Articolo 2 «E IN
GESÙ CRISTO SUO UNICO FIGLIO, NOSTRO SIGNORE»
III. Figlio Unigenito di Dio
[441] Figlio
di Dio,
nell’Antico Testamento, è un titolo dato agli angeli, al popolo dell’elezione,
ai figli d’Israele e ai loro re
. In tali casi ha il significato di una filiazione adottiva che stabilisce tra
Dio e la sua creatura relazioni di una particolare intimità. Quando il
Re-Messia promesso è detto «figlio di Dio»,
ciò non implica necessariamente, secondo il senso letterale di quei
testi, che egli sia più che umano. Coloro che hanno designato così Gesù in
quanto Messia d’Israele forse non hanno
inteso dire di più .
[442] Non è la stessa cosa per
Pietro quando confessa Gesù come «il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16), perché Gesù risponde con
solennità: «Né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli» (Mt 16,17). Parallelamente Paolo, a
proposito della sua conversione sulla strada di Damasco, dirà: «Quando colui che
mi scelse fin dal seno di mia madre e mi chiamò con la sua grazia si compiacque
di rivelare a me suo Figlio perché lo annunziassi in mezzo ai pagani.. .» (Gal 1,15-16). «Subito nelle sinagoghe
proclamava Gesù Figlio di Dio» (At 9,20).
Questo sarà fin dagli inizi il centro
della fede apostolica professata prima
di tutti da Pietro quale fondamento della Chiesa .
[443] Se Pietro ha potuto
riconoscere il carattere trascendente della filiazione divina di Gesù Messia, è
perché egli l’ha lasciato chiaramente intendere. Davanti al sinedrio, alla
domanda dei suoi accusatori: «Tu dunque sei il Figlio di Dio?», Gesù ha
risposto: «Lo dite voi stessi: io lo sono» (Lc 22,70) . Già molto prima, egli si era designato come «il
Figlio» che conosce il Padre, che è distinto
dai «servi» che Dio in precedenza ha mandato al suo popolo, superiore agli stessi angeli . Egli ha
differenziato la sua filiazione da quella dei suoi discepoli non dicendo mai
«Padre nostro» tranne che per comandar
loro: «Voi dunque pregate così:
Padre nostro» (Mt 6,9); e ha
sottolineato tale distinzione: «Padre mio e Padre vostro» (Gv 20,17).
[444] I Vangeli riferiscono in due
momenti solenni, il Battesimo e la Trasfigurazione di Cristo, la voce del Padre
che lo designa come il suo «Figlio prediletto» . Gesù presenta se stesso come
«il Figlio unigenito di Dio» (Gv 3,16)
e con tale titolo afferma la sua preesistenza eterna . Egli chiede la fede «nel
Nome del Figlio unigenito di Dio» (Gv
3,18). Questa confessione cristiana appare già nell’esclamazione del
centurione davanti a Gesù in croce: «Veramente quest’uomo era il Figlio di Dio»
(Mc 15,39); infatti soltanto nel
Mistero pasquale il credente può dare al titolo «Figlio di Dio» il suo pieno
significato.
[445] Dopo
la Risurrezione la sua filiazione divina appare nella potenza della sua umanità
glorificata: egli è stato costituito «Figlio di Dio con potenza secondo lo
Spirito di santificazione mediante la Risurrezione dai morti» (Rm 1,4) . Gli Apostoli potranno
confessare: «Noi vedemmo la sua gloria, gloria come di Unigenito dal Padre,
pieno di grazia e di verità» (Gv 1,14).