Sup, 78

Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > Il punto di partenza della resurrezione


Supplemento
Questione 78
Proemio

Passiamo ora a considerare il punto di partenza della resurrezione.
Sull'argomento si pongono tre quesiti:

1. Se per tutti la morte sarà il termine di partenza della resurrezione;
2. Se per tutti lo saranno le ceneri o le polveri del sepolcro;
3. Se codeste ceneri o polveri hanno un'inclinazione naturale verso la loro anima.



Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > Il punto di partenza della resurrezione > Se la morte sarà per tutti il termine di partenza della resurrezione


Supplemento
Questione 78
Articolo 1

SEMBRA che la morte non sarà per tutti il termine di partenza della resurrezione. Infatti:
1. Alcuni non moriranno, ma saranno "sopravvestiti" d'immortalità. Nel Credo inoltre si afferma che Cristo "verrà a giudicare i vivi e i morti". Ora, queste parole non si possono riferire al tempo del giudizio; perché allora tutti saranno vivi. Perciò la suddetta distinzione si riferisce al tempo che lo precede. Quindi prima del giudizio non tutti moriranno.

2. Un desiderio comune e naturale non può essere frustrato in tutti. Ma l'Apostolo dice che per comune desiderio "noi non vogliamo essere spogliati, ma sopravvestiti". Vi saranno dunque alcuni che la morte non spoglierà mai del loro corpo, ma saranno sopravvestiti con la gloria della resurrezione.

3. Afferma S. Agostino che le ultime quattro petizioni del Pater riguardano la vita presente. Ora una di esse, dice: "Rimetti a noi i nostri debiti". Quindi la Chiesa chiede che in questa vita le vengano condonati tutti i debiti. Ma la preghiera della Chiesa non può andare a vuoto e non essere esaudita, perché Gesù ha detto: "Qualunque cosa domanderete al Padre in nome mio, ve la concederà". La Chiesa perciò in qualche momento della sua vita, avrà la remissione di ogni debito, non escluso quello dovuto al peccato originale. Verrà dunque il tempo in cui agli uomini sarà concesso da Dio di non nascere più nella Chiesa con questo peccato. La morte però non è che la pena del peccato originale. Dunque verso la fine del mondo, accadrà che alcuni uomini non moriranno. Quindi si torna alla conclusione precedente.

4. Il sapiente deve scegliere sempre la via più breve e più semplice. Ma è molto più semplice per coloro che vivranno alla fine dei tempi raggiungere direttamente l'impassibilità della resurrezione, senza prima morire e poi risorgere immortali. Perciò Dio, che è infinitamente sapiente, sceglierà questa strada.

IN CONTRARIO: 1. S. Paolo afferma: "Ciò che si semina non ha vita se prima non muore". E le sue parole sotto l'immagine del seme si riferiscono alla resurrezione dei corpi. Dunque i corpi risorgeranno dalla morte.

2. Inoltre l'Apostolo ha scritto: "Come in Adamo tutti muoiono, così in Cristo tutti rivivranno". Ma in Cristo tutti riacquisteranno la vita. Perciò in Adamo tutti moriranno. Cosicché per tutti la resurrezione avverrà a partire dalla morte.

