III. La conoscenza di Dio secondo la Chiesa
[36] «La santa Chiesa, nostra
madre, sostiene e insegna che Dio, principio e fine di tutte le cose, può
essere conosciuto con certezza con il lume naturale della ragione umana
partendo dalle cose create» . Senza questa capacità, l’uomo non potrebbe
accogliere la Rivelazione di Dio. L’uomo ha questa capacità perché è creato «a
immagine di Dio» .
[37] Tuttavia, nelle condizioni
storiche in cui si trova, l’uomo incontra molte difficoltà per conoscere Dio
con la sola luce della ragione. Infatti, sebbene la ragione umana, per dirla
semplicemente, con le sole sue forze e la sua luce naturale possa realmente
pervenire ad una conoscenza vera e certa di un Dio personale, il quale con la
sua Provvidenza si prende cura del mondo e lo governa, come pure di una legge
naturale inscritta dal Creatore nelle nostre anime, tuttavia la stessa ragione
incontra non poche difficoltà ad usare efficacemente e con frutto questa sua
capacità naturale. Infatti le verità che concernono Dio e riguardano i rapporti
che intercorrono tra gli uomini e Dio, trascendono assolutamente l’ordine delle
cose sensibili, e, quando devono tradursi in azioni e informare la vita,
esigono devoto assenso e la rinuncia a se stessi. Lo spirito umano, infatti,
nella ricerca intorno a tali verità, viene a trovarsi in difficoltà sotto
l’influsso dei sensi e della immaginazione ed anche a causa delle tendenze
malsane nate dal peccato originale. Da ciò consegue che gli uomini facilmente
si persuadono, in tali argomenti, che è falso o quanto meno dubbio ciò che essi
non vorrebbero che fosse vero» .
[38] Per questo l’uomo ha bisogno
di essere illuminato dalla Rivelazione di Dio, non solamente su ciò che supera
la sua comprensione, ma anche sulle «verità religiose e morali che, di per sé,
non sono inaccessibili alla ragione, affinché nella presente condizione del
genere umano possano essere conosciute da tutti senza difficoltà, con ferma
certezza e senza mescolanza d’errore» .