Bibbia a fumetti - Castigat ridendo mores - da Astrologia a Vita Sociale il dizionario dei problemi dell'uomo moderno

 

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Articolo 8: L’OTTAVO COMANDAMENTO

Articolo 8: L’OTTAVO COMANDAMENTO

 

Introduzione

 

Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo (Es 20,16).

Fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti (Mt 5,33).

 

[2464] L’ottavo comandamento proibisce di falsare la verità nelle relazioni con gli altri. Questa norma morale deriva dalla vocazione del popolo santo ad essere testimone del suo Dio il quale è e vuole la verità. Le offese alla verità esprimono, con parole o azioni, un rifiuto ad impegnarsi nella rettitudine morale: sono profonde infedeltà a Dio e, in tal senso, scalzano le basi dell’Alleanza.

 

V. L’uso dei mezzi di comunicazione sociale

 

[2493] Nella società moderna i mezzi di comunicazione sociale hanno un ruolo di singolare importanza nell’informazione, nella promozione culturale e nella formazione. Tale ruolo cresce in rapporto ai progressi tecnici, alla ricchezza e alla varietà delle notizie trasmesse, all’influenza esercitata sull’opinione pubblica.

 

[2494] L’informazione attraverso i mass-media è al servizio del bene comune . La società ha diritto ad un’informazione fondata sulla verità, la libertà, la giustizia e la solidarietà:

 

"Il retto esercizio di questo diritto richiede che la comunicazione nel suo contenuto sia sempre vera e, salve la giustizia e la carità, integra; inoltre, nel modo, sia onesta e conveniente, cioè rispetti scrupolosamente le leggi morali, i legittimi diritti e la dignità dell’uomo, sia nella ricerca delle notizie, sia nella loro divulgazione".( Inter Mirifica )

 

[2495] «È necessario che tutti i membri della società assolvano, anche in questo settore, i propri doveri di giustizia e di carità. Perciò si adoperino, anche mediante l’uso di questi strumenti, a formare e a diffondere opinioni pubbliche rette» .

 

La solidarietà appare come una conseguenza di una comunicazione vera e giusta, e della libera circolazione delle idee, che favoriscono la conoscenza ed il rispetto degli altri.

 

[2496] I mezzi di comunicazione sociale (in particolare i mass-media) possono generare una certa passività nei recettori, rendendoli consumatori poco vigili di messaggi o di spettacoli. Di fronte ai mass-media i fruitori si imporranno moderazione e disciplina. Si sentiranno in dovere di formarsi una coscienza illuminata e retta, al fine di resistere più facilmente alle influenze meno oneste.

 

[2497] Proprio per i doveri relativi alla loro professione, i responsabili della stampa hanno l’obbligo, nella diffusione dell’informazione, di servire la verità e di non offendere la carità. Si sforzeranno di rispettare, con pari cura, la natura dei fatti e i limiti del giudizio critico sulle persone. Devono evitare di cadere nella diffamazione.

 

[2498] «Particolari doveri... incombono sull’autorità civile in vista del bene comune... È infatti compito della stessa autorità... difendere e proteggere... la vera e giusta libertà di informazione»... «Mediante la promulgazione di leggi e l’efficace loro applicazione» il potere pubblico provvederà affinché dall’abuso dei media «non derivino gravi danni alla moralità pubblica e al progresso della società» . L’autorità civile punirà la violazione dei diritti di ciascuno alla reputazione e al segreto intorno alla vita privata. A tempo debito e onestamente fornirà le informazioni che riguardano il bene generale o danno risposta alle fondate inquietudini della popolazione. Nulla può giustificare il ricorso a false informazioni per manipolare, mediante i mass-media, l’opinione pubblica. Non si attenterà, con simili interventi, alla libertà degli individui e dei gruppi.

 

[2499] La morale denuncia la piaga degli stati totalitari che sistematicamente falsano la verità, esercitano con i mass-media un’egemonia politica sull’opinione pubblica, «manipolano» gli accusati e i testimoni di processi pubblici e credono di consolidare il loro dispotismo soffocando o reprimendo tutto ciò che essi considerano come «delitti d’opinione».

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