Sup, 29

Terza parte e Supplemento > I Sacramenti > Il sacramento dell'estrema unzione


Supplemento
Questione 29
Proemio

Dopo quanto s'è detto, passiamo a studiare il sacramento dell'estrema unzione. In proposito ci sono cinque cose da considerare: primo, la sua essenza, e la sua istituzione; secondo, i suoi effetti; terzo, il suo ministro; quarto, a quali persone si debba conferire e in quali parti del corpo; quinto, se si possa ripetere sulla stessa persona.
Sul primo argomento si pongono nove quesiti:

1. Se l'estrema unzione sia un sacramento;
2. Se sia un unico sacramento;
3. Se sia stato istituito da Cristo;
4. Se la sua materia adatta sia l'olio d'oliva;
5. Se l'olio debba essere consacrato;
6. Se debba essere consacrato dal Vescovo;
7. Se questo sacramento abbia una forma;
8. Se la forma debba esprimersi con un'orazione deprecatoria;
9. Se questa orazione costituisca la forma adatta di questo sacramento.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Il sacramento dell'estrema unzione > Se l'estrema unzione sia un sacramento


Supplemento
Questione 29
Articolo 1

SEMBRA che l'estrema unzione non sia un sacramento. Infatti:
1. L'olio si usa sia per gli infermi che per i catecumeni. Ma l'unzione con l'olio sui catecumeni non è un sacramento. Quindi neppure l'estrema unzione che si fa sui malati.

2. I sacramenti della legge antica erano segni di quelli della nuova. Ma nell'antica non si ha nessuna figura dell'estrema unzione. Perciò questa non è un sacramento della nuova.

3. Secondo Dionigi, ogni sacramento serve a "purificare", o ad "illuminare", oppure a "perfezionare". Ora, l'estrema unzione non serve a purificare né ad illuminare, ché ciò compete solo al battesimo, né a perfezionare, perché ciò, secondo lo stesso Dionigi, è proprio della cresima e dell'Eucarestia. Quindi l'estrema unzione non è un sacramento.

IN CONTRARIO: 1. I sacramenti della Chiesa sono dei rimedi adatti per ogni stato dell'uomo. Ma per i moribondi non c'è altro rimedio che l'estrema unzione. Questa è dunque un sacramento.

2. I sacramenti sono medicine spirituali. Ma l'estrema unzione è una medicina spirituale, perché, secondo S. Giacomo, serve a rimettere i peccati. Quindi è un sacramento.

RISPONDO: Tra le azioni visibili della Chiesa, alcune sono sacramenti, p. es., il battesimo; altre sacramentali, p. es., l'esorcismo.
Tra di esse esiste questa differenza: il sacramento è quell'azione della Chiesa che raggiunge l'effetto principale inteso nell'amministrazione dei sacramenti; il sacramentale invece è quell'azione la quale, benché non raggiunga l'effetto principale, tuttavia è in qualche modo ordinata ad esso. Ora, l'effetto voluto nell'amministrazione dei sacramenti è la guarigione dalle infermità del peccato, come scrive Isaia: "Tutto il frutto sarà questo, che il peccato sia tolto". Perciò, siccome l'estrema unzione, stando alle parole di S. Giacomo, raggiunge tale scopo, e non è subordinata a un altro sacramento, ne segue che l'estrema unzione è un sacramento e non un sacramentale.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. L'unzione che con l'olio si fa sul catecumeno non conferisce la remissione dei peccati, la quale è prodotta dal battesimo, ma soltanto dispone in qualche modo a quest'ultimo. Essa quindi non è un sacramento, come lo è invece l'estrema unzione.

2. Questo sacramento viene dato agli agonizzanti, perché dispone immediatamente alla gloria. E poiché durante il periodo della legge antica non era ancora tempo di entrare nella gloria, perché "la legge non portò nulla a perfezione", l'estrema unzione non poté essere prefigurata da un sacramento correlativo come immagine del medesimo genere. Benché in qualche modo sia stata vagamente prefigurata da tutte le guarigioni di cui si parla nell'antica legge.

