Sup, 80

Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > L'integrità dei corpi risorti


Supplemento
Questione 80
Proemio

Veniamo ora a considerare l'integrità dei corpi risorti.
Sull'argomento si pongono cinque quesiti:

1. Se nel corpo umano risorgeranno tutte le membra;
2. Se risorgeranno i capelli e le unghie;
3. Se risorgeranno gli umori;
4. Se risorgerà tutto ciò che appartenne sostanzialmente alla natura umana;
5. Se risorgeranno tutte le parti che materialmente appartennero all'uomo.



Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > L'integrità dei corpi risorti > Se risorgeranno tutte le membra del corpo umano


Supplemento
Questione 80
Articolo 1

SEMBRA che non tutte le membra del corpo umano risorgano.
Infatti:
1. Venendo a mancare il fine, è inutile ricostituire ciò che è ordinato a quel fine. Ora fine di ciascun membro è la sua funzione. Ma siccome delle opere di Dio niente viene fatto inutilmente, e d'altra parte dopo la resurrezione l'uso di alcune membra non ci sarà, soprattutto degli organi genitali, perché allora "non si ammoglieranno né si mariteranno". Dunque non tutte le membra risorgeranno.

2. Gli intestini sono anch'essi membra del corpo umano. Ma essi non potranno risorgere pieni: perché allora sarebbero pieni d'immondizia. E neppure vuoti: perché in natura non c'è niente di vuoto. Perciò non tutte le membra del corpo risorgeranno.

3. Il corpo risorgerà per ricevere il premio delle opere compiute assieme all'anima. Ora, un membro, amputato giustamente a un ladro che poi fa penitenza e si salva, non può essere rimunerato dopo la resurrezione: non per il bene, perché ad esso non ha cooperato; e neppure per il male, perché l'eventuale castigo ridonderebbe sul penitente tutto intero. Quindi non tutte le membra risorgeranno con l'uomo.

IN CONTRARIO: 1. Alla sostanza della natura umana appartengono di più le altre membra che i capelli e le unghie. Ma questi, come dice il testo delle Sentenze, saranno restituiti all'uomo nella resurrezione. Molto più dunque le altre membra.

2. "Le opere di Dio sono perfette". Ma la resurrezione sarà un'opera divina. Quindi l'uomo tornerà perfetto in tutte le sue membra.

RISPONDO: Come dice Aristotele, l'anima è nel corpo non solo come causa formale e finale, ma anche come causa efficiente. Tra l'anima ed il corpo ci sono dunque, come nota Aristotele, gli stessi rapporti esistenti tra l'arte e l'opera d'arte. Ora, tutto ciò che si manifesta esplicitamente nell'opera, è già contenuto in germe ed in causa nell'arte stessa. Così dunque tutto ciò che si manifesta nelle singole parti del corpo, ha la sua origine nell'anima che implicitamente già lo possiede. Ebbene, come l'opera d'arte non sarebbe perfetta, se in essa mancasse qualcosa che l'arte richiede; così l'uomo non potrebbe essere perfetto, se tutto ciò che è implicitamente nell'anima non si estrinsecasse nel corpo: anzi il corpo stesso non sarebbe proporzionato all'anima. Ma poiché nella resurrezione il corpo deve corrispondere totalmente all'anima, perché non risorgerà se non per i suoi legami con l'anima razionale, bisogna che l'uomo risorga perfetto, poiché è restaurato per conseguire l'ultima perfezione; e quindi è necessario che tutte le membra attualmente esistenti nel corpo siano ricostituite nella resurrezione.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Le membra possono essere considerate rispetto all'anima, o come la materia di cui essa è la forma, oppure come gli strumenti di cui essa si serve; poiché, come insegna Aristotele, il rapporto esistente tra il corpo intero e tutta l'anima è identico a quello esistente tra le facoltà dell'anima e gli organi del corpo. Dal primo punto di vista un membro non ha come fine l'operazione, ma la perfezione della specie, la quale è richiesta anche dopo la resurrezione. Se invece si considera dal secondo punto di vista, ogni membro ha per fine l'operazione. Ma non ne segue che, mancando quella, lo strumento sia inutile: perché ogni strumento non solo serve per eseguire l'operazione dell'agente, ma anche per manifestarne le capacità. Bisogna dunque che gli organi corporei mostrino le potenze dell'anima, anche se non passano mai all'atto, per glorificare così la sapienza di Dio.

2. Gli intestini risorgeranno nei nostri corpi come le altre membra. Ma non saranno pieni di ignobili rifiuti, bensì di nobili umori.

