Sup, 37

Terza parte e Supplemento > I Sacramenti > La distinzione degli ordini e delle loro funzioni, e l'impressione del carattere


Supplemento
Questione 37
Proemio

Veniamo ora a esaminare la distinzione dei vari ordini e delle loro funzioni, nonché l'impressione del loro carattere.
Sull'argomento si pongono cinque quesiti:

1. Se si debbano distinguere vari ordini;
2. Quanti siano;
3. Se debbano essere distinti in sacri e non sacri;
4. Se siano ben assegnate le funzioni di ciascuno;
5. Come venga impresso il carattere dei vari ordini.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La distinzione degli ordini e delle loro funzioni, e l'impressione del carattere > Se si debbano distinguere vari ordini


Supplemento
Questione 37
Articolo 1

SEMBRA che non si debbano distinguere vari ordini. Infatti:
1. Più una virtù è perfetta meno è frazionata. Ora, questo è un sacramento superiore agli altri; poiché costituisce chi lo riceve in un grado di superiorità. Perciò, siccome, gli altri sacramenti non hanno distinzioni che assumano il nome del tutto, non devono esserci più ordini neppure in questo sacramento.

2. Se l'ordine si divide, si ha la divisione, o in parti integranti, o in parti soggettive. Ma va esclusa quella in parti integranti; perché di esse non si può predicare il tutto. Perciò rimane la divisione in parti soggettive. Ma queste possono avere come predicato comune solo il genere prossimo, o il genere remoto: l'uomo e l'asino p. es.. sono più animali, e più corpi viventi. Dunque sacerdozio e diaconato sono più ordini così come sono sacramenti distinti: poiché sacramento è come il genere rispetto agli ordini.

3. Il regime monarchico a detta del Filosofo, è superiore nel governo di una collettività all'aristocrazia, nella quale i vari compiti sono affidati a. persone distinte. Ora, il governo della Chiesa deve essere il più nobile. Dunque nella Chiesa non dovrebbe esserci distinzione di ordini per le diverse funzioni, ma tutto il potere dovrebbe accentrarsi in uno solo. E quindi unico dovrebbe essere l'ordine [sacro].

IN CONTRARIO: 1. La Chiesa è il corpo mistico di Cristo, che secondo l'Apostolo somiglia al corpo fisico. Ma nel corpo fisico le membra hanno uffici diversi. Dunque anche nella Chiesa devono esserci diversi ordini.

2. Il ministero sacro del nuovo Testamento è superiore a quello dell'antico. Ora, nel vecchio Testamento venivano santificati non solo i sacerdoti, ma anche i leviti, loro ministri. Perciò nel nuovo Testamento devono essere consacrati col sacramento dell'ordine non solo i sacerdoti, ma anche i loro ministri. Quindi devono esserci vari ordini.

RISPONDO: La pluralità degli ordini è stata introdotta nella Chiesa per tre motivi. Primo, per far risplendere la sapienza di Dio, che si manifesta soprattutto nella distinzione ordinata delle cose, sia nell'ordine materiale, che in quello spirituale. Simbolicamente ciò fu prefigurato dal fatto, che "la regina di Saba, vedendo l'ordine dei ministri di Salomone, rimase stupita", rapita d'ammirazione per la di lui sapienza.
Secondo, per sostenere la debolezza umana: non potendo uno solo compiere tutti gli uffici relativi al sacro ministero, senza grave incomodo. Di qui i vari ordini per le diverse mansioni. Ecco perché il Signore diede come aiuto a Mosè "settanta anziani del popolo".
Terzo, per offrire con più larghezza agli uomini la via di perfezione, distribuendo i vari uffici a persone diverse, in modo che tutti fossero cooperatori di Dio: dei quali non esiste una dignità "più divina", come si esprime Dionigi.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Gli altri sacramenti sono dati in vista di certi effetti da ricevere: questo invece viene dato principalmente per compiere delle funzioni. Perciò secondo la diversità di queste funzioni il sacramento dell'ordine deve avere delle distinzioni: come le potenze, cioè, si distinguono per i loro atti.