3. Dionigi non nomina l'estrema unzione, come neppure la penitenza né il matrimonio, perché egli intende parlare dei sacramenti solo in quanto essi ci fanno conoscere l'ordinata disposizione della gerarchia ecclesiastica per ciò che riguarda i ministri, le loro azioni e i fedeli. Tuttavia, poiché con l'estrema unzione si ottiene la grazia e la remissione dei peccati, non c'è dubbio che essa abbia forza illuminatrice e purificatrice, come il battesimo, benché non in maniera così perfetta.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Il sacramento dell'estrema unzione > Se l'estrema unzione sia un unico sacramento


Supplemento
Questione 29
Articolo 2

SEMBRA che l'estrema unzione non sia un unico sacramento.
Infatti:
1. Una cosa deriva la sua unità dalla propria materia e forma; perché unica è la ragione del suo essere e della sua unità. Ma la forma di questo sacramento si ripete più volte, anche durante una stessa amministrazione; e la materia si applica al malato tante volte quante sono le parti da ungersi. Quindi non è un unico sacramento.

2. Il sacramento consiste nell'unzione: è infatti ridicolo affermare che consiste nell'olio. Ora, si hanno diverse unzioni. Quindi diversi sacramenti.

3. Un sacramento va conferito da un solo sacerdote. Talvolta però l'estrema unzione non può essere amministrata da un solo ministro: se dopo la prima unzione, p. es., il sacerdote muore, un altro deve continuare [il rito]. Quindi l'estrema unzione non è un unico sacramento.

IN CONTRARIO: 1. L'unzione è per questo sacramento ciò che l'immersione è per il battesimo. Ma diverse immersioni costituiscono un unico sacramento del battesimo. Dunque, più unzioni costituiscono un unico sacramento dell'estrema unzione.

2. Se il sacramento non fosse uno solo, dopo la prima unzione, non sarebbe necessaria la seconda per l'integrità; perché ogni sacramento è perfetto nella sua essenza. Ma ciò è falso. Dunque si tratta di un unico sacramento.

RISPONDO: Propriamente parlando l'unità numerica si può intendere in tre modi. Primo, come l'indivisibile, che esclude ogni pluralità sia in atto che in potenza: tali sono il punto e l'unità.
Secondo, come il continuo, che in atto è uno, ma in potenza è molteplice: p. es., la linea. Terzo, come una cosa perfetta costituita di molte parti: p. es., una casa, la quale è l'insieme di molte cose in atto, ma tutte queste sono riunite in una struttura comune. Ebbene, ogni sacramento è uno in questo senso; perché i molti elementi che in esso si trovano significano e producono una medesima realtà. Il sacramento infatti produce ciò che significa. Perciò quando un solo atto basta a significare perfettamente [il suo effetto], la sua unità consiste in quell'unico atto: è il caso, p. es., della confermazione. Quando invece la significazione del sacramento si può avere in uno o più atti, il sacramento può essere perfetto con più azioni o con una soltanto: il battesimo, p. es., può consistere in una o in tre immersioni, perché l'abluzione, significata nel battesimo, si può avere con una immersione o con molte. Quando, infine, si può avere la perfetta significazione solamente con diversi atti, tutti questi sono necessari all'integrità del sacramento: ciò avviene nell'Eucarestia, perché la refezione corporale, figura di quella spirituale, non si ha se non col cibo e la bevanda insieme. Lo stesso succede nell'estrema unzione: la cura delle piaghe interiori non può essere significata in maniera perfetta se non mediante l'applicazione della medicina alle loro diverse radici. Ecco perché alla perfezione di questo sacramento sono necessari diversi atti.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. L'unità perfetta di un tutto non viene distrutta dalla diversità della materia e della forma che si trova nelle parti. Nell'uomo, p. es., la materia e la forma della carne non è quella delle ossa. Allo stesso modo, nei sacramenti dell'Eucarestia e dell'estrema unzione, la pluralità della materia e della forma non pregiudica l'unità del sacramento.

2. Benché, assolutamente parlando, quelle azioni siano molte, tuttavia formano insieme un'azione perfetta, che è l'unzione di tutti i sensi esterni, mediante i quali si contraggono le infermità interiori.

