CAPITOLO PRIMO: IO
CREDO IN DIO PADRE
Paragrafo 2: IL
PADRE
INTRODUZIONE
[198] La nostra professione di
fede incomincia con Dio, perché Dio è «il primo e l’ultimo» (Is 44,6), il Principio e la Fine di
tutto. Il Credo incomincia con Dio Padre,
perché il Padre è la prima Persona divina della Santissima Trinità; il nostro
Simbolo incomincia con la creazione del cielo e della terra, perché la
creazione è l’inizio e il fondamento di tutte le opere di Dio.
III. La Santa Trinità nella dottrina della fede
La formazione del dogma
trinitario
[249] La verità rivelata della
Santa Trinità è stata, fin dalle origini, alla radice della fede vivente della Chiesa,
principalmente per mezzo del Battesimo. Trova la sua espressione nella regola
della fede battesimale, formulata nella predicazione, nella catechesi e nella
preghiera della Chiesa. Simili formulazioni compaiono già negli scritti
apostolici, come ad esempio questo saluto, ripreso nella Liturgia eucaristica:
«La grazia del Signore Gesù Cristo, l’amore di Dio e la comunione dello Spirito
Santo siano con tutti voi» (2Cor 13,13)
.
[250] Nel corso dei primi secoli,
la Chiesa ha cercato di formulare in maniera più esplicita la sua fede trinitaria,
sia per approfondire la propria intelligenza della fede, sia per difenderla
contro errori che la alteravano. Fu questa l’opera degli antichi Concili,
aiutati dalla ricerca teologica dei Padri della Chiesa e sostenuti dal senso
della fede del popolo cristiano.
[251] Per la formulazione del
dogma della Trinità, la Chiesa ha dovuto sviluppare una terminologia propria
ricorrendo a nozioni di origine filosofica: «sostanza», «persona» o «ipostasi»,
«relazione», ecc. Così facendo, non ha sottoposto la fede ad una sapienza
umana, ma ha dato un significato nuovo, insolito a questi termini assunti ora a
significare anche un Mistero inesprimibile, «infinitamente al di là di tutto
ciò che possiamo concepire a misura d’uomo» .
[252] La Chiesa adopera il termine
«sostanza» (reso talvolta anche con «essenza» o «natura») per designare
l’Essere divino nella sua unità, il termine «persona» o «ipostasi» per
designare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo nella loro reale distinzione
reciproca, il termine «relazione» per designare il fatto che la distinzione tra
le Persone divine sta nel riferimento delle une alle altre.
Il dogma della Santa
Trinità
[253] La Trinità è Una.
Noi non confessiamo tre dèi, ma un Dio solo in tre Persone: «la Trinità consustanziale»
. Le Persone divine non si dividono l’unica divinità, ma ciascuna di esse è Dio
tutto intero: «Il Padre è tutto ciò che è il Figlio, il Figlio tutto ciò che è
il Padre, lo Spirito Santo tutto ciò che è il Padre e il Figlio, cioè un unico
Dio quanto alla natura» . «Ognuna delle tre Persone è quella realtà, cioè la
sostanza, l’essenza o la natura divina» .
[254] Le Persone divine sono
realmente distinte tra loro. «Dio è unico ma non
solitario» . «Padre», «Figlio» e «Spirito Santo» non sono semplicemente nomi
che indicano modalità dell’Essere divino; essi infatti sono realmente distinti
tra loro: «il Figlio non è il Padre, il Padre non è il Figlio, e lo Spirito
Santo non è il Padre o il Figlio» . Sono distinti tra loro per le loro
relazioni di origine: «È il Padre che genera, il Figlio che è generato, lo
Spirito Santo che procede» . L’Unità
divina è Trina.
[255] Le Persone divine sono
relative le une alle altre. La distinzione reale delle
Persone divine tra loro, poiché non divide l’unità divina, risiede
esclusivamente nelle relazioni che le mettono in riferimento le une alle altre:
«Nei nomi relativi delle Persone, il Padre è riferito al Figlio, il Figlio al
Padre, lo Spirito Santo all’uno e all’altro; quando si parla di queste tre
Persone considerandone le relazioni, si crede tuttavia in una sola natura o
sostanza» . Infatti «tutto è una cosa sola in loro, dove non si opponga la
relazione» . «Per questa unità il Padre è tutto nel Figlio, tutto nello Spirito
Santo; il Figlio tutto nel Padre, tutto nello Spirito Santo; lo Spirito Santo è
tutto nel Padre, tutto nel Figlio» .
[256] Ai
catecumeni di Costantinopoli san Gregorio Nazianzeno, detto anche «il Teologo»,
consegna questa sintesi della fede trinitaria:
"Innanzi tutto, conservatemi questo prezioso deposito, per il quale
io vivo e combatto, con il quale voglio morire, che mi rende capace di
sopportare ogni male e di disprezzare tutti i piaceri: intendo dire la
professione di fede nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo. Io oggi ve la
affido. Con essa fra poco vi immergerò nell’acqua e da essa vi trarrò. Ve la
dono, questa professione, come compagna e patrona di tutta la vostra vita. Vi
do una sola Divinità e Potenza, che è Uno in Tre, e contiene i Tre in modo
distinto. Divinità senza differenza di sostanza o di natura, senza grado
superiore che eleva, o inferiore che abbassa... Di tre infiniti è l’infinita
connaturalità. Ciascuno considerato in sé è Dio tutto intiero... Dio le Tre
Persone considerate insieme... Ho appena incominciato a pensare all’Unità ed
eccomi immerso nello splendore della Trinità. Ho appena incominciato a pensare
alla Trinità ed ecco che l’Unità mi sazia... ." ( S.Gregorio Nazianzeno )