Sup, 57

Terza parte e Supplemento > I Sacramenti > Il matrimonio > La parentela legale causata dall'adozione


Supplemento
Questione 57
Proemio

Passiamo ora a parlare della parentela legale causata dall'adozione.
Sull'argomento si pongono tre quesiti:

1. Che cosa sia l'adozione;
2. Se con essa si contragga un impedimento per il matrimonio;
3. Tra quali persone essa si contragga.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Il matrimonio > La parentela legale causata dall'adozione > Se l'adozione sia ben definita


Supplemento
Questione 57
Articolo 1

SEMBRA che l'adozione non sia ben definita quale "assunzione legale di una persona estranea in qualità di figlio, di nipote, o di bisnipote". Infatti:
1. Il figlio deve esser sempre suddito di suo padre. Ma talora l'adottato non passa sotto l'autorità del padre adottivo. Dunque non sempre con l'adozione uno viene assunto "in qualità di figlio".

2. A detta di S. Paolo, "i genitori devono arricchire per i figli". Il padre adottivo invece non sempre è necessario che arricchisca per l'adottato: perché talora costui non ha diritto ai beni dell'adottante. Dunque l'adozione non è l'assunzione di una persona "in qualità di figlio".

3. L'adozione, con la quale si assume come figlio una persona, somiglia alla generazione naturale. Essa quindi compete a coloro che sono in grado di generare dei figli. Ma questo è falso: perché non sono in grado di adottare né gli schiavi, né i minori di venticinque anni, né le donne, che pure sono in grado di generare naturalmente. Perciò l'adozione non può dirsi propriamente "assunzione di una persona in qualità di figlio".

4. Prendere per figlio un estraneo sembra esser necessario per supplire la mancanza di figli naturali. Ma chi più soffre di tale mancanza sono l'impotente e l'evirato. Perciò a questi specialmente compete di assumere così dei figli. Invece ad essi non è concesso di adottare. Dunque l'adozione non è "l'assunzione di una persona in qualità di figlio".

5. Nella parentela spirituale, in cui si ha una figliolanza senza generazione carnale, uno può essere indifferentemente maggiore o minore del proprio figlioccio; perché un giovane può battezzar
un vecchio e viceversa. Perciò, se con l'adozione una persona viene assunta in qualità di figlio senza generazione carnale, il più giovane potrebbe adottare indifferentemente una persona più anziana. Il che non è vero. Si ha dunque la medesima conclusione.

6. Non esistono gradi tra adottante e adottato. Perciò qualsiasi adottato viene adottato in qualità di figlio. Quindi non è esatto affermare che si può adottare "in qualità di nipote".

7. L'adozione deriva dall'amore; Dio infatti si dice che ci ha adottati per amore. Ora, la carità deve essere maggiore verso i parenti che verso gli estranei. Dunque l'adozione non deve essere "di una persona estranea", ma piuttosto di un parente.

RISPONDO: "L'arte imita la natura", e supplisce ai suoi difetti. Perciò, come uno può aver figli per generazione naturale, così può averne per il diritto positivo, che è "l'arte del buono e del giusto", a somiglianza dei figli naturali e per supplire alla loro perdita, essendo questo lo scopo principale per cui è entrata in uso l'adozione. E poiché assumere implica un termine a quo, cosicché l'assumente non può essere assunto, è necessario che chi viene assunto sia una persona estranea. Perciò come la generazione naturale ha un termine ad quem, che è "il fine della generazione", e un termine a quo, che e la forma contraria: così la generazione legale ha come termine ad quem il figlio o nipote di adozione; e come termine a quo una persona estranea. Quindi è evidente che la definizione suddetta esprime il genere dell'adozione, con le parole: "assunzione legale"; il termine a quo, dicendo: "di una persona estranea"; e il termine ad quem, col dire; "in qualità di figlio di nipote".

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La filiazione adottiva è a imitazione di quella naturale. Ci sono perciò due specie di adozione. La prima che imita perfettamente la filiazione naturale: essa, chiamata arrogazione, mette l'adottato sotto l'autorità dell'adottante. E allora costui succede al padre adottivo ab intestato: né può essere privato della quarta parte dell'eredità, senza una colpa. Ma può essere adottato in questo modo solo chi è autonomo, cioè chi non ha padre; oppure, se l'ha, è da lui emancipato. E tale adozione viene compiuta solo dall'autorità suprema dello stato.
L'altro tipo di adozione imita invece imperfettamente la filiazione naturale: essa, chiamata semplice adozione, non sottopone l'adottato all'autorità dell'adottante. Perciò costituisce piuttosto una predisposizione all'adozione perfetta. E così può essere adottato anche chi non è autonomo; a tale adozione può essere autorizzata anche dal solo magistrato. Con essa l'adottato non ha diritto sui beni dell'adottante: e quest'ultimo non è tenuto, se non vuole, a lasciargli qualche cosa.

