I, 24

Parte prima > Trattato relativo all'essenza di Dio > Il libro della vita


Prima pars
Quaestio 24
Prooemium

[29463] Iª q. 24 pr.
Deinde considerandum est de libro vitae. Et circa hoc quaeruntur tria.
Primo, quid sit liber vitae.
Secundo, cuius vitae sit liber.
Tertio, utrum aliquis possit deleri de libro vitae.

 
Prima parte
Questione 24
Proemio

[29463] Iª q. 24 pr.
Ed ora veniamo a trattare del libro della vita. In proposito si pongono tre quesiti:
1. Che cosa sia il libro della vita;
2. Di quale vita sia libro;
3. Se qualcuno possa essere cancellato dal libro della vita.




Parte prima > Trattato relativo all'essenza di Dio > La predestinazione > Se il libro della vita sia la stessa cosa della predestinazione


Prima pars
Quaestio 24
Articulus 1

[29464] Iª q. 24 a. 1 arg. 1
Ad primum sic proceditur. Videtur quod liber vitae non sit idem quod praedestinatio. Dicitur enim Eccli. XXIV, haec omnia liber vitae; Glossa, idest novum et vetus testamentum. Hoc autem non est praedestinatio. Ergo liber vitae non est idem quod praedestinatio.

 
Prima parte
Questione 24
Articolo 1

[29464] Iª q. 24 a. 1 arg. 1
SEMBRA che il libro della vita non sia la stessa cosa della predestinazione. Infatti:
1. Nella Scrittura si legge: "Tutte queste cose sono il libro della vita"; "cioè", commenta la Glossa, "il nuovo e il vecchio Testamento". Ora, ciò non è la predestinazione. Dunque il libro della vita non si identifica con la predestinazione.

[29465] Iª q. 24 a. 1 arg. 2
Praeterea, Augustinus, in libro XX de Civ. Dei, ait quod liber vitae est quaedam vis divina, qua fiet ut cuique opera sua bona vel mala in memoriam reducantur. Sed vis divina non videtur pertinere ad praedestinationem, sed magis ad attributum potentiae. Ergo liber vitae non est idem quod praedestinatio.

 

[29465] Iª q. 24 a. 1 arg. 2
2. S. Agostino dice che il libro della vita "è una certa forza divina, che farà tornare in mente ad ognuno tutte le proprie opere buone e cattive". Ora, la forza divina non pare che si riallacci alla predestinazione, ma piuttosto all'attributo della potenza. Dunque il libro della vita non è la medesima cosa della predestinazione.

[29466] Iª q. 24 a. 1 arg. 3
Praeterea, praedestinationi opponitur reprobatio. Si igitur liber vitae esset praedestinatio, inveniretur liber mortis, sicut liber vitae.

 

[29466] Iª q. 24 a. 1 arg. 3
3. Alla predestinazione si oppone la riprovazione. Se dunque il libro della vita fosse la predestinazione, dovrebbe esserci anche il libro della morte.

[29467] Iª q. 24 a. 1 s. c.
Sed contra est quod dicitur in Glossa, super illud Psalmi LXVIII, deleantur de libro viventium, liber iste est notitia Dei, qua praedestinavit ad vitam, quos praescivit.

 

[29467] Iª q. 24 a. 1 s. c.
IN CONTRARIO: La Glossa, commentando il seguente versetto dei Salmi, "siano cancellati dal libro dei viventi", afferma: "Questo libro è la conoscenza di Dio, per la quale egli ha predestinato alla vita quelli che ha preconosciuto".