3. A rigore di termini, non è la mano o il piede che acquistano dei meriti, ma tutto l'uomo: come l'opera d'arte non si attribuisce alla sega, ma all'artista che se ne serve. Perciò sebbene quel membro amputato prima che l'interessato facesse penitenza non abbia cooperato per acquistare all'uomo la gloria meritata dopo, tuttavia costui merita di essere premiato in tutte le sue parti, perché ha poi servito Dio con tutto ciò che aveva.



Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > L'integrità dei corpi risorti > Se nell'uomo risorgeranno i capelli e le unghie


Supplemento
Questione 80
Articolo 2

SEMBRA che i capelli e le unghie nell'uomo non risorgeranno. Infatti:
1. I capelli e le unghie sono prodotti dal cibo superfluo come il sudore, l'orina e gli altri escrementi. Ma questi non risorgeranno assieme al corpo. Quindi neppure i capelli e le unghie.

2. Tra i prodotti del cibo superfluo in particolare il più vicino alla sostanza della natura umana è lo sperma, che è "una superfluità necessaria". Ora, nel corpo umano risorto non ci sarà lo sperma, molto meno quindi potranno risorgere i capelli e le unghie.

3. Nulla è attuato o informato dall'anima razionale, che non lo sia anche dall'anima sensitiva. Ma i capelli e le unghie non sono informati dall'anima sensitiva: perché con essi "noi non sentiamo", come nota Aristotele. Se dunque il corpo umano risorgerà solo in quanto e attuato e informato dall'anima razionale, è chiaro che i capelli e le unghie non risorgeranno.

IN CONTRARIO: 1. Il Signore ha detto: "Non perirà neppure un capello del vostro corpo".

2. I capelli e le unghie sono stati dati all'uomo come ornamenti. Ora, il corpo umano, specialmente quello degli eletti, deve risorgere in tutta la sua bellezza. Dunque deve risorgere con i capelli.

RISPONDO: L'anima sta al corpo animato come l'arte sta al manufatto, mentre sta alle sue parti, o organi, come ogni arte sta ai suoi strumenti: ecco perché il corpo animato è denominato organico. Ora, l'arte si serve di alcuni strumenti per l'esecuzione stessa dell'opera voluta: e tali strumenti sono per ogni arte di primaria importanza. Si serve invece di altri strumenti per la conservazione degli strumenti principali: e questi hanno una funzione secondaria. L'arte militare, p. es., adopera la spada direttamente per combattere, e adopera il fodero per conservare la spada. Così avviene nel corpo umano, dove alcune parti servono ad eseguire le azioni dell'anima: p. es., il cuore, il fegato, le mani e i piedi; altre invece sono solo protettive delle altre parti, come le foglie che coprono i frutti. Ebbene, i capelli e le unghie servono all'uomo per proteggere le altre membra. Esse quindi non hanno una funzione primaria, ma secondaria. Tuttavia, siccome l'uomo risorgerà in tutta la perfezione della sua natura, è necessario che anche le unghie e i capelli risorgano con lui.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La natura si libera delle superfluità in questione come di cose inutili: quindi esse non sono necessarie alla perfezione del corpo umano. Ma la cosa è diversa per quelle superfluità che la natura conserva con la crescita dei capelli e delle unghie, di cui ha bisogno per proteggere le altre membra.

2. Lo sperma umano non serve alla perfezione dell'individuo come i capelli; ma solo alla perfezione della specie.

3. I capelli e le unghie si nutrono e crescono: il che dimostra l'influsso su di essi di un'operazione vitale. Ora, questo non si verificherebbe, se non fossero parti attuate in qualche modo dall'anima. E poiché nell'uomo l'unica anima è quella razionale, è evidente che esse sono attuate dall'anima razionale: sebbene non lo siano al punto da partecipare la sensibilità; come del resto non ne partecipano le ossa, le quali tuttavia sono parti integranti dell'individuo, e certamente risorgeranno.



Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > L'integrità dei corpi risorti > Se risorgeranno anche gli umori del corpo


Supplemento
Questione 80
Articolo 3

SEMBRA che non risorgeranno anche gli umori del corpo. Infatti:
1. S. Paolo afferma, che "la carne e il sangue non possederanno il regno di Dio". Ora, il sangue è per noi l'umore più importante. Esso quindi non risorgerà nei beati, né entrerà in possesso del regno di Dio. Tanto meno perciò potranno risorgere gli altri umori.

2. Gli umori servono al ricambio di ciò che nel corpo va perduto. Ma dopo la resurrezione non ci saranno più perdite. Dunque il corpo non risorgerà con i suoi umori.