3. Benché nell'Eucarestia, se il sacerdote muore dopo la consacrazione del pane, un altro sacerdote possa consacrare il vino cominciando dove s'era fermato il primo, oppure ricominciare tutto da capo con altra materia; nell'estrema unzione non può ricominciare da capo, ma deve sempre continuare [il rito]; questo perché ripetere l'unzione nella parte già unta equivarrebbe a consacrare un'ostia due volte, cosa assolutamente proibita. Tuttavia la pluralità dei ministri non distrugge l'unità del sacramento: perché essi operano soltanto come strumenti; ora, la pluralità dei martelli usati dal fabbro non impedisce l'unità della sua opera.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Il sacramento dell'estrema unzione > Se questo sacramento sia stato istituito da Cristo


Supplemento
Questione 29
Articolo 3

SEMBRA che questo sacramento non sia stato istituito da Cristo.
Infatti:
1. Dei sacramenti istituiti da Cristo se ne parla nel Vangelo: così è, p. es., dell'Eucarestia e del battesimo. Ma in esso non si trova nessun accenno all'estrema unzione. Questa dunque non fu istituita da Cristo.

2. Il Maestro delle Sentenze dice espressamente che fu istituita dagli Apostoli. Quindi non l'istituì Cristo personalmente.

3. Il sacramento dell'Eucarestia, che fu istituito da Cristo, fu anche da lui direttamente applicato. Ma egli non applicò a nessuno l'estrema unzione. Quindi non l'istituì direttamente.

IN CONTRARIO: 1. I sacramenti della nuova legge sono superiori a quelli dell'antica. Ma quelli furono tutti istituiti da Dio. A maggior ragione tutti i sacramenti della nuova legge devono avere Cristo per autore.

2. Chi istituisce una cosa può anche sopprimerla. Ora, la Chiesa, che nei successori degli Apostoli gode la loro stessa autorità, non può abolire il sacramento dell'estrema unzione. Questo dunque fu istituito non dagli Apostoli, ma da Cristo.

RISPONDO: Sull'argomento abbiamo due opinioni. Alcuni dicono che Cristo non istituì né l'estrema unzione né la confermazione direttamente, ma ne affidò l'istituzione agli Apostoli: perché, data la pienezza di grazia che viene conferita con questi due sacramenti, non poterono essere istituiti prima della piena venuta dello Spirito Santo. E per tale motivo questi sacramenti non ebbero nessuna prefigurazione nell'antica legge. Ma tale ragione non è molto cogente: perché, come Cristo prima della sua passione promise la venuta perfetta dello Spirito Santo, poté anche istituire questo sacramento.
Perciò altri sostengono che Cristo istituì da sé tutti i sacramenti: ma alcuni, più difficili a credersi, li promulgò egli stesso; la promulgazione invece di altri, come l'estrema unzione e la confermazione, l'affidò agli Apostoli. Questa opinione pertanto sembra più probabile, perché i sacramenti fan parte del fondamento della legge [cristiana]; quindi la loro istituzione spetta al Legislatore. Inoltre, essi dalla istituzione stessa traggono la loro efficacia, la quale in essi non può derivare che da Dio.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il Signore operò e disse molte cose che non si trovano nel Vangelo. Gli Evangelisti infatti si preoccuparono di trasmettere soprattutto quanto era necessario per la salvezza e per l'organizzazione della Chiesa. Perciò narrarono l'istituzione fatta da Cristo del battesimo, della penitenza, dell'Eucarestia e dell'Ordine, e non quella dell'estrema unzione, la quale né è necessaria alla salvezza né appartiene all'organizzazione o perfezione della Chiesa. Tuttavia si fa menzione anche dell'unzione con l'olio nel Vangelo di S. Marco, dove è scritto che gli Apostoli "ungevano con l'olio gl'infermi".

2. Il Maestro delle Sentenze dice che questo sacramento fu istituito dagli Apostoli, perché la sua istituzione ci è stata promulgata mediante il loro insegnamento.

3. Cristo amministrò soltanto quel sacramento che anch'egli ricevette, per nostro esempio. Ora, egli non poteva ricevere né la penitenza né l'estrema unzione, perché era senza peccato. Ecco perché non li amministrò.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Il sacramento dell'estrema unzione > Se l'olio d'oliva sia la materia adatta per questo sacramento


Supplemento
Questione 29
Articolo 4

SEMBRA che l'olio d'oliva non sia la materia adatta per questo sacramento. Infatti:
1. Questo sacramento dispone direttamente all'incorruzione. Ma questa è simboleggiata nel balsamo mescolato col crisma. Perciò il crisma sarebbe più adatto come materia di questo sacramento.

