“COSI’ SBUGIARDO I
CATASTROFISTI”
Già San Girolamo, nel IV secolo, sosteneva che «il mondo
è pieno e la popolazione è troppo vasta per le capacità della Terra», talché si
deve presumere che il dottore della Chiesa si fosse votato al celibato
monastico per non aggravare la situazione. Bravissimo come traduttore della
Bibbia. Ma come demografo una mezza calzetta.
Paul Ehrlich, professore alla facoltà di biologia della
Stanford University, nel ’68 scrisse in un libro catastrofico, La bomba
demografica: «Negli anni ’70 e ’80 centinaia di milioni di persone
moriranno di fame, malgrado i programmi d’emergenza che si metteranno ora in
atto». Gli ultimi dati della Fao, l’organizzazione dell’Onu per l’alimentazione
e l’agricoltura, attestano invece che nei Paesi in via di sviluppo il numero di
individui la cui dieta alimentare è inferiore alle 2.100 calorie al giorno è
sceso dai 1.747 milioni degli anni ’69-’71 ai 411 milioni degli anni ’90-’92,
con un miglioramento pari al 76%.
Il politologo Giovanni Sartori l’anno scorso profetizzò
nel libro
Riccardo Cascioli, 46 anni, sposato con
un’angloirlandese, padre di due figli di 8 e 5 anni, è uno dei rari giornalisti
ancora abituati a verificare le notizie. Detesta i profeti di sventura. S’è
accorto che nell’ultimo secolo sono via via aumentati in maniera esponenziale,
loro sì saturando il pianeta con le più strampalate teorie. Sovrappopolazione,
inquinamento atmosferico, riscaldamento globale, deforestazione, scomparsa
delle specie, Ogm sono i cavalli di battaglia che i cacciaballe cavalcano con
spavalderia in Tv, sui giornali, nelle università, su Internet, nelle piazze.
Per disarcionarli spesso basta saper fare di conto o vagliare col senno di poi
le loro cervellotiche predizioni, come ha appena fatto nel volume Le bugie
degli ambientalisti (Piemme).
Siccome lavora ad Avvenire, collabora con
Lei che competenze scientifiche ha?
«Mi considero un autodidatta. Mi sono laureato in scienze
politiche discutendo con Piero Melograni una tesi su Giorgio La Pira, l’unico
maestro vero che ho conosciuto finora. Presiedo il Cespas, il Centro europeo
studi su popolazione, ambiente e sviluppo, che annovera tra i suoi soci il
professor Renato Ricci, presidente onorario della Società italiana di fisica
fondata nel 1897 da Galileo Ferraris, Antonio Pacinotti e altri scienziati. Da
17 anni mi occupo solo dei temi dello sviluppo».
Chi sono i catastrofisti?
«Quelli che hanno una visione negativa dell’umanità e
della realtà. Concepiscono la natura come un sistema perfetto e armonico: vi
irrompe l’uomo e fa un sacco di casino. La loro politica di fondo è limitare le
nascite nei Paesi in via di sviluppo e frenare qualsiasi attività, dalle
industrie alle auto, nei Paesi progrediti. Hanno persino fondato il Movimento
per l’estinzione umana volontaria che propugna la totale sparizione della
nostra specie al fine di salvare piante e animali: l’Economist gli ha
dedicato un servizio entusiasta».
Se l’estinzione comincia dal direttore Bill Emmott, ci
sto.
«La densità di popolazione sulle terre emerse è di 38
abitanti per chilometro quadrato. A Monza, dove abito, è di 4.800. A Milano di
6.500. A New York di oltre 10.200 e a Manhattan arriva addirittura a 26.000.
Eppure molti farebbero carte false per andare a vivere nella Grande Mela. Se
l’umanità intera decidesse di traslocare in Texas, la densità di popolazione
dello Stato americano sarebbe di 8.695 abitanti per chilometro quadrato. Molto
più bassa di quella di New York e pari a quella di Napoli».
Si muovono interessi occulti dietro i profeti di
sventura?