[29468] Iª q. 24 a. 1 co.
Respondeo dicendum quod liber vitae in Deo dicitur metaphorice, secundum similitudinem a rebus humanis acceptam. Est enim consuetum apud homines, quod illi qui ad aliquid eliguntur, conscribuntur in libro; utpote milites vel consiliarii, qui olim dicebantur patres conscripti. Patet autem ex praemissis quod omnes praedestinati eliguntur a Deo ad habendum vitam aeternam. Ipsa ergo praedestinatorum conscriptio dicitur liber vitae. Dicitur autem metaphorice aliquid conscriptum in intellectu alicuius, quod firmiter in memoria tenet, secundum illud Prov. III, ne obliviscaris legis meae, et praecepta mea cor tuum custodiat; et post pauca sequitur, describe illa in tabulis cordis tui. Nam et in libris materialibus aliquid conscribitur ad succurrendum memoriae. Unde ipsa Dei notitia, qua firmiter retinet se aliquos praedestinasse ad vitam aeternam, dicitur liber vitae. Nam sicut Scriptura libri est signum eorum quae fienda sunt ita Dei notitia est quoddam signum apud ipsum, eorum qui sunt perducendi ad vitam aeternam; secundum illud II Tim. II, firmum fundamentum Dei stat, habens signaculum hoc, novit dominus qui sunt eius.

 

[29468] Iª q. 24 a. 1 co.
RISPONDO: Si parla in senso metaforico del libro della vita in Dio, per un'analogia desunta dalle cose umane. C'è l'uso tra gli uomini di iscrivere in un libro coloro che sono eletti a qualche ufficio, come i soldati o i consiglieri che una volta erano chiamati Padri coscritti. Ora, appare chiaro da quel che abbiamo già detto, che tutti i predestinati sono eletti da Dio ad avere la vita eterna. Dunque l'iscrizione dei predestinati si chiama libro della vita.
D'altra parte si dice, con una metafora, che è scritto nella mente di qualcuno ciò che egli tiene fisso nella memoria; così, p. es., quando si dice nei Proverbi: "Non dimenticare il mio insegnamento e il tuo cuore custodisca i miei precetti", poco dopo si aggiunge: "Scrivili sulle tavole del tuo cuore". Del resto si scrivono le cose sui libri per venire in aiuto della memoria. Perciò la conoscenza stessa di Dio, con la quale egli ricorda fermamente di aver destinato certuni alla vita eterna, si chiama libro della vita. Come le parole scritte in un libro sono un segno di quanto deve essere effettuato, così la conoscenza divina è per Dio un segno che sta a indicare coloro i quali devono essere condotti alla vita eterna; proprio come dice S. Paolo: "Il fondamento gettato da Dio sta saldo e porta questo sigillo: Il Signore conosce i suoi".

[29469] Iª q. 24 a. 1 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod liber vitae potest dici dupliciter. Uno modo, conscriptio eorum qui sunt electi ad vitam, et sic loquimur nunc de libro vitae. Alio modo potest dici liber vitae, conscriptio eorum quae ducunt in vitam. Et hoc dupliciter. Vel sicut agendorum, et sic novum et vetus testamentum dicitur liber vitae. Vel sicut iam factorum, et sic illa vis divina, qua fiet ut cuilibet in memoriam reducantur facta sua, dicitur liber vitae. Sicut etiam liber militiae potest dici, vel in quo scribuntur electi ad militiam, vel in quo traditur ars militaris, vel in quo recitantur facta militum.

 

[29469] Iª q. 24 a. 1 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. (L'espressione) il libro della vita si può prendere in due sensi. Primo, per designare l'iscrizione di coloro che sono eletti alla vita: ed ora parliamo in tal senso del libro della vita. Secondo, si può dire libro della vita la trascrizione delle cose che conducono alla vita. E anche questo in due sensi. O delle cose che bisogna fare: e così possiamo chiamare libro della vita il Nuovo ed il Vecchio Testamento. O delle cose che già furono compiute: e allora possiamo chiamare libro della vita quella forza divina, che farà tornare in mente a ciascuno i propri atti. Così si può chiamare libro della milizia sia quello in cui sono iscritti coloro che sono scelti per il servizio militare, sia quello in cui si insegna l'arte militare, sia quello in cui si narrano le gesta militari.

[29470] Iª q. 24 a. 1 ad 2
Unde patet solutio ad secundum.

 

[29470] Iª q. 24 a. 1 ad 2
2. È sciolta così anche la seconda difficoltà.

[29471] Iª q. 24 a. 1 ad 3
Ad tertium dicendum quod non est consuetum conscribi eos qui repudiantur, sed eos qui eliguntur. Unde reprobationi non respondet liber mortis, sicut praedestinationi liber vitae.