2. L'estrema unzione è un medicamento spirituale. Questo però è significato dall'uso del vino: come risulta dalla parabola dell'uomo ferito dai briganti. Dunque il vino sarebbe materia più adatta per questo sacramento.

3. Dove maggiore è il pericolo più disponibile deve essere il rimedio. Ma l'olio non è un rimedio facilmente reperibile, perché non si trova dappertutto. Dunque, poiché l'estrema unzione viene data ai moribondi, l'olio d'oliva non pare materia adatta per questo sacramento.

IN CONTRARIO: 1. S. Giacomo determina l'olio come materia dell'estrema unzione. Ora, il vero olio è quello d'oliva. Quindi esso è la materia di questo sacramento.

2. La guarigione spirituale è significata dall'unzione con l'olio, secondo le parole d'Isaia: "L'enfiata piaga non è medicata né curata con l'olio". Perciò l'olio è la materia adatta per questo sacramento.

RISPONDO: La cura spirituale che si fa alla fine [della vita] deve essere perfetta, perché dopo quella non ce n'è altra; e delicata, affinché la speranza, tanto necessaria ai moribondi, non venga distrutta, ma nutrita. Ora, l'olio ha funzione lenitiva e profondamente penetrativa, e inoltre tende a diffondersi. Perciò, in forza di queste due qualità, è materia adatta per questo sacramento. E poiché per olio s'intende soprattutto il succo dell'oliva, mentre gli altri succhi sono chiamati olio per una somiglianza con quello, quale materia dell'estrema unzione va preso l'olio d'oliva.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. L'incorruzione della gloria non è la res contenuta in questo sacramento; perciò non è necessario che la materia ne contenga la significazione. Quindi non è il caso di usare il balsamo come materia dell'estrema unzione; perché esso, col profumo, indica "la buona fama", di cui ormai i moribondi non hanno più bisogno; mentre hanno bisogno della "purezza di coscienza", significata dall'olio.

2. Il vino sana con bruciore: l'olio invece dolcemente. Perciò la medicazione col vino appartiene più alla penitenza che all'estrema unzione.

3. L'olio d'oliva, benché non sia prodotto dappertutto, può essere facilmente importato. - Inoltre questo sacramento non è così necessario che senza di esso non si possa ottenere la salvezza eterna.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Il sacramento dell'estrema unzione > Se l'olio debba essere consacrato


Supplemento
Questione 29
Articolo 5

SEMBRA che l'olio non debba essere consacrato. Infatti:
1. Questo sacramento riceve una santificazione con le parole che si usano nell'amministrarlo. Quindi è inutile un'altra consacrazione sulla materia.

2. I sacramenti ricevono efficacia e significato dalla materia. Ora, l'olio significa di natura sua l'effetto dell'estrema unzione, mentre ha efficacia per istituzione divina. Quindi non è necessaria una speciale consacrazione della materia.

3. Il battesimo è più perfetto dell'estrema unzione. Ma in esso, alla validità del sacramento, non è necessaria una previa benedizione dell'acqua. Quindi neppure nell'estrema unzione.

IN CONTRARIO: In tutte le altre unzioni la materia viene consacrata. Perciò, trattandosi di un'unzione, questo sacramento esige la materia consacrata.

RISPONDO: Alcuni affermano che materia di questo sacramento sarebbe semplicemente l'olio, cosicché il sacramento sarebbe compiuto con la consacrazione dell'olio da parte del vescovo. - Ma ciò risulta evidentemente falso da quanto abbiamo detto sull'Eucarestia, che cioè solo quel sacramento consiste nella consacrazione della materia. Dobbiamo affermare perciò che questo sacramento consiste nell'unzione, come il battesimo nell'abluzione: e che materia di esso è l’olio benedetto. Tre sono le ragioni che SEMBRAno esigere tale benedizione per questo e per altri sacramenti. Primo, perché tutti i sacramenti derivano la loro efficacia da Cristo. Perciò i sacramenti che egli amministrò, hanno la loro efficacia dall'uso che egli ne ha fatto: come, p. es., "toccando con la sua carne le acque conferì loro la virtù rigenerativa". Ma egli non fece uso di questo sacramento né di altra unzione fisica. Quindi per tutte le unzioni è richiesto che la materia sia consacrata.
Secondo, per ottenere la pienezza della grazia, che qui deve essere infusa non solo per togliere la colpa, ma anche le sue scorie e l'infermità corporale.
Terzo, perché il suo effetto fisico, la guarigione, non è prodotta per una naturale proprietà della materia. Quindi è necessario che tale efficacia la riceva dalla consacrazione.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La prima consacrazione riguarda la materia in se stessa; mentre la seconda riguarda il suo uso, cioè la produzione attuale dell'effetto che le è proprio. Quindi ambedue sono necessarie: perché anche gli strumenti ricevono la loro efficacia dall'artefice sia quando egli li fabbrica sia quando li usa.

