L'irrealtà della paura
Abbiamo visto che il frutto del
peccato originale è l'angoscia, anche se spesso coperta dall'andamento benevolo
dei rapporti umani. Il tutto può essere riassunto dicendo che frutto del
peccato è la paura. Ma se entra l’amore salvifico la paura si scioglie, come
nebbia al sole, confermando a livello esistenziale l’intuizione metafisica che
il male non ha essere. Si può arrivare a dire che la paura non esiste ; è un
artificio del demonio e la paga del peccato. Eppure il mondo ne è pieno.
La grande paura del cuore umano, l’immensa voragine che condiziona
profondamente la nostra coscienza, l’abisso su cui camminiamo, è la paura di fallire, di essere
annullati rispetto al consenso altrui; di non essere, rispetto all'amore.E' la
vera presa del nulla (da cui procediamo) nel nostro essere, che, essendo l’essere
proprio di una natura spirituale, sente il bene immenso della vita solo nel
rapporto cosciente di amore. Dio che ci ha creati non ritira il dono dell'essere,
l’atto di ogni bene; ma il peccato genera paura: proprio la Genesi lega la
paura a1 peccato, (Gn 3, 10). Ci si convince di paura, e cioè di fallimento, di
sfiducia, di non-essere, e cioè di annuI1amento; ciò può provocare non solo
turbamenti e ansia, ma l’angoscia, il blocco totale del futuro, il venir meno
della speranza e del senso dell'esistenza, il sospetto sugli altri, l’accusa,
le divisioni, l’invidia. Il fatto che molte persone giungono a morire senza
aver provato angoscia e paura profonda non deve far sorridere su queste
affermazioni; quelle stesse persone potevano entrare in crisi con pochi
cambiamenti dovuti alla volontà altrui. Non accorgersi di questo fa si che la
non-paura sia semplicemente fortuna casuale e superficiale e Ia loro vita una
sorta di apparizione sulla terra, senza capire gli splendori dell’amore
innocente.
Non bisogna mai dimenticare che la salvezza
cristiana non va intesa semplicemente come liberazione dai mali, bensì come
novità di vita, che ci è donata. Sperare in una vita senza mali come unica
salvezza è sinonimo di mediocrità spirituale, di ignavia. Sta di fatto che un
sempre maggiore numero di persone cade nell’ansia e nell’angoscia, partendo da
sicurezze che non reggono a1 cambiar di fortuna e di rapporti. Più volte, nella
Sacra Scrittura, il Signore ci rassicura con la sua parola: "Ego cogito
cogitationes pacis et non afflictionis"(cfr Ger 29, 11). Dio non ha pensieri
negativi nei nostri confronti. Solo l’inferno può spaventarci; ma il santo
timor di Dio non è paura, tutt’altro: è il timore di rompere il vincolo di
amore proprio di chi apprezza l’amore sopra ogni altra cosa. Diverso è il
timore servile, che è paura, ma di perdersi per l'eternità, che è segno di
giusta preoccupazione e dovrebbe portare a perdere tutte le altre paure,
indotte dal demonio e dal peccato. Il timor servile, tuttavia, è segno del
predominio degli idoli: La coscienza teme l’inferno, ma il cuore appartiene
all’idolo. Altri timori offendono Dio e sono peccato: ogni paura, nervosismo,
scoraggiamento, ansia, per non dire dell’angoscia, va contro la speranza
cristiana e anche contro la fede e la carità. Non si tratta di peccati gravi
perché è certo che nessuno il vuole, ma "in causa" c’è la nostra
responsabilità nella scelta dell’amore. La vera fede, invece, quella che
"si lega" nell’amore a Dio, fa scoprire la "perfetta
letizia" in ogni tipo di tribolazione. Naturalmente si tratta più di un
traguardo che di una perfezione in atto; ma verso questo traguardo occorre avviarsi
decisamente mentre abbiamo tempo su questa terra.
San Paolo, in modo S. Paolo in modo sintetico ma mirabile, contrappone lo
spirito dei figli di Dio allo spirito di schiavitù, che ci fa vivere nella paura: "Voi non
avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete
ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo:.Abbà,
Padre (Rm 8, 15). Qui, come in genere in san Paolo, non si contrappone la
natura alla grazia, ma il peccato alla Redenzione. La paura è di peccato, di quel
peccato di cui solo lo Spirito Santo può convincere. Eppure è onnipresente e
spinge gli uomini a ogni tipo di azione. "Qui timet non est in
caritate" (chi teme non è nell’amore) esclama san Giovanni (1 Gv 4, 18) e
aggiunge: "Al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il
timore suppone il castigo e chi teme non è perfetto nell’amore"(28). Ciò
si capirà ancor meglio dopo avere studiato il "giudizio" di cui può
convincerci lo Spirito. In definitiva, la cattiveria degli uomini è dovuta alla
paura; liberararsi dalla paura è anche il vero modo di promuovere la pace.
Bisogna pensare che cosa sarebbe un mondo senza paura. Eppure è ciò che fa
intravedere Gesù: quando entra nel cenacolo dice "Pace a voi" (Gv 20,
19.26).