 

[29471] Iª q. 24 a. 1 ad 3
3. Non c'è l'uso di iscrivere gli scartati, ma solo gli eletti. Perciò alla riprovazione non corrisponde il libro della morte, come alla predestinazione il libro della vita.

[29472] Iª q. 24 a. 1 ad 4
Ad quartum dicendum quod secundum rationem differt liber vitae a praedestinatione. Importat enim notitiam praedestinationis, sicut etiam ex Glossa inducta apparet.

 

[29472] Iª q. 24 a. 1 ad 4
4. Il libro della vita differisce dalla predestinazione concettualmente, perché vi aggiunge l'idea di conoscenza, come appare anche dalla Glossa riportata.




Parte prima > Trattato relativo all'essenza di Dio > La predestinazione > Se il libro della vita riguardi soltanto la vita gloriosa dei predestinati


Prima pars
Quaestio 24
Articulus 2

[29473] Iª q. 24 a. 2 arg. 1
Ad secundum sic proceditur. Videtur quod liber vitae non sit solum respectu vitae gloriae praedestinatorum. Liber enim vitae est notitia vitae. Sed Deus per vitam suam cognoscit omnem aliam vitam. Ergo liber vitae praecipue dicitur respectu vitae divinae; et non solum respectu vitae praedestinatorum.

 
Prima parte
Questione 24
Articolo 2

[29473] Iª q. 24 a. 2 arg. 1
SEMBRA che il libro della vita non riguardi soltanto la vita gloriosa dei predestinati. Infatti:
1. Il libro della vita è la conoscenza della vita. Ora, Dio mediante la sua vita conosce ogni altra vita. Dunque il libro della vita concerne la vita divina, e non soltanto la vita dei predestinati.

[29474] Iª q. 24 a. 2 arg. 2
Praeterea, sicut vita gloriae est a Deo, ita vita naturae. Si igitur notitia vitae gloriae dicitur liber vitae, etiam notitia vitae naturae dicetur liber vitae.

 

[29474] Iª q. 24 a. 2 arg. 2
2. La vita della gloria viene da Dio come la vita naturale. Se dunque la conoscenza della vita gloriosa si chiama libro della vita, dovrà chiamarsi libro della vita anche la conoscenza della vita naturale.

[29475] Iª q. 24 a. 2 arg. 3
Praeterea, aliqui eliguntur ad gratiam, qui non eliguntur ad vitam gloriae; ut patet per id quod dicitur Ioan. VI, nonne duodecim vos elegi, et unus ex vobis Diabolus est? Sed liber vitae est conscriptio electionis divinae, ut dictum est. Ergo etiam est respectu vitae gratiae.

 

[29475] Iª q. 24 a. 2 arg. 3
3. Sono eletti alla grazia alcuni che pure non sono eletti alla vita della gloria, come appare chiaro da ciò che è scritto nel Vangelo: "Non ho forse scelto io voi, i Dodici? Eppure uno di voi è un diavolo". Ora, il libro della vita è, come abbiamo detto, l'iscrizione divina degli eletti. Dunque riguarda anche la vita della grazia.

[29476] Iª q. 24 a. 2 s. c.
Sed contra est quod liber vitae est notitia praedestinationis, ut dictum est. Sed praedestinatio non respicit vitam gratiae, nisi secundum quod ordinatur ad gloriam, non enim sunt praedestinati, qui habent gratiam et deficiunt a gloria. Liber igitur vitae non dicitur nisi respectu gloriae.

 

[29476] Iª q. 24 a. 2 s. c.
IN CONTRARIO: Il libro della vita è la conoscenza della predestinazione, come abbiamo già detto. Ora, la predestinazione non riguarda la vita della grazia se non in quanto è ordinata alla gloria: giacché non sono predestinati quelli che hanno la grazia e non giungono alla gloria. Il libro della vita dunque riguarda soltanto la gloria.

[29477] Iª q. 24 a. 2 co.
Respondeo dicendum quod liber vitae, ut dictum est, importat conscriptionem quandam sive notitiam electorum ad vitam. Eligitur autem aliquis ad id quod non competit sibi secundum suam naturam. Et iterum, id ad quod eligitur aliquis, habet rationem finis, non enim miles eligitur aut conscribitur ad hoc quod armetur, sed ad hoc quod pugnet; hoc enim est proprium officium ad quod militia ordinatur. Finis autem supra naturam existens, est vita gloriae, ut supra dictum est. Unde proprie liber vitae respicit vitam gloriae.