2. La divisione dell'ordine non è quella del tutto integrale nelle sue parti, e neppure quella di un tutto universale, ma quella del tutto potenziale. E la natura di questo tutto è tale che esso si riscontra completo in una sola parte, mentre nelle altre si ha una qualche partecipazione di esso. Così in questo caso. Infatti la pienezza totale di questo sacramento è in un solo ordine, cioè nel sacerdozio; mentre negli altri c'è una partecipazione dell'ordine. Ciò è indicato nelle parole che il Signore disse a Mosè: "Prenderò dello spirito che è su di te e lo metterò su di loro, affinché portino con te il peso del popolo". Ed è per questo che tutti gli ordini costituiscono un unico sacramento.

3. Sebbene in un regno il potere risieda interamente nel re, non si esclude l'autorità dei ministri, che è partecipazione del potere regale. Lo stesso avviene per l'ordine. Invece nel regime aristocratico in nessuno risiede la pienezza del potere, ma essa è solo nella collettività.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La distinzione degli ordini e delle loro funzioni, e l'impressione del carattere > Se gli ordini siano sette


Supplemento
Questione 37
Articolo 2

SEMBRA che gli ordini non siano sette. Infatti:
1. Gli ordini ecclesiastici hanno come scopo funzioni gerarchiche. Ora le funzioni gerarchiche, secondo le quali Dionigi li distingue, sono tre soltanto, cioè "purificare, illuminare e perfezionare". Essi dunque non sono sette.

2. Tutti i sacramenti hanno efficacia e valore dall'istituzione di Cristo, o almeno dei suoi apostoli. Ma nell'insegnamento di Cristo e degli apostoli non sono ricordati che i sacerdoti e i diaconi. Dunque non esistono altri ordini.

3. Il sacramento dell'ordine costituisce chi lo riceve amministratore degli altri sacramenti. Ma gli altri sacramenti sono sei. Quindi sei devono essere gli ordini.

IN CONTRARIO: Sembra che debbano essere di più: 1. Più una virtù è superiore, meno è frazionata. Ora, il potere gerarchico degli angeli è superiore a quello nostro, come insegna Dionigi. Perciò essendoci nella gerarchia angelica nove ordini, altrettanti o di più ancora devono essercene nella Chiesa.

2. Le profezie dei Salmi sono superiori a tutte le altre. Ora, per leggere nella Chiesa le altre profezie esiste un ordine, quello dei lettori. Dunque dovrebbe esistere anche un altro ordine per recitare i salmi: tanto più che nel Decreto [di Graziano] tra gli ordini viene ricordato il salmista al secondo posto dopo l'ostiario.