2. Codesta efficacia, che proviene dall'istituzione del sacramento, viene applicata alla materia mediante la consacrazione.

3. Resta così risolta anche la terza difficoltà.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Il sacramento dell'estrema unzione > Se la materia di questo sacramento debba essere consacrata dal vescovo


Supplemento
Questione 29
Articolo 6

SEMBRA che la materia di questo sacramento non debba essere consacrata dal vescovo.
Infatti:
1. La consacrazione della materia è più nobile nell'Eucarestia che nell'estrema unzione. Ora, nell'Eucarestia il sacerdote può consacrare. Quindi anche nell'estrema unzione.

2. Nell'ordine materiale un'arte superiore non prepara mai la materia a una inferiore: perché, come dice Aristotele, quella che usa la materia è più nobile di quella che la prepara. Ora, il vescovo sta al di sopra del sacerdote. Quindi non deve preparare la materia di cui questo si serve. Ma il sacerdote amministra questo sacramento, come diremo in seguito. Perciò non spetta al vescovo consacrarne la materia.

IN CONTRARIO: Siccome nelle altre unzioni la materia viene consacrata dal vescovo, è necessario che avvenga lo stesso anche di questa.

RISPONDO: Il ministro non produce l'effetto per virtù propria come agente principale, ma per l'efficacia del sacramento che amministra. La quale efficacia prima di tutto sta nel Cristo, dal quale gradatamente deriva sugli altri: cioè sul popolo mediante i ministri, che dispensano i sacramenti; sui ministri inferiori mediante quelli superiori che ne consacrano la materia. Perciò in tutti i sacramenti, che hanno bisogno della materia consacrata, la prima consacrazione viene fatta dal vescovo, e l'uso talvolta dal sacerdote, per mostrare che il potere sacerdotale deriva da quello episcopale, secondo le parole del salmo: "Come l'olio sul capo, che prima scende sulla barba, e poi fino allo scollo dei paramenti".

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il sacramento dell'Eucarestia consiste nella consacrazione della materia, non nel suo uso. Perciò, propriamente parlando, ciò che funge da materia del sacramento non è qualche cosa di consacrato. Quindi non è richiesta la previa consacrazione della materia da parte del vescovo. Ma è necessaria la consacrazione dell'altare e degli altri oggetti, perfino dello stesso sacerdote, la quale non può essere fatta che dal vescovo. Per cui anche in quel sacramento viene indicata la derivazione del potere sacerdotale da quello episcopale, come afferma Dionigi. Ecco perché il sacerdote può eseguire quella consacrazione della materia che costituisce lo stesso sacramento, e non quella che, essendo un sacramentale, è ordinata a un sacramento il quale consiste nell'uso da parte dei fedeli. La ragione sta nel fatto che, rispetto al corpo reale di Cristo nessun ordine è al di sopra del sacerdozio, mentre rispetto al corpo mistico, come vedremo in seguito, l'ordine episcopale è superiore a quello sacerdotale.

2. La materia del sacramento non è, come nelle arti meccaniche, il soggetto sul quale opera chi ne usa; ma essa costituisce il mezzo per produrre l'effetto, partecipando in qualche modo alla ragione di causa efficiente, in quanto è uno strumento dell'azione divina. Quindi è necessario che la materia riceva tale capacità da un'arte o potere superiore. Perché nelle cause efficienti, quanto più un agente è anteriore, tanto più è perfetto; mentre nelle cause materiali, la materia quanto più è anteriore, tanto meno è perfetta.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Il sacramento dell'estrema unzione > Se questo sacramento abbia una forma


Supplemento
Questione 29
Articolo 7

SEMBRA che questo sacramento non abbia una forma. Infatti:
1. Poiché i sacramenti attingono la loro efficacia dall'istituzione e dalla forma, è necessario che chi li ha istituiti dia loro anche la forma. Ma ne da Cristo ne dagli Apostoli ci è stata tramandata la forma dell'estrema unzione. Quindi essa non esiste.

