Articolo 2: GRAZIA
E GIUSTIFICAZIONE
III. Il merito
"Nella festosa assemblea
dei santi risplende la tua gloria, e il loro trionfo celebra i doni della tua misericordia".
(Messale
Romano )
[2006] Il termine «merito» indica,
in generale, la retribuzione dovuta da una comunità o da una società per l’azione di uno dei suoi
membri riconosciuta come buona o cattiva, meritevole di ricompensa o di
punizione. Il merito è relativo alla virtù della giustizia in conformità al
principio dell’eguaglianza che ne è la norma.
[2007] Nei confronti di Dio, in
senso strettamente giuridico, non c’è merito da parte dell’uomo. Tra lui e noi
la disuguaglianza è smisurata, poiché noi abbiamo ricevuto tutto da lui, nostro
Creatore.
[2008] Il merito dell’uomo presso
Dio nella vita cristiana deriva dal fatto che Dio ha liberamente disposto
di associare l’uomo all’opera della sua grazia. L’azione paterna di
Dio precede con la sua ispirazione, mentre il libero agire dell’uomo viene dopo
nella sua collaborazione, così che i meriti delle opere buone devono essere
attribuiti innanzitutto alla grazia di Dio, poi al fedele. Il merito dell’uomo
torna, peraltro, anch’esso a Dio, dal momento che le sue buone azioni hanno la
loro origine, in Cristo, dalle ispirazioni e dagli aiuti dello Spirito Santo.
[2009] L’adozione filiale,
rendendoci partecipi per grazia della natura divina, può conferirci, in conseguenza
della giustizia gratuita di Dio, un vero
merito. È questo un diritto derivante dalla grazia, il pieno diritto
dell’amore, che ci fa «coeredi» di Cristo e degni di conseguire l’«eredità
promessa della vita eterna» . I meriti delle nostre opere buone sono doni della
bontà divina . «Prima veniva elargita la grazia, ora viene reso il dovuto...
sono proprio doni suoi i tuoi meriti» .
[2010] Poiché nell’ordine della
grazia l’iniziativa appartiene a Dio, nessuno
può meritare la grazia prima, quella
che sta all’origine della conversione, del perdono e della giustificazione.
Sotto la mozione dello Spirito Santo e della carità, possiamo in seguito meritare per noi stessi e per gli altri le
grazie utili per la nostra santificazione, per l’aumento della grazia e della
carità, come pure per il conseguimento della vita eterna. Gli stessi beni
temporali, quali la salute e l’amicizia, possono essere meritati seguendo la
sapienza di Dio. Tutte queste grazie e questi beni sono oggetto della preghiera
cristiana. Essa provvede al nostro bisogno della grazia per le azioni
meritorie.
[2011] La
carità di Cristo è in noi la sorgente di tutti i nostri meriti davanti a Dio. La grazia, unendoci
a Cristo con un amore attivo, assicura il carattere soprannaturale dei nostri
atti e, di conseguenza, il loro merito davanti a Dio e davanti agli uomini. I
santi hanno sempre avuto una viva consapevolezza che i loro meriti erano pura
grazia.
"Dopo l’esilio della terra,
spero di gioire fruitivamente di Te nella Patria; ma non voglio accumulare
meriti per il Cielo: voglio spendermi per il tuo solo Amore... Alla sera di
questa vita comparirò davanti a Te con le mani vuote; infatti non ti chiedo, o
Signore, di tener conto delle mie opere. Tutte le nostre giustizie non sono
senza macchie ai tuoi occhi. Voglio perciò rivestirmi della tua Giustizia e
ricevere dal tuo Amore l’eterno possesso di Te stesso... ." ( S.Teresa di Gesù Bambino )