RISPONDO: Alcuni spiegano il numero degli ordini facendoli corrispondere alle grazie gratis date di cui parla S. Paolo. Cosicché "il linguaggio della sapienza" sarebbe dovuto al vescovo, essendo egli deputato a ordinare gli altri, che è compito della sapienza; "il linguaggio della scienza" al sacerdote, che è tenuto ad avere la chiave della scienza; "la fede" al diacono, il quale predica il Vangelo; "le opere della virtù" al suddiacono, il quale si slancia verso le opere della perfezione col voto di castità; "l'interpretazione delle lingue" all'accolito, indicata dal candelabro che egli porta; "la grazia delle guarigioni" all'esorcista; "il dono delle lingue" al salmista; "la profezia" al lettore; "il discernimento degli spiriti" all'ostiario, che deve ammettere gli uni e respingere gli altri.
Ma tale spiegazione è inconsistente. Poiché i carismi suddetti a differenza degli ordini che si accumulano sulla medesima persona, non vengono dati a uno stesso individuo: "C'è infatti divisione di carismi". - Inoltre si enumerano tra gli ordini cose che non lo sono, cioè l'episcopato e il salmistato.
Perciò altri cercano di spiegar la cosa per analogia con la gerarchia celeste, nella quale gli ordini si distinguono per l'opera di purificazione, d'illuminazione e di perfezionamento. L'ostiario infatti, essi dicono, "purifica" all'esterno, separando materialmente i buoni dai cattivi; l'accolito purifica interiormente, poiché con il lume che porta indica l'ufficio di allontanare le tenebre; l'esorcista poi svolge entrambe le funzioni, poiché il demonio che egli scaccia turba all'interno e all'esterno. L'"illuminazione" invece, che è dovuta all'insegnamento, va attribuita ai lettori per la dottrina dei profeti; ai suddiaconi per quella degli apostoli; e ai diaconi per quella evangelica. Il "perfezionamento" poi, se è comune, come quello della penitenza o del battesimo, ecc., spetta al sacerdote; se invece è straordinario, spetta al vescovo, come la consacrazione dei sacerdoti e delle vergini; e se eccellentissimo, spetta al Sommo Pontefice, in cui risiede la pienezza dell'autorità.
Ma anche questo non vale nulla. Sia perché gli ordini della gerarchia celeste non sono distinti tra loro per tali funzioni gerarchiche: trovandosi esse in qualsiasi ordine. - Sia perché, a detta di Dionigi stesso, perfezionare spetta ai vescovi, illuminare ai sacerdoti, purificare a tutti i ministri.
Altri quindi stabiliscono un legame tra gli ordini e i sette doni [dello Spirito Santo]: facendo corrispondere al sacerdozio il dono della sapienza, la quale ci "sazia col pane di vita e d'intelletto", come il sacerdote ci ristora col pane celeste; all'ostiario invece il timore, poiché egli ci allontana dalle malvagità; agli ordini intermedi poi fanno corrispondere i doni intermedi.
Anche questo però non vale. Perché in ciascun ordine i doni vengono elargiti tutti e sette.
Cercando quindi un'altra spiegazione, diremo che il sacramento dell'ordine è ordinato al sacramento dell'Eucarestia, il quale a detta di Dionigi è "il sacramento dei sacramenti". Infatti come il tempio, l'altare, i vasi sacri e le vesti ordinati all'Eucarestia hanno bisogno di consacrazione, cosi ne han bisogno i ministri: e tale consacrazione costituisce il sacramento dell'ordine. Perciò anche la divisione dell'ordine va desunta in rapporto all'Eucarestia.
Infatti il potere di ordine ha per oggetto, o la consacrazione dell'Eucarestia medesima, oppure qualche funzione ad essa ordinata. Nel primo caso si ha l'ordine dei sacerdoti. Ecco perché quando questi vengono ordinati ricevono il calice col vino e la patena col pane; ricevendo il potere di consacrare il corpo e il sangue di Cristo.
A sua volta la cooperazione dei ministri è in ordine, o al sacramento stesso, o a quelli che devono riceverlo. Nel primo caso si presenta sotto tre forme. Primo, sotto forma di cooperazione nel sacramento stesso, rispetto però alla distribuzione, non alla consacrazione che è riservata al sacerdote. Ed è il compito del diacono.
Ecco perché nel testo [delle Sentenze] si legge, che "ai diaconi spetta ministrare ai sacerdoti in tutto ciò che riguarda i sacramenti di Cristo". Cosicché essi possono distribuirne anche il sangue. - Secondo, c'è un ministero ordinato a preparare la materia del sacramento nei vasi sacri destinati a contenerlo. Ed esso spetta ai suddiaconi. Ecco perché nel testo si dice che essi portano i vasi del corpo e del sangue del Signore, e portano le oblate sull'altare. Essi perciò nell'ordinazione ricevevano dal vescovo il calice, però vuoto. - Terzo, c'è un ministero ordinato a presentare la materia del sacramento. E questo spetta all’accolito. Questi infatti, come dice il testo [delle Sentenze] prepara le ampolle col vino e l'acqua. E per questo riceve all'ordinazione le ampolle vuote.
Le funzioni poi ordinate a preparare alla recezione del sacramento non possono esercitarsi che sugli immondi: perché i mondi sono già preparati a riceverlo. Ora, a detta di Dionigi, ci sono tre generi d'immondi. Alcuni sono addirittura infedeli, che non vogliono credere. E questi devono essere allontanati dall'assistere ai divini misteri e dall'assemblea dei fedeli. E tale è il compito degli ostiari. - Altri sono desiderosi di credere, ma sono privi d'istruzione, cioè i catecumeni. E a istruirli è deputato l'ordine dei lettori. Ecco perché viene loro affidata la lettura del vecchio Testamento, in cui sono i primi rudimenti della fede. - Altri poi sono credenti e istruiti, ma impediti dall'ossessione diabolica, cioè gli energumeni. E su di essi si esercita l'ordine degli esorcisti.
Ciò spiega il numero e la gerarchia degli ordini.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Dionigi parla degli ordini non in quanto sono sacramenti, ma in quanto sono ordinati alle funzioni gerarchiche. Ecco perché distingue in base ad esse tre ordini soltanto. E tra questi il primo, cioè l'episcopato, le compie tutte e tre; il secondo, cioè il sacerdozio, due; e il terzo una sola, cioè la purificazione; che spetta appunto al diacono, denominato ministro, comprendendo in esso tutti gli ordini inferiori. - Ma gli ordini sono sacramenti in rapporto al più nobile dei sacramenti. Perciò da questo va desunto il loro numero.

