Sup, 19

Terza parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > Ministro e uso del potere delle chiavi


Supplemento
Questione 19
Proemio

Veniamo quindi a indagare sui ministri e sull'uso del potere delle chiavi.
Sull'argomento si pongono sei quesiti:

1. Se i sacerdoti dell'antica Legge avessero il potere dei le chiavi;
2. Se tale potere l'avesse Cristo;
3. Se l'abbiano soltanto i sacerdoti;
4. Se i santi, pur non essendo sacerdoti, possano esercitare il potere delle chiavi;
5. Se i cattivi sacerdoti possano esercitarlo in modo efficace;
6. Se quelli scismatici, eretici, scomunicati, sospesi e degradati possano esercitare il potere delle chiavi.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > Ministro e uso del potere delle chiavi > Se i sacerdoti dell'antica Legge avessero il potere delle chiavi


Supplemento
Questione 19
Articolo 1

SEMBRA che i sacerdoti dell'antica Legge avessero il potere delle chiavi.
Infatti:
1. Tale potere è una conseguenza dell'ordine sacro. Ora, essi avevano l'ordine, per li quale venivano denominati sacerdoti. Dunque i sacerdoti dell'antica Legge avevano il potere delle chiavi.

2. Come dice il Maestro nelle Sentenze, le chiavi sono due: "la scienza, per discernere e il potere di giudicare". Ma i sacerdoti dell'antica Legge avevano la facoltà per l'una e l'altra funzione. Quindi avevano il potere delle chiavi.

3. I sacerdoti dell'antica Legge avevano un potere sopra il resto del popolo. Ma non temporale: altrimenti il potere regio non sarebbe stato distinto da quello sacerdotale. Dunque un potere spirituale. Ma il potere delle chiavi è precisamente questo. Quindi essi avevano il potere delle chiavi.

IN CONTRARIO: 1. Le chiavi sono ordinate ad aprire il regno dei cieli, che non si poteva aprire prima della passione di Cristo. Dunque i sacerdoti dell'antica Legge non avevano le chiavi.

2. I sacramenti dell'antica Legge non conferivano la grazia. Ora, le porte dei regno dei cieli non si possono aprire che mediante la grazia Quindi con quei sacramenti esse non si potevano aprire. Perciò anche i sacerdoti, che ne erano i ministri non detenevano le chiavi del regno dei cieli.

RISPONDO: Alcuni hanno affermato che nell'antica Legge i sacerdoti avevano il potere delle chiavi, perché come dice il Levitico avevano l'incombenza d'imporre una pena per il delitto, il che sembra rientrare nel potere delle chiavi: però allora tale potere sarebbe stato incompleto, mentre adesso in virtù di Cristo esso è completo nei sacerdoti della nuova legge.
Ma questo è contro quanto ha inteso dire l'Apostolo nell'Epistola agli Ebrei. Qui infatti il sacerdozio di Cristo viene preferito a quello legale per il fatto che "Cristo è Pontefice dei beni futuri", introducendo nel tabernacolo dei cicli "mediante il proprio sangue"; non già in quello "fatto dalle mani degli uomini", come faceva il sacerdozio dell'antica Legge "mediante il sangue di capri e di tori". Perciò è evidente che il potere di questo sacerdozio non si estendeva ai beni celesti, ma alle figure di codesti beni. Ecco perché, secondo altri, si deve affermare che gli antichi sacerdoti non avevano il potere delle chiavi, ma la prefigurazione di esso.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il potere delle chiavi è una conseguenza del sacerdozio per il quale si è introdotti nel regno dei cieli. Ma non era tale l'ordine del sacerdozio levitico. Quindi codesti sacerdoti non avevano le chiavi del cielo, bensì quelle del tabernacolo terrestre.

2. I sacerdoti dell'antica Legge avevano l'autorità di discernere e di giudicare per ammettere l'uomo da essi giudicato non ai beni celesti, bensì a quelli che li prefiguravano.

3. Essi avevano un potere spirituale per il fatto che mediante i sacramenti della Legge purificavano gli uomini, non dalle colpe, ma dalle irregolarità, in modo che potessero accedere così "al tabernacolo costruito dalle mani degli uomini".



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > Ministro e uso del potere delle chiavi > Se Cristo avesse il potere delle chiavi


Supplemento
Questione 19
Articolo 2

SEMBRA che Cristo non avesse il potere delle chiavi. Infatti:
1. Codesto potere è connesso col carattere dell'ordine. Ma Cristo non aveva il carattere. Quindi neppure il potere delle chiavi.