2. Ciò che nel sacramento è essenziale viene osservato da tutti. Ma in un sacramento che ha la forma non c'è niente di più essenziale di questa. Quindi, non essendovi una forma comune di questo sacramento, in quanto si usano diversi formulari, sembra che esso non abbia forma alcuna.

3. La forma nel battesimo è richiesta soltanto per la consacrazione della materia, che è "l'acqua santificata con la parola di vita per cancellare i peccati". Ma l'estrema unzione ha una materia consacrata in precedenza. Quindi non ha bisogno di nessuna forma.

IN CONTRARIO: 1. Il Maestro delle Sentenze afferma che ogni sacramento della nuova legge consiste in cose e in parole. Ma le parole sono forma del sacramento. È dunque chiaro che l'estrema unzione essendo un sacramento della nuova legge, deve avere una forma.

2. A questo scopo esiste in tutta la Chiesa il rito di pronunciare delle parole nei conferire l'estrema unzione.

RISPONDO: Alcuni sostennero che questo sacramento non ha bisogno di nessuna forma. - Ma ciò deroga all'effetto dell'estrema unzione, perché ogni sacramento produce ciò che significa. Ora, la significazione della materia, potendo applicarsi a molte cose, si concreta in un determinato effetto soltanto per mezzo delle parole della forma. Dunque in tutti i sacramenti della nuova legge, i quali "producono ciò che significano", bisogna che si trovino delle realtà e delle parole. Inoltre, sembra che S. Giacomo, come diremo in seguito, ponga tutta la forza del sacramento nell'"orazione", che costituisce la forma. Perciò la predetta opinione è presuntuosa ed erronea. Dobbiamo quindi affermare, secondo l'opinione comune, che l'estrema unzione ha, come gli altri sacramenti, una forma determinata.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La sacra Scrittura è diretta indistintamente a tutti. Perciò è necessario che in essa sia espressa la forma del battesimo, che tutti possono amministrare. Come pure la forma dell'Eucarestia, la quale esprime il mistero di fede contenuto in quel sacramento e necessario alla saldezza. La forma invece degli altri sacramenti non si trova nella Scrittura, ma la Chiesa l'ha ricevuta dal Signore mediante la tradizione apostolica, come afferma S. Paolo: "Ho ricevuto dal Signore quanto vi ho anche trasmesso".

2. Le parole essenziali, cioè l'orazione deprecatoria, vengono pronunciate da tutti: non così le parole di pura convenienza.

3. La materia del battesimo è in qualche modo già consacrata per il contatto col corpo del Salvatore: ma con le parole della forma riceve la forza di santificare attualmente [il battezzato]. Così pure nell'estrema unzione, oltre la consacrazione della materia in se stessa, è necessaria un'altra consacrazione al momento dell'uso per potere santificare [l'infermo].



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Il sacramento dell'estrema unzione > Se la forma di questo sacramento debba esprimersi con un discorso indicativo e non deprecatorio


Supplemento
Questione 29
Articolo 8

SEMBRA che la forma di questo sacramento debba esprimersi con un discorso indicativo, e non deprecatorio. Infatti:
1. I sacramenti della nuova legge producono sicuramente il loro effetto. Ma tale sicurezza viene espressa nella forma soltanto con una formula indicativa, p. es.: "Questo è il mio corpo"; "Io ti battezzo". Dunque deve essere così anche la forma dell'estrema unzione.

2. Nella forma va espressa l'intenzione del ministro, necessaria per la validità del sacramento. Ma tale intenzione non si esprime che con la formula indicativa. Dunque ...

3. In alcune chiese per l'amministrazione dell'estrema unzione si usano queste parole: "Ungo questi occhi con l'olio consacrato nel nome del Padre, ecc.", e ciò in armonia con la forma degli altri sacramenti. Quindi la forma di questo sacramento consiste in tale formula.

IN CONTRARIO: 1. Ciò che costituisce la forma del sacramento va osservato da tutti. Ora, rientrano nella consuetudine di tutte le chiese, non le parole citate, ma le seguenti in forma deprecatoria: "Per questa santa unzione, e per la sua piissima misericordia, il Signore ti perdoni tutte le colpe che hai commesso con la vista, ecc.". Quindi la forma di questo sacramento è un'orazione deprecatoria.