3. Ciò che nel corpo umano è in via di formazione, non è ancora attuato dall'anima razionale. Ebbene gli umori sono in tale stato; poiché solo in potenza essi sono carne e ossa. Perciò non sono ancora attuati dall'anima. Ma siccome il corpo umano risorgerà solo in quanto è attuato dall'anima razionale, gli umori in esso non potranno risorgere.

IN CONTRARIO: 1. Tutto ciò che concorre all'integrità della natura umana del risorto risorgerà insieme a lui. Ma tali sono anche gli umori: il che è evidente da quelle parole di S. Agostino: "Il corpo risulta composto di membra funzionali; queste risultano di parti simili, e le parti simili risultano dagli umori". Dunque nel corpo gli umori risorgeranno.

2. La nostra resurrezione sarà conforme a quella di Cristo. Ora, in Cristo il sangue è risuscitato; altrimenti adesso il vino non si transustanzierebbe nel suo sangue nel sacramento dell'Altare. Quindi anche noi risorgeremo col sangue e con gli altri umori.

RISPONDO: Tutto ciò che spetta all'integrità dell'umana natura, verrà restaurato integralmente nel risorto, per il motivo già detto. Quindi quegli umori, che sono necessari per l'uomo all'integrità sopraddetta, risorgeranno.
Ci sono però nell'uomo tre tipi di umori. Alcuni di essi risultano da un processo di rigetto da parte dell'individuo: o mediante la corruzione, per cui vengono espulsi dalla natura, come l'orina, il sudore, la marcia e simili; o perché sono ordinati alla conservazione della specie in un altro individuo, sia nell'atto generativo, come lo sperma, oppure a quello nutritivo, come ad esempio il latte. È chiaro che di questi umori nessuno risorgerà, perché nessuno fa parte dell'integrità individuale del risorto.
Gli umori della seconda specie sono quelli che non hanno raggiunto l'ultima perfezione per integrarsi nell'individuo, ma sono a ciò ordinati dalla natura. E questi sono di due tipi. Perché alcuni hanno una forma determinata per cui fanno parte del corpo organico: tra questi c'è il sangue e ci sono gli altri tre umori, destinati dalla natura alle membra che da loro derivano, ma che tuttavia hanno forme determinate come le altre parti del corpo.
Altri umori finalmente sono in via di trasformazione dalla forma di liquido a quella di membra. Ebbene, questi ultimi non risorgeranno. Perché con la resurrezione ogni parte del corpo avrà una forma stabile, così da rendere impossibile ogni reciproca trasformazione: ecco perché sono esclusi codesti umori che sono in fase di trasformazione. - Però codesto stato umorale può presentarsi in due forme. Può trovarsi allo stato di iniziale trasmutazione, come il liquido che si trova nei tessuti delle piccole vene e che si chiama rugiada, oppure in stato di avanzata trasmutazione e sbiancamento iniziale, che si chiama ricambio. Ebbene nessuno di codesti due tipi di umori risorgerà.
Il terzo tipo di umori è quello che ha già raggiunta nel corpo dell'individuo quella perfezione naturale, e quindi è già sbiancato e incorporato alle varie membra. Esso è denominato glutine. E questo, poiché appartiene alla sostanza delle membra, risorgerà come tutte le altre membra.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. "La carne e il sangue" di cui parla l'Apostolo non significano la sostanza della carne o del sangue, ma le opere della carne, cioè i peccati, ovvero le opere della vita animalesca. - Oppure, come spiega S. Agostino, "carne e sangue" sono qui sinonimi della corruzione che adesso domina nella carne e nel sangue: difatti l'Apostolo aggiunge: "né la corruzione [può ereditare] l'incorruttibilità".

2. Dopo la resurrezione come sussisteranno i genitali che non serviranno alla riproduzione, ma solo per l'integrità della natura umana; così sussisteranno anche gli umori, non per assicurare il ricambio di parti fatiscenti, ma per l'integrità della natura umana e in segno delle virtù o facoltà naturali.

3. Gli umori stanno alle membra del corpo come gli elementi ai corpi composti di cui sono la materia. Perciò come i corpi elementari quali parti dell'universo hanno, al pari dei corpi misti, forme determinate, per le quali concorrono alla perfezione dell'universo; così anche gli umori del corpo umano concorrono come le altre parti alla perfezione di questo, benché essi non raggiungano una loro perfezione totale come le altre parti. Del resto neppure i corpi elementari hanno la forma perfetta dei corpi misti. Ora, come tutte le parti dell'universo ricevono da Dio una propria perfezione che non è identica per tutte, così gli umori del corpo in qualche modo ricevono la perfezione loro dall'anima razionale; però non uguale a quella delle parti più perfette.



Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > L'integrità dei corpi risorti > Se tutto ciò che nel corpo ha appartenuto realmente alla natura umana debba risuscitare con esso


Supplemento
Questione 80
Articolo 4

SEMBRA che tutto ciò che nel corpo ha appartenuto realmente alla natura umana non debba risuscitare con esso. Infatti:
1. Il cibo si trasforma in sostanza di natura umana. Ora, capita di cibarsi di carne di bue. Se dunque risorgerà quanto è stato sostanza di natura umana, risorgerà anche la carne di bue. Il che è assurdo.

2. La costola di Adamo apparteneva veramente alla sua natura umana come la nostra costola appartiene a noi. Ora, la costola di Adamo risorgerà non in lui, ma in Eva, che fu formata con quella: altrimenti Eva non risorgerebbe affatto. Quindi non è vero che nell'uomo risorgerà tutto ciò che in lui appartenne veramente alla natura umana.

3. È impossibile che una stessa cosa risorga in uomini diversi. Eppure è possibile che qualche cosa sia appartenuta sostanzialmente a diversi uomini, come nel caso del cannibale il quale si ciba di carne umana, che trasforma nella sua stessa sostanza. Dunque almeno in qualcuno non è possibile che risorga tutto ciò che appartenne sostanzialmente alla sua natura umana.

4. Se uno rispondesse che un tutto si trasmuta in sostanza di natura umana nelle carni di cui uno si ciba, cosicché di esse parte potrà risorgere nel primo e parte nel secondo, potremmo replicare, in contrario: appartiene in modo particolare alla sostanza della natura umana ciò che a noi viene trasmesso dai genitori. Ora, nel caso che uno abituato a mangiare solo carne umana generi un figlio, quello che questi prende da lui appartenne certamente alla carne di altri uomini, di cui si era cibato suo padre; poiché come insegna Aristotele, "lo sperma è il superfluo degli alimenti". Perciò la sostanza della natura umana in codesto figlio ha fatto veramente parte anche della natura umana di altri uomini, le cui carni furono digerite da suo padre.

5. Se poi uno volesse replicare che nello sperma può non esser passato quanto nelle carni umane fece parte della sostanza propria dell'uomo, ma altri elementi, insistiamo con un altro argomento.
Mettiamo il caso che uno mangi soltanto degli uomini allo stato embrionale, dove tutto certamente appartiene alla natura umana, perché quanto si trova in essi è tratto dai genitori. Se quindi il superfluo del cibo diventa sperma, è impossibile negare che qualcosa già appartenuta all'umana natura dell'embrione, il quale alla resurrezione avrà un'anima razionale, non appartenga insieme all'umana natura del figlio di codesto cannibale. Perciò non potendo una parte sostanziale di natura umana risorgere in due individui, è impossibile che in ciascuno risorga quanto appartenne in lui alla sostanza della sua natura umana.

IN CONTRARIO: 1. Tutto ciò che appartenne sostanzialmente all'umana natura, giunse a tanto perché fu attuata dall'anima razionale. Ora, il corpo umano è destinato alla resurrezione perché informato e attuato dall'anima. Dunque tutto ciò che veramente in ciascuno appartenne alla natura umana è destinato a risorgere.

2. Se dal corpo di un uomo si toglie qualcosa che in lui appartiene sostanzialmente alla sua natura, non abbiamo più un corpo umano perfetto. Ma con la resurrezione, specialmente gloriosa, sparirà ogni imperfezione, secondo la promessa del Signore: "Non perirà neppure un capello del vostro capo". Perciò quanto nell'uomo è appartenuto in verità alla sua natura umana dovrà risorgere.

