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Se la contrizione possa cancellare del tutto il debito della pena
Supplemento
Questione 5
Articolo 2
SEMBRA che la contrizione non possa cancellare del tutto il debito della pena. Infatti:
1. Soddisfazione e confessione sono ordinate a liberare dal debito di pena. Ma nessuno è così perfettamente contrito da essere dispensato dalla confessione e dalla soddisfazione. Dunque la contrizione non è mai tanta da togliere ogni debito di pena.
2. Nella penitenza dev'esserci un compenso di pena proporzionato alla colpa. Ora, ci sono delle colpe che vengono compiute mediante le membra del corpo. Perciò, poiché il compenso della pena esige "che uno sia punito in quello in cui ha peccato", è evidente che non si può essere assolti dalla pena di codesti peccati con la (sola) contrizione.
3. Il dolore della contrizione è qualche cosa di finito. Ora, per certi peccati, ossia per quelli mortali, è dovuta una pena infinita. Dunque la contrizione non può mai essere così grande da cancellare tutta la pena.
IN CONTRARIO: 1. Dio gradisce di più l'affetto del cuore che gli atti esterni. Ma con gli atti esterni un uomo viene liberato dalla pena come dalla colpa. Dunque può esserne liberato anche dall'affetto del cuore, che è la contrizione.
2. Di questo abbiamo un esempio nel buon ladrone, al quale per un unico atto di penitenza fu detto: "Oggi sarai con me in Paradiso".
Il problema poi se tutto il debito venga sempre eliminato dalla contrizione, l'abbiamo già esaminato.
RISPONDO: L'intensità della contrizione si può considerare da due punti di vista. Prima, partendo dalla carità che causa dispiacere. Ebbene, l'atto della carità può essere così intenso, che la contrizione da essa derivante meriti non solo la cancellazione della colpa, ma anche la liberazione da ogni pena. - Secondo, dal lato del dolore sensibile, eccitato dalla volontà nella contrizione. E poiché codesto stesso dolore è una pena, può essere intensificato al punto da bastare per la cancellazione della colpa come della pena.
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Nessuno può esser certo che la propria contrizione è sufficiente a cancellare la pena e la colpa. Perciò si è tenuti a confessarsi e a soddisfare soprattutto considerando che la contrizione non è vera, se non implica il proposito di confessarsi. Il che deve essere posto in atto, anche per il precetto relativo alla confessione.
2. Come la gioia interiore ridonda sulle membra esterne del corpo, così il dolore interno si comunica alle membra esterne. Di qui le parole dei Proverbi: "Lo spirito triste dissecca le ossa".
3. Il dolore della contrizione, pur essendo finito nella sua intensità, come è finita la pena (temporale) dovuta alla colpa mortale, ha però una virtù infinita a motivo della carità da cui è informato. E sotto quest'aspetto può bastare per la cancellazione della colpa e della pena.
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