«Sul finire dell’800 l’élite wasp, white anglo-saxon
protestant, padrona della politica e dell’economia americane, si sente
minacciata dalla superiorità numerica delle classi povere. Il movimento
eugenetico e la Lega per il controllo delle nascite fondata da Margaret Sanger
vengono finanziati da banchieri, industrie e fondazioni bianche anglosassoni
protestanti, Rockefeller e Ford in primis, e poi Shell, Mellon, Du Pont,
Standard Oil. Tutti insieme premono per la sterilizzazione forzata degli
“insani” e fanno lobbying per ottenere leggi contro i prolifici immigrati
cattolici ed ebrei. Il passaggio dall’eugenetica positiva a quella negativa,
che vieta ai “deboli” di riprodursi, è breve: lo compie Leonard Darwin, figlio
di Charles, il teorico dell’evoluzionismo contrapposto al creazionismo».
Ha detto «deboli»?
«È il termine esatto usato dalla Sanger, un’infermiera
femminista, nel 1919: “Più bambini dai sani, meno bambini dai deboli, questo è
il principio del controllo delle nascite”. La quale Sanger 33 anni dopo fonderà
l’Ippf, International planned parenthood federation, che oggi ispira le
politiche demografiche dell’Unfpa, fondo dell’Onu per la popolazione, la
principale organizzazione per la contraccezione e l’aborto esistente sul
pianeta. La sua omologa nel Vecchio Continente fu sino al 1958 l’inglese Marie
Stopes, altra femminista da manicomio».
Perché?
«Era talmente fissata col programma eugenetico che
diseredò suo figlio Harry Stopes Roe per aver sposato una donna miope, il che
secondo lei rappresentava una grave ereditarietà negativa. Attualmente
l’organizzazione Marie Stopes International, una delle più grandi fautrici
dell’aborto nel mondo, è partner privilegiata del Commissario per lo sviluppo
dell’Unione europea. Le stesse persone che fondarono le società di eugenetica e
di controllo delle nascite furono anche promotrici della prima associazione per
la conservazione dell’ambiente. Cioè di un mondo per pochi eletti asserragliati
in un paradiso protetto».
Chi è la punta di diamante del catastrofismo?
«Lester Brown, fondatore e presidente del Worldwatch
Institute. Ha detto che “in 76 nazioni tropicali 11 milioni di ettari di
foreste vengono abbattuti ogni anno”. Ma non ha aggiunto che l’estensione delle
foreste in queste zone varia da due a tre miliardi di ettari. Il suo dato,
ammesso che corrisponda al vero, è vicino quindi allo 0,6% del totale. Ciò
significa che il 99,4% delle altre foreste è in buone condizioni».
Vale anche per l’Amazzonia?
«Prendiamo per buono quanto affermato dal Wwf, secondo
cui nel 1989 è stata tagliata in Brasile una superficie di foresta pari a
quella della Svizzera. La foresta amazzonica è 138 volte più ampia della
Svizzera: vuol dire che il Brasile nel
La giungla avanza.
«Certo. Nel 1984 Brown sosteneva che le cosiddette piogge
acide stavano distruggendo le foreste del Vermont. A dispetto di questa
calamitosa previsione, nel 1992 il Servizio forestale americano ha constatato
che il 77% del Vermont era coperto da foreste e che l’area boschiva era
cresciuta nel periodo 1952-1992 del 15%».
Parliamo dell’Italia.
«Dal 1985 le foreste italiane sono cresciute del 21,3%
passando da 8,6 milioni a 10,5 milioni di ettari, come dichiarato dal capo del
Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone. Secondo un rapporto
dell’Associazione nazionale aziende regionali forestali, dal 1950 al 1980 la
superficie boschiva italiana è aumentata del 31%».
Come fanno questi signori che spacciano falsità a lucrare
finanziamenti a dritta e a manca?
«Sono riusciti a diventare partner delle maggiori
organizzazioni delle Nazioni Unite, della Banca mondiale, del Fondo monetario
internazionale. Gli arrivano soldi da tutte le parti. Nessuno va a controllare
cosa fanno e cosa dicono. Sono bravissimi a cooptarsi l’un l’altro. Io li ho
visti in azione nel 1994 al Cairo, alla Conferenza internazionale dell’Onu su
popolazione e sviluppo. Ciò che le delegazioni dei vari Paesi affermavano in
quella sede non corrispondeva minimamente alle politiche dei rispettivi
governi. Spingevano per il riconoscimento “delle” famiglie, anziché “della”
famiglia, e per l’aborto libero e garantito».