RISPONDO: "Ogni cosa sta alla verità così come sta all'essere", a detta di Aristotele: poiché una data cosa è vera quando appare com'è nell'atto di chi la conosce. Ecco perché Avicenna afferma che "la verità di ciascuna cosa è il possesso di quell'essere che ad essa è stato assegnato". Secondo questo principio, diremo che appartiene alla verità della natura umana tutto ciò è proprio del suo essere. Vale a dire ciò che partecipa alla forma della natura umana: come si dice vero oro quello che ha la vera forma dell'oro, da cui deriva l'essere proprio dell'oro.
Ora, per discernere quanto appartiene veramente alla natura umana si deve notare che ci sono in proposito tre opinioni. Alcuni hanno affermato che quanto appartiene veramente alla natura umana, essa lo ebbe fin dall'inizio della sua costituzione, cosicché niente di nuovo vi si può mai aggiungere. Tale principio radicale si moltiplica per se stesso, in modo da produrre lo sperma da cui il figlio viene generato, e in esso viene a svilupparsi il nuovo germe, fino a raggiungere la grandezza perfetta, e così di seguito si sarebbe moltiplicato tutto il genere umano. Secondo codesta opinione, dunque tutto ciò che è generato dal cibo ha solo l’apparenza della carne e del sangue, ma non appartiene realmente alla verità della natura umana.
Altri invece opinarono che la trasformazione naturale del cibo in corpo umano aggiunga qualcosa di nuovo che rientra nella vera natura umana considerata quale specie, alla cui conservazione è ordinato l'atto generativo. Se invece la verità della natura umana si esamina nell'individuo, alla cui conservazione e perfezione è ordinata la nutrizione, gli alimenti non aggiungono nulla di nuovo che di per sé e primieramente appartenga alla vera natura umana dell'individuo, ma solo in maniera secondaria. Dicono infatti che la verità della natura umana consiste prima di tutto nell'umido radicale, da cui primieramente è costituito il genere umano; mentre le parti dell'alimento che si trasformano, non rientra in modo principale ma solo secondario nella struttura essenziale della natura di tale individuo. Però può essere elemento principale nella natura umana di un altro individuo generato dallo sperma del primo. Codesti maestri infatti ritengono che lo sperma sia il superfluo degli alimenti: alcuni però richiedono che vi si mescoli qualche cosa che rientra in modo primario nella vera natura umana del generante; altri invece non lo ritengono necessario. Cosicché ciò che è umido nutritivo in uno, diventa invece umido radicale in un altro.
La terza opinione invece ammette che anche in un dato individuo possa introdursi qualche cosa di nuovo, che in modo principale appartiene alla verità della sua natura umana. Questo perché non esiste nel corpo umano una certa quantità fissa che rimanga inalterata per tutta la vita; perché qualsiasi parte determinata del nostro corpo rimane fissa per ciò che ha di specifico, ma ha un continuo flusso e riflusso per quanto riguarda la materia. Per questo l'umido nutritivo si distingue da quello radicale non già quanto all'origine, ossia perché quest'ultimo proviene dallo sperma e l'altro dal cibo, ma piuttosto in rapporto al termine cui tende; perché l'umido radicale è quello che giunge a generare sostanza umana mediante l'atto della potenza generativa ed anche di quella nutritiva; mentre l'umido nutritivo è quello che non ha raggiunto ancora questo termine e svolge tuttora la funzione di nutrimento.
Queste tre opinioni sono state esposte più a lungo nel secondo libro delle Sentenze; basterà dunque ripetere ciò che interessa il nostro argomento.
Notiamo intanto che la soluzione del problema è diversa secondo le tre opinioni sopra riferite. La prima, partendo dalla sua teoria della moltiplicazione del genere umano, può sostenere che la natura umana è perfetta quanto al numero degli individui e secondo la quantità conveniente a ciascuno, indipendentemente dall'apporto degli alimenti; poiché questi hanno per scopo di riparare la perdita causata dal calore naturale, come il piombo aggiunto all'argento per impedire che si consumi nella colata. Perciò, dato che nella resurrezione la natura umana sarà perfettamente reintegrata e il calore naturale non consumerà più l'umido naturale, non si vede la necessità che nell'uomo risorga qualcosa che sia stato prodotto dagli alimenti: ma risorgerà soltanto ciò che rientra nella vera natura umana dell'individuo, che, trasmessa e moltiplicata, ha raggiunto [direttamente] la sua perfezione nel numero e nella quantità.