2. È così risolta anche la seconda difficoltà.

3. La generazione naturale è ordinata alla riproduzione della specie: perciò essa spetta a tutti coloro che hanno senza impedimenti la facoltà naturale di generare. Ma l'adozione è ordinata alla successione ereditaria: quindi spetta soltanto a coloro che hanno l'autorità di disporre della propria eredità. Perciò chi non è in grado di disporre di se stesso, o è minore di venticinque anni e le donne non possono adottare nessuno, senza un'autorizzazione speciale dell'autorità suprema dello stato.

4. L'eredità non può passare agli eredi mediante un uomo incapace in perpetuo di generare, infatti proprio per questo sono passati a succedere a un uomo del genere i suoi parenti più prossimi. Perciò egli non è in grado di adottare, come non è in grado di generare.
Inoltre il dolore per la perdita dei figli è superiore al dispiacere di non averne mai avuti. Quindi chi è incapace di generare non ha bisogno di un compenso per la mancanza dei figli come quelli che li hanno perduti, o che non hanno potuto averli per un impedimento accidentale.

5. La parentela spirituale si contrae col sacramento mediante il quale i fedeli rinascono in Cristo, in cui non c'è differenza "tra maschio o femmina, tra schiavo e libero", né tra giovane e vecchio. Perciò chiunque può diventare padre spirituale di un altro. Invece l'adozione mira alla successione ereditaria, e implica una certa sottomissione dell'adottato all'adottante. Ora, non è conveniente che una persona anziana sia sottoposta nei rapporti familiari a una più giovane. Perciò il minore non può adottare il più anziano: ma a norma delle leggi è necessario che l'adottato sia tanto più giovane dell'adottante da poter essere suo figlio naturale.

6. Come capita di perdere i figli, può capitare di perdere i nipoti. Essendosi quindi introdotta l'adozione per compensare la perdita dei figli, come uno può sostituire un figlio, così può sostituire un nipote o un bisnipote.

7. Un parente prossimo è chiamato per legge alla successione ereditaria. Perciò non occorre che egli venga chiamato a succedere mediante l'adozione. E se un parente, cui non spetta l'eredità, viene adottato, ciò avviene non in quanto è parente, ma in quanto è estraneo al diritto di successione.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Il matrimonio > La parentela legale causata dall'adozione > Se con l'adozione si contragga un legame che è un impedimento matrimoniale


Supplemento
Questione 57
Articolo 2

SEMBRA che con l'adozione non si contragga un legame che è un impedimento matrimoniale. Infatti:
1. La cura delle anime è superiore a quella dei corpi. Ma per il fatto che uno è sotto la cura spirituale di un sacerdote non contrae nessun vincolo di parentela: altrimenti tutti gli abitanti di una parrocchia sarebbero imparentati col loro parroco, e non potrebbero contrarre matrimonio con il figlio di lui. Dunque non può produrre una parentela neppure l'adozione che sottomette l'adottato alla cura dell'adottante.

2. Per il fatto che si riceve un beneficio non si contrae nessun vincolo di parentela col benefattore. Ma l'adozione altro non è che un atto di beneficenza. Quindi dall'adozione non nasce nessun vincolo di parentela.

3. A detta del Filosofo, il padre naturale provvede al figlio in tre cose: quanto "all'esistenza, al nutrimento e all'educazione". Ora, la successione ereditaria è posteriore a queste tre cose. Eppure, per il fatto che uno provvede al nutrimento o all'educazione di una persona non contrae nessun vincolo di parentela: diversamente balie, pedagoghi e maestri sarebbero parenti; il che è falso. Dunque neppure con l'adozione, che dà il diritto di adire un'eredità, si contrae qualche parentela.

4. I sacramenti della Chiesa non sottostanno alle leggi umane. Ma il matrimonio è un sacramento della Chiesa. Perciò l'adozione, essendo un'istituzione della legge umana, non può impedire il matrimonio con i legami che essa produce.

IN CONTRARIO: 1. La parentela impedisce il matrimonio. Ora, l'adozione produce una parentela, cioè la parentela legale, com'è evidente dalla sua definizione: poiché la parentela legale è "una parentela che deriva dall'adozione". Dunque l'adozione produce un legame che impedisce il matrimonio.