2. Cristo aveva sui sacramenti un potere di eccellenza, in modo da poterne conferire gli effetti senza la virtù sacramentale. Ora, il potere delle chiavi è una virtù sacramentale. Quindi Cristo non aveva bisogno di chiavi. Perciò possederle per lui sarebbe stato inutile.

IN CONTRARIO: Nell'Apocalisse si legge: "Ecco quanto dice colui che ha la chiave di David, ecc.".

RISPONDO: La virtù di compiere una data cosa non si trova allo stesso modo nello strumento e nell'agente principale, ma nell'agente principale si trova in modo più perfetto. Ora il potere delle chiavi che abbiamo noi, come la virtù relativa agli altri sacramenti, e strumentale: in Cristo invece, che è l'agente principale della nostra salvezza, si riscontra in maniera autoritaria o causale in quanto è Dio, e come cosa meritata in quanto egli è un uomo. La chiave però nel suo concetto esprime il potere di aprire e di chiudere, sia che uno apra come agente principale, sia che operi come ministro. Perciò in Cristo si deve ammettere il potere delle chiavi, però diversamente da come si trova nei ministri. Ecco perché si dice che egli ha "la chiave di eccellenza".

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Il carattere implica nel suo concetto l'idea di derivazione da un altro. Ecco perché il potere delle chiavi che in noi deriva da Cristo è conseguente al carattere col quale ci conformiamo a lui. Ma in Cristo tale potere non segue il carattere, bensì la forma principale da cui esso deriva.

2. Il potere delle chiavi posseduto da Cristo non era una virtù sacramentale, bensì il principio del potere sacramentale delle chiavi.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > Ministro e uso del potere delle chiavi > Se i sacerdoti soltanto abbiano il potere delle chiavi


Supplemento
Questione 19
Articolo 3

SEMBRA che non i sacerdoti soltanto abbiano il potere delle chiavi.
Infatti:
1. S. Isidoro scrive che "gli ostiari hanno l'incombenza di distinguere tra i buoni e i cattivi: accolgono i buoni, ed escludono gli indegni". Ma questa, come abbiamo visto, è la definizione del potere delle chiavi. Dunque non i sacerdoti soltanto, ma anche gli ostiari hanno il potere delle chiavi.

2 Ai sacerdoti il potere delle chiavi viene conferito da Dio con l'unzione sacra. Ma anche i re ricevono da Dio il potere sul popolo dei credenti, e vengono consacrati con l'unzione sacra. Quindi il potere delle chiavi non spetta soltanto ai sacerdoti.

3. Il sacerdozio è un ordine sacro strettamente personale. Invece il potere delle chiavi talora sembra essere conferito a tutta un'assemblea: poiché ci sono dei capitoli che possono comminare la scomunica, il che rientra nel potere delle chiavi. Perciò questo non spetta esclusivamente ai sacerdoti.

4. Le donne non sono suscettibili di ordini sacri: perché come dice S. Paolo, ad esse non spetta insegnare. Eppure certe donne pare che abbiano il potere delle chiavi: le abbadesse, p. es., che hanno un potere spirituale sulle loro suddite. Perciò non i sacerdoti soltanto hanno il potere delle chiavi.

IN CONTRARIO: 1. S. Ambrogio insegna: "Questo diritto", di legare e di sciogliere, "è concesso solo ai sacerdoti".

2. Col potere delle chiavi uno è posto come intermediario tra il popolo e Dio. Ma questo compete solo ai sacerdoti, i quali, come dice S. Paolo, "sono costituiti per il culto di Dio, allo scopo di offrire oblazioni e sacrifici per i peccati". Perciò soltanto i sacerdoti hanno il potere delle chiavi.

RISPONDO: Esistono due tipi di chiavi. Il primo ha un potere che si estende direttamente fino al cielo, togliendo con la remissione dei peccati, gli ostacoli che impediscono di entrarvi. Essa viene chiamata "chiave dell'ordine". E questa si riscontra solo nei sacerdoti: perché essi soltanto sono ordinati al popolo per le cose che direttamente riguardano Dio.
Il secondo tipo di chiave non tende al cielo direttamente, bensì attraverso la Chiesa militante: poiché da codesto potere uno viene escluso o ammesso nella Chiesa militante, rispettivamente con la scomunica e con l'assoluzione. E questa viene nominata "chiave della giurisdizione in foro esterno". Ecco perché possono averla anche coloro che non sono sacerdoti: p. es., gli arcidiaconi, i vescovi eletti, e gli altri che hanno facoltà di scomunicare. Ma propriamente questo potere non si può chiamare chiave del cielo, bensì potere preparatorio rispetto a quella.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Gli ostiari hanno le chiavi per custodire quanto è contenuto nel tempio materiale: ed esaminano chi ammettere e chi escludere in codesto tempio, non giudicando di propria autorità chi è degno e chi indegno, ma eseguendo il giudizio dato dal sacerdote: cosicché essi risultano puri esecutori del potere sacerdotale.

