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II

II. I fedeli laici

 

[897]   «Col nome di laici si intendono qui tutti i fedeli a esclusione dei membri dell’ordine sacro e dello stato religioso riconosciuto dalla Chiesa, i fedeli cioè, che, dopo essere stati incorporati a Cristo col Battesimo e costituiti Popolo di Dio, e nella loro misura resi partecipi della funzione sacerdotale, profetica e regale di Cristo, per la loro parte compiono, nella Chiesa e nel mondo, la missione propria di tutto il popolo cristiano» .

 

La vocazione dei laici

 

[898]   «Per loro vocazione è proprio dei laici cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio... A loro quindi particolarmente spetta di illuminare e ordinare tutte le realtà temporali, alle quali essi sono strettamente legati, in modo che sempre siano fatte secondo Cristo, e crescano e siano di lode al Creatore e al Redentore» .

 

[899]   L’iniziativa dei cristiani laici è particolarmente necessaria quando si tratta di scoprire, di ideare mezzi per permeare delle esigenze della dottrina e della vita cristiana le realtà sociali, politiche ed economiche. Questa iniziativa è un elemento normale della vita della Chiesa:

 

"I fedeli laici si trovano sulla linea più avanzata della vita della Chiesa; grazie a loro, la Chiesa è il principio vitale della società. Per questo essi soprattutto devono avere una coscienza sempre più chiara non soltanto di appartenere alla Chiesa, ma di essere la Chiesa, cioè la comunità dei fedeli sulla terra sotto la guida dell’unico capo, il Papa, e dei vescovi in comunione con lui. Essi sono la Chiesa".

( Pio XII )

 

[900]   I laici, come tutti i fedeli, in virtù del Battesimo e della Confermazione, ricevono da Dio l’incarico dell’apostolato; pertanto hanno l’obbligo e godono del diritto, individualmente o riuniti in associazioni, di impegnarsi affinché il messaggio divino della salvezza sia conosciuto e accolto da tutti gli uomini e su tutta la terra; tale obbligo è ancora più pressante nei casi in cui solo per mezzo loro gli uomini possono ascoltare il Vangelo e conoscere Cristo. Nelle comunità ecclesiali, la loro azione è così necessaria che, senza di essa, l’apostolato dei pastori, la maggior parte delle volte, non può raggiungere il suo pieno effetto .

 

La partecipazione dei laici all’ufficio sacerdotale di Cristo

 

[901]   «I laici, essendo dedicati a Cristo e consacrati dallo Spirito Santo, sono in modo mirabile chiamati e istruiti perché lo Spirito produca in essi frutti sempre più copiosi. Tutte infatti le opere, le preghiere e le iniziative apostoliche, la vita coniugale e familiare, il lavoro giornaliero, il sollievo spirituale e corporale, se sono compiute nello Spirito, e persino le molestie della vita se sono sopportate con pazienza, diventano «sacrifici spirituali graditi a Dio per mezzo di Gesù Cristo» (1Pt 2,5); e queste cose nella celebrazione dell’Eucaristia sono piissimamente offerte al Padre insieme all’oblazione del Corpo del Signore. Così anche i laici, operando santamente dappertutto come adoratori, consacrano a Dio il mondo stesso» .

 

[902]   In modo particolare i genitori partecipano all’ufficio di santificazione «conducendo la vita coniugale secondo lo spirito cristiano e attendendo all’educazione cristiana dei figli» .

 

[903]   I laici, se hanno le doti richieste, possono essere assunti stabilmente ai ministeri di lettori e di accoliti . «Ove le necessità della Chiesa lo suggeriscano, in mancanza di ministri, anche i laici, pur senza essere lettori o accoliti, possono supplire alcuni dei loro uffici, cioè esercitare il ministero della Parola, presiedere alle preghiere liturgiche, amministrare il Battesimo e distribuire la sacra Comunione, secondo le disposizioni del diritto» .

 

La loro partecipazione all’ufficio profetico di Cristo

 

[904]   «Cristo... adempie la sua funzione profetica... non solo per mezzo della gerarchia... ma anche per mezzo dei laici, che perciò costituisce suoi testimoni» dotandoli «del senso della fede e della grazia della parola»:

 

"Istruire qualcuno per condurlo alla fede è il compito di ogni predicatore e anche di ogni credente".

( S.Tommaso d'Aquino )

 

[905]   I laici compiono la loro missione profetica anche mediante l’evangelizzazione, cioè con l’annunzio di Cristo «fatto con la testimonianza della vita e con la parola». Questa azione evangelizzatrice ad opera dei laici «acquista una certa nota specifica e una particolare efficacia, dal fatto che viene compiuta nelle comuni condizioni del secolo»:

 

"Tale apostolato non consiste nella sola testimonianza della vita: il vero apostolo cerca le occasioni per annunziare Cristo con la parola, sia ai credenti... sia agli infedeli". ( Apostolicam actuositatem 6 )

 

[906]   Tra i fedeli laici coloro che ne sono capaci e che vi si preparano possono anche prestare la loro collaborazione alla formazione catechistica,  all’insegnamento delle scienze sacre,  ai mezzi di comunicazione sociale .

 

[907]   «In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l’integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i pastori, tenendo inoltre presente l’utilità comune e la dignità della persona» .

 

La loro partecipazione all’ufficio regale di Cristo

 

[908]   Mediante la sua obbedienza fino alla morte,  Cristo ha comunicato ai suoi discepoli il dono della libertà regale, «perché con l’abnegazione di sé e la vita santa vincano in se stessi il regno del peccato» .

 

"Colui che sottomette il proprio corpo e governa la sua anima senza lasciarsi sommergere dalle passioni è padrone di sé: può essere chiamato re perché è capace di governare la propria persona; è libero e indipendente e non si lascia imprigionare da una colpevole schiavitù". ( S.Ambrogio )

 

[909]   «Inoltre i laici, anche mettendo in comune la loro forza, risanino le istituzioni e le condizioni di vita del mondo, se ve ne sono che spingano i costumi al peccato, così che tutte siano rese conformi alle norme della giustizia e, anziché ostacolare, favoriscano l’esercizio delle virtù. Così agendo impregneranno di valore morale la cultura e i lavori dell’uomo» .

 

[910]   «I laici possono anche sentirsi chiamati o essere chiamati a collaborare con i loro pastori nel servizio della comunità ecclesiale, per la crescita e la vitalità della medesima, esercitando ministeri diversissimi, secondo la grazia e i carismi che il Signore vorrà loro dispensare» .

 

[911]   Nella Chiesa, «i fedeli possono cooperare a norma del diritto all’esercizio della potestà di governo»  e questo mediante la loro presenza nei Concili particolari,  nei Sinodi diocesani,  nei Consigli pastorali;  nell’esercizio della cura pastorale di una parrocchia;  nella collaborazione ai Consigli degli affari economici;  nella partecipazione ai tribunali ecclesiastici .

 

[912]   I fedeli devono «distinguere accuratamente tra i diritti e i doveri, che loro incombono in quanto sono aggregati alla Chiesa, e quelli che loro competono in quanto membri della società umana. Cerchino di metterli in armonia, ricordandosi che in ogni cosa temporale devono essere guidati dalla coscienza cristiana, poiché nessuna attività umana, neanche in materia temporale, può essere sottratta al dominio di Dio» .

 

[913]   «Così ogni laico, in ragione degli stessi doni ricevuti, è un testimone e insieme uno strumento vivo della missione della Chiesa stessa “secondo la misura del dono di Cristo” (Ef 4,7.

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