2. Nella Chiesa primitiva tutti i ministeri inferiori erano affidati ai diaconi, per la scarsità dei ministri; il che è evidente da quelle parole di Dionigi: "Tra i ministri alcuni custodiscono le porte chiuse del tempio, altri compiono qualche funzione del proprio ordine, e altri presentano ai sacerdoti sull'altare il pane sacro e il calice di benedizione". Però quei poteri erano tutti impliciti nell'unico potere del diacono. Ma in seguito, essendosi esteso il culto divino, la Chiesa ha distribuito espressamente in vari ordini quello che era implicito in uno solo. In tal senso il Maestro può dire nelle Sentenze, "che la Chiesa ha istituito" gli altri ordini.

3. Gli ordini sono ordinati principalmente all'Eucarestia, e solo di conseguenza agli altri sacramenti: poiché anche gli altri derivano da ciò che è contenuto in questo sacramento. Perciò non è necessario ricavare la divisione degli ordini dagli altri sacramenti.

4. Gli angeli differiscono tra loro nella specie: e per questo in essi può essere diverso il modo di ricevere le cose divine. E quindi in essi si distinguono anche diverse gerarchie. Invece negli ordini c'è una sola gerarchia, essendo unico il modo di ricevere le cose divine, dipendente dalla specie umana, cioè mediante l'immagine di cose sensibili. Ecco perché negli angeli non può esserci distinzione di ordini in base a dei sacramenti, come avviene presso di noi, ma solo in base alle funzioni gerarchiche esercitate da ciascun ordine su quelli inferiori. E sotto quest'aspetto i nostri ordini corrispondono ai loro: poiché nella nostra gerarchia ci sono tre tipi di ordini distinti secondo le funzioni gerarchiche, come in ciascuna delle gerarchie angeliche.

5. Il salmistato non è un ordine, ma un ufficio annesso a un ordine: siccome infatti i salmi si cantano, il cantore viene chiamato salmista. Ma cantore non è un nome di un ordine specifico. Sia perché cantare appartiene a tutto il coro. - Sia perché non ha un rapporto speciale col sacramento dell'Eucarestia. - Sia perché salmeggiare è un ufficio che talora è computato tra gli ordini in senso lato.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La distinzione degli ordini e delle loro funzioni, e l'impressione del carattere > Se gli ordini si debbano distinguere in sacri e non sacri


Supplemento
Questione 37
Articolo 3

SEMBRA che gli ordini non si debbano distinguere in sacri e non sacri. Infatti:
1. Tutti gli ordini sono dei sacramenti. Ma tutti i sacramenti sono sacri. Dunque sono sacri tutti gli ordini.

