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MESSAGGIO URBI ET ORBI NATALE 2005 “Vi annunzio una grande gioia… oggi vi è nato nella città di Davide un
Salvatore: Cristo Signore” (Lc 2,10-11).
Questa notte abbiamo riascoltato le parole dell’Angelo ai pastori, ed abbiamo
rivissuto il clima di quella Notte santa, “Svegliati, uomo: poiché per
te Dio si è fatto uomo” (Sant’Agostino, Discorsi,
185). Svegliati, uomo del terzo millennio! A Natale l’Onnipotente si fa
bambino e chiede aiuto e protezione. Il suo modo di essere
Dio mette in crisi il nostro modo di essere uomini; il suo bussare alle
nostre porte ci interpella, interpella la nostra libertà e ci chiede di
rivedere il nostro rapporto con la vita e il nostro modo di concepirla. L’età
moderna è spesso presentata come risveglio dal sonno della ragione, come il
venire alla luce dell’umanità che emergerebbe da un periodo buio. Senza
Cristo, però, la luce della ragione non basta a
illuminare l’uomo e il mondo. Per questo la parola evangelica del giorno di
Natale - “Veniva nel mondo / la luce vera, / quella che illumina ogni uomo” (Gv 1,9) – echeggia più che mai come annuncio di
salvezza per tutti. “Nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero
dell’uomo” (Cost.Gaudium et spes, 22).La Chiesa
ripete senza stancarsi questo messaggio di speranza, ribadito
dal Concilio Vaticano II che si è concluso proprio quarant’anni
or sono. Uomo moderno, adulto eppure
talora debole nel pensiero e nella volontà, lasciati prender per mano dal
Bambino di Betlemme; non temere, fidati di Lui!
La forza vivificante della sua luce ti incoraggia ad
impegnarti nell’edificazione di un nuovo ordine mondiale, fondato su giusti
rapporti etici ed economici. Il suo amore guidi i popoli e ne rischiari la
comune coscienza di essere “famiglia” chiamata a
costruire rapporti di fiducia e di vicendevole sostegno. L’umanità unita
potrà affrontare i tanti e preoccupanti problemi del momento presente: dalla
minaccia terroristica alle condizioni di umiliante
povertà in cui vivono milioni di esseri umani, dalla proliferazione delle
armi alle pandemie e al degrado ambientale che pone a rischio il futuro del
pianeta. Il Dio che si è fatto uomo per
amore dell’uomo sostenga quanti operano in Africa
a favore della pace e dello sviluppo integrale, opponendosi alle lotte
fratricide, perché si consolidino le attuali transizioni politiche ancora
fragili, e siano salvaguardati i più elementari diritti di quanti versano in
tragiche situazioni umanitarie, come nel Darfur
ed in altre regioni dell’Africa centrale. Induca i popoli latino-americani a
vivere in pace e concordia. Infonda coraggio agli uomini di buona volontà,
che operano in Terra Santa, in Iraq, in Libano, dove i
segni di speranza, che pure non mancano, attendono
di essere confermati da comportamenti ispirati a lealtà e saggezza; favorisca
i processi di dialogo nella Penisola coreana e altrove nei Paesi
asiatici, perché, superate pericolose divergenze, si giunga, in spirito
amichevole, a coerenti conclusioni di pace, tanto attese da quelle
popolazioni. Nel Natale il nostro animo si
apre alla speranza contemplando la gloria divina nascosta nella povertà di un
Bambino avvolto in fasce e deposto in una mangiatoia: è il Creatore dell’universo,
ridotto all’impotenza di un neonato! Accettare questo paradosso, il paradosso del Natale, è scoprire Con i pastori entriamo nella
capanna di Betlemme sotto lo sguardo amorevole di Maria,
silenziosa testimone della nascita prodigiosa. Ci aiuti Lei a vivere un buon
Natale; ci insegni a custodire nel cuore il mistero
di Dio, che per noi si è fatto uomo; ci guidi a testimoniare nel mondo la sua
verità, il suo amore, la sua pace. |
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