II. Gesù e il Tempio
[583] Gesù, come prima di lui i
profeti, ha manifestato per il Tempio di Gerusalemme il più profondo rispetto.
Vi è stato presentato da Giuseppe e Maria quaranta giorni dopo la nascita (Lc 2,22-39). All’età di dodici anni
decide di rimanere nel Tempio, per ricordare ai suoi genitori che egli deve
occuparsi delle cose del Padre suo . Vi è salito ogni anno, almeno per la
Pasqua, durante la sua vita nascosta;
lo stesso suo ministero pubblico è stato ritmato dai suoi pellegrinaggi
a Gerusalemme per le grandi feste giudaiche .
[584] Gesù è salito al Tempio come
al luogo privilegiato dell’incontro con Dio. Per lui il Tempio è la dimora del
Padre suo, una casa di preghiera, e si accende di sdegno per il fatto che il
cortile esterno è diventato un luogo di commercio . Se scaccia i mercanti dal
Tempio, a ciò è spinto dall’amore geloso per il Padre suo: «”Non fate della
casa di mio Padre un luogo di mercato”. I discepoli si ricordarono che sta
scritto: “Lo zelo per la tua casa mi divora” (Gv 2,16-17). Dopo la sua Risurrezione, gli Apostoli hanno
conservato un religioso rispetto per il Tempio .
[585] Alla vigilia della sua
passione, Gesù ha però annunziato la distruzione di questo splendido edificio,
di cui non sarebbe rimasta pietra su pietra . In ciò vi è l’annunzio di un
segno degli ultimi tempi che stanno per iniziare con la sua Pasqua . Ma questa
profezia ha potuto essere riferita in maniera deformata da falsi testimoni al
momento del suo interrogatorio presso il sommo sacerdote e ripetuta come ingiuria mentre era
inchiodato sulla croce .
[586] Lungi
dall’essere stato ostile al Tempio dove
ha dato l’essenziale del suo insegnamento,
Gesù ha voluto pagare la tassa per il Tempio associandosi a Pietro, che aveva posto come fondamento di quella che
sarebbe stata la sua Chiesa . Ancor più, egli si è identificato con il Tempio
presentandosi come la dimora definitiva di Dio in mezzo agli uomini . Per
questo la sua uccisione nel corpo
annunzia la distruzione del Tempio, distruzione che manifesterà l’entrata
in una nuova età della storia della salvezza: «È giunto il momento in cui né su
questo monte, né in Gerusalemme adorerete il Padre» (Gv 4,21) .