Sup, 10

Terza parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > Gli effetti della confessione


Supplemento
Questione 10
Proemio

Passiamo ora a considerare gli effetti della confessione.
Sull'argomento si pongono cinque quesiti:

1. Se la confessione liberi dalla morte del peccato;
2. Se in qualche modo liberi anche dalla pena;
3. Se apra il paradiso;
4. Se essa dia la speranza della saldezza;
5. Se la confessione generale cancelli i peccati mortali dimenticati.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > Gli effetti della confessione > Se la confessione liberi dalla morte del peccato


Supplemento
Questione 10
Articolo 1

SEMBRA che la confessione non liberi dalla morte del peccato.
Infatti:
1. La confessione segue la contrizione. Ma la contrizione basta già a cancellare la colpa. Dunque la confessione non libera dalla morte del peccato.

2. Come è una colpa il peccato mortale, lo è pure il peccato veniale. Ora, secondo il testo delle Sentenze, mediante la confessione "ciò che prima era mortale diventa veniale". Dunque con la confessione la colpa non viene cancellata, ma solo mutata da un genere all'altro di colpa.

IN CONTRARIO: La confessione fa parte del sacramento della penitenza. Ma la penitenza libera dalla colpa. Quindi anche la confessione.

RISPONDO: La penitenza in quanto sacramento trova il suo compimento soprattutto nella confessione: perché è con essa che uno si sottopone ai ministri della Chiesa, dispensatori dei sacramenti. Infatti la contrizione implica il proposito della confessione; mentre la soddisfazione viene determinata secondo il giudizio del sacerdote che ascolta la confessione. E poiché nel sacramento della penitenza viene infusa la grazia, che determina la remissione dei peccati come nel battesimo, la confessione rimette la colpa in forza dell'annessa assoluzione, allo stesso modo che la rimette il battesimo. Infatti il battesimo libera dalla morte del peccato non solo quando si riceve di fatto, ma anche in quanto viene desiderato: com'è evidente nel caso di coloro che si accostano al battesimo già santificati. Se uno poi non mette ostacoli, riceve la grazia che rimette i peccati nell'atto stesso che riceve il battesimo, se già non gli sono stati rimessi in precedenza. Allo stesso modo si deve pensare della confessione connessa con l'assoluzione: e cioè che essa libera dalla colpa già da quando è nel desiderio del penitente; però nell'atto della confessione e dell'assoluzione la grazia si accresce: e si concede allora la remissione dei peccati, se il dolore precedente non è stato sufficiente per la vera contrizione, e il penitente in quel momento non mette ostacolo alla grazia. Quindi come del battesimo si dice che libera dalla morte, così si può dire della confessione.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La contrizione implica il proposito della confessione. Essa perciò libera i penitenti dalla colpa come il desiderio del battesimo ne libera i battezzandi.

2. Il termine veniale, in quel testo non si riferisce alla colpa, ma alla pena, che può essere facilmente espiata. Perciò non ne segue che la colpa passi a un altro genere di colpa, ma essa viene del tutto annichilata. Infatti una colpa può essere veniale in tre sensi distinti: primo, per il suo genere, come una parola oziosa; secondo, per la sua causa: nel senso che ha in sé la causa del perdono, come i peccati di fragilità; terzo, per quanto ad essa può capitare, come nel caso qui discusso, poiché mediante la confessione capita che della colpa passata, uno consegua il perdono.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > Gli effetti della confessione > Se la confessione liberi in qualche modo dalla pena


Supplemento
Questione 10
Articolo 2

SEMBRA che la confessione non liberi in nessun modo dalla pena. Infatti:
1. Al peccato non si deve altra pena che quella eterna, o quella temporale. Ora, la pena eterna viene rimessa con la contrizione, e quella temporale con la soddisfazione. Dunque la pena non viene rimessa affatto con la confessione.

2. Stando al testo delle Sentenze, "il proposito viene contato per l'atto". Ora, chi è contrito aveva il proposito di confessarsi. Perciò gli conta come se si fosse confessato. Quindi con la confessione che poi segue non ottiene nessuna remissione di pena.

IN CONTRARIO: La confessione è per se stessa una penitenza. Ma la pena dovuta al peccato viene espiata con qualsiasi opera penitenziale. Dunque anche con la confessione.