 

[29477] Iª q. 24 a. 2 co.
RISPONDO: Come abbiamo detto, il libro di vita importa una certa iscrizione e conoscenza di coloro che sono eletti alla vita. Ora, uno ha bisogno di essere eletto per ciò che non gli compete secondo la sua natura. E la funzione per la quale viene eletto ha ragione di fine: infatti un soldato non è arruolato o iscritto per portare le armi, ma per combattere; poiché questo è appunto l'ufficio al quale è ordinata la milizia. Ora, il fine che trascende la natura è la vita della gloria, come sopra si è detto. Perciò, a rigore, il libro della vita riguarda la vita della gloria.

[29478] Iª q. 24 a. 2 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod vita divina, etiam prout est vita gloriosa, est Deo naturalis. Unde respectu eius non est electio, et per consequens neque liber vitae. Non enim dicimus quod aliquis homo eligatur ad habendum sensum, vel aliquid eorum quae consequuntur naturam.

 

[29478] Iª q. 24 a. 2 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La vita divina, anche in quanto è vita gloriosa, è naturale per Dio. Quindi riguardo a lui non vi è elezione, e per conseguenza neppure un libro della vita. Noi, infatti, non diciamo che un uomo è eletto ad avere i sensi, o a qualche cosa connessa con la sua natura.

[29479] Iª q. 24 a. 2 ad 2
Unde per hoc etiam patet solutio ad secundum. Respectu enim vitae naturalis non est electio, neque liber vitae.

 

[29479] Iª q. 24 a. 2 ad 2
2. Questo chiarisce anche la soluzione della seconda difficoltà. Infatti non si dà elezione, né libro della vita per ciò che riguarda l'esistenza naturale.

[29480] Iª q. 24 a. 2 ad 3
Ad tertium dicendum quod vita gratiae non habet rationem finis, sed rationem eius quod est ad finem. Unde ad vitam gratiae non dicitur aliquis eligi, nisi inquantum vita gratiae ordinatur ad gloriam. Et propter hoc, illi qui habent gratiam et excidunt a gloria, non dicuntur esse electi simpliciter, sed secundum quid. Et similiter non dicuntur esse scripti simpliciter in libro vitae sed secundum quid; prout scilicet de eis in ordinatione et notitia divina existit, quod sint habituri aliquem ordinem ad vitam aeternam, secundum participationem gratiae.

 

[29480] Iª q. 24 a. 2 ad 3
3. La vita della grazia non ha ragione di fine, ma di mezzo al fine. Quindi alla vita della grazia uno non si dice eletto se non in quanto la vita della grazia è ordinata alla gloria. E per questo motivo coloro che hanno la grazia e non raggiungono la gloria, non si dicono eletti semplicemente, ma solo sotto un certo aspetto. Così pure non si dicono senz'altro iscritti nel libro della vita, ma solo in qualche modo, in quanto cioè nel disegno e nella conoscenza di Dio è stabilito che essi abbiano un certo ordine alla vita eterna, in forza della partecipazione alla grazia.




Parte prima > Trattato relativo all'essenza di Dio > La predestinazione > Se qualcuno possa essere cancellato dal libro della vita


Prima pars
Quaestio 24
Articulus 3

[29481] Iª q. 24 a. 3 arg. 1
Ad tertium sic proceditur. Videtur quod nullus deleatur de libro vitae. Dicit enim Augustinus, in XX de Civ. Dei, quod praescientia Dei, quae non potest falli, liber vitae est. Sed a praescientia Dei non potest aliquid subtrahi, similiter neque a praedestinatione. Ergo nec de libro vitae potest aliquis deleri.

 
Prima parte
Questione 24
Articolo 3

[29481] Iª q. 24 a. 3 arg. 1
SEMBRA che nessuno possa essere cancellato dal libro della vita. Infatti:
1. S. Agostino dice che "la prescienza di Dio, la quale non può fallire, è il libro della vita". Ora, alla previsione di Dio, come anche alla predestinazione, niente può essere sottratto. Dunque neanche dal libro della vita uno può essere cancellato.

