[34618] Iª-IIae q. 25 a. 3 arg. 2 Praeterea, arduum est obiectum irascibilis. Sed magis videtur esse arduum quod aliquis conetur superare malum contrarium quod imminet ut futurum, quod pertinet ad audaciam; vel quod iniacet iam ut praesens, quod pertinet ad iram; quam quod conetur acquirere simpliciter aliquod bonum. Et similiter magis videtur esse arduum quod conetur vincere malum praesens, quam malum futurum. Ergo ira videtur esse potior passio quam audacia, et audacia quam spes. Et sic spes non videtur esse prior.
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[34618] Iª-IIae q. 25 a. 3 arg. 2
2. Oggetto dell'irascibile è l'arduo. Ora, sembra cosa più ardua il tentativo di superare il male contrario imminente, oggetto dell'audacia, ovvero il male già inflitto e presente, oggetto dell'ira, che il semplice tentativo di conquistare il bene. Così pure sembra più arduo il tentativo di vincere un male presente che quello di vincere un male futuro. Dunque l'ira sembra essere una passione superiore all'audacia, e l'audacia superiore alla speranza. Quindi la speranza non è al primo posto.
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[34621] Iª-IIae q. 25 a. 3 co. Respondeo dicendum quod, sicut iam dictum est, omnes passiones irascibilis important motum in aliquid. Motus autem ad aliquid in irascibili potest causari ex duobus, uno modo, ex sola aptitudine seu proportione ad finem, quae pertinet ad amorem vel odium; alio modo, ex praesentia ipsius boni vel mali, quae pertinet ad tristitiam vel gaudium. Et quidem ex praesentia boni non causatur aliqua passio in irascibili, ut dictum est, sed ex praesentia mali causatur passio irae. Quia igitur in via generationis seu consecutionis, proportio vel aptitudo ad finem praecedit consecutionem finis; inde est quod ira, inter omnes passiones irascibilis, est ultima, ordine generationis. Inter alias autem passiones irascibilis, quae important motum consequentem amorem vel odium boni vel mali, oportet quod passiones quarum obiectum est bonum, scilicet spes et desperatio, sint naturaliter priores passionibus quarum obiectum est malum, scilicet audacia et timore. Ita tamen quod spes est prior desperatione, quia spes est motus in bonum secundum rationem boni quod de sua ratione est attractivum, et ideo est motus in bonum per se; desperatio autem est recessus a bono, qui non competit bono secundum quod est bonum, sed secundum aliquid aliud, unde est quasi per accidens. Et eadem ratione, timor, cum sit recessus a malo, est prior quam audacia. Quod autem spes et desperatio sint naturaliter priores quam timor et audacia, ex hoc manifestum est, quod, sicut appetitus boni est ratio quare vitetur malum, ita etiam spes et desperatio sunt ratio timoris et audaciae, nam audacia consequitur spem victoriae, et timor consequitur desperationem vincendi. Ira autem consequitur audaciam, nullus enim irascitur vindictam appetens, nisi audeat vindicare, secundum quod Avicenna dicit, in sexto de naturalibus. Sic ergo patet quod spes est prima inter omnes passiones irascibilis. Et si ordinem omnium passionum secundum viam generationis, scire velimus, primo occurrunt amor et odium; secundo, desiderium et fuga; tertio, spes et desperatio; quarto, timor et audacia; quinto, ira; sexto et ultimo, gaudium et tristitia, quae consequuntur ad omnes passiones, ut dicitur in II Ethic. Ita tamen quod amor est prior odio, et desiderium fuga, et spes desperatione, et timor audacia, et gaudium quam tristitia, ut ex praedictis colligi potest.
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[34621] Iª-IIae q. 25 a. 3 co.
RISPONDO: Come abbiamo già detto, tutte le passioni dell'irascibile implicano un moto verso qualche cosa. Ora codesto moto potrebbe essere causato in due maniere nell'irascibile: primo, dalla
sola attitudine o proporzione verso il fine, il che interessa l'amore o l'odio; secondo, dalla presenza stessa del bene o del male, il che forma l'oggetto del gaudio o della tristezza. Ma dalla presenza del bene non viene causata nessuna passione nell'irascibile, come abbiamo già visto; invece dalla presenza del male viene causata la passione dell'ira.
Ma in ordine genetico, o di esecuzione, la proporzione o attitudine al fine precede il conseguimento; perciò l'ira, fra tutte le passioni dell'irascibile, è l'ultima in codesto ordine. Invece tra le passioni dell'irascibile, che implicano un moto derivante dall'amore o dall'odio rispettivamente verso il bene o verso il male, è necessario ammettere la priorità della speranza e della disperazione, aventi per oggetto il bene, sulle altre passioni aventi per oggetto il male, e cioè sull'audacia e sul timore. Sta il fatto, però, che la speranza è prima della disperazione; poiché è un moto verso il bene in quanto bene, cioè in quanto è attraente: è quindi un moto verso il bene per se.
Invece la disperazione è un allontanamento dal bene, e ciò non si addice al bene in quanto bene, ma per altro motivo [per l'arduità]; quindi è quasi un per accidens. Per la stessa ragione il timore è prima dell'audacia, essendo un allontanamento dal male. - Che poi la speranza e la disperazione sono per natura prima del timore e dell'audacia, è dimostrato dal fatto che la speranza e la disperazione spiegano il timore e l'audacia, come la brama del bene giustifica la fuga dal male: infatti l'audacia nasce dalla speranza di vincere, e il timore deriva dal disperare della vittoria. L'ira finalmente nasce dall'audacia: poiché, come fa osservare Avicenna, nessuno si adira desiderando la vendetta, senza l'audacia di vendicarsi.
È perciò evidente che la speranza è la prima tra tutte le passioni dell'irascibile. - E, se vogliamo, ecco descritto l'ordine genetico di tutte le passioni: al primo posto amore e odio; al secondo desiderio e fuga; al terzo speranza e disperazione; al quarto timore e audacia; al quinto l'ira; al sesto ed ultimo gioia e tristezza, le quali vengono dopo tutte le altre, come Aristotele insegna. Tuttavia l'amore precede l'odio, il desiderio la fuga, la speranza precede la disperazione, il timore l'audacia e il gaudio la tristezza, come si può concludere da quanto abbiamo detto in precedenza.
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