CAPITOLO SECONDO:
La Tradizione della
Preghiera
[2650] La preghiera non si riduce
allo spontaneo manifestarsi di un impulso interiore: per pregare, bisogna
volerlo. Non basta neppure sapere quel che le Scritture rivelano sulla
preghiera: è necessario anche imparare a pregare. È attraverso una trasmissione
vivente (la sacra Tradizione) che lo Spirito Santo insegna a pregare ai figli
di Dio, nella Chiesa «che crede e che prega» .
[2651] La tradizione della
preghiera cristiana è una delle forme di crescita della Tradizione della fede,
in particolare per mezzo della contemplazione e dello studio dei credenti, i
quali conservano nel loro cuore gli eventi e le parole dell’Economia della
salvezza, e mediante la profonda comprensione delle realtà spirituali di cui
fanno esperienza .
Articolo 2:
Il cammino della
preghiera
Introduzione
[2663] Nella tradizione vivente
della preghiera, ogni Chiesa, in rapporto al contesto storico, sociale e
culturale, propone ai propri fedeli il linguaggio della loro preghiera: parole,
melodie, gesti, iconografia. Spetta al Magistero discernere la fedeltà di tali cammini di preghiera alla
tradizione della fede apostolica, ed è compito dei pastori e dei catechisti
spiegarne il senso, che è sempre legato a Gesù Cristo.
La preghiera al Padre
[2664] Per la preghiera cristiana
non c’è altra via che Cristo. La nostra preghiera, sia essa comunitaria o
personale, vocale o interiore, giunge al Padre soltanto se preghiamo «nel Nome»
di Gesù. Quindi, la santa Umanità di Gesù è la via mediante la quale lo Spirito
Santo ci insegna a pregare Dio nostro Padre.
La preghiera a Gesù
[2665] La preghiera della Chiesa,
nutrita dalla Parola di Dio e dalla celebrazione della Liturgia, ci insegna a
pregare il Signore Gesù. Sebbene sia rivolta soprattutto al Padre, essa
comprende però, in tutte le tradizioni liturgiche, forme di preghiera rivolte a
Cristo. Alcuni Salmi, secondo la loro attualizzazione nella Preghiera della
Chiesa, e il Nuovo Testamento mettono sulle nostre labbra e imprimono nei
nostri cuori le invocazioni di questa preghiera a Cristo: Figlio di Dio, Verbo
di Dio, Signore, Salvatore, Agnello di Dio, Re, Figlio diletto, Figlio della
Vergine, buon Pastore, nostra Vita, nostra Luce, nostra Speranza, nostra
Risurrezione, Amico degli uomini...
[2666] Ma il Nome che comprende
tutto è quello che il Figlio di Dio riceve nell’Incarnazione: GESÙ. Il Nome
divino è indicibile dalle labbra umane,
ma il Verbo di Dio, assumendo la nostra umanità, ce lo consegna e noi
possiamo invocarlo: «Gesù», «YHWH salva» . Il Nome di Gesù contiene tutto: Dio
e l’uomo e l’intera Economia della creazione e della salvezza. Pregare «Gesù» è
invocarlo, chiamarlo in noi. Il suo Nome è il solo che contiene la Presenza che
esso significa. Gesù è risorto, e chiunque invoca il suo Nome accoglie il
Figlio di Dio che lo ha amato e ha dato se stesso per lui .
[2667] Questa invocazione di fede
estremamente semplice è stata sviluppata, nella tradizione della preghiera,
sotto varie forme in Oriente e in Occidente. La formulazione più abituale,
trasmessa dai monaci del Sinai, di Siria e dell’Athos, è l’invocazione: «Gesù,
Cristo, Figlio di Dio, Signore, abbi pietà di noi, peccatori!». Essa coniuga
l’inno cristologico di Fil 2, 6-11 con l’invocazione del pubblicano e dei
mendicanti della luce . Mediante essa il cuore entra in sintonia con la miseria
degli uomini e con la misericordia del loro Salvatore.
[2668] L’invocazione del santo Nome
di Gesù è la via più semplice della preghiera continua. Ripetuta spesso da un
cuore umilmente attento, non si disperde in fiumi di parole, ma custodisce la Parola e produce frutto con
la perseveranza . Essa è possibile «in ogni tempo», giacché non è
un’occupazione accanto ad un’altra, ma l’unica occupazione, quella di amare
Dio, che anima e trasfigura ogni azione in Cristo Gesù.
[2669] La preghiera della Chiesa
venera e onora il Cuore di Gesù, come invoca il suo santissimo Nome.