2. Ciò si deduce anche dalle parole di S. Giacomo, che attribuisce l'efficacia di questo sacramento alla preghiera: "La preghiera della fede", egli dice, "salverà il malato". Poiché dunque l'efficacia del sacramento viene dalla forma, è chiaro che questa è per l'estrema unzione la formula deprecatoria.

RISPONDO: La forma dell'estrema unzione consiste in un'orazione deprecatoria, come è evidente dalle parole di S. Giacomo, e dall'uso della Chiesa Romana, la quale nell'amministrazione di questo sacramento usa solo parole deprecatorie. E ciò per diverse ragioni.
Primo, perché chi riceve questo sacramento è debole di forze. Per cui ha bisogno di essere sostenuto con la preghiera.
Secondo, perché chi lo riceve morendo cessa di appartenere alla Chiesa militante per riposare solo nelle mani di Dio. Perciò viene affidato a lui con la preghiera.
Terzo, perché l'estrema unzione non ha un effetto determinato che venga prodotto immancabilmente dall'azione del ministro, appena si attuano gli elementi necessari all'essenza del sacramento.
Cosa che invece capita nel battesimo e nella cresima per il carattere; nella Eucarestia per la transustanziazione; e nella penitenza per la remissione dei peccati, se c'è la contrizione, requisito essenziale alla penitenza; non così invece nell'estrema unzione. Perciò in questo sacramento la forma non può essere in maniera indicativa, come è negli altri.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Questo sacramento, come gli altri citati, possiede in sé un effetto sicuro, ma il conseguimento di esso può essere ostacolato dall'indisposizione di chi lo riceve. Per l'estrema unzione quindi non succede lo stesso che per gli altri sacramenti, nei quali in qualche modo un effetto si ottiene sempre.

2. L'intenzione è espressa sufficientemente con l'atto menzionato nella forma, cioè: "Per questa santa unzione".

3. Le parole in forma indicativa, che, secondo il costume di alcune chiese, precedono l'orazione, non sono la forma del sacramento, ma solo una preparazione a quella, nel senso che servono al ministro per determinare la sua intenzione rispetto a ciò che sta per fare.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Il sacramento dell'estrema unzione > Se la suddetta formula (deprecatoria) costituisca la forma adatta di questo sacramento


Supplemento
Questione 29
Articolo 9

SEMBRA che la suddetta formula [deprecatoria] non costituisca la forma adatta di questo sacramento. Infatti:
1. Nella forma degli altri sacramenti si fa menzione della materia: p. es., nella confermazione. Ma ciò non avviene nelle parole citate. Quindi questa forma non è adatta.

2. L'effetto dell'estrema unzione è frutto della misericordia divina, come quello degli altri sacramenti. Ma nella forma di questi è ricordata la Trinità e la passione [di Cristo], non la misericordia divina. Lo stesso dunque deve avvenire qui.

3. Nel testo [delle Sentenze] si parla di un duplice effetto di questo sacramento. Ma nelle parole citate si fa menzione soltanto di uno, cioè della remissione dei peccati, e non della guarigione fisica, a cui S. Giacomo ordinava la preghiera della fede quando dice: "La preghiera della fede guarirà l'infermo". Quindi la forma citata non è adatta.

RISPONDO: L'orazione citata è la forma adatta dell'estrema unzione. Infatti ricorda il sacramento, con le parole: "per questa santa unzione"; manifesta poi chi opera in esso, cioè "la misericordia divina"; e il suo effetto, cioè "la remissione dei peccati".

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. L'atto dell'unzione è considerato materia di questo sacramento: non è invece materia della cresima l'atto espresso nella sua forma. Quindi l'accostamento non vale.

2. La misericordia dice ordine alla miseria. Poiché dunque l'estrema unzione viene conferita a chi si trova nella miseria, cioè nell'infermità, è giusto che in questo sacramento più che negli altri sia ricordata la misericordia.

3. Nella forma del sacramento va espresso l'effetto principale, che sempre si ottiene se non c'è impedimento da parte di chi lo riceve. Questo effetto però non è la salute fisica, come si vedrà in seguito, benché talvolta ne derivi anche quella. Ecco perché S. Giacomo attribuisce tale effetto all'orazione che funge da forma dell'estrema unzione.

Alla Questione precedente

 

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