RISPONDO: La confessione unita all'assoluzione esercita in due modi il potere di assolvere dalla pena. Primo, in forza della stessa assoluzione. E in tal modo essa, già dal momento che è nel desiderio, come libera dalla colpa, libera dalla pena eterna, che di suo è una pena di condanna e di totale sterminio. Liberato da questa pena, l'uomo resta obbligato a una pena temporale, in quanto la pena ha la funzione di purificare e di far progredire. E codesta pena va espiata in purgatorio anche da coloro che sono scampati dalla pena dell'inferno. Ma tale pena è sproporzionata rispetto alle forze del penitente che vive in questo mondo; perciò essa dal potere delle chiavi viene ridotta in modo da essere proporzionata alle capacità del penitente, così da potersi purificare con la soddisfazione in questa vita.
Secondo, l'atto della confessione diminuisce la pena in forza della sua stessa natura, implicando esso la pena della vergogna. Ecco perché tanto più diminuisce la pena, quanto più spesso si ripete la confessione dei medesimi peccati.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. È così risolta anche la prima difficoltà.

2. Il proposito non viene considerato come l'esecuzione in quelle cose che vanno compiute da altri, come nel caso del battesimo: infatti il proposito di ricevere il battesimo non vale quanto il riceverlo di fatto. Invece il proposito viene contato come l'esecuzione stessa in quelle cose che dipendono dal soggetto. - Inoltre codesto principio vale per il premio essenziale: non già per l'espiazione della pena e per altre cose del genere, che sono oggetto accidentale e secondario del merito. Ecco perché chi ha fatto la confessione e ricevuto l'assoluzione, in purgatorio sarà punito meno di chi ebbe solo la contrizione.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > Gli effetti della confessione > Se la confessione apra il paradiso


Supplemento
Questione 10
Articolo 3

SEMBRA che la confessione non apra il paradiso. Infatti:
1. Di cose diverse diversi sono gli effetti. Ora, l'apertura del paradiso è effetto del battesimo. Quindi non è effetto della confessione.

2. In un luogo chiuso non si può entrare prima che venga aperto. Ebbene, c'è chi morendo prima di confessarsi entra in paradiso. Dunque non è la confessione che apre il paradiso.

IN CONTRARIO: La confessione sottopone l'uomo alle chiavi della Chiesa. Ma con queste viene aperto il paradiso. Dunque il paradiso viene aperto anche dalla confessione.

RISPONDO: Uno viene impedito dall'entrare in paradiso, sia dalla colpa che dal debito della pena. Ma poiché la confessione elimina questi ostacoli, come sopra abbiamo visto, si può dire che essa apre il paradiso.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Sebbene battesimo e penitenza siano dei sacramenti diversi, tuttavia agiscono entrambi in forza dell'unica passione di Cristo, dalla quale fu aperta la porta del paradiso.

2. Per colui che era caduto in peccato mortale, prima che concepisse il proposito di confessarsi, il paradiso era chiuso; sebbene, in seguito alla contrizione che implica tale proposito, gli venga aperto prima ancora che la confessione venga compiuta di fatto. Però l'ostacolo del debito di pena non viene totalmente rimesso prima della confessione e della soddisfazione.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > Gli effetti della confessione > Se tra gli altri effetti la confessione infonda anche la speranza di salvarsi


Supplemento
Questione 10
Articolo 4

SEMBRA che tra gli altri effetti la confessione non "dia la speranza di salvarsi". Infatti:
1. La speranza deriva da tutti i propri atti mentori. Dunque non può essere effetto proprio della confessione.

2. Come ricorda S. Paolo, noi raggiungiamo la speranza attraverso le tribolazioni. Ora, l'uomo affronta tribolazioni soprattutto nella soddisfazione. Perciò infondere la speranza di salvarsi spetta più alla soddisfazione che alla confessione.

IN CONTRARIO: Con la confessione, nota il Maestro, l'uomo diventa "più umile e più mite". Ma così l'uomo riceve la speranza di salvarsi. Quindi è effetto della confessione infondere la speranza di salvarsi.

RISPONDO: La speranza di ottenere il perdono dei peccati non proviene che da Cristo. Ma poiché con la confessione l'uomo si sottomette alle chiavi della Chiesa le quali ricevono la loro virtù dalla passione di Cristo, si conclude che la confessione infonde la speranza di salvarsi.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La speranza di salvarsi non può derivare principalmente dai nostri atti, bensì dalla grazia del Redentore. E poiché la confessione si fonda sulla grazia del Redentore, infonde la speranza di salvarsi, non semplicemente come atto meritorio personale, ma come parte di un sacramento.

2. La tribolazione ci da la speranza di salvarci in quanto è una prova della nostra virtù, e una purificazione dalla pena [dovuta ai nostri peccati]: ma la confessione, come abbiamo visto, non si limita a questo.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La penitenza > Gli effetti della confessione > Se basti la confessione generale per cancellare i peccati mortali dimenticati


Supplemento
Questione 10
Articolo 5

SEMBRA che non basti la confessione generale per cancellare i peccati mortali dimenticati. Infatti:
1. Non è necessario confessare di nuovo un peccato già cancellato dalla confessione. Quindi se con la confessione generale venissero cancellati anche i peccati dimenticati, non sarebbe necessario
che uno li confessasse quando se ne ricorda.