[29482] Iª q. 24 a. 3 arg. 2
Praeterea, quidquid est in aliquo, est in eo per modum eius in quo est. Sed liber vitae est quid aeternum et immutabile. Ergo quidquid est in eo, est ibi non temporaliter, sed immobiliter et indelebiliter.

 

[29482] Iª q. 24 a. 3 arg. 2
2. Ciò che si trova in un soggetto segue il modo di essere di quest'ultimo. Ora, il libro della vita è qualche cosa di eterno e di immutabile. Dunque tutto ciò che è in esso, non vi si trova temporalmente, ma in maniera immutabile e indelebile.

[29483] Iª q. 24 a. 3 arg. 3
Praeterea, deletio Scripturae opponitur. Sed aliquis non potest de novo scribi in libro vitae. Ergo neque inde deleri potest.

 

[29483] Iª q. 24 a. 3 arg. 3
3. Cancellare è il contrario di scrivere. Ora, nessuno può essere iscritto nuovamente nel libro della vita. Dunque non può esserne neppure cancellato.

[29484] Iª q. 24 a. 3 s. c.
Sed contra est quod dicitur in Psalmo LXVIII, deleantur de libro viventium.

 

[29484] Iª q. 24 a. 3 s. c.
IN CONTRARIO: Sta scritto: "Siano cancellati dal libro dei viventi".

[29485] Iª q. 24 a. 3 co.
Respondeo dicendum quod quidam dicunt quod de libro vitae nullus potest deleri secundum rei veritatem, potest tamen aliquis deleri secundum opinionem hominum. Est enim consuetum in Scripturis ut aliquid dicatur fieri, quando innotescit. Et secundum hoc, aliqui dicuntur esse scripti in libro vitae, inquantum homines opinantur eos ibi scriptos, propter praesentem iustitiam quam in eis vident. Sed quando apparet, vel in hoc seculo vel in futuro, quod ab hac iustitia exciderunt, dicuntur inde deleri. Et sic etiam exponitur in Glossa deletio talis, super illud Psalmi LXVIII, deleantur de libro viventium. Sed quia non deleri de libro vitae ponitur inter praemia iustorum, secundum illud Apoc. III, qui vicerit, sic vestietur vestimentis albis, et non delebo nomen eius de libro vitae; quod autem sanctis repromittitur, non est solum in hominum opinione; potest dici quod deleri vel non deleri de libro vitae, non solum ad opinionem hominum referendum est, sed etiam quantum ad rem. Est enim liber vitae conscriptio ordinatorum in vitam aeternam. Ad quam ordinatur aliquis ex duobus, scilicet ex praedestinatione divina, et haec ordinatio nunquam deficit; et ex gratia. Quicumque enim gratiam habet, ex hoc ipso est dignus vita aeterna. Et haec ordinatio deficit interdum, quia aliqui ordinati sunt ex gratia habita ad habendum vitam aeternam, a qua tamen deficiunt per peccatum mortale. Illi igitur qui sunt ordinati ad habendum vitam aeternam ex praedestinatione divina, sunt simpliciter scripti in libro vitae, quia sunt ibi scripti ut habituri vitam aeternam in seipsa. Et isti nunquam delentur de libro vitae. Sed illi qui sunt ordinati ad habendum vitam aeternam, non ex praedestinatione divina, sed solum ex gratia, dicuntur esse scripti in libro vitae, non simpliciter, sed secundum quid, quia sunt ibi scripti ut habituri vitam aeternam, non in seipsa, sed in sua causa. Et tales possunt deleri de libro vitae, ut deletio non referatur ad notitiam Dei, quasi Deus aliquid praesciat, et postea nesciat; sed ad rem scitam, quia scilicet Deus scit aliquem prius ordinari in vitam aeternam, et postea non ordinari, cum deficit a gratia.