2. Gli ordini ecclesiastici non dispongono che a ministeri divini. Ma questi sono tutti sacri. Quindi tutti gli ordini sono sacri.

IN CONTRARIO: Gli ordini sacri [o maggiori] impediscono di contrarre matrimonio, e lo dirimono se contratto. Invece i quattro ordini inferiori non hanno tali effetti. Perciò essi non sono ordini sacri.

RISPONDO: L'ordine può essere denominato sacro in due modi. Primo, per se stesso. E in tal senso ogni ordine è sacro, essendo esso un sacramento. - Secondo, in rapporto alla materia su cui si esercita. E allora si dice sacro quell'ordine che ha una funzione relativa a cose consacrate. In tal senso sono tre soltanto gli ordini sacri: il sacerdozio e il diaconato che esercitano le loro funzioni sul corpo e sul sangue consacrati di Cristo, e il suddiaconato, che ha da trattare i vasi consacrati. Ecco perché è loro annesso l'obbligo della castità, affinché siano mondi coloro che trattano le cose sante.

Sono così risolte anche le difficoltà.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La distinzione degli ordini e delle loro funzioni, e l'impressione del carattere > Se sia giusta l'attribuzione dei compiti ai vari ordini fatta dalle Sentenze


Supplemento
Questione 37
Articolo 4

SEMBRA che non sia giusta l'attribuzione dei compiti ai vari ordini fatta dalle Sentenze. Infatti:
1. L'assoluzione prepara l'anima a ricevere il corpo di Cristo. Ma la preparazione dei fedeli a ricevere i sacramenti spetta agli ordini inferiori. Dunque non è giusto mettere l'assoluzione dei peccati tra i compiti del sacerdote.

2. L'uomo viene reso a immagine di Dio immediatamente dal battesimo, ossia dal riceverne il carattere che la imprime. Ora, pregare e offrire oblazioni sono atti ordinati immediatamente a Dio. Perciò questi atti può farli qualsiasi battezzato, e non vanno riservati solo al sacerdote.

3. Ordini diversi devono avere funzioni diverse. Ma portare le oblate all'altare e leggere l'epistola spetta al suddiacono. Inoltre i suddiaconi portano la croce dinanzi al Papa. Dunque tali funzioni non vanno attribuite ai diaconi.

4. Identica è la verità contenuta nel nuovo e nel vecchio Testamento. Ora, leggere il vecchio Testamento è ufficio dei lettori. Quindi per lo stesso motivo toccherebbe a loro leggere anche il nuovo; non già ai diaconi.

5. Gli apostoli non hanno predicato altro che il Vangelo di Cristo. Ma ai suddiaconi è dato l'incarico di leggere gli insegnamenti degli apostoli. Dunque andava loro affidata anche la lettura del Vangelo.

6. A detta di Dionigi, ciò che compete a un ordine superiore non può attribuirsi a quello inferiore. Ora, porgere le ampolline spetta al suddiacono. Quindi non deve attribuirsi agli accoliti.

7. Gli atti spirituali devono prevalere su quelli materiali. Ora, l'accolito non ha che una funzione materiale. Perciò l'esorcista, che è a lui inferiore, non può avere la funzione spirituale di scacciare i demoni.

8. Le cose più affini vanno poste l'una accanto l'altra. Ora, la lettura del vecchio Testamento è sommamente affine alla lettura del nuovo Testamento, che spetta ai ministri superiori. Dunque leggere il vecchio Testamento, non può essere funzione del lettore, ma piuttosto dell'accolito: specialmente se pensiamo che i lumi materiali portati dagli accoliti stanno a indicare la luce spirituale della dottrina.

9. Per qualsiasi ministero degli ordini spirituali deve esserci una virtù spirituale che distingue gli ordinati. Ma nell'aprire e chiudere le porte gli ostiari non hanno un potere che li distingue dagli altri uomini. Questa dunque non può considerarsi la loro funzione.

