Articolo 6: IL SESTO COMANDAMENTO
Introduzione
Non commettere adulterio (Es 20,14; Dt 5,18).
Avete inteso che fu detto: «Non commettere adulterio»; ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore (Mt 5,27-28).
I. «Maschio e femmina li creò...»
IV. Le offese alla dignità del matrimonio
In sintesi
[2392] «L’amore è la fondamentale e nativa vocazione di ogni essere umano» .
[2393] Creando l’essere umano uomo e donna, Dio dona all’uno e all’altra, in modo uguale, la dignità personale. Spetta a ciascuno, uomo e donna, riconoscere e accettare la propria identità sessuale.
[2394] Cristo è il modello della castità. Ogni battezzato è chiamato a condurre una vita casta, ciascuno secondo lo stato di vita che gli è proprio.
[2395] La castità significa l’integrazione della sessualità nella persona. Richiede che si acquisisca la padronanza della persona.
[2396] Tra i peccati gravemente contrari alla castità, vanno citate la masturbazione, la fornicazione, la pornografia e le pratiche omosessuali.
[2397] L’alleanza liberamente contratta dagli sposi implica un amore fedele. Essa impone loro l’obbligo di conservare l’indissolubilità del loro matrimonio.
[2398] La fecondità è un bene, un dono, un fine del matrimonio. Donando la vita, gli sposi partecipano della paternità di Dio.
[2399] La regolazione delle nascite rappresenta uno degli aspetti della paternità e della maternità responsabili. La legittimità delle intenzioni degli sposi non giustifica il ricorso a mezzi moralmente inaccettabili (per es. la sterilizzazione diretta o la contraccezione).
[2400] L’adulterio e il divorzio, la poligamia e la libera unione costituiscono gravi offese alla dignità del matrimonio.