2. I re non hanno nessun potere nelle cose spirituali, e quindi non ricevono le chiavi del regno dei cieli: l'hanno solo su quelle temporali, e questo deriva anch'esso totalmente da Dio, come dice
S. Paolo. Né mediante l'unzione che ricevono viene loro conferito nessun ordine sacro: ma si vuol indicare così che il loro eccelso potere deriva da Cristo, affinché essi regnino sul popolo cristiano come sudditi essi stessi di Cristo.

3. Come in campo politico talora il potere è tutto in un solo individuo, ed è il caso del regno; talora invece è spartito ugualmente tra più individui costituiti nei vari uffici, secondo le parole di Aristotele; così anche la giurisdizione spirituale può essere esercitata da uno solo, p. es., dal vescovo, oppure da più individui, p. es. dal capitolo. E in tal caso costoro hanno cumulativamente la chiave della giurisdizione, ma non quella dell'ordine.

4. Secondo l'Apostolo la donna è in istato di sudditanza, e quindi non può avere nessuna giurisdizione spirituale. Del resto anche secondo il Filosofo si ha la corruzione di tutto il vivere civile quando il dominio finisce nelle mani di una donna. Perciò la donna non ha ne le chiavi dell'ordine né le chiavi della giurisdizione. Tuttavia ad essa viene affidato qualche atto nell'uso delle chiavi: p. es., la correzione di quelle donne che a lei sono sottoposte, per evitare il pericolo che potrebbe risultare dalla coabitazione di uomini in mezzo a loro.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > Ministro e uso del potere delle chiavi > Se i santi, anche se non sono sacerdoti, possano esercitare il potere delle chiavi


Supplemento
Questione 19
Articolo 4

SEMBRA che le persone sante, anche se non sono sacerdoti, possano esercitare il potere delle chiavi. Infatti:
1. Lo sciogliere e il legare che si fa mediante le chiavi non ha efficacia che dalla passione di Cristo. Ma alla passione di Cristo si conformano soprattutto coloro che seguono Cristo sofferente con la pazienza, e con le altre virtù. Perciò sembra che costoro, anche se privi dell'ordine sacerdotale, abbiano la facoltà di legare e di sciogliere.

2. S. Paolo afferma: "Senza alcuna possibilità di contraddizione, è l'inferiore che riceve la benedizione dal superiore". Ma nell'ordine spirituale, come nota S. Agostino, "superiore equivale a migliore". Dunque i migliori, cioè quelli forniti di carità, possono benedire gli altri assolvendoli. Di qui la stessa conclusione di sopra.

IN CONTRARIO: A detta del Filosofo, " l'agire spetta a chi ne possiede la facoltà". Ora, il potere delle chiavi, che è un potere spirituale, spetta soltanto ai sacerdoti. Dunque l'esercizio di esso non può appartenere che ai sacerdoti.

RISPONDO: L'agente principale e quello strumentale differiscono in questo, che quest'ultimo non imprime sull'effetto una propria somiglianza, ma quella dell'agente principale; invece l'agente principale imprime la propria somiglianza. Perciò quello che costituisce l'agente principale è il fatto che esso ha una forma che è capace di trasfondere in un altro: mentre ciò che fa di un essere un agente strumentale è il fatto che esso viene applicato all'atto dall'agente principale per ottenere un effetto. Ora, siccome nell'esercizio del potere delle chiavi Cristo è l'agente principale, sia come Dio mediante il dominio, sia come uomo mediante il merito, deriva dalla pienezza della sua bontà divina e dalla perfezione della sua grazia che egli possa esercitarlo [di propria autorità]. Ma nessun altro uomo può esercitarlo come agente principale: perché non è in grado di dare né di meritare efficacemente a un altro la grazia con la quale vengono rimessi i peccati. Perciò un altro uomo non è che un agente strumentale. Colui infatti che ottiene l'effetto delle chiavi non ottiene una somiglianza con chi ha esercitato il potere delle chiavi, bensì con Cristo. Ecco perché nessuno, per quanta grazia abbia, può arrivare a produrre l'effetto delle chiavi, senza esservi applicato quale ministro ricevendo l'ordine sacro.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Come tra lo strumento e l'effetto non si richiede una somiglianza di forma, bensì di corrispondenza proporzionale nel rapporto di strumento ed effetto; così non si richiede tra lo strumento e l'agente principale. Invece nei santi c'è una somiglianza di quel genere con Cristo sofferente. Ma tale somiglianza non conferisce loro l'esercizio del potere delle chiavi.

