Terza Parte > Cristo > Il principio attivo del concepimento di Cristo > Se si debba attribuire allo Spirito Santo l'opera del concepimento di Cristo
Tertia pars
Quaestio 32
Articulus 1
[48229] IIIª q. 32 a. 1 arg. 1 Ad primum sic proceditur. Videtur quod efficere conceptionem Christi non debeat attribui spiritui sancto. Quia, ut Augustinus dicit, in I de Trin., indivisa sunt opera Trinitatis, sicut et indivisa est essentia Trinitatis. Sed efficere conceptionem Christi est quoddam opus divinum. Ergo videtur quod non magis sit attribuendum spiritui sancto quam patri vel filio.
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Terza parte
Questione 32
Articolo 1
[48229] IIIª q. 32 a. 1 arg. 1
SEMBRA che non si debba attribuire allo Spirito Santo l'opera del concepimento di Cristo. Infatti:
1. S. Agostino afferma che "le opere della Trinità sono comuni, com'è comune (alle tre persone) l'essenza". Ma il concepimento di Cristo è un'opera divina. Dunque non si deve attribuire allo Spirito Santo piu che al Padre o al Figlio.
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[48230] IIIª q. 32 a. 1 arg. 2 Praeterea, apostolus dicit, Galat. IV, cum venit plenitudo temporis, misit Deus filium suum factum ex muliere, quod exponens Augustinus, IV de Trin., dicit, eo utique missum, quo factum ex muliere. Sed missio filii attribuitur praecipue patri, ut in prima parte habitum est. Ergo et conceptio, secundum quam factus est ex muliere, debet praecipue patri attribui.
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[48230] IIIª q. 32 a. 1 arg. 2
2. L'Apostolo scrive: "Quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, fatto da una donna"; e S. Agostino commenta: "Fu appunto mandato in quanto fu formato da una donna". Ma la missione del Figlio va attribuita principalmente al Padre, come si è visto nella Prima Parte. Dunque anche il concepimento, per il quale è stato fatto da una donna, si deve attribuire principalmente al Padre.
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[48231] IIIª q. 32 a. 1 arg. 3 Praeterea, Proverb. IX dicitur, sapientia aedificavit sibi domum. Est autem sapientia Dei ipse Christus, secundum illud I Cor. I, Christum Dei virtutem et Dei sapientiam. Domus autem huius sapientiae est corpus Christi, quod etiam dicitur templum eius, secundum illud Ioan. II, hoc autem dicebat de templo corporis sui. Ergo videtur quod efficere conceptionem corporis Christi debeat praecipue attribui filio. Non ergo spiritui sancto.
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[48231] IIIª q. 32 a. 1 arg. 3
3. Si legge nei Proverbi: "La Sapienza si è costruita una casa". Ma la Sapienza di Dio è Cristo stesso, secondo le parole di San Paolo: "Cristo Potenza di Dio e Sapienza di Dio". Ora, la casa di questa Sapienza è il corpo di Cristo, che nel Vangelo è detto anche suo tempio: "Egli parlava del tempio del proprio corpo". Dunque il concepimento del corpo di Cristo deve attribuirsi principalmente al Figlio, e non allo Spirito Santo.
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[48232] IIIª q. 32 a. 1 s. c. Sed contra est quod dicitur Luc. I, spiritus sanctus superveniet in te, et cetera.
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[48232] IIIª q. 32 a. 1 s. c.
IN CONTRARIO: Nel Vangelo si legge: "Lo Spirito Santo verrà sopra di te, ecc.".