Anche la delegazione italiana?
«L’Italia aveva mandato Antonio Guidi, ministro per la
Famiglia, prontamente messo sotto tutela da una delegazione della sinistra
guidata da Giovanna Melandri, responsabile dell’ufficio internazionale di
Legambiente, in veste di ”osservatrice parlamentare”. Nella sessione annuale
della Commissione dell’Onu per i diritti umani a Ginevra i rappresentanti della
Ue hanno spinto per il riconoscimento dell’aborto libero. L’Europa è la più
estremista in questo campo. Al Palazzo di Vetro la stessa commissione ha
censurato la Polonia per le sue leggi troppo restrittive sull’interruzione
volontaria di gravidanza. Il caso Polonia è già in calendario a Ginevra per il
marzo 2005».
È pensabile che sulla Terra vi siano risorse illimitate?
Chi ce lo garantisce?
«La storia. Le risorse non sono tutte conosciute, fisse,
immutabili, soggette a esaurimento come vogliono farci credere gli
ambientalisti. Le risorse non funzionano con i grafici a torta. Sono originate
dalla creatività dell’uomo, che sfrutta le potenzialità della natura per
soddisfare i propri bisogni. Duecento anni fa il petrolio non era una risorsa e
il metano neppure. Chi poteva immaginare questo sviluppo nell’ultimo mezzo
secolo? La prima, unica risorsa è l’uomo. Per questo è pericolosa l’ideologia
che mira a farlo fuori. Stiamo eliminando la nostra vera risorsa: noi».
Che mi dice del buco nell’ozono?
«Grandissima bufala».
Non c’è?
«In realtà tre decenni fa venne individuata la scarsa
concentrazione di ozono che si rileva sopra l’Antartide, a
Oddio, moriremo al buio?
«Mi ha incuriosito che le prefiche del buco nell’ozono
non abbiano mai impugnato gli argomenti di Ramanathan. Come si concilia il
fatto che sul pianeta la luce del sole stenti ad arrivare nonostante il
presunto mega squarcio nella stratosfera? E se i raggi non passano, come si
spiegano l’aumento delle temperature e l’espansione dei melanomi?».
Lei ha letto il Protocollo di Kyoto? Ci sarà qualcuno che
l’ha letto?
«Sì, l’ho letto. Stabilisce che i Paesi industrializzati
devono diminuire le emissioni dei sei gas responsabili dell’effetto serra,
riportandoli entro il 2015 ai livelli del 1990. Ciò implica investimenti
ciclopici, da uno a quattro punti del Prodotto interno lordo dei singoli Stati.
Peccato che il protocollo si basi su una mera ipotesi. Si deve sapere che il
riscaldamento del pianeta viene misurato in tre modi: centraline a terra,
palloni aerostatici, satelliti. Per il momento solo i termometri a terra hanno
rilevato nell’ultimo secolo un innalzamento medio delle temperature di 0,5-0,6
gradi. Gli altri due strumenti non hanno evidenziato alcun mutamento. Ma
0,5-0,6 è anche il margine d’errore che i climatologi attribuiscono alle
colonnine al suolo. Senza contare che resterebbero comunque da dimostrare le responsabilità
dell’uomo in tutto questo».
Non ne ha?
«Una sola eruzione vulcanica spara nell’aria la quantità
di biossido di carbonio che l’umanità intera produce in un anno. E le foreste
producono tanta anidride carbonica quanta ne assorbono con la fotosintesi.
Negli Anni 70 gli ambientalisti brandivano il CO2 per paventare una nuova
glaciazione, adesso lo usano per giustificare la tesi del riscaldamento
globale. La verità è che gli uomini sono turbati come non mai dai naturali
mutamenti del tempo».
Fabio Fazio è riuscito persino a imbastirci un talk show
su Raitre.
«La Tv contribuisce a diffondere questa ansietà. Mesi fa
ha enfatizzato il dato disastroso riguardante la produzione del miele, meno
70%, attribuendolo all’effetto serra. Pochi giorni fa ha esaltato la vendemmia
2004, eccezionale per qualità e quantità. Però nessuno dice che il
riscaldamento globale fa bene alle vigne. La rivoluzione agricola del ’700,
preludio a quella industriale, fu propiziata da un aumento delle temperature.
