I, 71

Parte prima > La derivazione delle creature da Dio > L'opera dei sei giorni > L'opera del quinto giorno


Prima pars
Quaestio 71

[31359] Iª q. 71 arg. 1
Deinde considerandum est de opere quintae diei. Et videtur quod inconvenienter hoc opus describatur. Illud enim aquae producunt, ad cuius productionem sufficit virtus aquae. Sed virtus aquae non sufficit ad productionem omnium piscium et avium, cum videamus plura eorum generari ex semine. Non ergo convenienter dicitur, producant aquae reptile animae viventis, et volatile super terram.

 
Prima parte
Questione 71

[31359] Iª q. 71 arg. 1
Passiamo a studiare l’opera del quinto giorno.
SEMBRA che la sua descrizione si presti a delle critiche. Infatti:
1. Le acque possono produrre soltanto quello di cui sono capaci.
Ora la virtù delle acque non può bastare a produrre tutti i pesci e tutti gli uccelli: vediamo infatti che molti di essi sono generati mediante il seme. Non è dunque esatto il dire: "Producano le acque vivi animali striscianti e volanti sopra la terra".

[31360] Iª q. 71 arg. 2
Praeterea, pisces et aves non tantum producuntur ex aqua, sed in eorum compositione videtur magis terra dominari quam aqua, quia corpora eorum naturaliter moventur ad terram; unde et in terra quiescunt. Non ergo convenienter dicitur pisces et aves ex aqua produci.

 

[31360] Iª q. 71 arg. 2
2. I pesci e gli uccelli non sono fatti soltanto di acqua, ma nella loro struttura sembra che la terra predomini sull’acqua, tant’è vero che i loro corpi hanno un moto naturale verso la terra, e su di essa si posano. Non è giusto perciò affermare che sono stati prodotti dall’acqua.

[31361] Iª q. 71 arg. 3
Praeterea, sicut pisces habent motum in aquis, ita et aves in aere. Si ergo pisces ex aquis producuntur, aves non deberent produci ex aquis, sed ex aere.

 

[31361] Iª q. 71 arg. 3
3. Come i pesci nell’acqua, così gli uccelli si muovono nell’aria. Supposto perciò che i primi siano prodotti dall’acqua, i secondi dovrebbero essere prodotti non dall’acqua, ma dall’aria.

[31362] Iª q. 71 arg. 4
Praeterea, non omnes pisces reptant in aquis, cum quidem habeant pedes, quibus gradiuntur in terra, sicut vituli marini. Non ergo sufficienter productio piscium designatur in hoc quod dicitur, producant aquae reptile animae viventis.

 

[31362] Iª q. 71 arg. 4
4. Non tutti i pesci nuotano nell’acqua, essendovene alcuni forniti di piedi, con i quali camminano sulla terra, come le foche. Non è dunque completo il racconto della creazione dei pesci, che viene fatto nella frase: "Producano le acque vivi animali striscianti".

[31363] Iª q. 71 arg. 5
Praeterea, animalia terrestria sunt perfectiora avibus et piscibus. Quod patet ex hoc quod habent membra magis distincta, et perfectiorem generationem, generant enim animalia, sed pisces et aves generant ova. Perfectiora autem praecedunt in ordine naturae. Non ergo quinta die debuerunt fieri pisces et aves, ante animalia terrestria.

 

[31363] Iª q. 71 arg. 5
5. Gli animali terrestri sono più perfetti degli uccelli e dei pesci. Infatti hanno membra più differenziate e una generazione più perfetta, poiché sono vivipari, mentre i pesci e gli uccelli sono ovipari. Ora gli animali più perfetti hanno una precedenza nell’ordine di natura. Dunque i pesci e gli uccelli non si dovevano creare nel quinto giorno, prima degli animali terrestri.

[31364] Iª q. 71 s. c.
In contrarium sufficit auctoritas Scripturae.

 

[31364] Iª q. 71 s. c.
IN CONTRARIO: Basta l’autorità della Scrittura.

