Sup, 5

Terza parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > L'effetto della contrizione


Supplemento
Questione 5
Proemio

Veniamo così a considerare l'effetto della contrizione.
Sull'argomento si pongono tre quesiti:

1. Se effetto della contrizione sia la remissione dei peccati;
2. Se la contrizione possa togliere ogni debito di pena;
3. Se una contrizione esigua basti per cancellare gravi peccati.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > L'effetto della contrizione > Se effetto della contrizione sia la remissione dei peccati


Supplemento
Questione 5
Articolo 1

SEMBRA che la remissione dei peccati non sia effetto della contrizione. Infatti:
1. Dio soltanto rimette i peccati. Della contrizione invece in parte causa siamo noi: perché è un nostro atto. Dunque la contrizione non è causa della remissione della colpa.

2. La contrizione è un atto di virtù. Ma la virtù viene dopo la remissione della colpa; ché virtù e colpa non coesistono nell'anima. Quindi la contrizione non è causa della remissione dei peccati.

3. All'infuori della colpa niente impedisce di ricevere l'Eucarestia. Ora, chi è contrito non può accedere all'Eucarestia prima della confessione. Dunque egli non ha ancora ottenuto la remissione della colpa.

IN CONTRARIO: 1. A proposito di quel detto dei Salmi, "Sacrificio accetto a Dio è lo spirito addolorato, ecc.", la Glossa afferma: "La contrizione del cuore è un sacrificio in cui si dissolvono i peccati".

2. Come dice Aristotele, "virtù e vizio vengono distrutti e generati dalle medesime cause". Ma il peccato viene commesso per un amore disordinato. Dunque esso viene distrutto dall'amore ordinato della carità. Quindi la contrizione cancella il peccato.

RISPONDO: La contrizione può essere considerata sotto due aspetti: come parte del sacramento, o come atto di una virtù. E sotto entrambi gli aspetti è causa della remissione dei peccati: però in modo diverso. Infatti come parte del sacramento essa agisce strumentalmente nella remissione dei peccati: come abbiamo notato sopra per gli altri sacramenti. Invece come atto di virtù è quasi causa materiale della remissione del peccato: poiché la disposizione è indispensabile per la giustificazione. E la disposizione si riduce alla causa materiale, se per disposizione s'intende quella che dispone la materia a ricevere la forma. Diversa è la disposizione che prepara la causa agente ad agire: poiché essa si riduce alla causa efficiente.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Causa efficiente principale della remissione dei peccati è Dio soltanto: ma da parte nostra ci può essere una causalità dispositiva. Così pure ci può essere una nostra causalità di ordine sacramentale: poiché le forme dei sacramenti sono le parole pronunziate da noi, che hanno la virtù strumentale di produrre la grazia, da cui vengono rimessi i peccati.

2. La remissione dei peccati da un lato precede la virtù e l'infusione della grazia, dall'altro la segue. E in quanto la segue, l'atto che viene prodotto dalla virtù può essere tra le cause della remissione dei peccati.

3. La distribuzione dell'Eucarestia appartiene ai ministri della Chiesa. Ecco perché nessuno deve accedere all'Eucarestia prima di essere stato assolto dai ministri della Chiesa, sebbene abbia ottenuto da Dio la remissione della colpa.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > L'effetto della contrizione > Se la contrizione possa cancellare del tutto il debito della pena


Supplemento
Questione 5
Articolo 2

SEMBRA che la contrizione non possa cancellare del tutto il debito della pena. Infatti: 1. Soddisfazione e confessione sono ordinate a liberare dal debito di pena. Ma nessuno è così perfettamente contrito da essere dispensato dalla confessione e dalla soddisfazione. Dunque la contrizione non è mai tanta da togliere ogni debito di pena.

2. Nella penitenza dev'esserci un compenso di pena proporzionato alla colpa. Ora, ci sono delle colpe che vengono compiute mediante le membra del corpo. Perciò, poiché il compenso della pena esige "che uno sia punito in quello in cui ha peccato", è evidente che non si può essere assolti dalla pena di codesti peccati con la (sola) contrizione.

3. Il dolore della contrizione è qualche cosa di finito. Ora, per certi peccati, ossia per quelli mortali, è dovuta una pena infinita. Dunque la contrizione non può mai essere così grande da cancellare tutta la pena.