La seconda opinione, partendo dal presupposto che il prodotto del nutrimento è necessario per raggiungere la perfezione quantitativa dell'individuo e per la moltiplicazione della specie che avviene mediante la generazione, non può fare a meno di ammettere la resurrezione anche di quella parte di nutrimento che è stata assimilata: però non tutta, ma quanta ne richiede la reintegrazione dell'umana natura in ogni individuo. Perciò questa opinione afferma che quanto è appartenuto alla sostanza del seme risorgerà in quell'uomo che da quello è stato generato; perché ciò appartiene in maniera principale alla verità della sua natura umana.
Ma di quel che si è aggiunto poi attraverso il nutrimento risorgerà solo quanto è necessario alla perfezione della quantità; non tutto però, perché esso appartiene alla vera natura umana nella misura che la natura lo richiede per raggiungere la perfezione quantitativa. Siccome però questo liquido nutritivo è in continuo flusso e riflusso, nella resurrezione avremo un ordine di precedenza, in modo che quanto è appartenuto in modo primario alla sostanza del corpo umano sarà tutto reintegrato; mentre il resto sarà reintegrato solo in quanto è necessario per ricostruire la quantità. E questo per due motivi. Primo, perché quel che viene assimilato successivamente serve sempre per riparare i dati primitivi che erano andati perduti: quindi non può vantare un'appartenenza primaria alla vera natura umana come il dato precedente. Secondo, perché l'accessione di un liquido estraneo al primo umido radicale fa sì che non tutto il miscuglio partecipi perfettamente come il primo liquido alla verità della specie. Si adduce in proposito l'esempio aristotelico dell'acqua che si mescola al vino, la quale sempre più ne diminuisce il vigore fino a renderlo acquoso. Perciò come l'acqua aggiunta al vino già annacquato non acquista le qualità specifiche del vino come la prima acqua già mescolata, così gli alimenti che successivamente si trasformano in carne, non partecipano allo stesso modo delle qualità specifiche della vera carne. E quindi non sono partecipi della vera natura umana e quindi della resurrezione. Così è chiaro che, secondo questa opinione, del corpo risorgerà soltanto quel che appartiene alla vera natura umana in modo principale, non tutto quello che invece le appartiene secondariamente.
La terza opinione in qualche cosa si scosta dalla seconda e in qualche altra la segue. La differenza sta in questo che per essa tutto quello che è ossa o carne appartiene per lo stesso titolo alla verità della natura umana. Essa infatti non ammette che si possa distinguere nell'uomo una parte stabile in lui per tutto il tempo della vita, la quale per se stessa apparterrebbe in modo primario alla verità della natura umana; e una parte fluttuante che le apparterrebbe solo per la sua perfezione quantitativa e non per la perfezione specifica, come invece sostiene la seconda opinione. Ma dice che tutte le parti che non sono estranee alle finalità naturali appartengono all'integrità della natura umana per le loro qualità specifiche, e come tali sono stabili; sebbene non lo siano quanto alla loro materia, perché così sono soggette al flusso e riflusso continuo. Cosicché nelle parti che compongono un uomo avviene quanto avviene nel popolo che forma una città, dove i singoli individui muoiono e se ne vanno, ma altri subentrano al loro posto. Cosicché materialmente i componenti del popolo si susseguono, ma formalmente il popolo rimane; poiché nei medesimi uffici e gradi subentrano altri, cosicché possiamo dire che la città è sempre numericamente la stessa. Parimente anche nel corpo umano ci sono delle parti che sostituiscono altre parti nella medesima struttura e dislocazione, cosicché secondo la materia cambiano e si rinnovano; ma rimangono secondo la specie, e quindi rimane pur sempre lo stesso identico uomo.
Invece questa terza opinione concorda con la seconda nel ritenere che nel corpo le parti successive di ricambio non arrivano alla perfezione specifica delle prime. Ecco perché le parti destinate alla resurrezione sono le stesse per ambedue le opinioni, quantunque i motivi non siano del tutto uguali. Poiché secondo la terza opinione tutto quel che è stato generato dal seme risorgerà, non perché appartiene alla verità dell'umana natura per una ragione diversa da quella per cui vi appartiene ciò che vi si aggiunge dopo; ma perché partecipa in modo più perfetto della verità della specie.
Anche la seconda opinione ammetteva quest'ordine per quello che proveniva successivamente dagli alimenti. E in questo le due opinioni hanno un altro punto di contatto.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Gli esseri naturali sono quello che sono non in forza della materia, ma della loro forma. Perciò sebbene la materia che ebbe dapprima la forma di carne bovina risorga poi nell'uomo con la forma di carne umana, non sarà affatto carne di un bove, ma di un uomo. Altrimenti bisognerebbe dire che risorgerà anche il fango da cui fu tratto il corpo di Adamo. - Tuttavia la prima opinione lo ammette.