[31365] Iª q. 71 co.
Respondeo dicendum quod, sicut supra dictum est, opus ornatus per ordinem respondet ordini distinctionis. Unde sicut inter tres dies distinctioni deputatos, media, quae est secunda, deputatur distinctioni medii corporis, scilicet aquae; ita inter tres dies deputatos ad opus ornatus, media, idest quinta, deputatur ad ornatum medii corporis, per productionem avium et piscium. Unde sicut Moyses in quarta die nominat luminaria et lucem, ut designet quod quarta dies respondet primae, in qua dixerat lucem factam; ita in hac quinta die facit mentionem de aquis et de firmamento caeli, ut designet quod quinta dies respondet secundae. Sed sciendum est quod, sicut in productione plantarum differt Augustinus ab aliis, ita et in productione piscium et avium. Alii enim dicunt pisces et aves quinta die esse productos in actu, Augustinus autem dicit, V super Gen. ad Litt., quod quinta die aquarum natura produxit pisces et aves potentialiter.

 

[31365] Iª q. 71 co.
RISPONDO: Come abbiamo già detto, l’ordine [tenuto nel descrivere l’opera] di abbellimento corrisponde all’ordine [tenuto nella descrizione dell’opera] di distinzione. Per conseguenza, come fra i tre giorni assegnati alla distinzione, quello intermedio, cioè il secondo, è destinato alla distinzione del corpo intermedio, ossia dell’acqua, così, fra i tre giorni assegnati all’ornamento, quello intermedio, che è il quinto, è destinato all’abbellimento del corpo intermedio, mediante la produzione degli uccelli e dei pesci. E come Mosè ricorda gli astri e la luce nel quarto giorno, per indicare che esso corrisponde al primo, in cui aveva parlato della creazione della luce, così in questo quinto giorno fa menzione delle acque e del firmamento del cielo, per mostrare che il quinto giorno corrisponde al secondo.
È però da notarsi che S. Agostino, come si stacca dagli altri a proposito della produzione delle piante, fa altrettanto circa la produzione dei pesci e degli uccelli. Gli altri dicono che questi furono prodotti nella loro attualità il quinto giorno; egli invece afferma che la natura delle acque li produsse in quel giorno, ma solo allo stato potenziale.

[31366] Iª q. 71 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod Avicenna posuit omnia animalia posse generari ex aliquali elementorum commixtione absque semine, etiam per viam naturae. Sed hoc videtur inconveniens. Quia natura determinatis mediis procedit ad suos effectus, unde illa quae naturaliter generantur ex semine, non possunt naturaliter sine semine generari. Et ideo dicendum est aliter, quod in naturali generatione animalium, principium activum est virtus formativa quae est in semine, in iis quae ex semine generantur; loco cuius virtutis, in iis quae ex putrefactione generantur, est virtus caelestis corporis. Materiale autem principium in utrorumque animalium generatione, est aliquod elementum vel elementatum. In prima autem rerum institutione, fuit principium activum verbum Dei, quod ex materia elementari produxit animalia vel in actu, secundum alios sanctos; vel virtute, secundum Augustinum. Non quod aqua aut terra habeat in se virtutem producendi omnia animalia, ut Avicenna posuit, sed quia hoc ipsum quod ex materia elementari, virtute seminis vel stellarum, possunt animalia produci, est ex virtute primitus elementis data.

 

[31366] Iª q. 71 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Avicenna pensava che tutti gli animali potessero essere generati, anche secondo natura, da una composizione degli elementi, senza il seme. - Ciò non pare ammissibile, perché la natura procede ai suoi fini con mezzi determinati; perciò gli esseri generati naturalmente dal seme, non possono naturalmente essere generati senza di esso.
Bisogna dunque dare una spiegazione diversa, e dire che nella generazione di quegli animali che nascono dal seme, il principio attivo è la potenza plasmatrice risiedente nel seme; per quelli invece che nascono dalla putrefazione, quella potenza è sostituita dalla virtù di un corpo celeste. Nella generazione di ambedue i generi di animali però il principio materiale è un elemento, o un aggregato di elementi. - Ma nella prima formazione delle creature il Verbo di Dio fu il principio attivo, poiché trasse gli animali dalla materia elementare; e li trasse o allo stato perfetto, secondo gli altri Santi [Padri]; o allo stato di potenzialità, secondo S. Agostino. Non si pensi però che la terra o l’acqua posseggano ]a virtù di produrre tutti gli animali, come voleva Avicenna; poiché il fatto stesso che possano essere prodotti dalla materia elementare, per virtù del seme o delle stelle, dipende da quella virtù, che fu data da principio agli elementi.

