad quartum sic proceditur. Videtur quod conceptio Christi fuerit naturalis. Secundum enim conceptionem carnis Christus dicitur filius hominis. Est autem verus et naturalis hominis filius, sicut et verus et naturalis Dei filius. Ergo eius conceptio fuit naturalis.

 
Terza parte
Questione 33
Articolo 4

[48288] IIIª q. 33 a. 4 arg. 1
SEMBRA che li concepimento di Cristo non sia stato naturale. Infatti:
1. Cristo è detto Figlio dell'Uomo per il concepimento del suo corpo. Ora, egli è vero e naturale figlio dell'uomo, come è vero e naturale Figlio di Dio. Quindi il suo concepimento è stato naturale.

[48289] IIIª q. 33 a. 4 arg. 2
Praeterea, nulla creatura producit operationem miraculosam. Sed conceptio Christi attribuitur beatae virgini, quae est pura creatura, dicitur enim quod virgo Christum concepit. Ergo videtur quod non sit miraculosa, sed naturalis conceptio.

 

[48289] IIIª q. 33 a. 4 arg. 2
2. Nessuna creatura fa miracoli. Ma il concepimento di Cristo viene attribuito alla Beata Vergine, che è pura creatura: si dice infatti che la Vergine, concepì il Cristo. Dunque il suo concepimento non fu miracoloso, ma naturale.

[48290] IIIª q. 33 a. 4 arg. 3
Praeterea, ad hoc quod aliqua transmutatio sit naturalis, sufficit quod principium passivum sit naturale, ut supra habitum est. Sed principium passivum ex parte matris in conceptione Christi fuit naturale, ut ex dictis patet. Ergo conceptio Christi fuit naturalis.

 

[48290] IIIª q. 33 a. 4 arg. 3
3. Come è stato dimostrato, perché una trasformazione sia naturale, basta che sia tale il suo principio passivo. Ma è stato anche dimostrato che nel concepimento di Cristo, da parte della madre, il principio passivo era naturale. Dunque il concepimento di Cristo fu naturale.

[48291] IIIª q. 33 a. 4 s. c.
Sed contra est quod Dionysius dicit, in epistola ad Caium monachum, super hominem operatur Christus ea quae sunt hominis, et hoc monstrat virgo supernaturaliter concipiens.

 

[48291] IIIª q. 33 a. 4 s. c.
IN CONTRARIO: Dionigi afferma: "Cristo ha operato in modo sovrumano le opere dell'uomo: e lo dimostra la Vergine che soprannaturalmente lo concepì".

[48292] IIIª q. 33 a. 4 co.
Respondeo dicendum quod, sicut Ambrosius dicit, in libro de incarnatione, multa in hoc mysterio et secundum naturam invenies, et ultra naturam. Si enim consideremus id quod est ex parte materiae conceptus, quam mater ministravit, totum est naturale. Si vero consideremus id quod est ex parte virtutis activae, totum est miraculosum. Et quia unumquodque magis iudicatur secundum formam quam secundum materiam; et similiter secundum agens quam secundum patiens, inde est quod conceptio Christi debet dici simpliciter miraculosa et supernaturalis, sed secundum aliquid naturalis.

 

[48292] IIIª q. 33 a. 4 co.
RISPONDO: Dice S. Ambrogio: "In questo mistero incontrerai molte cose conformi alla natura, e molte superiori ad essa". Se infatti consideriamo la materia concepita, somministrata dalla madre, tutto è naturale. Se invece consideriamo il principio attivo, tutto è miracoloso. Siccome però una cosa va giudicata più per la forma che per la materia, e più dal principio attivo che da quello passivo, ne segue che il concepimento di Cristo deve dirsi miracoloso e soprannaturale in senso assoluto, e sotto un certo aspetto naturale.

[48293] IIIª q. 33 a. 4 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod Christus dicitur naturalis filius hominis inquantum habet naturam humanam veram, per quam est filius hominis, licet eam miraculose habuerit, sicut caecus illuminatus videt naturaliter per potentiam visivam quam miraculose accepit.

 

[48293] IIIª q. 33 a. 4 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Cristo è detto figlio naturale dell'uomo in quanto ha una vera natura umana, in forza della quale è figlio dell'uomo, benché l'abbia ricevuta miracolosamente: come un cieco guarito vede naturalmente mediante la facoltà visiva che ha ricuperato miracolosamente.

[48294] IIIª q. 33 a. 4 ad 2
Ad secundum dicendum quod conceptio attribuitur beatae virgini, non tanquam principio activo, sed quia ministravit materiam conceptui, et in eius utero est conceptio celebrata.

 

[48294] IIIª q. 33 a. 4 ad 2
2. Il concepimento viene attribuito alla Beata Vergine, non come a principio attivo, ma perché essa ha somministrato la materia, e nel suo seno ha avuto luogo il concepimento.

[48295] IIIª q. 33 a. 4 ad 3
Ad tertium dicendum quod principium passivum naturale sufficit ad transmutationem naturalem quando naturali et consueto modo movetur a principio activo proprio. Sed hoc in proposito non habet locum. Et ideo conceptio illa non potest dici simpliciter naturalis.

 

[48295] IIIª q. 33 a. 4 ad 3
3. Il principio passivo naturale è sufficiente per una trasmutazione naturale, quando è mosso dal proprio principio attivo in modo naturale e ordinario. Ma nel nostro caso tale principio non intervenne. Perciò quel concepimento non può dirsi naturale in senso assoluto.

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