Il Dalai Lama si vergogna di Pannella
di ANTONIO SOCCI
Diceva
Oscar Wilde che è già grave perdere un genitore, ma
perderli entrambi rasenta la sbadataggine. A Marco Pannella
in questi giorni, di vigilia elettorale, è accaduto di perdere gran parte dei
numi tutelari, che aveva collocato nel suo personale pantheon laico.
DALAI
LAMA
Prendiamo il Dalai Lama. Era una vita che il guru radicale si gloriava
di evocare lui, il buddhismo e il Tibet in
contrapposizione alla Chiesa cattolica, considerata oscurantista, intollerante
e "talebana". Ma l'altro giorno il Dalai Lama rilascia un'intervista al "Daily Telegraph" sui
problemi di morale sessuale e sorpassa in rigorismo il cardinal Ruini lasciando ammutoliti i radicali. L'intervistatrice
stupita osserva: «pur essendo noto per i suoi punti di vista umani e
tolleranti, il Dalai Lama è sorprendentemente critico
nei confronti dell'omosessualità». In effetti egli è deciso: «No,
assolutamente. Senza sfumature. Una coppia gay mi è venuta a trovare, cercando
il mio appoggio e la mia benedizione. Ho dovuto spiegar loro i nostri
insegnamenti. Una donna mi ha presentato un'altra donna come sua moglie:
sconcertante». "Avvenire" ha commentato sarcastico: «che botta per
chi lo ha sempre coccolato, magari senza capire granché di buddismo». Poi il
quotidiano dei vescovi ha punzechiato Pannella, sempre pronto a denunciare l'ingerenza vaticana:
«occhio al Dalai Lama, l'ingerenza tibetana minaccia l'Italia». Ma in quell'intervista
il Dalai Lama va pure oltre. Fa l'elogio del
matrimonio, come via maestra della felicità, condanna la contraccezione anche
tra coniugi e afferma che «secondo il buddhismo lo
scopo del sesso è la riproduzione» (
GANDHI
E SALVEMINI TEOCON
Contro
l'aborto si era sempre espresso anche un altro grande personaggio che i
radicali da anni usano come bandiera: Gandhi. «Mi
sembra chiaro come la luce del sole che l'aborto è un crimine», affermava il
Mahatma. Il quale tuonava pure contro le politiche di controllo demografico
(tanto care a Pannella) e perfino contro la
contraccezione. È difficile capire dunque come faccia Pannella
a inveire contro i cattolici (che ritiene talebani
per la loro morale) e poi usare come simbolo di partito il volto di Gandhi che su questi argomenti pensava come il Papa. Anzi,
nel celebre dibattito con Margaret Sanger, Gandhi arrivò perfino a
dire che fare l'amore senza volere i bambini è solo «passione animale ». C'è da
dubitare che il Mahatma avrebbe gradito l'uso del suo volto come simbolo del
partito radicale. Un altro tremendo dispiacere per Pannella
arriva da Gaetano Salvemini, anch'egli sempre evocato
dai radicali come nume tutelare. Gaetano Quagliariello
ha appena pubblicato il libro "Cattolici, pacifisti, teocon",
che si apre con una lunga citazione di Salvemini in
cui egli anticipa addirittura il suggerimento di Joseph
Ratzinger ai laici, a vivere «come se Dio ci fosse».
Insomma è sulle posizioni di Marcello Pera, quanto di più urticante per Pannella. Salvemini infatti si
racconta «sperduto nel buio» e illuminato da una pagina di Pascal
in cui una vecchietta dice: «io non so dimostrare a me stessa che c'è un Dio.
Ma mi regolo come se ci fosse». Salvemini commenta:
«quella vecchierella mi insegnò la via da seguire. Debbo aggiungere che nel
seguire quella via, ho trovato un'altra guida e mi sono trovato bene a
lasciarmene guidare. E questa guida è stato Gesù
Cristo che ha lasciato il più perfetto codice morale che l'umanità abbia mai
conosciuto. Io non so se Gesù Cristo sia stato
davvero figlio di Dio o no. Su problemi di questo
genere sono cieco nato. Ma sulla necessità di seguire la moralità insegnata da Gesù Cristo non ho nessun dubbio». Cosa faranno Pannella e i radicali? Daranno del talebano
anche a Salvemini?
WIESENTHAL
CON GIOVANARDI?
E dopo che
l'onorevole Giovanardi è stato spernacchiato
per la sua condanna dell'eutanasia infantile in Olanda, resta da capire cosa
dicono i radicali di fronte al grande Simon Wiesenthal,
il celebre cacciatore di criminali nazisti, le cui parole sono state riproposte
dal Foglio e da Giorgio Israel proprio mentre Giovanardi
veniva messo al rogo. Ecco il pensiero di Wiesenthal:
«Quando, oggigiorno, sento nuovamente i medici discutere di eutanasia, parlando
di "uccisioni compassionevoli", l'orrore si impadronisce di me: un
titolo accademico non è una garanzia contro comportamenti sadici e psicopatici
[...]. Prima i 'malati incurabili', poi i ritardati e
i vecchi. Molto presto tutti coloro che avevano un qualche genere di disabilità divennero indegni di vivere». Leggere questo
pensiero sul Foglio, per ben due volte, non dev'essere
stato piacevole per il vecchio leader radicale. Anche perché Il Foglio è sempre
stato un giornale considerato "vicino" dai radicali. Affascinati dall'intelligenza
stupefacente di Giuliano Ferrara. Ma proprio Giulianone
la settimana scorsa ha fulminato Pannella
attribuendogli il motto «chi non è con me è contro di sé». Con un commento che
è una sciabolata: «con noi non attacca». Però un'altra delusione, per Pannella, dev'essere quella
arrivata da Emma Bonino che nella sua (bella e dolente) intervista a
"Grazia" ha eretto (forse involontariamente) un vero monumento ai
valori tradizionali: vita, famiglia, figli. Proprio quelli contro cui si batte