RISPONDO: Su questo problema i Santi Padri hanno espresso pareri contrastanti, come risulta dal testo delle Sentenze. Ma l'opinione più comune e più solida e che tutti moriranno e tutti risorgeranno da morte. Le ragioni che suffragano questa opinione sono tre. Primo, perché ciò è più consono alla giustizia divina, la quale ha condannato il genere umano per il peccato di Adamo; cosicché tutti coloro i quali ne discendono e contraggono il peccato originale paghino il debito del peccato, che è la morte.
Secondo, perché tale opinione concorda meglio con la sacra Scrittura, la quale predice che la resurrezione sarà universale. Ora, come dice il Damasceno, non può risorgere se non "quel che è caduto e si è dissolto".
Terzo, perché l'opinione suddetta concorda meglio con l'ordine naturale, dove osserviamo che ciò che è guasto e viziato non si rinnova se non mediante la sua distruzione: l'aceto, p. es., non diventa vino se prima non si guasta, tornando così ad essere l'umore della vite. Perciò l'umana natura dopo aver contratto la necessità di morire, non farà ritorno all'immortalità, se non mediante la morte.
Questo concorda meglio con l'ordine di natura anche per un altro motivo. Infatti, come dice Aristotele, il moto dei cieli è "come la vita per tutto ciò che esiste", come il movimento del cuore è una specie di vita per tutto il corpo. Perciò come se viene a cessare il battito del cuore, tutte le membra muoiono, così se viene a mancare il moto dei cieli, non potrà rimanere vivo nessun essere che da quel moto dipende. Ma tale è appunto per noi la vita presente. Dunque dovranno cessare di vivere quelli che saranno vivi alla cessazione del moto dei cieli.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La distinzione tra vivi e morti non riguarda il tempo del giudizio, né tutto il tempo passato, perché tutti coloro che saranno giudicati un tempo erano vivi e poi furono morti; ma riguarda il tempo che precederà immediatamente il giudizio, ossia quando se ne cominceranno a vedere i segni premonitori.

2. Il desiderio assoluto dei santi non può essere vano, ma può esserlo un desiderio condizionato, come quello per cui "non vorremmo essere spogliati, ma sopravvestiti", se fosse possibile. Si tratta, secondo alcuni, di velleità più che di desiderio.

3. È un errore credere che, ad eccezione di Cristo, qualcuno possa essere concepito senza peccato originale. Perché nel caso costui non avrebbe bisogno della redenzione, operata da Cristo. Cosicché questi non sarebbe il Redentore di tutti.
Neppure si può affermare che essi non ebbero bisogno di redenzione, in quanto la grazia dell'immunità del peccato originale fu data ai genitori o alla stessa natura, che è stata risanata. Bisogna infatti assolutamente ammettere che, non solo a causa della natura, ma anche personalmente ciascuno ha bisogno della redenzione.
Soltanto chi ha contratto un debito, oppure è caduto nel male, può "essere liberato dal male", o "essere assolto dal debito". Perciò non tutti potrebbero sperimentare in se stessi il frutto della preghiera del Signore, ossia del Pater noster, se non nascessero tutti gravati dal debito e soggetti al male. Quindi "la remissione dei debiti" e la "liberazione dal male" non sarebbero comprensibili nel caso che uno nascesse senza debito o immune dal male; ma solo quando uno nasce col debito e ne è liberato per la grazia di Cristo.
Anche nell'ipotesi, non si sa quanto scevra di errore, che alcuni possano non morire, non è detto che possano nascere senza peccato originale. Perché Dio può condonare per misericordia la pena dovuta a una colpa passata, come fece con la donna adultera. Allo stesso modo potrebbe affrancare dalla morte quelli che, nascendo col peccato originale, hanno contratto l'ineluttabile necessità di morire. Non vale perciò l'illazione: "Non moriranno, quindi sono nati senza peccato originale".

4. Non sempre va preferita la via più sbrigativa; ma solo quando essa è maggiormente, o per lo meno egualmente, indicata per arrivare allo scopo. Ora, tale procedimento non era da adottarsi nel caso nostro, come abbiamo spiegato.



Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > Il punto di partenza della resurrezione > Se per tutti la resurrezione avrà inizio dalle ceneri


Supplemento
Questione 78
Articolo 2

SEMBRA che la resurrezione non avrà inizio per tutti dalle ceneri.
Infatti:
1. La resurrezione di Cristo è il modello della nostra. Ma la sua resurrezione non iniziò dalle ceneri; perché "la sua carne non conobbe corruzione", come leggiamo nei Salmi e negli Atti degli Apostoli. Quindi neppure inizierà così la resurrezione universale.

2. I corpi umani non sempre vengono bruciati, e la combustione è l'unico modo per ottenere le ceneri. Quindi non tutti risorgeranno dalle ceneri.

