Paragrafo 6: L’UOMO
Introduzione
[355] «Dio creò l’uomo a sua
immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò» (Gen 1,27). L’uomo, nella creazione,
occupa un posto unico: egli è «a immagine di Dio» (I); nella sua natura unisce
il mondo spirituale e il mondo materiale (II); è creato «maschio e femmina»
(III); Dio l’ha stabilito nella sua amicizia (IV).
III. «Maschio e femmina li creò»
Uguaglianza e diversità
volute da Dio
[369] L’uomo e la donna sono creati, cioè sono voluti da Dio:
in una perfetta uguaglianza per un verso, in quanto persone umane, e, per
l’altro verso, nel loro rispettivo essere di maschio e di femmina. «Essere
uomo», «essere donna» è una realtà buona e voluta da Dio: l’uomo e la donna
hanno una insopprimibile dignità, che viene loro direttamente da Dio, loro
Creatore . L’uomo e la donna sono, con una identica dignità, «a immagine di
Dio». Nel loro «essere-uomo» ed «essere-donna», riflettono la sapienza e la
bontà del Creatore.
[370] Dio non è a immagine
dell’uomo. Egli non è né uomo né donna. Dio è puro spirito, e in lui, perciò,
non c’è spazio per le differenze di sesso. Ma le «perfezioni» dell’uomo e della
donna riflettono qualche cosa dell’infinita perfezione di Dio: quelle di una
madre e quelle di un padre e di uno
sposo .
«L’uno per l’altro» -
«una unità a due»
[371] Creati insieme, l’uomo e la donna sono
voluti da Dio l’uno per l’altro.
La Parola di Dio ce lo lascia capire attraverso diversi passi del testo sacro.
«Non è bene che l’uomo sia solo: gli voglio fare un aiuto che gli sia simile» (Gen 2,18). Nessuno degli animali può
essere questo «vis-à-vis» dell’uomo . La donna che Dio «plasma» con la costola
tolta all’uomo e che conduce all’uomo, strappa all’uomo un grido d’ammirazione,
un’esclamazione d’amore e di comunione: «Questa volta essa è carne dalla mia
carne e osso dalle mie ossa» (Gen 2,23).
L’uomo scopre la donna come un altro «io», della stessa umanità.
[372] L’uomo e la donna sono fatti
«l’uno per l’altro»: non già che Dio li abbia creati «a metà» ed «incompleti»;
li ha creati per una comunione di persone, nella quale ognuno può essere
«aiuto» per l’altro, perché sono ad un tempo uguali in quanto persone (osso
dalle mie ossa...») e complementari in quanto maschio e femmina. Nel
matrimonio, Dio li unisce in modo che, formando «una sola carne» (Gen 2,24), possano trasmettere la vita
umana: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra»(Gen 1,28) Trasmettendo ai loro figli
la vita umana, l’uomo e la donna, come sposi e genitori, cooperano in un modo
unico all’opera del Creatore .
[373] Nel
disegno di Dio, l’uomo e la donna sono chiamati a «dominare» la terra come «amministratori» di Dio. Questa
sovranità non deve essere un dominio arbitrario e distruttivo. A immagine del
Creatore, «che ama tutte le cose esistenti» (Sap 11,24), l’uomo e la donna sono chiamati a partecipare alla
Provvidenza divina verso le altre creature. Da qui la loro responsabilità nei
confronti del mondo che Dio ha loro affidato.