2. Quella costola appartenne ad Adamo non come perfezione individuale, ma era destinata alla moltiplicazione della specie. Perciò essa non risorgerà in Adamo, ma in Eva; esattamente come lo sperma, che non risorgerà nel generante, ma nel generato.

3. Secondo la prima opinione è facile risolvere questa difficoltà, perché le carni ingerite non rientrano mai nella vera natura umana di chi le mangia, ma in quella di colui che è stato mangiato. Perciò le carni suddette risorgeranno in quest'ultimo e non nel primo.
Stando invece alla seconda e alla terza opinione, ogni particella risorgerà in colui che più perfettamente la rese partecipe della virtù della specie. A parità di condizioni, risorgerà nel primo in cui era venuta a trovarsi: perché in lui fu ordinata per la prima volta alla resurrezione dall'unione con l'anima razionale. Perciò se nelle carni mangiate c'era qualche residuo che non apparteneva alla verità della natura umana in quel primo individuo, esso potrà risorgere nel secondo. Altrimenti quanto era indispensabile alla resurrezione del primo risorgerà nel primo e non nel secondo; e in sostituzione sarà desunta qualche cosa, o dagli altri cibi assimilati da quest'ultimo; oppure, nel caso in cui questi non abbia ingerito altro cibo che carne umana, la potenza di Dio supplirà con altra materia, quanta è necessaria per la perfetta grandezza dell'individuo; come la supplisce in coloro che muoiono prima di raggiungere l'età matura. Né questo pregiudica l'identità numerica: come non la pregiudica il fatto che le parti materiali sono in continuo divenire.

4. Stando alla prima opinione, la soluzione è facile. Perché in essa si esclude che il seme derivi dal superfluo degli alimenti. Cosicché le carni umane ingerite non si trasformerebbero nello sperma dal quale viene generato il bambino.
Stando invece alle altre due opinioni, dobbiamo rispondere essere impossibile che tutta la sostanza esistente nelle carni mangiate si converta in sperma: perché alla formazione di questo, che è il superfluo dell'ultimo cibo ingerito, si arriva solo dopo una lunga depurazione del cibo ingerito. Ora, il cibo che si trasforma in sperma, o seme appartiene più alla vera natura umana di chi nasce da esso, che di colui che digerendo quelle carni lo produce. Perciò, stando alla norma già enunciata sopra, la sostanza che si è trasformata in seme risorgerà in colui che nasce da esso; mentre il resto di tale materia risorgerà in colui le cui carni sono servite a generare quel seme.

5. Gli embrioni non prenderanno parte alla resurrezione se prima non saranno stati animati dall'anima razionale. Ma giunti a tale stadio di sviluppo, oltre la sostanza del seme è sopravvenuto in essi molta altra sostanza dal nutrimento che il bambino riceve nel seno materno. Perciò quand'anche uno si cibasse di embrioni umani e generasse dal superfluo di codesto cibo, la sostanza esistente nel seme risorgerebbe in colui che viene generato da esso: a meno che in quel seme non fossero contenuti degli elementi appartenenti alla sostanza del germe di coloro che furono divorati da chi ha prodotto tale sperma: perché tali elementi risorgeranno nel primo e non nell'ultimo. I resti poi delle carni umane ingerite, che non si sono trasformati in seme, è evidente che risorgeranno nell'individuo precedente, mentre la potenza divina interverrà a supplire le parti mancanti.
La prima delle tre opinioni non trova difficoltà in questa obbiezione; perché non ammette che lo sperma derivi dal superfluo degli alimenti. Però molti sono gli argomenti contro di essa, come abbiamo visto nel commentare il 2 Sent., d. 30.



Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > L'integrità dei corpi risorti > Se tutti gli elementi che furono materialmente nelle membra umane risorgeranno


Supplemento
Questione 80
Articolo 5

SEMBRA che tutti gli elementi materialmente inclusi nelle membra umane risorgeranno. Infatti:
1. Alla resurrezione sono destinati meno i capelli che tutte le altre membra. Eppure quanto fece parte dei capelli tutto dovrà risorgere, se non nei capelli, in altre parti del corpo, come scrive S. Agostino. Perciò a maggior ragione risorgeranno tutti gli altri elementi che furono presenti anche solo materialmente nelle altre membra del corpo.

2. Dall'anima razionale le varie particelle di carne, come sono attuate specificamente, così lo sono anche materialmente. Ora, il corpo umano è ordinato alla resurrezione, perché è attuato dall'anima razionale. Dunque le parti risorgeranno non solo come parti specifiche, ma anche come parti materiali.

3. La totalità del corpo umano è data da quel medesimo principio da cui dipende la sua divisione in parti. Ora, la divisione in parti è dovuta al corpo umano in forza della materia, la cui disposizione è appunto la quantità in base alla quale essa è divisibile. Perciò la stessa integrità del corpo richiede la totalità delle parti materiali. Se quindi non risorgessero tutte le parti della materia, non risorgerebbe il corpo nella sua totalità. Il che è inammissibile.

IN CONTRARIO: 1. Materialmente presi, nel corpo i vari elementi non rimangono, ma vanno e vengono, come spiega Aristotele. Perciò se tutti gli elementi materialmente presi risorgessero, il corpo che risorge o sarebbe densissimo, oppure di una grandezza spropositata.