Essa adora il Verbo incarnato e il suo Cuore che, per amore degli uomini, si è
lasciato trafiggere dai nostri peccati. La preghiera cristiana ama seguire la via della croce (Via Crucis) sulle
orme del Salvatore. Le stazioni dal Pretorio al Golgota e alla Tomba
scandiscono il cammino di Gesù, che con la sua santa Croce ha redento il mondo.
«Vieni, Santo Spirito»
[2670] «Nessuno può dire “Gesù è
Signore” se non sotto l’azione dello Spirito Santo» (1Cor 12,3). Ogni volta che incominciamo a pregare Gesù, è lo
Spirito Santo che, con la sua grazia preveniente, ci attira sul cammino della
preghiera. Poiché egli ci insegna a pregare ricordandoci Cristo, come non
pregare lui stesso? Ecco perché la Chiesa ci invita ad implorare ogni giorno lo
Spirito Santo, soprattutto all’inizio e al termine di qualsiasi azione
importante.
"Se lo Spirito non deve
essere adorato, come mi divinizza mediante il Battesimo? E se deve essere
adorato, non deve essere oggetto di un culto particolare?" ( S.Gregorio Nazianzeno )
[2671] La forma tradizionale di
chiedere lo Spirito è invocare il Padre per mezzo di Cristo nostro Signore
perché ci doni lo Spirito Consolatore . Gesù insiste su questa domanda nel suo
Nome nel momento stesso in cui promette il dono dello Spirito di Verità . Ma la
preghiera più semplice e più diretta è anch’essa tradizionale:«Vieni, Santo
Spirito», e ogni tradizione liturgica l’ha sviluppata in antifone e inni:
"Vieni, Santo Spirito,
riempi il cuore dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore".
( Sequenza di Pentecoste )
"Re celeste, Spirito
Consolatore, Spirito di Verità, che sei presente ovunque e tutto riempi, tesoro
di ogni bene e sorgente della Vita, vieni, abita in noi, purificaci e salvaci,
Tu che sei Buono!"
( Liturgia bizantina )
[2672] Lo Spirito Santo, la cui
Unzione impregna tutto il nostro essere, è il Maestro interiore della preghiera
cristiana. È l’artefice della tradizione vivente della preghiera.
Indubbiamente, vi sono tanti cammini di preghiera quanti sono coloro che
pregano, ma è lo stesso Spirito che agisce in tutti e con tutti. È nella
comunione dello Spirito Santo che la preghiera cristiana è preghiera nella
Chiesa.
In comunione con la
Santa Madre di Dio
[2673] Nella preghiera, lo Spirito
Santo ci unisce alla Persona del Figlio unigenito, nella sua Umanità
glorificata. Per essa ed in essa la nostra preghiera filiale entra in
comunione, nella Chiesa, con la Madre di Gesù .
[2674] Dopo il consenso dato nella
fede al momento dell’Annunciazione e mantenuto, senza esitazione, sotto la
croce, la maternità di Maria si estende ora ai fratelli e alle sorelle del
Figlio suo, «ancora pellegrini e posti in mezzo a pericoli e affanni» . Gesù,
l’unico Mediatore, è la Via della nostra preghiera; Maria, Madre sua e Madre
nostra, è pura trasparenza di lui: ella «mostra la Via» [«Hodoghitria»] , ne è
«il Segno», secondo l’iconografia tradizionale in Oriente e in Occidente.
[2675] È a partire da questa
singolare cooperazione di Maria all’azione dello Spirito Santo, che le Chiese
hanno sviluppato la preghiera alla santa Madre di Dio, incentrandola sulla
Persona di Cristo manifestata nei suoi misteri. Negli innumerevoli inni e
antifone in cui questa preghiera si esprime, si alternano di solito due
movimenti: l’uno «magnifica» il Signore per le «grandi cose» che ha fatto per
la sua umile serva e, mediante lei, per tutti gli uomini; l’altro affida alla Madre di Gesù le suppliche
e le lodi dei figli di Dio, dal momento che ora ella conosce l’umanità, che in
lei è sposata dal Figlio di Dio.
[2676] Questo duplice movimento
della preghiera a Maria ha trovato un’espressione privilegiata nella preghiera
dell’Ave Maria:
«Ave, Maria [rallegrati, Maria]». Il saluto dell’angelo Gabriele apre la preghiera dell’Ave. È Dio
stesso che, tramite il suo angelo, saluta Maria. La nostra preghiera osa
riprendere il saluto a Maria con lo sguardo che Dio ha rivolto alla sua umile
serva, e ci fa rallegrare della gioia
che egli trova in lei .