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[48233] IIIª q. 32 a. 1 co. Respondeo dicendum quod conceptionem corporis Christi tota Trinitas est operata, attribuitur tamen hoc spiritui sancto, triplici ratione. Primo quidem, quia hoc congruit causae incarnationis quae consideratur ex parte Dei. Spiritus enim sanctus est amor patris et filii, ut in prima parte habitum est. Hoc autem ex maximo Dei amore provenit, ut filius Dei carnem sibi assumeret in utero virginali, unde dicitur Ioan. III, sic Deus dilexit mundum ut filium suum unigenitum daret. Secundo, quia hoc congruit causae incarnationis ex parte naturae assumptae. Quia per hoc datur intelligi quod humana natura assumpta est a filio Dei in unitatem personae non ex aliquibus meritis, sed ex sola gratia, quae spiritui sancto attribuitur, secundum illud I Cor. XII, divisiones gratiarum sunt, idem autem spiritus. Unde Augustinus dicit, in Enchirid., iste modus quo est natus Christus de spiritu sancto, insinuat nobis gratiam Dei, qua homo, nullis praecedentibus meritis, ex ipso primo exordio naturae suae quo esse coepit, verbo Dei copularetur in tantam unitatem personae ut idem ipse esset filius Dei. Tertio, quia hoc congruit termino incarnationis. Ad hoc enim terminata est incarnatio ut homo ille qui concipiebatur, esset sanctus et filius Dei. Utrumque autem horum attribuitur spiritui sancto. Nam per ipsum efficiuntur homines filii Dei, secundum illud Galat. IV, quoniam estis filii Dei, misit Deus spiritum filii sui in corda nostra, clamantem, abba, pater. Ipse est etiam spiritus sanctificationis, ut dicitur Rom. I. Sicut ergo alii per spiritum sanctum sanctificantur spiritualiter ut sint filii Dei adoptivi, ita Christus per spiritum sanctum est in sanctitate conceptus ut esset filius Dei naturalis. Unde Rom. I, secundum unam Glossam, quod praemittitur, qui praedestinatus est filius Dei in virtute, manifestatur per id quod immediate sequitur, secundum spiritum sanctificationis, idest, per hoc quod est conceptus de spiritu sancto. Et ipse Angelus annuntians, per hoc quod praemiserat, spiritus sanctus superveniet in te, concludit, ideoque et quod nascetur ex te sanctum, vocabitur filius Dei.
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[48233] IIIª q. 32 a. 1 co.
RISPONDO: Il concepimento del corpo di Cristo è stato opera di tutta la Trinità; ma viene attribuito allo Spirito Santo per tre ragioni. Primo, perché ciò si addiceva alla causa dell'incarnazione da parte di Dio. Infatti lo Spirito Santo è l'amore tra il Padre e il Figlio, come si è visto nella Prima Parte. Ora, l'assunzione della carne da parte del Figlio di Dio nel seno della Vergine proviene dall'immenso amore di Dio, secondo le parole evangeliche: "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito".
Secondo, perché ciò si addiceva alla causa dell'incarnazione da parte della natura assunta. Ciò infatti fa ben comprendere che la natura umana è stata assunta dal Figlio di Dio in unità di persona, non per qualche suo merito, ma per sola grazia; la quale grazia si attribuisce appunto allo Spirito Santo, secondo le parole dell'Apostolo: "Ci sono divisioni di grazie ma uno solo è lo Spirito". Per cui S. Agostino scrive: "Il modo in cui Cristo è nato dallo Spirito Santo ci ricorda la grazia di Dio per la quale un uomo, senza aver acquisito alcun merito, fin dal primo momento della sua esistenza fu unito così intimamente al Verbo di Dio in unità di persona, da identificarsi col Figlio di Dio".
Terzo, perché si addiceva al termine dell'incarnazione. Questa infatti mirava a far sì che l'uomo il quale veniva concepito fosse santo e figlio di Dio. Ora, ambedue queste cose si attribuiscono allo Spirito Santo. Per lui infatti gli uomini diventano figli di Dio, come attesta S. Paolo: "La prova che voi siete figli sta nel fatto che Dio mandò lo Spirito del Figlio suo nei vostri cuori, il quale grida: Abbà, Padre!". Inoltre lo Spirito Santo è anche "Spirito di santificazione", secondo l'Apostolo. Come dunque gli altri vengono santificati soprannaturalmente per opera dello Spirito Santo, perché siano figli adottivi di Dio, così Cristo per opera dello Spirito Santo fu concepito nella santità, perché fosse Figlio naturale di Dio. Pertanto le parole di S. Paolo: "predestinato ad essere Figlio di Dio in maestà" trovano la loro spiegazione, dice una Glossa, in quelle che seguono: "secondo lo spirito di santificazione"; e cioè: "perché è stato concepito di Spirito Santo". E lo stesso angelo dell'annunziazione, dopo aver detto: "Lo Spirito Santo verrà sopra di te", conclude: "per questo l'essere santo che nascerà da te, sarà chiamato Figlio di Dio".