[31367] Iª q. 71 ad 2
Ad secundum dicendum quod corpora avium et piscium possunt dupliciter considerari. Uno modo, secundum se. Et sic necesse est quod in eis magis terrestre elementum dominetur, quia ad hoc quod fiat contemperatio mixtionis in corpore animalis necesse est quod quantitative abundet in eo elementum quod est minus activum, scilicet terra. Sed si considerentur secundum quod sunt nata moveri talibus motibus, sic habent affinitatem quandam cum corporibus in quibus moventur. Et sic eorum generatio hic describitur.

 

[31367] Iª q. 71 ad 2
2. Possiamo considerare sotto due aspetti il corpo degli uccelli e dei pesci. Prima di tutto, in se stesso; e allora l’elemento terra dovrà predominare in essi. Infatti, se nel corpo animale si deve avere una sintesi ben proporzionata [degli elementi], è necessario che vi predomini quantitativamente quell’elemento, che è meno attivo, cioè la terra. - Se invece si considera in quanto è fatto per compiere determinati movimenti, allora è affine a quelle sostanze materiali, nelle quali si muove. E così che viene qui descritta la loro origine.

[31368] Iª q. 71 ad 3
Ad tertium dicendum quod aer, quia insensibilis est, non per seipsum connumeratur, sed cum aliis, partim quidem cum aqua, quantum ad inferiorem partem, quae exhalationibus aquae ingrossatur; partim etiam cum caelo, quantum ad superiorem partem. Aves autem motum habent in inferiori parte aeris, et ideo sub firmamento caeli volare dicuntur, etiam si firmamentum pro nebuloso aere accipiatur. Et ideo productio avium aquae adscribitur.

 

[31368] Iª q. 71 ad 3
3. Siccome l’aria non è percepibile dai sensi, non viene qui ricordata in particolare, ma insieme con altri esseri, e cioè, in parte con l’acqua quanto al suo strato inferiore, che è ingrossato dalle esalazioni dell’acqua; in parte anche col cielo, quanto allo strato superiore. Ora gli uccelli si muovono in questa zona inferiore dell’aria: perciò si dice che volano "sotto il firmamento del cielo", anche se per firmamento si prende la zona nuvolosa dell’aria. Per questa ragione la produzione degli uccelli viene ascritta all’acqua.

[31369] Iª q. 71 ad 4
Ad quartum dicendum quod natura de uno extremo ad aliud transit per media. Et ideo inter terrestria et aquatica animalia sunt quaedam media, quae communicant cum utrisque; et computantur cum illis cum quibus magis communicant, secundum id quod cum eis communicant; non secundum id quod communicant cum alio extremo. Tamen, ut includantur omnia huiusmodi quae habent aliquid speciale inter pisces, subiungit, postquam dixerat, producant aquae reptile animae viventis, creavit Deus cete grandia, et cetera.

 

[31369] Iª q. 71 ad 4
4. La natura passa da un estremo all’altro attraverso elementi intermedi. Perciò, tra gli animali terrestri e gli acquatici, ve ne sono di anfibi, che stanno tra gli uni e gli altri. Essi [però] sono elencati con quelli, a cui più si avvicinano, per quel che hanno di comune con essi, non per quello che li accomuna all’altro estremo. Ma non volendo Mosè dimenticare quei pesci, che hanno qualche cosa di peculiare, dopo aver detto: "producano le acque vivi animali striscianti", soggiunge: "e Dio creò i grandi mostri marini, ecc.".

[31370] Iª q. 71 ad 5
Ad quintum dicendum quod productio horum animalium ordinatur secundum ordinem corporum quae eis ornantur, magis quam secundum propriam dignitatem. Et tamen, in via generationis, ab imperfectioribus ad perfectiora pervenitur.

 

[31370] Iª q. 71 ad 5
5. La produzione di [tutti] questi animali ha un rapporto più stretto con i corpi, di cui sono abbellimento, che col loro grado di dignità. Però, secondo l’ordine genetico si comincia dai meno perfetti per giungere ai più perfetti.

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