III. Senso e portata salvifica della Risurrezione
[651] «Se Cristo non è
risuscitato, allora è vana la nostra predicazione e vana anche la vostra fede»
(1Cor 15,14). La Risurrezione
costituisce anzitutto la conferma di tutto ciò che Cristo stesso ha fatto e
insegnato. Tutte le verità, anche le più inaccessibili allo spirito umano,
trovano la loro giustificazione se, risorgendo, Cristo ha dato la prova
definitiva, che aveva promesso, della sua autorità divina.
[652] La Risurrezione di Cristo è compimento
delle promesse dell’Antico
Testamento e di Gesù stesso durante la
sua vita terrena . L’espressione «secondo le Scritture» (1Cor 15,3-4 e Simbolo di
Nicea-Costantinopoli) indica che la Risurrezione di Cristo realizzò queste
predizioni.
[653] La verità della divinità
di Gesù è confermata dalla
sua Risurrezione. Egli aveva detto: «Quando avrete innalzato il Figlio
dell’uomo, allora saprete che Io Sono» (Gv
8,28). La Risurrezione del Crocifisso dimostrò che egli era veramente
«Io Sono», il Figlio di Dio e Dio egli stesso. San Paolo ha potuto dichiarare
ai Giudei: «La promessa fatta ai nostri padri si è compiuta, poiché Dio l’ha
attuata per noi... risuscitando Gesù, come anche sta scritto nel Salmo secondo:
“Mio Figlio sei tu, oggi ti ho generato”» (At 13,32-33) . La Risurrezione di Cristo è strettamente legata al
Mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Ne è il compimento secondo il
disegno eterno di Dio.
[654] Vi è un duplice aspetto nel
Mistero pasquale: con la sua morte Cristo ci libera dal peccato, con la sua
Risurrezione ci dà accesso ad una nuova vita. Questa è dapprima la
giustificazione che ci
mette nuovamente nella grazia di Dio
«perché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del
Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Rm 6,4). Essa consiste nella vittoria
sulla morte del peccato e nella nuova partecipazione alla grazia . Essa compie l’adozione
filiale poiché gli uomini
diventano fratelli di Cristo, come Gesù stesso chiama i suoi discepoli dopo la
sua Risurrezione: «Andate ad annunziare ai miei fratelli» (Mt 28,10; Gv 20,17). Fratelli non per natura, ma per dono della grazia,
perché questa filiazione adottiva procura una reale partecipazione alla vita
del Figlio unico, la quale si è pienamente rivelata nella sua Risurrezione.
[655] Infine,
la Risurrezione di Cristo - e lo stesso Cristo risorto - è principio e sorgente
della nostra risurrezione futura: «Cristo è risuscitato dai morti,
primizia di coloro che sono morti... ; e come tutti muoiono in Adamo, così
tutti riceveranno la vita in Cristo» (1Cor
15,20-22). Nell’attesa di questo compimento, Cristo risuscitato vive nel
cuore dei suoi fedeli. In lui i cristiani gustano «le meraviglie del mondo
futuro» (Eb 6,5) e la loro vita
è trasportata da Cristo nel seno della vita divina: «Egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più
per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro» (2Cor 5,15).