Articolo 8:
L’OTTAVO COMANDAMENTO
Introduzione
Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo
prossimo (Es 20,16).
Fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi
giuramenti
(Mt 5,33).
[2464] L’ottavo comandamento
proibisce di falsare la verità nelle relazioni con gli altri. Questa norma
morale deriva dalla vocazione del popolo santo ad essere testimone del suo Dio
il quale è e vuole la verità. Le offese alla verità esprimono, con parole o
azioni, un rifiuto ad impegnarsi nella rettitudine morale: sono profonde
infedeltà a Dio e, in tal senso, scalzano le basi dell’Alleanza.
II. «Rendere testimonianza alla verità»
[2471] Davanti a Pilato Cristo
proclama di essere «venuto nel mondo per rendere testimonianza alla verità» (Gv 18,37). Il cristiano non deve vergognarsi
«della testimonianza da rendere al Signore» (2Tm 1,8). Nelle situazioni in cui si richiede che si testimoni la
fede, il cristiano ha il dovere di professarla senza equivoci, come ha fatto
san Paolo davanti ai suoi giudici. Il credente deve «conservare una coscienza
irreprensibile davanti a Dio e davanti agli uomini» (At 24,16).
[2472] Il dovere dei cristiani di
prendere parte alla vita della Chiesa li spinge ad agire come testimoni del
Vangelo e degli obblighi
che ne derivano. Tale testimonianza è trasmissione della fede in parole e
opere. La testimonianza è un atto di giustizia che comprova o fa conoscere la
verità .
"Tutti i cristiani,
dovunque vivono, sono tenuti a manifestare con l’esempio della vita e con la
testimonianza della parola l’uomo nuovo, che hanno rivestito col Battesimo, e
la forza dello Spirito Santo, dal quale sono stati rinvigoriti con la
Confermazione ".( Ad Gentes )
[2473] Il martirio è la suprema testimonianza resa alla
verità della fede; il martire è un testimone che arriva fino alla morte. Egli
rende testimonianza a Cristo, morto e risorto, al quale è unito dalla carità.
Rende testimonianza alla verità della fede e della dottrina cristiana. Affronta
la morte con un atto di fortezza. «Lasciate che diventi pasto delle belve. Solo
così mi sarà concesso di raggiungere Dio» .
[2474] Con
la più grande cura la Chiesa ha raccolto i ricordi di coloro che, per
testimoniare la fede, sono giunti sino alla fine. Si tratta degli Atti dei
Martiri. Costituiscono gli archivi della Verità scritti a lettere di sangue:
"Nulla mi gioverebbe tutto il mondo e tutti i regni di quaggiù; per
me è meglio morire per [unirmi a] Gesù Cristo, che essere re sino ai confini
della terra. Io cerco colui che morì per noi; io voglio colui che per noi
risuscitò. Il momento in cui sarò partorito è imminente... ".( S.Ignazio di Antiochia )
"Ti benedico per avermi giudicato degno di questo giorno e di
quest’ora, degno di essere annoverato tra i tuoi martiri... Tu hai mantenuto la
tua promessa, o Dio della fedeltà e della verità. Per questa grazia e per tutte
le cose, ti lodo, ti benedico, ti rendo gloria per mezzo di Gesù Cristo,
sacerdote eterno e onnipotente, Figlio tuo diletto. Per lui, che vive e regna
con te e con lo Spirito, sia gloria a te, ora e nei secoli dei secoli.
Amen" . (
S.Policarpo )