2. Tutto ciò che appartiene alla sostanza della natura umana in un dato individuo può essere materialmente parte di un altro che si cibi delle sue carni. Se quindi in uno risorgessero tutte le parti che materialmente gli sono appartenute, ne seguirebbe che in lui verrebbe a risorgere quanto appartiene alla sostanza della natura umana dell'altro. Il che non si può ammettere.

RISPONDO: Gli elementi materiali che si riscontrano nell'uomo sono ordinati alla resurrezione solo in quanto appartengono alla verità della natura umana: perché sotto tale aspetto essi entrano in rapporto con l'anima razionale. Ora, tutto quello che si trova materialmente nell'uomo appartiene alla verità della natura umana per la propria natura specifica, ma non le appartiene tutto nella totalità della sua materia; poiché tutta la materia che è stata in un uomo dall'inizio della sua vita sino alla sua fine, sorpassa la quantità richiesta dalla specie. Così spiega la terza opinione, che io ritengo più probabile delle altre. Perciò quanto viene a trovarsi nell'uomo risorgerà secondo la totalità richiesta dalla specie, considerata la quantità, la figura, la dislocazione e l'ordine delle parti: ma non risorgerà tutto secondo la totalità della materia.
La prima e la seconda opinione invece non badano a questa distinzione, ma distinguono tra le varie parti, delle quali alcune sarebbero specifiche e altre materiali. Entrambe codeste opinioni convengono nel dire che quanto deriva direttamente dal seme risorge integralmente, anche sotto l'aspetto della totalità materiale. Invece differiscono in questo, che mentre la prima esclude la resurrezione di qualsiasi parte assimilata dagli elementi; la seconda parzialmente l'ammette, com'è evidente da quanto abbiamo già spiegato.

SOLUZIONE DELLE DIFFicOLTÀ: 1. Come risorge quanto si riscontra nelle altre parti del corpo secondo una totalità specifica, ma non secondo una totalità materiale, così avverrà anche per i capelli. Ora, nelle altre parti del corpo certi apporti della nutrizione servono per la crescita: e questo va considerato come una parte nuova in rapporto alla totalità specifica, poiché viene a occupare nel corpo una dislocazione a parte, e rientra nelle dimensioni di esso. C'è invece qualche apporto che non produce una crescita, ma serve a restaurare soltanto un elemento perduto, mediante la nutrizione: e questo non viene considerato come una parte nuova del tutto sotto l'aspetto specifico, non ottenendo esso nel corpo che la dislocazione e lo spazio occupati prima dalla parte scomparsa; sebbene possa considerarsi come una parte nuova sotto l'aspetto della totalità di ordine materiale. Lo stesso discorso vale per i capelli. S. Agostino quindi parla del taglio di quei capelli che costituivano una crescita. E questi è necessario che risorgano: però non in tutta la loro lunghezza, che sarebbe esagerata; ma trasformandosi in altre parti del corpo che la divina provvidenza giudicherà necessarie. - Oppure egli parla del caso in cui altre parti del corpo si trovino menomate. In tal caso la loro menomazione può essere riparata con il sovrappiù dei capelli.

2. Secondo la terza opinione non c'è distinzione tra parti specifiche e parti materiali. Poiché il Filosofo ricorre a quella distinzione, non per distinguere tra loro codeste parti, ma per spiegare
che le medesime parti possono considerarsi sia secondo la specie, rispetto a quanto c'è di formale e di specifico in esse, sia secondo la materia, rispetto all'elemento che fa da sustrato alla forma e alla specie. Ora, è evidente che la materia della nostra carne non è ordinata all'anima razionale, se non in quanto è attuata da tale forma. Perciò in forza di essa e ordinata anche alla resurrezione.
Invece la prima e la seconda opinione, le quali distinguono le parti che sono di ordine specifico da quelle di ordine materiale, affermano che l'anima, sebbene attui le une e le altre, tuttavia attuerebbe le parti di ordine materiale mediante quelle di ordine specifico. Perciò esse non sarebbero ordinate ugualmente alla resurrezione.

3. Nella materia delle cose generabili e corruttibili si può parlare di dimensioni indeterminate prima dell'infusione della forma sostanziale. Perciò alla materia propriamente si deve attribuire la divisibilità secondo codeste dimensioni. Ma dopo la forma sostanziale è immessa nella materia la quantità completa e definita. La divisione quindi che viene fatta secondo le dimensioni definite è connessa con la specie: soprattutto quando la natura della specie esige una determinata dislocazione delle parti, come nel corpo umano.

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