Si può ricordare quanto detto nel terzo capitolo
su alcuni possibili rilievi terapeutici alla luce della nostra analisi del
cuore umano. Pur dando spazio alle cause fisiche di tanti mali psichici, e
concretamente delle depressioni endogene, non c’è dubbio che essi portano nelle
loro radici, come per tutti, il problema dell’amore. Gesù è venuto perché il
legame dell’amore trinitario sia nostro: può cacciare tutti i fantasmi, può
vincere nel profondo la paura di non
essere amati, di non meritare considerazione, di essere colpevoli riguardo
alle persone essenziali; davanti alla paura di non essere. "Se io scaccio
i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è
giunto tra voi il regno di Dio" (Mt 12, 28); una radicale
conversione a Cristo può, se non guarire del tutto, trasfigurare i mali oscuri,
eliminandone il peso insostenibile. Nei mali psichici, oltre alle opportune
medicine, occorre puntare tutto su Dio e sulla sua Parola (meditando e
studiando la Sacra Scrittura; usando i salmi con vera applicazione), su quanto
Lui ci ama, per entrare con l’aiuto dello Spirito Santo continuamente invocato,
e desiderato sopra ogni cosa, nel rea1ismo. di un amore senza limiti. Occorre
sovrapporre con forza questo realismo al ritorno dell’ansia si possono aiutare
gli scrupolosi e gli ansiosi a distrarsi violentemente dalla paura, sapendo che
Dio ha solo pensieri di pace e non di afflizione. C’è anche da
considerare che, nella maggior parte, questi mali si ingrossano proprio per la
paura che causano: la paura ingenera paura. Viktor Frankl ha messo in luce
ottimamente i meccanismi dell' ansia d'attesa(29). Si può migliorare con il
"dominio si sé", frutto dello Spirito Santo (cfr Gal 5, 22): occorre
dominare il proprio sistema di sentimenti e passioni, passando rapidamente e
con grande determinazione al pensiero positivo. E il progetto della
mortificazione interiore, che deve cacciare pensieri vani o tentazioni impure,
ma anche e forse di più i pensieri ansiosi, che non provengono certamente da
Dio. Uno scrupoloso deve fissarsi con gioia sulla misericordia di Dio e non
permettere che la fantasia lo riporti per più di un secondo di orologio sulla
paura. Tutto ciò può prendere corpo solo attraverso la visibilità della carità
fraterna. L'esperienza dice che son poche le persone sofferenti di mali oscuri
che si determinano con tutto il proprio essere a cercare la fonte dell’amore
divino; normalmente, nei casi migliori, si scopre che c’è stata la mediazione
dell'amore visibile umano, che è sempre fondamentale e necessario. E noto il
caso raccontato nel Diario di una schizofrenica; Laing, nel libro L' io diviso,
sopra citato, riporta varie esperienze(30).
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26.
Quest’ultima affermazione è da tener presente soprattutto dai giovani;
l’ascetica è sempre necessaria e da giovani in modo particolare. L’amore
renderà il "giogo" soave e leggero, ma questo non deve offrire un
pretesto ai giovani per seguire estri e spontaneità del tutto egoistiche, anche
se a volte ammantate di grande generosità.
Una opportuna disciplina è sempre necessaria.
27.
T. Brooks ha scritto un romanzo, La spada di Shannara ( Mondadori), impostato
su questa intuizione. La spada di Shannara ha il potere di rivelare a chi la
tocca tutta la verità, a incominciare dalla verità profonda del proprio essere
peccatori. Nessuno può impugnarla, perché si viene meno di fronte all’abisso della propria impurità (fin qui è un’intuizione
letteraria di quanto abbiamo detto sul cuore umano). Solo l’erede più puro di
Shannara può impugnarla, pur barcollando. Quando, dopo infinite peripezie,
giunge di fronte al grande nemico e riesce a toccarlo con la spada, si dissolve
il grande impero basato sulla paura: il nemico scompare nel nulla e il mondo è
liberato. Con la paura il demonio riesce a farsi un regno di adepti e
minacciare continuamente i buoni.
28. Ha scritto il beato Josemaria Escrivá:
‘Nelle pagine della Sacra Scrittura avete trovato con frequenza queste parole:
non temere! Non temete!(cfr Gn 15, 1; Is 16, 10; Lc 1. 3).
Sono parole divine d’ incoraggiamento. Nell’Antico e nel Nuovo Testamento, Dio
e gli esseri celesti le pronunciano per togliere la miseria dell’uomo e
disporlo a un colloquio di illuminazione e di amore, alla fiducia in cose
apparentemente impossibili o difficili, alle quali non giunge la forza della
creatura. Non est abbreviata manus Domini
(Is 59, 1): il potere infinito del Signore è quello di sempre",Lettera 6
maggio 45, n. 4. E in Forgia:
"La soluzione e amara. San
Giovanni Apostolo scrive delle parole che mi colpiscono molto: "Qui autem timet, non est perfectus in caritate”. Io la traduco così, quasi
letteralmente: chi ha paura, non sa amare. Dunque tu, che sei innamorato e
sai amare, non puoi aver paura di nulla! Avanti!" (n. 260).
29 Cfr V. FRANKL, Logoterapia e analisi esistenziale, cit.; ID., Teoria e
terapia delle nevrosi, Morcelliana, Brescia 1978.
30. Un esempio bellissimo lo si può leggere
nel libro di F. SHEEN, Tre per sposarsi, dove si riporta, tra le altre, la
storia del principe d’Orange: sposatosi con l’ex fidanzata di Ludwig, già
psicopatica per ereditarietà e distrutta dall’incapacità di amare dell’erede
al trono, la porta alla piena
guarigione con un amore delicato e tenace.
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Da LIBERARE L ' AMORE,
Ugo Borghello, Ed. ARES - Milano 1997, pagg. 272-276