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Se qualunque parroco possa concedere indulgenze
Supplemento
Questione 26
Articolo 1
SEMBRA che qualunque parroco possa concedere indulgenze.
Infatti:
1. L'efficacia delle indulgenze deriva dal cumulo di meriti della Chiesa. Ma ogni comunità possiede una certa quantità di meriti. Perciò ogni sacerdote che sia a capo di una comunità di fedeli può concedere indulgenze: lo stesso si dice dei prelati.
2. Il prelato governa la propria comunità come ogni uomo governa se stesso. Ora, chiunque può trasmettere ad un altro i propri beni ed espiare per lui. Quindi anche il prelato può dispensare
ai singoli sudditi i beni della comunità. Dunque può concedere indulgenze.
IN CONTRARIO: È richiesta maggiore autorità per scomunicare che per concedere indulgenze. Ora, il parroco non può scomunicare. Quindi neppure può concedere indulgenze.
RISPONDO: L'effetto delle indulgenze consiste nel fatto che le opere di espiazione di uno vengono applicate in favore di un altro, non soltanto in forza della carità che li unisce, ma anche perché l'intenzione dell'uno si volge in qualche modo verso l'altro. Ora, l'intenzione di una persona può raggiungere un'altra, in tre maniere: in maniera speciale, generale, o particolare. In maniera particolare, quando una persona espia in concreto per un'altra determinata. È così che tutti possono trasmettere a un altro le proprie opere buone. In maniera speciale, quando uno, p. es., prega e offre i suoi meriti per la propria comunità, per i familiari e i benefattori. In questo senso il superiore della comunità può partecipare ad altri quei beni, applicando l'intenzione dei membri della sua comunità a una persona particolare. - In maniera generale poi, quando una persona offre le sue azioni per il bene comune in genere. Ebbene dispensare in tal modo le azioni buone applicando l'intenzione [generale] di chi le ha compiute a questa o a quell'altra persona spetta al capo supremo della Chiesa. E poiché il singolo è membro della comunità e questa a sua volta fa parte della Chiesa, ne segue che nell'intenzione del bene privato resta inclusa l'intenzione, sia del bene di una comunità, che del bene di tutta la Chiesa. Quindi il capo della Chiesa può disporre dei beni delle singole comunità e degli individui; e così il capo di una comunità può disporre dei beni dei singoli membri; ma non viceversa.
Tuttavia né il primo né il secondo modo di partecipare i beni, ma soltanto il terzo si chiama indulgenza, per due motivi. Primo, perché con i primi due, benché l'uomo venga assolto dalla pena davanti a Dio, non lo è invece da quelle imposte dalla Chiesa. Dalle quali al contrario viene assolto nel terzo caso. - Secondo, perché nessuna persona o comunità possiede un cumulo infinito di meriti, da bastare per sé e per tutti gli altri. E quindi una determinata persona non può essere assolta da tutta la pena dovuta, se un altro non sconti tutto per lei in maniera esplicita. La Chiesa invece quanto a meriti è inesauribile; soprattutto per quelli di Cristo. - Perciò solamente chi è a capo di una Chiesa può concedere indulgenze.
Inoltre la Chiesa è "la società dei fedeli". Ora, una società umana può essere di due tipi: domestica, p. es. una famiglia; e politica, p. es. un popolo. La Chiesa si avvicina più alla società politica, poiché lo stesso suo popolo è chiamato Chiesa; mentre le diverse comunità e parrocchie di una diocesi somigliano piuttosto alle comunità formate dalle diverse famiglie, o dai diversi uffici. Ecco perché soltanto il Vescovo propriamente è prelato della Chiesa; ed egli solo riceve l'anello come suo sposo. Per conseguenza egli soltanto gode pieno potere nell'amministrazione dei sacramenti, e giurisdizione nel foro giudiziale, come persona pubblica: gli altri invece hanno quel tanto di autorità da lui delegata. I sacerdoti che sono a capo di determinate popolazioni, al contrario, non sono prelati in modo assoluto, ma piuttosto coadiutori [del Vescovo]: per cui nella loro ordinazione questi dice: "Quanto più deboli siamo tanto maggior bisogno abbiamo di tali aiuti". Per questo motivo non possono neppure amministrare tutti i sacramenti. Dunque i parroci, gli abati e altri simili prelati non possono concedere indulgenze.
Da quanto è stato detto risultano risolte anche le difficoltà proposte.
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