RISPONDO: La funzione principale di ciascun ordine è quella che più immediatamente è ordinata all'Eucarestia; poiché la consacrazione conferita nell'ordinazione ha come scopo il sacramento dell'Eucarestia. Ecco perché un ordine è superiore all'altro a seconda che la sua funzione è maggiormente connessa con tale sacramento. E poiché all'Eucarestia, che è il sacramento più nobile, sono ordinate moltissime cose, niente impedisce che un medesimo ordine, oltre alla principale, abbia molte altre funzioni, e ciò nella misura della sua perfezione; poiché una virtù tanto più si estende quanto è più perfetta.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La preparazione di chi riceve i sacramenti è di due generi: una remota, che viene fatta dai ministri minori; l'altra prossima, che immediatamente rende idonei a ricevere i sacramenti. Quest'ultima appartiene al sacerdote. Poiché anche tra gli esseri materiali identica è la causa agente che dà l'ultima disposizione alla materia e che introduce la nuova forma. Ora, consistendo la disposizione prossima all'Eucarestia nel fatto che uno viene purificato dai peccati, ministro proprio di tutti i sacramenti istituiti principalmente per la purificazione del peccato è il sacerdote: tali sono appunto il battesimo, la penitenza e l'estrema unzione.

2. Gli atti che immediatamente si riferiscono a Dio sono di due specie. Alcuni sono soltanto personali, come la preghiera individuale, il voto, e altri consimili. Tali atti appartengono a qualsiasi battezzato. - Altri sono di tutta la Chiesa. E questi possono essere indirizzati immediatamente a Dio solo dal sacerdote: poiché egli soltanto può agire a nome di tutta la Chiesa, consacrando l'Eucarestia che è il sacramento della Chiesa universale.

3. Le oblazioni fatte dal popolo vengono offerte dal sacerdote. Ecco perché circa le oblate devono esserci due ministeri. L'uno per parte del popolo: ed è quello del suddiacono, che riceve le oblate dal popolo e le porta sull'altare, o le offre al diacono. L'altro per parte del sacerdote: e questo spetta al diacono, che presenta le oblate al sacerdote stesso. Queste sono le funzioni principali dei due ordini suddetti. Ed è per questo che il diaconato è superiore. - Invece leggere l'epistola non è funzione del diacono: se non nel senso che le funzioni degli ordini inferiori rientrano in quelle degli ordini superiori. - Lo stesso si dica per il compito di cruciferario. Ma questi uffici dipendono dalle consuetudini di chiese particolari: poiché nelle funzioni secondarie niente impedisce che ci siano consuetudini differenti.

4. L'insegnamento è preparazione remota a ricevere l'Eucarestia: ecco perché viene affidato ai ministri. Quello però del vecchio Testamento è più remoto dell'insegnamento del nuovo: poiché si limita a esporre le figure di questo sacramento. Ecco perché la lettura del nuovo Testamento viene affidata ai ministri superiori, e quella del vecchio agl'inferiori. Inoltre anche nel nuovo Testamento la dottrina che il Signore ha esposto da se stesso è più perfetta dell'insegnamento dato dagli apostoli. Ecco perché il Vangelo viene riservato ai diaconi, e l'epistola ai suddiaconi.

5. È così risolta anche la quinta difficoltà.

6. Gli accoliti esercitano il loro ministero solo sulle ampolle, non sul loro contenuto. Il suddiacono invece lo esercita sul contenuto: poiché mette l'acqua e il vino nel calice, e versa l'acqua sulle mani del sacerdote. Il diacono poi, come il suddiacono, esercita il suo ministero sul calice, non già su quello che esso contiene: il sacerdote invece sul suo contenuto. Ecco perché come nell'ordinazione il suddiacono riceve il calice vuoto, e il sacerdote pieno; così l'accolito riceve le ampolle vuote e il suddiacono piene. Perciò tra gli ordini c'è una certa continuità.