3. Il cadavere non va subito in cenere. Ora alcuni, cioè i superstiti alla fine del mondo, risorgeranno subito dopo la morte. Quindi essi non risorgeranno dalle ceneri.

4. Il punto di partenza deve corrispondere al punto di arrivo. Ma il punto di arrivo della resurrezione non è uguale per i buoni e per i cattivi: "Tutti risorgeranno", dice S. Paolo, "ma non tutti saremo trasmutati". Perciò non sarà uguale il punto di partenza. Cosicché i cattivi risorgeranno dalle ceneri, ma non da esse risorgeranno i buoni.

IN CONTRARIO: 1. Dice Aimone: "Tutti coloro che sono nati nel peccato originale soggiacciono alla sentenza: 'Sei polvere e polvere ritornerai'". E siccome tutti quelli che risorgeranno alla fine del mondo, siano essi nati vivi, o siano morti nel seno materno, sono nati col peccato originale, tutti risorgeranno dalle ceneri.

2. Nel corpo umano vi sono molti elementi estranei alla sostanza della natura umana. Ora, codesti elementi dovranno sparire. Dunque tutti i corpi saranno ridotti in cenere.

RISPONDO: Gli argomenti da noi addotti, per dimostrare più sopra che tutti devono risorgere da morte, valgono anche per provare che tutti risorgeranno dalle ceneri nella resurrezione universale; a meno che, per uno speciale privilegio gratuito, per alcuni non avvenga diversamente, come abbiamo notato sopra a proposito della resurrezione anticipata.
La sacra Scrittura però, come predice la resurrezione, così predice anche la "trasformazione dei corpi". Perciò come è vero che tutti devono morire, per poter veramente risorgere, così tutti i cadaveri dovranno dissolversi, perché tutti i corpi possano davvero essere trasformati. - Del resto per il peccato la divina giustizia come ha inflitto all'uomo la morte, così gli ha anche inflitto la dissoluzione del corpo, secondo le parole della Genesi: "Sei terra e terra tornerai".
Inoltre anche l'ordine della natura richiede non solo che si dissolva l'unione dell'anima col corpo, ma vuole anche la dissociazione degli elementi: anche l'aceto infatti non può ridiventare vino, se non mediante una decomposizione della materia. – Del resto la stessa composizione degli elementi è prodotta e mantenuta dal moto dei cieli. Ma quando questo cessa, i corpi misti si risolvono nei loro elementi.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La resurrezione di Cristo è modello della nostra resurrezione quanto al punto di arrivo, non quanto al termine di partenza.

2. Per ceneri s'intendono tutti i resti mortali dell'uomo dopo la decomposizione del corpo; e ciò per due motivi. Primo, perché presso gli antichi era usanza comune bruciare i cadaveri e conservarne le ceneri. Da ciò nacque l'uso di chiamare comunemente ceneri i resti mortali dell'uomo. - Secondo, perché a causare questa dissoluzione è il fuoco del fomite o concupiscenza, da cui il corpo umano è infetto radicalmente. Ecco perché per togliere questa infezione è necessario che il corpo umano si dissolva nei suoi primi elementi. E siccome questa dissoluzione è causata dal fuoco, si suol dire che una cosa è ridotta in cenere. Ecco perché gli elementi in cui si dissolve il corpo umano vengono chiamati ceneri.

3. Lo stesso fuoco che purificherà la faccia della terra, potrà anche ridurre subito in cenere i corpi di coloro che sopravvivranno: come dissolverà nella materia primitiva tutti i corpi composti.

4. Il moto è specificato dal punto di arrivo, non da quello di partenza. Perciò la resurrezione gloriosa dei santi sarà diversa da quella non gloriosa degli empi per il termine di arrivo, non già per un diverso punto di partenza. Capita spesso che a un identico punto di partenza non corrisponda un identico punto di arrivo: un oggetto, p. es., da nero può diventare bianco, oppure giallo.