2. Sebbene un puro uomo non possa de condigno, meritare a un altro la grazia, tuttavia il merito dell'uno può cooperare alla salute dell'altro. Perciò vanno distinte due benedizioni. La prima che promana dall'uomo in quanto merita personalmente col proprio atto. E questa può esser data da qualsiasi santo, nel quale Cristo abita con la sua grazia. E ciò richiede una bontà morale superiore, per lo meno relativa. - La seconda è la benedizione con la quale uno applica ad altri quale strumento la benedizione che promana dai meriti di Cristo. E per questa è indispensabile la superiorità dell'ordine sacro e non della virtù.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > Ministro e uso del potere delle chiavi > Se i cattivi sacerdoti possano esercitare il potere delle chiavi


Supplemento
Questione 19
Articolo 5

SEMBRA che i cattivi sacerdoti non possano esercitare il potere delle chiavi. Infatti:
1. Nel Vangelo viene promesso il dono dello Spirito Santo là dove agli Apostoli viene conferito il potere delle chiavi. Ora, i cattivi non hanno lo Spirito Santo. Quindi non possono esercitare il potere delle chiavi.

2. Nessun re assennato affida l'amministrazione dei suoi tesori al proprio nemico. Ma l'esercizio dei potere delle chiavi consiste nell'amministrare i tesori del Re dei cieli, che è la stessa Sapienza. Dunque ai cattivi, che per i loro peccati sono i suoi nemici, non è concesso di esercitare il potere delle chiavi.

3. S. Agostino afferma che "Dio concede i sacramenti della grazia anche mediante i malvagi, ma non dà la sua grazia che da se stesso, o mediante i suoi santi. Cosicché egli compie la remissione dei peccati, o da se stesso, oppure mediante i membri della Colomba". Ora, la remissione dei peccati rientra nell'esercizio del potere delle chiavi. Perciò ai peccatori, che non appartengono alla Colomba, codesto esercizio non è concesso.

4. L'intercessione di un cattivo sacerdote non ha nessuna efficacia per ottenere la riconciliazione: poiché, come dice S. Gregorio, "l'invio di un intercessore non gradito inasprisce l'animo di chi è adirato". Ma l'uso del potere delle chiavi viene fatto sotto forma di intercessione, come risulta dalla formula dell'assoluzione. Dunque nei cattivi l'esercizio di codesto potere non ha efficacia.

IN CONTRARIO: 1. Nessuno può sapere se un altro è in istato di grazia. Se quindi nessuno potesse esercitare il potere delle chiavi con l'assoluzione senza essere in grazia, nessuno potrebbe sapere di essere stato assolto. Il che sarebbe un inconveniente gravissimo.

2. L'iniquità di un servo non può distruggere la liberalità del padrone. Ora, il sacerdote è solo ministro, o servo. Dunque la sua cattiveria non può privarci del dono che Dio ci trasmette per mezzo suo.

RISPONDO: Lo strumento come non viene costituito dalla partecipazione della forma che esso deve imprimere nell'effetto, così non perde la sua funzione per la perdita di tale forma. Perciò, siccome l'uomo è solo un agente strumentale nell'esercizio delle chiavi, per quanto egli sia col peccato privato della grazia, con la quale si ha la remissione dei peccati, in nessun modo viene a perdere l'esercizio del potere delle chiavi.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Per il potere delle chiavi il dono dello Spirito Santo è richiesto non perché quello non sarebbe esercitabile senza di esso, ma perché senza di esso tale atto sarebbe illecito da parte di chi lo esercita: sebbene chi vi si sottopone consegua l'effetto delle chiavi.

2. Un re di questo mondo può essere defraudato e ingannato circa i suoi tesori; e per questo non ne affida l'amministrazione al proprio nemico. Ma il Re dei cieli non può essere defraudato: poiché serve al suo onore anche il fatto che alcuni usano male il potere delle chiavi; sapendo egli trarre il bene anche dal male, e compiere anche per mezzo dei cattivi molte cose buone. Perciò il paragone non regge.