7. Le funzioni materiali dell'accolito riguardano più da vicino quelle degli ordini maggiori che quelle dell'esorcista, sebbene queste siano in qualche modo spirituali; poiché gli accoliti esercitano il loro ministero sui vasi che contengono la materia del sacramento, cioè il vino, che per essere un liquido ha bisogno di un vaso che lo contenga. Ecco perché l'accolitato è il più alto tra gli ordini minori.

8. È evidente che la funzione degli accoliti è più vicina a quelle principali dei ministri superiori che quella degli altri ordini minori. Lo stesso si dica per le funzioni secondarie, che predispongono il popolo con l'insegnamento: poiché l'accolito portando i lumi esprime visibilmente la dottrina del nuovo Testamento, mentre il lettore la esprime in altra maniera con la lettura. Perciò l'accolito è superiore. - Così per l'esorcista. Poiché come la funzione del lettore sta ai ministeri secondari del diacono e del suddiacono, così la funzione dell'esorcista sta al ministero secondario del sacerdote, che consiste nel legare e nello sciogliere, e con il quale l'uomo viene liberato totalmente dalla schiavitù del demonio. Da ciò risulta la perfetta gradazione gerarchica dell'ordine. Cooperano infatti col sacerdote nel suo ministero principale, che è la consacrazione del corpo di Cristo, soltanto i tre ordini superiori. In quello secondario invece, che consiste nello sciogliere e nel legare, cooperano con lui tanto i superiori che gli inferiori.

9. Alcuni dicono che con l'ordinazione viene conferito all'ostiario un potere divino per impedire ai profani l'ingresso nella chiesa, simile a quello che si manifestò in Cristo quando scacciò i mercanti dal tempio. - Ma questo appartiene più a un carisma che a un sacramento. Perciò rispondiamo che egli riceve il potere di compiere le sue funzioni per ufficio: sebbene possano queste essere compiute anche da altri, ma non d'ufficio. Allo stesso modo si può celebrare la messa anche in un edificio non consacrato, sebbene la consacrazione della chiesa sia ordinata a tale atto di culto.



Terza Parte e Supplemento > I Sacramenti > La distinzione degli ordini e delle loro funzioni, e l'impressione del carattere > Se il carattere sacerdotale sia impresso alla consegna del calice


Supplemento
Questione 37
Articolo 5

SEMBRA che il carattere sacerdotale non venga impresso alla consegna del calice. Infatti:
1. La consacrazione del sacerdote avviene mediante un'unzione, come la cresima. Ma nella cresima il carattere viene impresso al momento dell'unzione. Dunque lo stesso avviene nel sacerdozio, non già alla consegna del calice.

2. Il Signore diede ai discepoli il potere sacerdotale quando disse: "Ricevete lo Spirito Santo: a coloro ai quali rimetterete i peccati...". Ma lo Spirito Santo viene dato dall'imposizione delle mani. Perciò il carattere dell'ordine viene impresso all'imposizione delle mani.

3. I ministri vengono consacrati come le loro vesti. Ora, queste vengono consacrate con la sola benedizione. Dunque la consacrazione del sacerdote avviene per la benedizione episcopale.

4. Al sacerdote viene consegnata la veste sacerdotale come viene consegnato il calice. Ora, se il carattere viene impresso con la consegna del calice dovrà avvenire anche alla consegna della casula. E così egli riceverebbe due caratteri distinti: il che è falso.

5. Il diaconato è conforme al sacerdozio più del suddiaconato. Ma se il sacerdote ricevesse il carattere alla consegna del calice, il suddiacono sarebbe più conforme al sacerdote che il diacono: perché il suddiacono, e non il diacono riceve il carattere alla consegna del calice. Dunque il carattere sacerdotale non viene impresso alla consegna del calice.

6. L'ordine degli accoliti si avvicina alle funzioni sacerdotali più nel ministrare le ampolle che nel portare i candelabri. Eppure essi ricevono il carattere dell'accolitato più nel ricevere il candelabro, che nel ricevere le ampolle: poiché il termine accolito sta a indicare l'azione di portare i ceri. Perciò anche nel sacerdozio il carattere non viene impresso nell'atto di ricevere il calice.

