Articolo 3:
Le sette domande
V. Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri
debitori
[2838] Questa domanda è
sorprendente. Se consistesse soltanto nel primo membro della frase - «Rimetti a
noi i nostri debiti» - potrebbe essere implicitamente inclusa nelle prime tre
domande della Preghiera del Signore, dal momento che il sacrificio di Cristo è
«per la remissione dei peccati». Ma, secondo l’altro membro della frase, la
nostra domanda verrà esaudita solo a condizione che noi, prima, abbiamo
risposto ad un’esigenza. La nostra richiesta è rivolta verso il futuro, la
nostra risposta deve averla preceduta; una parola le collega: «come».
Rimetti a noi i nostri
debiti...
[2839] Abbiamo iniziato a pregare
il Padre nostro con una confidenza audace. Implorando che il suo Nome sia santificato,
gli abbiamo chiesto di essere sempre più santificati. Ma, sebbene rivestiti
della veste battesimale, noi non cessiamo di peccare, di allontanarci da Dio.
Ora, con questa nuova domanda, torniamo a lui, come il figlio prodigo, e ci riconosciamo peccatori, davanti a lui,
come il pubblicano . La nostra richiesta inizia con una «confessione», con la
quale confessiamo ad un tempo la nostra miseria e la sua misericordia. La
nostra speranza è sicura, perché, nel Figlio suo, «abbiamo la redenzione, la
remissione dei peccati» (Col 1,14;
Ef 1,7). Il segno efficace ed
indubbio del suo perdono lo troviamo nei sacramenti della sua Chiesa .
[2840] Ora, ed è cosa tremenda,
questo flusso di misericordia non può giungere al nostro cuore finché noi non abbiamo
perdonato a chi ci ha offeso. L’Amore, come il Corpo di Cristo, è indivisibile:
non possiamo amare Dio che non vediamo, se non amiamo il fratello, la sorella
che vediamo . Nel rifiuto di perdonare ai nostri fratelli e alle nostre
sorelle, il nostro cuore si chiude e la sua durezza lo rende impermeabile
all’amore misericordioso del Padre; nella confessione del nostro peccato, il
nostro cuore è aperto alla sua grazia.
[2841] Questa domanda è tanto importante
che è la sola su cui il Signore torna sviluppandola nel Discorso della montagna
. All’uomo è impossibile soddisfare questa cruciale esigenza del mistero
dell’Alleanza. Ma «tutto è possibile a Dio».
...come noi li
rimettiamo ai nostri debitori
[2842] Questo «come» non è unico
nell’insegnamento di Gesù: «Siate perfetti “come” è perfetto il Padre vostro celeste»
(Mt 5,48); «Siate misericordiosi
“come” è misericordioso il Padre vostro» (Lc 6,36); «Vi dò un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli
altri; “come” io vi ho amati, così amatevi anche voi» (Gv 13,34). È impossibile osservare il comandamento del Signore, se
si tratta di imitare il modello divino dall’esterno. Si tratta invece di una
partecipazione vitale, che scaturisce «dalla profondità del cuore», alla
Santità, alla Misericordia, all’Amore del nostro Dio. Soltanto lo Spirito, che
è la nostra Vita, può fare «nostri» i
medesimi sentimenti che furono in Cristo Gesù . Allora diventa possibile l’unità
del perdono, perdonarci «a vicenda “come” Dio ha perdonato» a noi «in Cristo» (Ef 4,32).
[2843] Così prendono vita le parole
del Signore sul perdono, questo Amore che ama fino alla fine . La parabola del servo
spietato, che corona l’insegnamento del Signore sulla comunione
ecclesiale, termina con queste parole:
«Così anche il mio Padre celeste farà a ciascuno di voi, se non perdonerete di
cuore al vostro fratello». È lì, infatti, «nella profondità del cuore» che tutto si lega e si scioglie.
Non è in nostro potere non sentire più e dimenticare l’offesa; ma il cuore che
si offre allo Spirito Santo tramuta la ferita in compassione e purifica la
memoria trasformando l’offesa in intercessione.
[2844] La preghiera cristiana
arriva fino al perdono dei nemici
. Essa trasfigura il discepolo configurandolo al suo Maestro. Il perdono
è un culmine della preghiera cristiana; il dono della preghiera non può essere
ricevuto che in un cuore in sintonia con la compassione divina. Il perdono sta
anche a testimoniare che, nel nostro mondo, l’amore è più forte del peccato. I
martiri di ieri e di oggi rinnovano questa testimonianza di Gesù. Il perdono è
la condizione fondamentale della Riconciliazione dei figli di Dio con il loro Padre e degli uomini tra loro .
[2845] Non
c’è né limite né misura a questo perdono essenzialmente divino . Se si tratta
di offese di «peccati» secondo (Lc 11,4)
o di «debiti» secondo (Mt 6,12),
in realtà noi siamo sempre debitori: «Non abbiate alcun debito con nessuno, se
non quello di un amore vicendevole» (Rm
13,8). La comunione della Santissima Trinità è la sorgente e il criterio
della verità di ogni relazione . Essa è vissuta nella preghiera, specialmente
nell’Eucaristia:
"Dio non accetta il sacrificio di coloro che fomentano la
divisione; dice loro di lasciare sull’altare l’offerta e di andare, prima, a
riconciliarsi con i loro fratelli. Dio vuole che ce lo riconciliamo con
preghiere che salgono da cuori pacificati. Ciò che più fortemente obbliga Dio è
la nostra pace, la nostra concordia, l’unità di tutto il popolo dei credenti,
nel Padre nel Figlio e nello Spirito Santo".
( S.Cipriano di Cartagine )