2. Chi non ha coscienza di peccato, o è innocente, oppure si è scordato del suo peccato. Se dunque con la confessione generale venissero cancellati anche i peccati mortali dimenticati, chi non ha coscienza di nessun peccato grave può esser certo, con la confessione generale, che è immune dal peccato mortale. Il che è contro l'affermazione dell'Apostolo: "Non ho coscienza di nulla, ma non per questo sono giustificato".

3. Nessuno può ottenere un vantaggio dalla propria negligenza. Ora, non può capitare senza negligenza che uno dimentichi un peccato mortale prima che gli venga perdonato. Perciò egli non può ottenere da questo il vantaggio di esser perdonato di una colpa, senza confessarla espressamente.

4. È certamente più lontano dal pensiero di chi si confessa ciò che è del tutto ignorato, che quanto viene da lui dimenticato. Eppure la confessione generale non cancella i peccati commessi per ignoranza: che altrimenti gli eretici e la gente rozza, i quali ignorano che certi peccati in cui sono immersi sono peccati, verrebbero assolti anch'essi con la confessione generale: il che è falso. Dunque la confessione generale non cancella i peccati dimenticati.

IN CONTRARIO: 1. Nei Salmi si legge: "Accostatevi a lui e sarete illuminati, e i vostri volti non conosceranno la confusione". Ma chi confessa tutto ciò che sa si avvicina a Dio quanto gli è possibile. Da lui infatti non si può esigere di più. Egli perciò non viene confuso, così da essere respinto, ma riceve il perdono.

2. Chi si confessa riceve il perdono, a meno che non agisca con finzione. Ma chi confessa tutti i peccati che ha in mente, nel dimenticarne qualcuno non agisce con finzione; perché è vittima dell'ignoranza di fatto, che scusa dal peccato. Dunque ottiene il perdono. E quindi i peccati dimenticati sono condonati: essendo "cosa empia sperare un perdono a metà".

RISPONDO: La confessione presuppone la contrizione che cancella la colpa. Cosicché direttamente la confessione è ordinata a cancellare la pena: e compie codesto effetto per la vergogna che implica, e per il potere delle chiavi cui si sottopone chi si confessa.
Ora, può capitare che un peccato, cancellato quanto alla colpa per la contrizione precedente, sia in generale, quando non se ne ricorda nell'atto del pentimento, sia in particolare, venga però dimenticato prima della confessione. Allora la confessione generale sacramentale produce il condono della pena per il potere delle chiavi, cui il penitente si sottomette senza mettere ostacoli, per quanto dipende da lui. Però non consegue la diminuzione della pena che proviene dalla vergogna della confessione, che egli non ha sofferto dinanzi al sacerdote confessando in particolare il suo peccato.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Nella confessione sacramentale non solo si richiede l'assoluzione, ma anche il giudizio del sacerdote che deve imporre la soddisfazione. Ecco perché sebbene uno sia stato assolto, tuttavia è tenuto a confessare [il peccato dimenticato], per supplire quanto era mancato nella sua confessione.

2. La confessione, come abbiamo detto, non agisce che in forza della contrizione precedente. E questa nessuno può sapere quando sia vera; come non può sapere con certezza se abbia la grazia. Perciò uno non può sapere con certezza, se con la confessione generale gli siano stati perdonati i peccati dimenticati: sebbene possa arguirlo da alcuni indizi.

3. Costui non ritrae un vantaggio dalla sua negligenza. Perché in tal modo non ottiene la piena remissione che altrimenti avrebbe ottenuto. E neppure merita allo stesso modo. Inoltre è tenuto a riconfessarsi, quando il peccato torna a mente.

4. L'ignoranza della legge non scusa, perché essa stessa è un peccato: scusa invece l'ignoranza del fatto. Perciò se uno non confessa dei peccati che per ignoranza della legge divina non riconosce come peccati, non viene scusato dal peccato di finzione. Ne sarebbe scusato invece se non li ritenesse peccati perché ignora una circostanza particolare: come se uno, p. es., compisse l'atto matrimoniale con una donna estranea, ritenendola sua moglie. Ora, la dimenticanza di un atto peccaminoso rientra nell'ignoranza del fatto. Ecco perché uno è scusato dal peccato di finzione, che impedisce il frutto sia dell'assoluzione che della confessione.

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