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[48234] IIIª q. 32 a. 1 ad 1 Ad primum ergo dicendum quod opus conceptionis commune quidem est toti Trinitati, secundum tamen modum aliquem attribuitur singulis personis. Nam patri attribuitur auctoritas respectu personae filii, qui per huiusmodi conceptionem sibi assumpsit; filio autem attribuitur ipsa carnis assumptio; sed spiritui sancto attribuitur formatio corporis quod assumitur a filio. Nam spiritus sanctus est spiritus filii, secundum illud Galat. IV, misit Deus spiritum filii sui. Sicut autem virtus animae quae est in semine, per spiritum qui in semine concluditur, format corpus in generatione aliorum hominum; ita virtus Dei, quae est ipse filius, secundum illud I ad Cor. I, Christum Dei virtutem, per spiritum sanctum corpus formavit quod assumpsit. Et hoc etiam verba Angeli demonstrant dicentis, spiritus sanctus superveniet in te, quasi ad praeparandam et formandam materiam corporis Christi; et virtus altissimi, idest Christus, obumbrabit tibi, idest, corpus humanitatis in te accipiet incorporeum lumen divinitatis, umbra enim a lumine formatur et corpore, ut Gregorius dicit, XVIII Moral. Altissimus autem intelligitur pater, cuius virtus est filius.
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[48234] IIIª q. 32 a. 1 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il concepimento è opera comune a tutta la Trinità, ma sotto certi aspetti è attribuibile a ciascuna persona. Al Padre infatti si attribuisce l'autorità sulla persona del Figlio, perché con tale concepimento assumesse la natura umana; al Figlio si attribuisce la stessa assunzione della carne; mentre allo Spirito Santo si attribuisce la formazione del corpo, assunto dal Figlio. E questo perché lo Spirito Santo come dice S. Paolo è lo Spirito del Figlio: "Dio mandò lo Spirito del Figlio suo". Ora, come nella generazione degli altri uomini il corpo vien formato dalla virtù dell'anima, presente nel seme mediante gli spiriti vitali posseduti dal seme stesso, così la virtù di Dio, che a detta di S. Paolo è il Figlio medesimo, "Cristo, Virtù di Dio", mediante lo Spirito Santo ha formato il corpo che ha assunto. Ciò è indicato anche dalle parole dell'Angelo: "Lo Spirito Santo verrà sopra di te", quasi a preparare e a formare la materia del corpo di Cristo, "e la Virtù dell'Altissimo", cioè Cristo "ti coprirà della sua ombra", "ossia" secondo S. Gregorio Magno, "prenderà corpo umano in te l'incorporea luce della divinità, poiché l'ombra nasce dalla luce e da un corpo". L'Altissimo poi è il Padre, di cui il Figlio è la Virtù.
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[48235] IIIª q. 32 a. 1 ad 2 Ad secundum dicendum quod missio refertur ad personam assumentem, quae a patre mittitur, sed conceptio refertur ad corpus assumptum, quod operatione spiritus sancti formatur. Et ideo, licet missio et conceptio sint idem subiecto, quia tamen differunt ratione, missio attribuitur patri, efficere autem conceptionem spiritui sancto, sed carnem assumere filio attribuitur.
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[48235] IIIª q. 32 a. 1 ad 2
2. La missione si riferisce alla persona che s'incarna e che viene mandata dal Padre, mentre il concepimento si riferisce al corpo che è stato assunto e che viene formato per opera dello Spirito Santo. Perciò, sebbene la missione e il concepimento in concreto siano la stessa cosa, data la diversità dei loro aspetti, la missione si attribuisce al Padre, il concepimento allo Spirito Santo, e l'assunzione della carne al Figlio.
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[48236] IIIª q. 32 a. 1 ad 3 Ad tertium dicendum quod, sicut Augustinus dicit, in libro de quaest. Vet. et Nov. Test., quaestio ista gemina ratione potest intelligi. Primo enim domus Christi Ecclesia est, quam aedificavit sibi sanguine suo. Deinde potest et corpus eius dici domus eius, sicut dicitur templum eius. Factum autem spiritus sancti filii Dei est, propter naturae et voluntatis unitatem.
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[48236] IIIª q. 32 a. 1 ad 3
3. Il testo citato, come dice S. Agostino, "si può intendere in due modi. Primo, nel senso la casa di Cristo è la Chiesa da lui edificata con il proprio sangue. Secondo, può dirsi sua casa anche il suo corpo, come si dice suo tempio. Ché essendo esso opera dello Spirito Santo, è anche opera del Figlio di Dio, per la loro unità di natura e di volontà".
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