Terza parte e Supplemento > Il fine della vita immortale > Il punto di partenza della resurrezione > Se le ceneri che ricostituiranno il corpo umano abbiano una certa naturale inclinazione verso l'anima che si riunirà a loro


Supplemento
Questione 78
Articolo 3

SEMBRA che le ceneri le quali ricostituiranno il corpo umano abbiano una certa naturale inclinazione verso l'anima che si riunirà a loro. Infatti:
1. Se nelle ceneri mancasse una qualsiasi inclinazione naturale per una determinata anima, non ci sarebbe nessuna relazione tra questa e le sue ceneri. Perciò sarebbe indifferente che il corpo fosse ricomposto da queste e da altre ceneri. Il che è falso.

2. La dipendenza del corpo dall'anima è maggiore di quella dell'anima dal corpo. Ma nell'anima separata resta ancora una certa dipendenza dal corpo, per cui "è ritardato il suo moto verso Dio per il desiderio del suo corpo", come dice S. Agostino. Molto più dunque il corpo separato dall'anima conserva una naturale inclinazione verso di essa.

3. Si legge nel Libro di Giobbe: "Le sue ossa saranno riempite dei vizi della sua giovinezza, che insieme a lui giaceranno nella polvere". Ma i vizi risiedono nell'anima. Perciò anche nelle ceneri perdurerà un'inclinazione naturale verso l'anima.

IN CONTRARIO: 1. Il corpo può risolversi negli elementi che lo compongono, oppure diventar carne di altri animali. Ma gli elementi sono omogenei e così pure la carne del leone o di qualsiasi animale. Siccome dunque manca negli elementi esterni a noi e nelle carni degli animali un'inclinazione naturale per un'anima determinata, mancherà pure in quegli elementi derivati dalla corruzione del corpo umano. Ciò risulta anche dalle parole di S. Agostino: "Il corpo umano per quanto si trasformi in sostanza di altri corpi, o si riduca agli elementi che lo compongono, per quanto diventi cibo di altri uomini o di animali e si converta in carne, tornerà ad unirsi immediatamente a quell'anima umana che lo animò, per farne nascere, vivere e sviluppare un uomo".

2. Ad ogni inclinazione naturale corrisponde anche una causa agente naturale: altrimenti "la natura verrebbe a mancare nelle cose necessarie". Ma per nessun agente naturale le ceneri umane hanno la possibilità di ricongiungersi a una determinata anima. Perciò in esse manca qualsiasi inclinazione naturale per il suddetto ricongiungimento.

RISPONDO: Ci sono in proposito tre opinioni. Secondo alcuni il corpo umano non si scompone mai fino a dissolversi negli elementi. Cosicché rimarrebbe sempre nelle ceneri una certa forza di coesione che produrrebbe l'inclinazione naturale verso quella data anima.
Ma questa opinione è in contrasto sia con le parole citate di S. Agostino, che con i sensi e con la ragione; perché qualsiasi cosa composta di elementi contrari è suscettibile di risolversi nei medesimi.
Altri perciò dicono che gli elementi risultanti dalla decomposizione del corpo umano, siccome furono congiunti all'anima umana, conservano maggiore affinità con la luce. E per questo conservano anche una certa inclinazione verso l'anima.
Ma anche questa è una sciocchezza. Perché gli elementi in tutte le loro parti sono della stessa natura, e quindi hanno lo stesso grado di affinità con la luce e con le tenebre.
Perciò bisogna concludere che in quelle ceneri manca qualsiasi inclinazione naturale alla resurrezione; ma vi è solo una relazione dovuta all'ordine della divina provvidenza, la quale ha stabilito che quelle ceneri tornino a ricongiungersi all'anima. Da ciò dipende che quei dati elementi e non gli altri della stessa specie torneranno a unirsi alle anime rispettive.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. È così risolta la prima difficoltà.

2. L'anima separata conserva la stessa natura di quando era unita al corpo. Questo invece non avviene per il corpo. Perciò il paragone non regge.

3. Le parole citate non significano che i vizi restino davvero aderenti alle ossa dei morti; ma che, per disposizione della divina giustizia, quelle ceneri sono destinate a ricostituire il corpo, che sarà tormentato in eterno per i peccati commessi.

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