IN CONTRARIO: L'atto principale del sacerdozio è consacrare il corpo di Cristo. Ma tale potere viene dato alla consegna del calice. Dunque allora ne viene impresso il carattere.

RISPONDO: Come abbiamo già notato, appartiene alla medesima causa imprimere la nuova forma e predisporre immediatamente la materia a riceverla. Ecco perché il vescovo nel conferire l'ordine compie due cose: prepara gli ordinandi a ricevere l'ordine; e ne trasmette il potere. Li prepara e istruendoli nel loro ufficio, e compiendo qualche cosa su di loro per renderli idonei a riceverne i poteri. Tale funzione preparatoria abbraccia tre cose: la benedizione, l'imposizione delle mani e l'unzione sacra. Con la benedizione gli ordinandi vengono deputati al servizio divino. Ecco perché la benedizione si dà in tutti gli ordini. - Con l'imposizione delle mani invece viene loro data la pienezza della grazia, necessaria per compiere gli uffici maggiori. Ecco perché essa è riservata solo ai diaconi e ai sacerdoti, cui spetta l'amministrazione dei sacramenti: ai primi come incaricati principali, ai secondi come ministri. - Con la sacra unzione poi essi vengono consacrati per trattare i sacramenti. Ecco perché l'unzione è riservata ai sacerdoti, i quali devono toccare con le loro mani il corpo di Cristo: e cosi viene unto il calice che ne contiene il sangue, e la patena che deve accoglierne il corpo.
Ma il conferimento dei poteri viene fatto mediante la consegna di cose attinenti alle loro funzioni. E poiché la funzione principale del sacerdote consiste nel consacrare il corpo e il sangue di Cristo, il carattere sacerdotale viene conferito nella consegna del calice, precisata dalle parole della forma.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. Nella cresima non viene conferito un potere per agire su una materia esterna. Perciò in essa il carattere non viene impresso con la consegna di qualche cosa, ma con la sola imposizione delle mani e con l'unzione sacra. Quindi il paragone non regge.

2. Il Signore diede ai discepoli il potere sacerdotale quanto alla funzione principale prima della passione, nell'ultima cena, quando disse: "Prendete e mangiate...", aggiungendo: "Fate questo in memoria di me". Invece dopo la resurrezione conferì loro il potere sacerdotale quanto all'atto secondario, che consiste nel legare e nello sciogliere.

3. Le vesti sacre non richiedono altra consacrazione che la loro destinazione al culto di Dio. Per esse quindi basta la benedizione a consacrarle. Diverso invece è il caso degli ordinandi, come abbiamo spiegato.

4. La veste sacerdotale non significa il potere conferito al sacerdote, ma l'idoneità richiesta in lui per esercitarne le funzioni.
Perciò né il sacerdote né gli altri ordinandi ricevono il carattere dalla consegna di una veste.

5. Il potere del diacono è intermedio tra quello del suddiacono e quello del sacerdote: poiché il sacerdote ha il potere direttamente sul corpo di Cristo, il suddiacono sui soli vasi che lo contengono, il diacono invece sul corpo contenuto nei recipienti.
Infatti egli non può toccare il corpo di Cristo, ma portarlo sulla patèna, e distribuirne il sangue col calice. Quindi il suo potere rispetto all'atto principale non poteva essere espresso con la consegna né dei recipienti soltanto, né dei recipienti con la materia.
Invece il suo potere viene espresso in rapporto a un atto secondario, mediante la consegna del libro dei Vangeli: e in tale potere viene sottinteso anche l'altro. Ecco perché il carattere [del diacono] viene impresso con la consegna del libro.

6. L'atto principale dell'accolito è presentare le ampolle, non già portare i candelabri: sebbene esso prenda nome dall'atto secondario, perché più noto e caratteristico. Quindi il carattere dell'accolitato viene impresso alla consegna delle ampolle, in virtù delle parole pronunziate dal vescovo.

Alla Questione precedente

 

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