L’uomo s’è sempre adattato al clima. Ora invece s’è messo in testa di poterlo
controllare».
I mari si stanno alzando sì o no?
«Il Mediterraneo è calato di 10 centimetri».
Molte specie animali stanno scomparendo sì o no?
«Secondo Bjørn Lomborg, della Cambridge
University, ogni anno solo lo 0,08% delle specie rischia l’estinzione in
maniera del tutto naturale».
L’inquinamento atmosferico sta aumentando sì o no?
«Nelle grandi città l’inquinamento è oggettivo. Ma l’idea
che sia colpa nostra e che sia in aumento è falsa. La prima commissione
sull’inquinamento fu istituita nel
Londra d’accordo. E Milano?
«Lavoro in questa città da 22 anni e per quanto a naso
ognuno di noi abbia l’impressione di respirare male, devo dire che io me la
ricordo molto peggio. Sarà che venivo dalla verde Umbria. D’altro canto le auto
oggi inquinano meno. Benché nel periodo 1997-2002 si sia registrato in
Lombardia un incremento dei principali fattori critici, e cioè popolazione
+2,6%, Pil +7,6%, veicoli circolanti +12,4%, autovetture diesel +125%, vendita
di gasolio per autotrazione +33,6%, il trend delle emissioni è nettamente
migliorato. Come confermano anche i dati di Milano: ossidi di azoto -20,5%,
biossido di zolfo -7,7%, monossido di carbonio -44%, polveri sottili Pm10
-6,1%, benzene -38,5%».
Degli organismi geneticamente modificati che mi dice?
«Una battaglia ideologica e oscurantista. Per nessun
altro tipo di prodotto alimentare sono stati fatti i test riservati agli Ogm.
La vuol sentire una storiella curiosa che mi ha raccontato il fisico Tullio
Regge?».
Sono tutt’orecchi.
«Esattamente trent’anni fa, Gian Tommaso Scarascia
Mugnozza, attuale presidente dell’Accademia nazionale delle scienze, con
un gruppo di ricercatori del Cnen, il Comitato nazionale per l’energia
nucleare, indusse una mutazione genetica nel grano duro Cappelli, un tipo di
frumento che a quel tempo per motivi climatici cresceva solo in Puglia,
esponendolo ai raggi gamma di un reattore nucleare. Il grano Cappelli così
mutato venne chiamato Creso. Oggi si coltiva in tutta la penisola e da esso si
ricava il 90% della pasta che mangiamo in Italia. Magari sulle confezioni di
spaghetti e fusilli fatti col grano Creso trova le etichette “Ogm free” o
“prodotto biologico”».
Che cosa dobbiamo concludere?
«Che l’ambientalismo sta scivolando verso forme di
misticismo religioso in cui la simbologia conta più dei fatti. La
divinizzazione della natura riduce l’uomo ad animale. La Carta della Terra
elaborata dall’Onu, destinata a rimpiazzare la Dichiarazione universale dei
diritti dell’uomo ed entrata subdolamente nella Costituzione europea, è
illuminante al riguardo: non parla più di uomini e animali bensì di “comunità
vivente”. Gli estensori di questo documento hanno già dichiarato che prenderà
il posto dei dieci comandamenti».
È per questo che nel suo libro definisce il Novecento «il
secolo buio»?
«Sì, perché è dominato dall’odio dell’uomo contro l’uomo.
Il comunismo e il nazismo non sono che episodi di quest’odio. Chi ha una
visione darwiniana della società tratta l’uomo come una minaccia».
Lei non crede, con Darwin, che l’uomo discenda dalle
scimmie?
«Onestamente no. Però non mi creerebbe alcun problema se
qualcuno riuscisse a dimostrarmelo. D’altronde se la teoria evoluzionista è
fondata, mi chiedo: come mai il passaggio dalla scimmia all’uomo non s’è più
ripetuto? Koko, la gorilla ammaestrata in California, ha imparato a scrivere
mille parole disegnate sui tasti di uno speciale computer, ma non s’è evoluta
in Montanelli. Sono convinto che in noi c’era qualcosa di ontologicamente
diverso fin dall’inizio. Anche i più irragionevoli devono ammettere che all’origine
dell’uomo c’è un mistero».
Stefano Lorenzetto
(Il Gionale 19 dicembre 2004)