3. S. Agostino parla della remissione dei peccati cui i santi cooperano non col potere delle chiavi, bensì coi loro meriti de congruo. Infatti egli afferma che i sacramenti sono amministrati anche dai cattivi. Ora, tra gli altri sacramenti va computata anche l'assoluzione, che è esercizio del potere delle chiavi. Ma Dio compie la remissione dei peccati mediante "i membri della Colomba", cioè mediante i santi, perché li rimette per le loro intercessioni.
Oppure si può rispondere che "i membri della Colomba" sono per lui tutti coloro che non sono separati dalla Chiesa. Infatti quelli che ricevono i sacramenti da costoro conseguono la grazia: invece non la ricevono quando ricorrono a chi è separato dalla Chiesa, peccando essi nel fatto stesso di riceverli, ad eccezione del battesimo che in caso di necessità è lecito ricevere anche da uno scomunicato.

4. L'intercessione fatta dal sacerdote cattivo a nome proprio non ha efficacia: quella invece che egli fa come ministro della Chiesa ha efficacia per i meriti di Cristo. Ma l'intercessione del sacerdote deve giovare al popolo a lui soggetto nell'uno e nell'altro modo.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > Ministro e uso del potere delle chiavi > Se scismatici ed eretici, scomunicati, sospesi e degradati possano esercitare il potere delle chiavi


Supplemento
Questione 19
Articolo 6

SEMBRA che [i sacerdoti] scismatici, eretici, scomunicati, sospesi e degradati possano esercitare il potere delle chiavi. Infatti:
1. Il potere delle chiavi dipende dall'ordine sacro come il potere di consacrare. Ora costoro non possono perdere la facoltà di consacrare: poiché se consacrano, consacrano realmente, pur facendo peccato con tale consacrazione. Perciò essi non possono perdere l'uso del potere delle chiavi.

2. Ogni potere attivo di ordine spirituale in chi è fornito di libero arbitrio passa all'atto quando egli vuole. Ma nei sacerdoti suddetti il potere delle chiavi rimane: altrimenti, siccome non viene dato che con l'ordine sacro, essi andrebbero riordinati quando tornano alla Chiesa. Trattandosi quindi di un potere attivo, essi possono procedere all'atto quando vogliono.

3. Le grazie spirituali sono più ostacolate dalla colpa che dalla pena. Ora, scomunica, sospensione e degradazione sono pene. Perciò, siccome l'uso del potere delle chiavi non si perde per la colpa, è evidente che non si perde neppure per queste punizioni.

IN CONTRARIO: 1. S. Agostino insegna, che "è la carità della Chiesa a rimettere i peccati". Ora. la carità costituisce l'unità della Chiesa. Costoro, quindi essendo separati da codesta unità, non possono esercitare il potere delle chiavi nel rimettere i peccati.

2. Nessuno può essere assolto dai peccati commettendo una colpa. Ma chi chiede l'assoluzione da costoro, agendo contro un comando della Chiesa, commette una colpa. Dunque da costoro egli non può essere assolto dei suoi peccati. Perciò si torna alla conclusione precedente.

RISPONDO: In tutti i sacerdoti suddetti il potere delle chiavi rimane nella sua essenza, ma l'esercizio viene impedito per mancanza di materia su cui esercitarsi. Infatti siccome il potere delle chiavi richiede in chi l'esercita, come sopra abbiamo visto, una giurisdizione su colui che deve beneficiarne, materia propria per l'uso delle chiavi sono i sudditi. E poiché la sudditanza dell'uno all'altro dipende dalle disposizioni della Chiesa, i prelati della Chiesa possono sottrarre a un sacerdote i sudditi a lui soggetti. Perciò, poiché la Chiesa colpisce così gli eretici, gli scismatici e gli altri sopra ricordati, sottraendo loro i sudditi o in tutto o per certe facoltà, costoro rispetto alle facoltà di cui sono privati non possono esercitare il potere delle chiavi.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Materia del sacramento dell'Eucarestia, su cui il sacerdote esercita il suo potere, non è l'uomo, ma il pane di grano; e nel battesimo materia è l'uomo senza restrizioni. Perciò come se a un sacerdote eretico si sottrae il pane di grano non può consacrare, così se a un prelato si toglie la giurisdizione, non può assolvere. Tuttavia egli ha ancora la capacità di battezzare e di consacrare: però a propria dannazione.

2. L'affermazione è vera, purché non venga a mancare la materia, come in questo caso.

3. La colpa non sottrae la materia come possono fare certe pene. Perciò la pena ostacola qui non perché contraria all'effetto da produrre, ma per la ragione che abbiamo detto.

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