 

[29485] Iª q. 24 a. 3 co.
RISPONDO: Alcuni sostengono che dal libro della vita nessuno può essere veramente cancellato: ma si usa dire che uno è cancellato secondo l'opinione degli uomini. Nella Sacra Scrittura, infatti comunemente si dice che una cosa accade quando viene ad essere conosciuta. E secondo questo modo di parlare, si afferma che alcuni sono iscritti nel libro della vita, in quanto gli uomini credono che vi siano iscritti, a motivo dello stato di grazia che al presente scorgono in essi. E quando si vede, in questo mondo o nell'altro, che son decaduti dallo stato di grazia, allora si dice che ne sono cancellati. Tale cancellamento è spiegato così anche nella Glossa alle parole del Salmo: "Siano cancellati dal libro dei viventi".
Ma siccome tra i premi dei giusti vien posto anche quello di non essere cancellato dal libro della vita, secondo il detto dell'Apocalisse, "Chi vince sarà dunque vestito di bianche vesti e non cancellerò il suo nome dal libro della vita"; e le promesse fatte ai santi non esistono soltanto nell'opinione degli uomini; perciò si può dire che essere cancellato, o non essere cancellato dal libro della vita, non va riferito soltanto all'opinione degli uomini, ma anche alla realtà. Il libro della vita, infatti, è l'iscrizione degli esseri destinati alla vita eterna. Ora, uno può essere ordinato alla vita eterna in due maniere: cioè, in forza d'una predestinazione divina, e questo ordinamento non può mancare; e in forza della grazia. Difatti chiunque ha la grazia di suo è degno della vita eterna. Ma questa connessione talora fallisce: perché alcuni, pur essendo ordinati, a motivo della grazia ricevuta, a possedere la vita eterna, tuttavia non la raggiungono per il peccato mortale. Quelli, perciò, che sono ordinati ad avere la vita eterna in forza della divina predestinazione, sono iscritti senz'altro nel libro della vita: perché vi sono iscritti come persone che avranno la vita eterna in se stessa. E questi non saranno mai cancellati dal libro della vita. Ma quelli che sono ordinati a possedere la vita eterna, non per divina predestinazione, ma solo in forza della grazia, non si dicono senz'altro iscritti nel libro della vita, ma solo in certo senso: perché iscritti come chiamati ad avere la vita eterna, non in se stessa, ma nella sua causa. E questi ultimi possono essere cancellati dal libro della vita: non nel senso che tale cancellatura si riferisca alla conoscenza di Dio, come se Dio prima conosca qualche cosa e poi non la conosca più; ma relativamente alla cosa conosciuta, vale a dire perché Dio sa che uno prima era ordinato alla vita eterna e poi non lo sarà più, per aver perso la grazia.

[29486] Iª q. 24 a. 3 ad 1
Ad primum ergo dicendum quod deletio, ut dictum est, non refertur ad librum vitae ex parte praescientiae, quasi in Deo sit aliqua mutabilitas, sed ex parte praescitorum, quae sunt mutabilia.

 

[29486] Iª q. 24 a. 3 ad 1
SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ: 1. La cancellatura (che si può verificare) nel libro della vita non va riferita alla prescienza (divina), come se in Dio avvenisse un mutamento; ma alle persone preconosciute, le quali possono cambiare, come si è spiegato.

[29487] Iª q. 24 a. 3 ad 2
Ad secundum dicendum quod, licet res in Deo sint immutabiliter, tamen in seipsis mutabiles sunt. Et ad hoc pertinet deletio libri vitae.

 

[29487] Iª q. 24 a. 3 ad 2
2. Sebbene le cose esistano in Dio in maniera immutabile, in se stesse sono mutevoli. E a questa mutabilità si riferisce l'essere cancellati dal libro della vita.

[29488] Iª q. 24 a. 3 ad 3
Ad tertium dicendum quod eo modo quo aliquis dicitur deleri de libro vitae, potest dici quod ibi scribatur de novo; vel secundum opinionem hominum, vel secundum quod de novo incipit habere ordinem ad vitam aeternam per gratiam. Quod etiam sub divina notitia comprehenditur, licet non de novo.

 

[29488] Iª q. 24 a. 3 ad 3
3. Come si dice che uno è cancellato dal libro della vita, così si può dire che vi è nuovamente iscritto: o secondo l'opinione degli uomini, o in quanto comincia, per la grazia, ad avere nuovamente ordine alla vita eterna. Tutto ciò cade sotto la conoscenza divina, ma non come cosa nuova.

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