Articolo 1: IL
PRIMO COMANDAMENTO
Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d’Egitto,
dalla condizione di schiavitù; non avrai altri dei di fronte a me. Non ti farai
idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo, né di ciò che è quaggiù
sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto terra. Non ti prostrerai davanti
a loro e non li servirai (Es 20,2-5) .
Sta scritto: «Adora il Signore Dio tuo e a lui solo
rendi culto» (Mt 4,10).
III. «Non avrai altri dèi di fronte a me»
[2110] Il primo comandamento vieta
di onorare altri dèi, all’infuori dell’Unico Signore che si è rivelato al suo
popolo. Proibisce la superstizione e l’irreligione. La superstizione
rappresenta, in qualche modo, un eccesso perverso della religione;
l’irreligione è un vizio opposto, per difetto, alla virtù della religione.
La superstizione
[2111] La superstizione è la
deviazione del sentimento religioso e delle pratiche che esso impone. Può anche
presentarsi mascherata sotto il culto che rendiamo al vero Dio, per esempio,
quando si attribuisce un’importanza in qualche misura magica a certe pratiche,
peraltro legittime o necessarie. Attribuire alla sola materialità delle
preghiere o dei segni sacramentali la loro efficacia, prescindendo dalle
disposizioni interiori che richiedono, è cadere nella superstizione .
L’idolatria
[2112] Il primo comandamento
condanna il politeismo. Esige
dall’uomo di non credere in altri dèi che Dio, di non venerare altre divinità
che l’Unico. La Scrittura costantemente richiama a questo rifiuto degli idoli
che sono «argento e oro, opera delle mani dell’uomo», i quali «hanno bocca e
non parlano, hanno occhi e non vedono...». Questi idoli vani rendono l’uomo
vano: «Sia come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida» (Sal 115,4-5; Sal 115,8) . Dio, al contrario, è il «Dio vivente» (Gs 3,10; Sal 42,3; ecc.), che fa vivere e interviene nella storia.
[2113] L’idolatria non concerne
soltanto i falsi culti del paganesimo. Rimane una costante tentazione della
fede. Consiste nel divinizzare ciò che non è Dio. C’è idolatria quando l’uomo
onora e riverisce una creatura al posto di Dio, si tratti degli dèi o dei
demoni (per esempio il satanismo), del potere, del piacere, della razza, degli
antenati, dello Stato, del denaro, ecc. «Non potete servire a Dio e a mammona»,
dice Gesù (Mt 6,24). Numerosi
martiri sono morti per non adorare «la Bestia», rifiutando perfino di simularne il culto. L’idolatria respinge
l’unica Signoria di Dio; perciò è incompatibile con la comunione divina .
[2114] La vita umana si unifica
nell’adorazione dell’Unico. Il comandamento di adorare il solo Signore
semplifica l’uomo e lo salva da una dispersione senza limiti. L’idolatria è una
perversione del senso religioso innato nell’uomo. L’idolatra è colui che «riferisce
la sua indistruttibile nozione di Dio a chicchessia anziché a Dio»