«Piena di grazia, il Signore è con te». Le due espressioni del
saluto dell’angelo si chiariscono reciprocamente. Maria è piena di grazia
perché il Signore è con lei. La grazia della quale è colmata è la presenza di
colui che è la sorgente di ogni grazia. «Rallegrati... figlia di Gerusalemme...
il Signore» è «in mezzo a te» (Sof 3,14;
Sof 3,17a). Maria, nella quale
il Signore stesso prende dimora, è la personificazione della figlia di Sion,
dell’Arca dell’Alleanza, il luogo dove abita la Gloria del Signore: ella è la
«dimora di Dio con gli uomini» (Ap 21,3).
«Piena di grazia», Maria è interamente donata a colui che prende dimora in lei
e che lei donerà al mondo.
«Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno,
Gesù». Dopo il saluto dell’angelo, facciamo nostro quello di Elisabetta.
«Piena di Spirito Santo» (Lc 1,41),
Elisabetta è la prima della lunga schiera di generazioni che chiama Maria
beata: «Beata colei che ha creduto...»
(Lc 1,45); Maria è «benedetta
fra le don ne», perché ha creduto nell’adempimento della parola del Signore.
Abramo, per la sua fede, è diventato una benedizione per «tutte le famiglie
della terra» (Gen 12,3). Per la
sua fede, Maria è diventata la Madre dei credenti, grazie alla quale tutte le
nazioni della terra ricevono colui che è la benedizione stessa di Dio: Gesù, il
frutto benedetto del suo grembo.
[2677] «Santa Maria, Madre di
Dio, prega per noi...». Con
Elisabetta ci meravigliamo: «A che debbo che la Madre del mio Signore venga a
me?» (Lc 1,43). Maria, poiché ci
dona Gesù, suo figlio, è la Madre di Dio e la Madre nostra; possiamo confidarle
tutte le nostre preoccupazioni e le nostre implorazioni: ella prega per noi
come ha pregato per sé: «Avvenga di me quello che hai detto» (Lc 1,38). Affidandoci alla sua
preghiera, con lei ci abbandoniamo alla volontà di Dio: «Sia fatta la tua
volontà».
«Prega per noi, peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte».
Chiedendo a Maria di pregare per noi, ci riconosciamo poveri peccatori e ci
rivolgiamo alla «Madre della misericordia», alla Tutta Santa. Ci affidiamo a
lei «adesso», nell’oggi delle nostre esistenze. E la nostra fiducia si dilata
per consegnare a lei, fin da adesso, «l’ora della nostra morte». Maria sia ad
essa presente come alla morte in croce del Figlio suo, e nell’ora del nostro
transito ci accolga come nostra Madre,
per condurci al suo Figlio Gesù, in Paradiso.
[2678] La pietà medievale
dell’Occidente ha sviluppato la preghiera del Rosario, sostitutiva per il
popolo della Preghiera delle Ore. In Oriente, la forma litanica dell’Acatisto e
della Paraclisis è rimasta più vicina all’ufficio corale delle Chiese
bizantine, mentre le tradizioni armena, copta e siriaca, hanno preferito gli
inni e i cantici popolari in onore della Madre di Dio. Ma nell’Ave Maria, nelle
theotokia, negli inni di sant’Efrem o di san Gregorio di Narek, la tradizione
della preghiera rimane fondamentalmente la stessa.
[2679] Maria è l’Orante perfetta,
figura della Chiesa. Quando la preghiamo, con lei aderiamo al Disegno del
Padre, che manda il Figlio suo per salvare tutti gli uomini. Come il discepolo
amato, prendiamo con noi la Madre di
Gesù, diventata la Madre di tutti i viventi. Possiamo pregare con lei e
pregarla. La preghiera della Chiesa è come sostenuta dalla preghiera di Maria,
alla quale è unita nella speranza
In sintesi
[2680] La
preghiera è principalmente rivolta al Padre; tuttavia essa è indirizzata anche
a Gesù, soprattutto attraverso l’invocazione del suo santo Nome: «Gesù, Cristo,
Figlio di Dio, Signore, abbi pietà di noi, peccatori!».
[2681] «Nessuno
può dire “Gesù è Signore” se non sotto l’azione dello Spirito Santo» (1Cor 12,3). La Chiesa ci
esorta a invocare lo Spirito Santo come il Maestro interiore della preghiera
cristiana.
[2682] In forza della sua singolare cooperazione
all’azione dello Spirito Santo, la Chiesa ama pregare in comunione con la
Vergine Maria, per magnificare con lei le grandi cose che Dio in lei ha fatto e
per affidarle suppliche e lodi.