2. Lo stesso si deduce dai testi citati nel Libro delle Sentenze.

RISPONDO: La legge di Dio esclude il matrimonio specialmente tra quelle persone che necessariamente devono abitare insieme: poiché, come dice Mosè Maimonide, se tra costoro fosse lecita la copula carnale, si darebbe facile occasione alla concupiscenza, a rimedio della quale è ordinato il matrimonio. E siccome il figlio adottivo vive nella casa dell'adottante come il figlio naturale, le leggi umane hanno proibito di contrarre matrimonio tra costoro. Tale proibizione poi è stata approvata dalla Chiesa; di qui nasce che la parentela legale sia un impedimento del matrimonio.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1-3. Sono così risolte anche le prime tre difficoltà: poiché nessuna delle funzioni ricordate implica una coabitazione che possa essere incentivo alla concupiscenza. Ecco perché da esse non viene causata nessuna affinità che possa impedire il matrimonio.

4. Una proibizione della legge umana non basterebbe a stabilire un impedimento del matrimonio, se non intervenisse a confermarla la autorità della Chiesa.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > Il matrimonio > La parentela legale causata dall'adozione > Se tale parentela si contragga solo tra il padre e il figlio adottivo


Supplemento
Questione 57
Articolo 3

SEMBRA che tale parentela si contragga solo tra il padre e il figlio adottivo. Infatti:
1. Essa dovrebbe contrarsi, nel caso, tra il padre adottivo e la madre naturale dell'adottato, come avviene per la parentela spirituale. Ma tra costoro non nasce nessuna parentela legale. Dunque neppure nasce tra altre persone all'infuori dell'adottante e dell'adottato.

2. La parentela che impedisce il matrimonio è un impedimento perpetuo. Invece non è perpetuo l'impedimento tra il figlio adottivo e la figlia naturale dell'adottante; perché dopo la morte del padre, o dopo la propria emancipazione l'adottato può sposarla. Perciò con essa egli non ebbe mai nessuna parentela che impedisse il matrimonio.

3. La parentela spirituale non può trasmettersi a chi è incapace di presentare ai sacramenti, o di riceverli: e quindi non si comunica a chi non è battezzato. Le donne poi non sono in grado di adottare, come abbiamo già notato. Dunque la parentela legale non si comunica dal marito alla moglie.

4. La parentela spirituale è superiore a quella legale. Ma quella spirituale non si trasmette ai nipoti. Quindi neppure quella legale.

IN CONTRARIO: 1. La parentela legale somiglia a quella carnale più della parentela spirituale. Ma quest'ultima si comunica ad altre persone. Si comunica dunque anche quella legale.
2. I testi riferiti dalle Sentenze confermano questa conclusione.

RISPONDO: Ci sono tre tipi di parentela legale. La prima, che segue la linea di discendenza, si contrae tra padre e figlio adottivi, e quindi con i figli dell'adottato, nipoti, bisnipoti, ecc. — La seconda, che si contrae tra il figlio adottivo e il figlio naturale. — La terza a imitazione dell'affinità, che intercorre tra il padre adottante e la moglie del figlio adottivo, o viceversa tra il figlio adottivo e la moglie dell'adottante.
La prima e la terza sono impedimenti perpetui del matrimonio. La seconda invece dura quanto l'autorità del padre adottivo. Cosicché dopo la morte di lui, o dopo l'emancipazione del figlio adottivo, è permesso il matrimonio.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. A differenza dell'adozione il battesimo non sottrae un figlio all'autorità del padre. E quindi il figlioccio rimane figlio di suo padre e del compare; non così il figlio adottivo. Ecco perché non si contrae nessuna affinità tra il padre adottivo e i genitori dell'adottato; come invece avviene con la parentela spirituale.

2. La parentela legale impedisce il matrimonio a motivo della coabitazione. Perciò quando cessa la necessità di coabitare, nessun inconveniente si oppone al legame suddetto: con l'emancipazione, p. es., dalla dipendenza del padre adottivo. Invece il padre adottivo e la sua moglie conservano sempre una certa autorità sul figlio adottato e sulla moglie di lui. Per questo il vincolo di parentela tra essi rimane.

3. Anche la donna è in grado di adottare, con l'autorizzazione del potere civile supremo. Quindi anche ad essa può estendersi la parentela legale. — Inoltre il motivo per cui la parentela spirituale non si comunica ai non battezzati non è il fatto che non possano presentare nessuno ai sacramenti, ma che non sono capaci di nessuna funzione spirituale.

4. Con la rigenerazione spirituale il figlioccio non viene assoggettato all'autorità e alla cura di un altro padre, come avviene invece nella parentela legale. Cosicché tutto ciò che è in potere del figlio adottivo passa sotto la soggezione dell'adottante. E quindi con il padre vengono adottati i figli e i nipoti che sono sotto il potere del figlio adottivo.

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