IN CONTRARIO: 1. Dio gradisce di più l'affetto del cuore che gli atti esterni. Ma con gli atti esterni un uomo viene liberato dalla pena come dalla colpa. Dunque può esserne liberato anche dall'affetto del cuore, che è la contrizione.

2. Di questo abbiamo un esempio nel buon ladrone, al quale per un unico atto di penitenza fu detto: "Oggi sarai con me in Paradiso".
Il problema poi se tutto il debito venga sempre eliminato dalla contrizione, l'abbiamo già esaminato.

RISPONDO: L'intensità della contrizione si può considerare da due punti di vista. Prima, partendo dalla carità che causa dispiacere. Ebbene, l'atto della carità può essere così intenso, che la contrizione da essa derivante meriti non solo la cancellazione della colpa, ma anche la liberazione da ogni pena. - Secondo, dal lato del dolore sensibile, eccitato dalla volontà nella contrizione. E poiché codesto stesso dolore è una pena, può essere intensificato al punto da bastare per la cancellazione della colpa come della pena.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Nessuno può esser certo che la propria contrizione è sufficiente a cancellare la pena e la colpa. Perciò si è tenuti a confessarsi e a soddisfare soprattutto considerando che la contrizione non è vera, se non implica il proposito di confessarsi. Il che deve essere posto in atto, anche per il precetto relativo alla confessione.

2. Come la gioia interiore ridonda sulle membra esterne del corpo, così il dolore interno si comunica alle membra esterne. Di qui le parole dei Proverbi: "Lo spirito triste dissecca le ossa".

3. Il dolore della contrizione, pur essendo finito nella sua intensità, come è finita la pena (temporale) dovuta alla colpa mortale, ha però una virtù infinita a motivo della carità da cui è informato. E sotto quest'aspetto può bastare per la cancellazione della colpa e della pena.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > L'effetto della contrizione > Se basti una contrizione esigua per cancellare gravi peccati


Supplemento
Questione 5
Articolo 3

SEMBRA che non basti una contrizione esigua per cancellare gravi peccati. Infatti:
1. La contrizione è una medicina dei peccati. Ora, una medicina materiale che guarisce una malattia leggera, non basta a guarirne una grave. Dunque una contrizione minima non basta per cancellare i più gravi peccati.

2. Sopra abbiamo detto che dei peccati più gravi bisogna pentirsi maggiormente. Ma la contrizione non cancella il peccato, se non è come dev'essere. Quindi una minima contrizione non può cancellare tutti i peccati.

IN CONTRARIO: Qualsiasi grazia gratum faciens cancella ogni peccato mortale, che è incompatibile con essa. Ma qualsiasi contrizione è informata dalla grazia gratum faciens. Quindi per quanto esigua essa cancella ogni colpa.

RISPONDO: La contrizione, come abbiamo ripetuto più volte, implica due tipi di dolore. Il primo, dovuto alla ragione, è il dispiacere del peccato commesso. E questo può essere così piccolo da non raggiungere la natura di contrizione, cioè quando il peccato non dispiace tanto quanto deve dispiacere la perdita dell'ultimo fine: del resto allo stesso modo l'amore può essere così fiacco da non rivestire valore di carità. - Il secondo tipo di dolore risiede nella sensibilità. Ebbene, l'esiguità di quest'ultimo non deroga alla natura della contrizione: poiché non è un elemento essenziale di essa, ma quasi un accidente di rincalzo. Inoltre esso non è (sempre) in nostro potere.
Perciò si deve concludere che il dolore, per quanto esiguo, purché basti per avere natura di contrizione, cancella tutte le colpe.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Le medicine spirituali ricevono un'efficacia infinita dalla virtù infinita che opera in esse. Ecco perché quella medicina che basta a guarire un peccato piccolo, basta anche per uno grande; ciò è evidente nel caso del battesimo, che cancella peccati grandi e piccoli. Lo stesso vale per la contrizione: purché raggiunga la natura di contrizione.

2. È una necessità per il medesimo penitente dolersi maggiormente di un peccato più grave che di uno più piccolo, perché quello ripugna maggiormente alla carità che causa quel dolore. Ma se un altro avesse tanto dolore per un peccato più grave, quanto egli ne ha per quello più piccolo, questo sarebbe ancora sufficiente per il perdono dei peccati.

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